IL TRIBUNALE DI TORINO E LE TORTURE IN CARCERE
Estratti dalla puntata del 25 settembre 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia
Si chiude la prima tranche del processo sulle violenze ai danni delle persone detenute (e le relative coperture operate dalla catena di comando) avvenute nel carcere di Torino tra il 2017 e il 2019.
Il secondino identificato come principale responsabile delle violenze ha visto il proprio capo di imputazione trasformarsi da “tortura” in “abuso di autorità contro arrestati o detenuti – Art 608 del 1930 – Codice Rocco” che a differenza di altri reati da dittatura (come quello di Devastazione e Saccheggio, i reati associativi o di opinione ancora vigenti), garantisce la permanenza in servizio e condanne lievi.
I pestaggi reiterati, le umiliazioni punitive, il ripetersi delle condotte abusanti prolungato nel tempo, non sono elementi sufficienti per qualificare il “reato di Tortura”? O forse si sta diffondendo una consuetudine giurisprudenziale che porta alla sua derubricazione in “abuso di autorità”?
Anche la connivenza della catena di comando viene decisamente tutelata: l’allora direttore del carcere, Domenico Minervini, per avere omesso di denunciare le violenze se l’è cavata con una multa da 360 euro.
La principali forze politiche della compagine di governo non hanno mai nascosto la loro ostilità verso il recepimento – seppur blando e snaturato – del reato di Tortura nell’ordinamento italiano; che le infami richieste di una sua abolizione e le esplicite pressioni politiche abbiano prodotto un effetto concreto sulla sua non-applicazione?
Dopo le grigliate celebrative nel carcere di Biella, si sta ufficializzando un’era di esplicita tutela dei torturatori in divisa?
A margine un’interessante segnalazione sopraggiunta via messaggio: la nomina di Felice Maurizio D’Ettore come “Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale”; un membro di Fratelli d’Italia come figura che dovrebbe monitorare le condizioni di carceri, strutture psichiatriche e centri di detenzione per migranti.