frittura mista|radio fabbrica 03/06/2025
Il primo argomento della puntata è stato quello della scuola, infatti con Lucia di Assemblea Scuola Torino, ospite con noi negli studi di Radio Blackout, abbiamo parlato dell’evento del 4 giugno dal titolo “A difesa della scuola pubblica e democratica”. Questo momento è nato dalla volontà diffusa del personale scolastico organizzato in diversi collettivi locali e col sindacalismo di base, di non sottostare alle regole calate dal Ministro dell’istruzione e del merito sempre più stringenti, oltre che a non rassegnarsi all’andazzo generale creato da dirigenti scolastici sempre più autoritari. Infatti sulla spinta nata dal rifiuto ad un incontro chiesto all’Ufficio Scolastico Regionale, durante uno scorso sciopero lanciato da cub e cgils, da parte di insegnanti e genitori del Norberto Rosa di Susa, riguardo a seri problemi sollevati rispetto alla democraticità delle decisioni prese nell’istituto, si è scelto di indire un’ulteriore presidio sotto la sede dell’USR proprio per mercoledì 4 giugno alle h 14:30. Più tardi si creerà un momento di dibattito e convivialità in piazza Carlo Felice, sempre a Torino, proprio per far capire che i problemi di chi lavora a scuola sono a cascata i problemi di tutta una comunità, dagli alunni e alunne, ai genitori e non solo. In parallelo è stato lanciato un riguardo alle rivendicazioni sopra citate, che vi invitiamo a compilare direttamente QUI
Oppure se non volete compilare direttamente voi il form, potete mandare una mail con i vostri dati a: assemblea.scuola.to@gmail.com
Buon ascolto
Il secondo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero che si è svolto il 3 giugno a livello nazionale di tutti i lavoratori e lavoratrici di Poste Italiane, di seguito il loro appello:
“In questi giorni la CGIL e l UIL denunciano la pessima condizione che si vive in Poste Italiane, quella che per anni hanno contribuito a determinare. Gli stessi anni in cui il sindacalismo di base conflittuale di quest’azienda denunciava e lottava per quella manciata di rivendicazioni che solo ora, per esercizio di ricollocazione nel mercato sindacale, mettono in fila e ne fanno uno sciopero.
Lamentano l’esclusione, l’assenza di democrazia e pluralismo. Eppure, loro, con gli storici compagni di merende, hanno operato l’esclusione del sindacalismo non connivente, non dai tavoli di concertazione di cui questi poco sono interessati, ma ancora peggio, dalle agibilità politico sindacali sui luoghi di lavoro partendo dalla legge 146/90 (Denominata addirittura legge anticobas) di cui i sindacati concertativi si sono fatti sostenitori e a seguire con il T.U. sulla rappresentanza 2014 volti a limitare fortemente le possibilità d’azione di chi si è storicamente posto in contrarietà alla loro visione sempre più aderente a quelle aziendali e di cui la CISL, senza’altro, ne è iconica portabandiera.
E’ evidente a chiunque, e per loro stessa ammissione, che l’unico terreno di interesse delle proclamanti è proprio quello della concertazione dalla quale si trovano momentaneamente messi in disparte. Non siamo fiduciosi, abbiamo imparato a non esserlo, ma auspichiamoci che questa postura conflittuale venga mantenuta e che non sia solo di circostanza.
Arrivano tardi, almeno di 20 anni su quelle che sono state le nostre rivendicazioni, peraltro quelle meno radicali, sulle quali noi insistiamo da sempre e per le quali da sempre intraprendiamo azioni di lotta e scioperi.
LE STESSE RAGIONI CHE CI PORTANO A SCIOPERARE ANCORA UNA VOLTA, CON LA FORZA DELLA COERENZA, IL 3 GIUGNO 2025:
- Ripubblicizzazione di Poste Italiane e difesa del servizio uniersale
- Assunzione di tutti i CTD per colmare la cronica mancanza di risorse e che abbatta le richieste di flessibilità
- Basta precariato in Poste
- No alle continue riorganizzazioni al solo scopo di tagliare il personale
- No alle continue pressioni aziendali e al continuo ricorso ai provvedimenti disciplinari
- Aumenti dei salari diretti e azzeramento dei sistemi di welfare aziendale
- Refistribuzione (a chi lavora) dei premi ad personam e bonus ed incentivi ai manager
Ma altre, più e per noi fondamentali si sommano nel contesto dello scenario internazionale e del meschino contributo che l’azienda per la quale lavoriamo sta dando al genocidio in atto in Palestina:
- Fuori Poste dalla fondazione Med-Or di “Leonardo”
- Sospensione immediata del trasporto di prodotti dual-use a scopo civile e bellico verso Israele
FUORI POSTE DAL MASSACRO IN PALESTINA. NOI NON SIAMO COMPLICI“
Buon ascolto
Anche il terzo argomento della puntata è stato quello della scuola, infatti abbiamo presentato una nuova serie podcast che come trasmissione e come radio abbiamo creato con l’ausilio di Serena Tusini del Sindacato Sociale di Base che riguarda proprio le trasformazioni avvenute ed in atto nel mondo dell’istruzione e della ricerca, dal titolo “Dietro alla lavagna”. Ecco il primo episodio “Le multinazionali all’assalto della scuola pubblica”.
Buon ascolto