TORTURA: DA SDE TEIMAN A SANTA MARIA CAPUA VETERE
Estratti dalla puntata del 20 maggio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia
DENTRO IL PROCESSO PER IL MASSACRO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Il processo sulla “macelleria di Santa Maria Capua Vetere” è un contesto di fondamentale importanza per osservare come l’apparato sanzionatorio dello Stato possa reagire di fronte a un episodio di estrema violenza messa in atto in modo organizzato da centinaia di agenti di polizia penitenziaria: non si parla di una “squadretta punitiva”, ma dell’apparato muscolare di un intero carcere.
Un altro dato che conferisce particolare rilevanza all’analisi di questo processo, riguarda la presenza dei filmati delle videocamere che ritraggono una parte significativa delle violenze e delle condotte aguzzini: un elemento che – nel suo ruolo – oscilla tra la dimensione probatoria e quella politico-culturale.
Per parlare di filmati, di riconoscimento biometrico, di violenza organizzata, di catene di comando e più in generale della rilevanza di questo processo, ci colleghiamo l’avv. Luigi Romano:
Luigi Romano è redattore di Napoli Monitor e avvocato di parte civile per i familiari di Hakimi Lamine, ragazzo morto poche settimane dopo il massacro
CAMPO DI TORTURA DI SDE TEIMAN
Una recente inchiesta di CNN ha diffuso alcune testimonianze sul centro di detenzione dell’IDF a Sde Teiman, nel deserto del Negev. Un campo di prigionia dove i presunti “unlawful combatants” catturati nel corso delle operazioni di terra dell’esercito israeliano a Gaza, vengono rinchiusi e sottoposti a torture fisiche e psichiche.
Uomini denudati, umiliati, deumanizzati e brutalizzati dalle guardie e dal personale sanitario; il tutto in una struttura che, a differenza di Guantanamo o Abu Grahib, si trova all’interno dei confini giuridici e morali dello stato di Israele.
Se il concetto di “radicalizzazione” viene spesso utilizzato per descrivere i percorsi di strutturazione deviante della personalità nei singoli individui, potremmo ribaltare questa categoria per osservare il ricorso e l’assuefazione a gradi crescenti di violenza istituzionale come forma di radicalizzazione dei nostri apparati politico-culturali?
PROJECT NIMBUS E DRONI MARITTIMI
Uno rapido sguardo sulla lotta interna alle Big Tech statunitensi: l’ammutinamento – visibilizzato dalla campagna NoTechForApartheid – contro la partecipazione di Google e Amazon nel progetto Nimbus (fornitura di servizi cloud e di AI all’esercito israeliano), l’appello di Willian Fitzgerald alla diserzione a alla diffusione dall’interno di informazioni sull’apparato tecno-militare.
In conclusione, una riflessione sull’utilizzo di USV e UUV da parte delle milizie Houti e sul potenziale di interferenza sull’Ordine Mondiale rappresentato da questi economici sistemi d’arma.
Link articolo MIT Tech Review: https://www.technologyreview.com/2024/05/10/1092241/tech-workers-should-shine-a-light-on-the-industrys-secretive-work-with-the-military/