frittura mista|radio fabbrica 06/08/2024
Il primo argomento della puntata è stato quello dei problemi che affliggono i braccianti agricoli, in particolare nella zona piemontese delle Langhe e del Roero. Infatti come ci avevano annunciato nella scorsa intervista realizzata, il collettivo mononoke, assieme ad altre realtà di Alba e dintorni, ha lanciato un corteo per denunciare lo stato delle cose di chi stagionalmente o meno viene a lavorare nelle campagne come operaio agricolo. Sempre centrale è il problema abitativo, infatti il corteo era partito da un dormitorio della caritas che sarebbe stato chiuso il giorno dopo il corteo, al suo posto è stata messa a disposizione (temporaneamente) dal comune la palestra di una scuola media, che ovviamente non costituisce una soluzione dignitosa e accettabile per chi lavorando ore nei campi meriterebbe un po’ di riposo, invece di poter andare solo a dormire in un luogo privo di qualsivoglia privacy. Il nostro ospire ci ha raccontato come si è svolta questa mobilitazione, con quali parole d’ordine e che effetto ha creato sulla tranquilla cittadina votata ad un lussuoso turismo enogastronomico basato sull’ipersfruttamento e sulla logica usa e getta del lavoro svolto dai braccianti agricoli.
Buon ascolto
Il secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto dello SLAICobas di Taranto, per quanto riguarda gli sviluppi in quel dell’ex ILVA di Taranto, tratto da un comunicato che la segreteria del sindacato di base ha affisso davanti allo stabilimento delle acciaierie:
“Lo Slai cobas non chiamerà mai un “risultato” ridurre i nuovi cassintegrati come i vecchi cassintegrati di Ilva AS a 840 euro che possono arrivare massimo a 1.200 euro di salario;
Lo Slai cobas non crederà mai alle promesse di governo, Commissari, dirigenti sindacali confederali, Usb compreso, che nel 2026 tutti i cassintegrati Acciaieria e Ilva AS rientreranno in fabbrica.
Noi siamo quelli che hanno sempre detto che l’amministrazione straordinaria e la via scelta dal governo Meloni/Urso avrebbe portato ad un peggioramento in termini di lavoro, salario, futuro dei lavoratori, risoluzione dei problemi della sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio. [..]
Su quello che significa questo accordo per l’appalto, stendiamo un velo pietoso e non tanto perché le ditte dell’appalto in parte, solo in parte, avranno i soldi promessi dal governo che non sono certo il 70%, quanto perché scaricheranno sugli operai il costo vero di questa crisi e di questo accordo in termini di licenziamenti, cassintegrazione permanente/flessibilità e contratti precari.
Figuriamoci se una fabbrica piena di cassintegrati Ilva si potrà mai riempire di operai dell’appalto.
E’ inutile dire che un accordo considerato “così importante e così bello” dai sindacati Confederali e Usb, andrebbe sottoposto all’approvazione dei lavoratori in assemblee generali all’esterno delle portinerie – e andrebbe rigettato.”
Buon ascolto
Il terzo argomento l’abbiamo trattato in compagnia di Mahmood del SiCobas Torino, riguardo alle alte temperature estive sui luoghi di lavoro e come potersi tutelare facendo rispettare i propri diritti. Inoltre il nostro ospite, ci ha raccontato anche di una storia a lieto fine, in uno stabilimento della logistica, dove a fronte agli scioperi lanciati dal SiCobas, legato proprio all’impossibilità di lavorare in un ambiente per niente areggiato e ventilato, si è riusciti ad ottenere bancali di bottigliette d’acqua per i dipendenti e un maggior numero di pause per rendere umanamente possibile lo svolgimento del lavoro.
Buon ascolto