frittura mista|radio fabbrica 10/12/2024

Nel primo approfondimento della serata riprendiamo la vertenza delle lavoratrici dell’Associazione di Promozione Sociale Eufemia. Ne parliamo con Cecilia, ex-lavoratrice dell’associazione.

Eufemia, nata nel 2010, è dal 2020 che si struttura, il suo fatturato aumenta, e da piccola associazione diventa un’impresa sociale da circa 800mila euro di fatturato. In seguito alla partecipazione a un bando di Compagnia di San Paolo nel 2021 questo processo si intensifica, inserendo nell’organizzazione nuove figure e nuovischemi organizzativi propri delle realtà aziendali private.

Le lavoratrici si organizzano in assemblee autonome interne per ripensare a una più equa distribuzione delle risorse economiche, dei carichi lavorativi, dei ruoli di responsabilità. A fine 2023, nel periodo di rinnovo degli organi direttivi, le lavoratrici organizzate vengono a conoscenza di circa 140 nuove tessere associative di persone esterne, con diritto di voto, provenienti dall’area di influenza di un ex presidente, ora candidato. All’assemblea di votazione del nuovo CdA si scopre addirittura una delega falsa, ma il processo di rovesciamento dell’Associazione continua e il direttivo viene rinnovato, nonostante la contrarietà e i dubbi sollevati dalle lavoratrici.

Il nuovo direttivo propone modifiche strutturali dell’associazione, spingendo al fondo della catena di responsabilità e di gestione molte lavoratrici e socie fondatrici dell’associazione. La non sottoscrizione delle modifiche porta a una situazione vertenziale in cui le lavoratrici decidono di utilizzare lo strumento dello sciopero, che prosegue per oltre 40 giorni, portando all’esclusione delle lavoratrici dall’associazione e al successivo licenziamento.

Il 12 dicembre 2024 ci sarà la prima udienza presso il Tribunale di Torino a seguito dei ricorsi presentati dalle lavoratrici di contestazione dei licenziamenti. È indetto un presidio in solidarietà alle ore 10:30 di fronte al Tribunale, lato c.so Vittorio Emanuele II.

Gli aggiornamenti della vertenza si possono seguire dalle pagine social “La parte invisibile della città”, gestita dalle lavoratrici auto-organizzate dell’associazione.

Buon ascolto!

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Nel secondo approfondimento della serata parliamo della piattaforma e dello sciopero generale indetto dal sindacato di base USB per la giornata di venerdì 13 dicembre 2024.

La proclamazione dello sciopero segue una serie di contrasti e lotte con il Governo relative alla manovra Finanziaria, al Ddl 1660, i nuovi decreti sicurezza, al sostegno alla popolazione palestinese, al contrasto dell’economia di guerra. Secondo l’organizzazione sindacale il Governo ha numerose responsabilità circa le difficili condizioni economiche e di potere d’acquisto della classe lavoratrice italiana, che nelle scelte contenute nella manovra finanziaria vengono messe in secondo piano.

Vengono contestati i recenti rinnovi dei CCNL Commercio e Vigilanza nei porti, in aperta polemica con i sindacati confederali. Questa posizione di conflitto ha portato alla decisione dell’Unione Sindacale di Base di non aderire allo sciopero generale del 29 novembre, condiviso da una molteplicità di realtà sociali e sindacali, andando in contro a numerose polemiche tra lavoratrici, lavoratori e solidali.

Ne parliamo in diretta con Giovanni, delegato sindacale USB di Livorno.

Buon ascolto!

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Nel terzo e ultimo approfondimento della serata trattiamo dei recenti sommovimenti in ambito universitario, a seguito dei tagli e delle riorganizzazioni strutturali contenute nella proposta di legge a firma Bernini.

Ne parliamo in collegamento con Filippo, ricercatore, che ci racconta delle iniziative in programma nel territorio di Milano.

All’università Bicocca sono indette assemblee autonome di lavoratrici e lavoratori precari, assemblee sindacali informative indette da FLC-CGIL e si è svolto un corteo e un presidio al Rettorato.

La rettrice, Giovanna Iannantuini, è infatti presidentessa della CRUI – Conferenza Rettori Università Italiane – e si è espressa a favore della riforma.

La riforma prevede un taglio complessivo di circa 500 milioni di euro per Università e ricerca, la creazione di nuove categorie di lavoro precario, l’esternalizzazione della ricerca, il rischio reale di scaricamento dei costi sulle tasse di studenti e studentesse e apre le porte a una nuova legge delega per la riorganizzazione completa delle università.

Buon Ascolto!

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