ISRAELE: DUE INCHIESTE SU REPRESSIONE E INTIMIDAZIONI ICC – TECNOCOLONIALISMO IN AFRICA

Estratti dalla puntata del 3 giugno 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia

 

Torniamo a parlare del conflitto tra la macchina tecno-militare israeliana e la popolazione palestinese partendo da due inchieste pubblicate su +972Magazine (con Local Call e The Guardian).

ISRAELE: MAFIE ARABE E POLIZIA

Il primo fenomeno osservato riguarda la relazione tra l’operato delle organizzazioni criminali nelle comunità arabe (e druse) e le forze di polizia israeliane; tra incremento della violenza e sottrazione di protezione da parte dello Stato.

La cosiddetta “criminalità” viene costantemente rappresentata come un fenomeno primario e non come il prodotto di condizioni economiche, sociali e politiche; conseguentemente, si indicano le forze repressive come unico modo per tutelare la popolazione dalla brutalizzazione della società.

Questa inchiesta ci offre la possibilità di riflettere sulla relazione profonda e simbiotica tra criminalità e forze di polizia nell’ambito dell’economia della repressione e del governo del territorio.

 

ISRAELE: INTIMIDAZIONI VERSO LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE

Il secondo fenomeno osservato concerne l’utilizzo del potenziale sorvegliante dell’apparato tecno-militare israeliano dispiegato contro la Corte Penale Internazionale, allo scopo di intimidirne i membri e arginare le conseguenze delle ripetute violazioni commesse da IDF.

Partendo da una breve descrizione dell’arsenale cyberbellico di Israele e del suo posizionamento globale, passiamo alla lettura di alcuni estratti da questa inchiesta che descrive diversi tentativi di condizionamento, attraverso spionaggio e ricatti, che coinvolgono strutturalmente l’esercito, l’intelligence, l’apparato giuridico e il governo.

 

TECNO-COLONIALISMO: INFRASTRUTTURAZIONE E TECNO-SCHIAVISMO

L’attuale Race for Africa non si limita allo sfruttamento delle risorse. La predazione capitalista, funzionale alla sua rivoluzione digitale, si concentra anche sull’estrazione di dati e di forza lavoro dalla popolazione del continente africano.

Cercheremo di osservare alcune recenti dinamiche che hanno coinvolto il cablaggio sottomarino, tra interruzioni di servizio e nuove connessioni, l’interesse cinese per la telefonia mobile e i suoi ripetitori, i programmi di conferimento di identità digitale biometrica, ma anche i segnali di fermento tra gli sfruttati del Kenya (e non solo) in risposta alle condizioni terribili dei click-jobs (moderazione di contenuti ed etichettatura dati per addestrare le AI) a cui sono costretti dalle multinazionali statunitensi.

QUI un precedente approfondimento sul tema




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