Nuovi suoni del mediterraneo
Se ti piace il miele, devi sopportare le punture delle api, dice un vecchio proverbio marocchino. Essendo un tossico del miele, la world music, sono ben disposto a sopportare ed in certi casi anche ad amare le api, ovvero tutti i pacconari più o meno sfatti che da ogni parte del globo musicale “occidentale” sono partiti per un viaggio in oriente e non sono più tornati. L’imitazione è un fastidioso modo di fare degli europei o imitazione è sentimento che vuole abbracciare la mescolanza, per affermare a gran voce la sconfitta delle differenze.
Sto delirando? ho mangiato troppo majun e presto mi trasformerò in un dromedario idrofobo? Devo fare presto. Allora vi dico, prima che mi spunti la gobba e mi schiumino le froge che stiamo parlando di definire le coordinate del now rock mediterraneo e ci siamo nel bel mezzo, tra una smielata, una drum machine e tanta tanta voglia di usare la musica per mescolare e per evadere, magari sognando l’Europa, appena oltre il mare come approdo lontano dalla miseria. E così scava scava, ogni tanto la mia eterna ricerca di Ying e Yang, oriente e occidente, arriva ad una pacificazione. Ho provato molte volte questa sensazione di perfetta sintesi, di gioia totale e di stordimento di fronte alla bellezza del mondo. Quello immaginato nelle canzoni perchè, per il resto, quello vero fa cagare ed è pieno di sangue. Penso che per capire la realtà si debba ascoltare tanta musica. Quella di Blackout, così sul pezzo, diversamente da ogni radio italiana, quella che apre la mente affacciandoci su mondi “diversi” che prima o poi saranno anche il nostro. Le frontiere devono essere superate, scavalcate ed infine distrutte. Volendo lanciarmi in una previsione vi dico che fra 20 anni, forse meno, la divisione tra i generi musicali sarà sbriciolata da una contaminazione assoluta, dove al primo ingrediente, immutabile, ci sarà sempre lei, la tradizione..quella fonte inesauribile di furore creativo che se ne fotte anche della povertà assoluta. Qualcosa che faccio fatica a descrivervi con le parole, perchè è l’essenza della natura umana quella di scolpire suoni che descrivono luoghi; luoghi che oggi hanno contorni sempre più ampi e indefiniti tanto che oggi le kasbah sembrano tutte uguali da Palermo ad Algeri. Outsider music inshallah.