","Tav. Il senatore, l’imprenditore e ‘ndrangheta","post",1443633436,[61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/ndrangheta/","http://radioblackout.org/tag/antonio-ferrentino/","http://radioblackout.org/tag/chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/ferdinando-lazzaro/","http://radioblackout.org/tag/operazione-san-michele/","http://radioblackout.org/tag/stefano-esposito/","http://radioblackout.org/tag/tav/",[15,30,69,32,34,28,70],"chiomonte","tav",{"post_content":72,"post_title":77,"tags":80},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"ndrangheta","scorso capo della locale della ‘\u003Cmark>ndrangheta\u003C/mark> di Courgné, assunto nel 2007","Ferdinando Lazzaro,imprenditore valsusino, giunto ai dubbi onori delle cronache per i sabotaggi subiti dalla sua ditta, all’epoca impegnata nei lavori al cantiere/fortino della Maddalena, è oggi tra imputato nel processo all’ndrangheta. Tutto parte dall’operazione San Michele”, il nome dato dai carabinieri all’inchiesta sugli interessi dei clan calabresi in Piemonte. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni, Lazzaro era riuscito a fare «intervenire in suo favore personalità politiche e quadri della committente Ltf» per partecipare ai lavori della Torino-Lione.\r\nFra i politici, ai quali si sarebbe rivolto Lazzaro, c’è Stefano Esposito, senatore Pd e oggi assessore ai Trasporti del Comune di Roma, e di Marco Rettighieri, all’epoca direttore generale di Ltf. I fatti risalgono al 2012..\r\n\r\nNei momento di difficoltà Lazzaro sapeva cosa fare: chiamava i politici Pd e gli amministratori favorevoli al Tav Torino-Lione e chiedeva loro aiuto. Tra i suoi favoriti c’era il senatore Stefano Esposito, ora assessore ai Trasporti al Comune di Roma, l’ex dirigente della Provincia di Torino Paolo Foietta, ora commissario del governo e capo dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. Infine, il consigliere regionale del Pd Antonio Ferrentino.\r\nAl processo “San Michele” Ferdinando Laqzzaro è accusato dalla Dda di sversamento illegale di rifiuti, mentre la procura di Torino indaga ancora sul fallimento della sua Italcoge e aspetta la fissazione dell’udienza preliminare di un altro procedimento, quello per turbativa d’asta.\r\n\r\nI contatti con la politica sono documentati da un’informativa del Ros dei carabinieri dell’ottobre 2012 sull‘ndrangheta di San Mauro Marchesato(Kr) insediata nel capoluogo piemontese. Li si legge che Lazzaro, la cui società Italcoge era fallita nell’estate 2011, nella metà dell’aprile 2012 rischiava di perdere alcuni subappalti perché l’associazione temporanea di imprese Cmc non voleva affidarli a una società fallita. Per questo si dà da fare smuovendo il direttore generale di Ltf Marco Rettighieri, il presidente del Consorzio Valsusa Luigi Massa (ex senatore Ds) e il senatore Pd Stefano Esposito. I Ros scrivono che Lazzaro è riuscito a fare “intervenire in suo favore personalità politiche e quadri della committente Ltf”. Il politico Pd, apertamente Sì Tav, avrebbe contattato il presidente della Cmc di Ravenna in presenza di Lazzaro, che si lamentava della “posizione poco indulgente adottata da Cmc nei loro confronti” per l’ottenimento del movimento terra. La questione emerge in una telefonata intercettata tra Lazzaro e un altro imprenditore della Val di Susa, Claudio Martina, e quelle con Luigi Massa.\r\nIn un’altra informativa agli atti dell’inchiesta, scritta nell’ottobre 2012, si legge: “Sono emerse altresì aderenze di Lazzaro con personaggi politici e della pubblica amministrazione, artatamente utilizzate per volturale alla neo costituita Italcostruzioni licenze e autorizzazioni già nella disponibilità della fallita Italcoge”. Si tratta di una licenza per utilizzare una cava a Meana di Susa, una licenza rilasciata alla Italcoge, ma scaduta da due anni e mai rinnovata.\r\n\r\nÈ il 3 settembre 2012 e nel cantiere sta per entrare una delegazione nazionale del Pd: presenti, tra gli altri, Stefano Fassina, l’ex presidente della Provincia, oggi assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta e e Luigi Massa, ex deputato Pds poi diventato presidente del Consorzio Valsusa, che raggruppa imprenditori locali vincitori di un appalto da 12 milioni di euro per lo smaltimento degli scarti. Lazzaro contatta il fratello Antonio, gli dice di aver appena parlato con Ferrentino: “Riesci a parlare con Ferrentino da solo. Le (sic) dici che abbiamo bisogno di mettere a posto due cose lì per la cava, per l’autorizzazione che non è mai arrivata”. Il 17 settembre 2012 dopo coinvolge anche il dirigente dell’area territorio e trasporti della Provincia di Torino Foietta. Secondo il Ros avrebbe garantito “il suo interessamento per addivenire a una soluzione della vicenda”. Lazzaro gli chiede di intervenire: “Stavo facendo la pratica per il rinnovo. Poi nel frattempo la Italcoge che era titolare è andato giù e quindi loro a settembre dell’altro anno l’hanno archiviata e io nel frattempo poi cosa ho fatto? Avendo poi nel frattempo ripreso la società con un’altra partita Iva, quindi ho l’affitto del ramo d’azienda (vicenda oggetto dell’indagine per turbativa d’asta, ndr). Ripresentare tutto da capo sarebbe abbastanza macchinoso”. Foietta risponde: “Allora mi faccia una mail. Lei mi indichi anche il funzionario che aveva seguito la pratica (…). Quindi in modo da riuscire a risalire alla vicenda (…) E se però mi mette anche il nome specifico del funzionario con cui avete avuto rapporti mi è più utile, così vedo di evitare giri. Evito una ricerca”.\r\n\r\nDall’annotazione emerge anche la paura di Lazzaro per le notizie diffuse dai No Tav, sui suoi contatti con personaggi dubbi comeBruno Iaria, condannato in via definitiva il 23 febbraio scorso capo della locale della ‘\u003Cmark>ndrangheta\u003C/mark> di Courgné, assunto nel 2007 nella Italcoge. Nelle telefonate intercettate l’imprenditore spiega di aver sempre denunciato i calabresi che gli chiedevano il pizzo, ma – sottolineano i carabinieri – nelle banche dati delle forze dell’ordine non c’è nessuna denuncia del genere. Anzi, con alcuni calabresi fa affari: è lui che fa ottenere a Giovanni Toro, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo “San Michele”, il subappalto per asfaltare il cantiere della Torino-Lione a Chiomonte.\r\n(liberamente tratto dall’articolo del Fatto Quotidiano)\r\n\r\nQueste notizie non fanno che confermare l’intreccio di interessi, legali ed illegali, intorno ad un’opera inutile, costosa e devastante come la Torino Lyon.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto Perino.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-09-29-perino-espomafia",{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":79},[74],"Tav. 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Un commento che ben rappresenta come i democratici da un (bel) po’ di tempo a questa parte riescano a superare a destra perfino la Lega Nord.\r\n\r\nIn altre parole l’affermazione della Seracchiani è un compendio di tutto il corollario retorico delle discriminazioni che seguono tanto la linea del genere quanto quella del colore: la gravità del reato dipende dalla provenienza o dal colore della pelle di chi lo commette, aggredire una delle nostre donne offende la morale collettiva e non la persona, quindi il corpo delle donne è identico al territorio nazionale che lo straniero non deve violare. Dulcis in fundo Serracchiani, seguita da ogni dove – sulla faccenda hanno preso le sue parti Meloni, Casapound e Michele Serra tra gli altri – afferma che “in questo caso all'atrocità si aggiunge la rottura del patto di accoglienza” il cui fulcro è – a detta sua – la fiducia reciproca tra ospitati e ospitanti.\r\n\r\nSulle esternazioni della Serracchiani abbiamo fatto alcune considerazioni con Leonardo Bianchi, redattore di Vice.com/Italia, autore di un articolo in cui analizza il senso sotteso alle sue dichiarazioni.\r\n\r\nleonardo_bianchi_serracchiani\r\n\r\nDunque “l’accoglienza” è un atto di buona fede, non un diritto. A tal proposito l’inchiesta su don Scordio, che spalleggiato dalla ‘Ndrangheta speculava sull’arrivo di migranti a Capo Rizzuto ci fa capire che anche la fede c'entra parecchio. Nella corsa alla speculazione e all’esclusione i concorrenti sono tantissimi tra opere pie, destri vari ed eventuali, mafie e ‘ndrine. Vincono tutti tranne coloro che i problemi li vivono.\r\n\r\nSull'operazione giudiziaria che ha avuto per oggetto la gestione del cara di Capo Rizzuto, portando all'arresto di 68 persone (tra cui il parroco Don Scordio e il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco), abbiamo intervistato Emma, una compagna calabrese che fa alcune considerazioni sugli intrecci tra politica locale, malavita organizzata e pezzi di Chiesa\r\n\r\n\r\nemma_capo_rizzuto_18_5_17","18 Maggio 2017","2017-05-23 17:25:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Schermata-del-2017-05-18-170656-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"140\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Schermata-del-2017-05-18-170656-300x140.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Schermata-del-2017-05-18-170656-300x140.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/Schermata-del-2017-05-18-170656.png 636w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Migranti: i nostri valori... e i nostri affari",1495128075,[61,128,129,130,131],"http://radioblackout.org/tag/capo-rizzuto/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/serracchiani/",[15,26,133,134,24],"migranti","pd",{"post_content":136,"tags":141},{"matched_tokens":137,"snippet":139,"value":140},[138],"Ndrangheta","don Scordio, che spalleggiato dalla ‘\u003Cmark>Ndrangheta\u003C/mark> speculava sull’arrivo di migranti a","\"La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese.\" Si è espressa così Debora Serracchiani, presidente della regione Friuli Venezia Giulia del PD, commentando l’aggressione a una ragazza da parte di un uomo iracheno a Trieste. 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È la risposta che il titolare di una guest house di Ricadi, nei pressi di Tropea, ha dato a una coppia gay di Napoli che voleva trascorrere un weekend al mare sul Tirreno. Dopo aver regolarmente prenotato online, la coppia ha contattato il proprietario su Whatsapp per chiedere ulteriori informazioni. Alla fine del breve dialogo in chat arriva la precisazione del titolare: «È il primo anno che fittiamo e la depandanza è nuova nuova… finita a maggio. Importante e mi scuso se posso sembrare troglodita. Non accettiamo gay e animali. Mi perdoni ancora».\r\n«Quando ho letto questo messaggio mi è cascato un silos di acqua gelata addosso – ha detto Gennaro, uno dei due giovani – Nella mia mente si è materializzata l’immagine dei cartelli nazisti esposti fuori ai negozi, con i quali si proibiva l’ingresso ai cani e agli ebrei».\r\nPoteva finire in nulla: rabbia, qualche messaggio tra amici, una storia amara tra tante altre, subite o raccontate da altr*.\r\n\r\n \r\n\r\nInvece no. I due ragazzi hanno deciso di rendere pubblico il rifiuto omofobo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl gestore del B &B, Filippo Mondella, era stato coinvolto in un’inchiesta di ’ndrangheta. L'uomo, 44 anni, originario di Francica, era nel processo «Black money». Il Tribunale di Vibo ha dichiarato prescritto il reato di intestazione fittizia di beni.\r\n\r\n \r\n\r\nIeri è stata diffusa la notizia che a Napoli a due trans è stato imposto il daspo urbano ed una multa, applicando la legge Minniti sulla sicurezza urbana. Le due ragazze stavano chiacchierando davanti ad un tabaccaio nei pressi della stazione Garibaldi, quando sono finite nel mirino delle forze dell'ordine statale. La loro presenza è indecorosa, la loro vita è indecorosa. Con una veloce equiparazione tra transessualità e prostituzione i militari dell'Operazione “strade sicure” che da otto anni affiancano polizia, carabinieri e guardia di finanza nella gestione dell'ordine pubblico, le hanno messe al bando. Cacciare quelle due ragazze dal quartiere serve a normalizzare lo spazio sociale, marginalizzando – anche fisicamente – chi offende il “decoro”. Nelle strade d'Italia è tornata la “Buoncostume”, la polizia che un tempo di occupava di reprimere e nascondere la prostituzione.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesti episodi ci raccontano di un paese dove il clima politico e culturale sta peggiorando. Nuove e vecchie categorie umane finiscono nel mirino della repressione, dell'odio verso i diversi che non esitano a mostrarsi per quello che sono.\r\n\r\n \r\n\r\nUn paese dove la propaganda omofoba, razzista, transfobica, trova vecchi e nuovi corifei: fascisti, leghisti e cattolici integralisti...\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio del circolo glbtqi “Maurice” di Torino.\r\nÉ stata una buona occasione per sviluppare una riflessione che andasse oltre gli episodi di cronaca, per investire un corpo sociale dove la reazione alla libertà femminile e delle persone glbtiq è spesso molto violenta. Il frantumarsi dell'ordine patriarcale ha scosso alle radici la rappresentazione di se di tante persone.\r\n\r\n \r\n\r\nPiccoli e grandi episodi di omofobia dimostrano che la strada da fare è ancora molto lunga.\r\n\r\n \r\nC'è chi si illude che basti una legge, c'è chi invece ritiene che solo l'azione diretta possa dare forza e consapevolezza a chi ha deciso che la visibilità è politica.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 07 25 omofobia maurizio","25 Luglio 2017","2017-08-07 11:17:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/gay-e-animali-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/gay-e-animali-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/gay-e-animali-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/gay-e-animali.jpg 610w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","B&B omofobo: nè gay né animali",1501003452,[176,177,178,179,180,181],"http://radioblackout.org/tag/b/","http://radioblackout.org/tag/bamp/","http://radioblackout.org/tag/decoro-urbano/","http://radioblackout.org/tag/omofiobia/","http://radioblackout.org/tag/transfobia/","http://radioblackout.org/tag/tropea/",[183,184,185,186,187,18],"b","b&","decoro urbano","omofiobia","transfobia",{"post_content":189},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[74],"stato coinvolto in un’inchiesta di ’\u003Cmark>ndrangheta\u003C/mark>. 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Che non abbiano alcun certificato antimafia si sapeva, la vera domanda è perché se ne accorgono adesso? Ovvero a chi interessa usare l'ordinanza a suo favore, visto che conferma solo notizie che si sapevano e ancora cantieri continuano a lavorare con la 'ndrangheta dentro (vedi famiglia Maimone che ha uffici interni ai cantieri genovesi)... son sempre le stesse lobbies, gli stessi \"amici\"...\r\n\r\nDopo la sospensione dell’attività di due aziende per infiltrazioni mafiose, riconducibili a Francesco Ruberto successivamente sottoposto a sorveglianza speciale e casualmente proprietario della cava Montemerla, sito destinato ad ospitare circa 2.200.000 mt. cubi di smarino provenienti dai cantieri, è arrivata una nuova tegola sui lavori del Terzo Valico. La strategia difensiva adottata in queste ore dal Cociv e sostenuta vergognosamente da alcuni Sindaci vorrebbe far passare l’idea che trattasi di alcune mele marce, mentre tutto il resto procede nel pieno rispetto della legalità. Il Senatore del PD alessandrino Daniele Borioli, sempre pronto a scagliarsi contro i No Tav, chiede oggi sul La Stampa l’istituzione di un osservatorio sul modello della Torino Lione.\r\n\r\nIntanto molti militanti no tav terzo valico subiscono restrizioni, domiciliari, obblighi...\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Toni, militante no tav ligure, che ci sciorina anche gli appuntamenti estivi\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/06/2014.06.30-toni_III-valico.mp3\"][/audio]","30 Giugno 2014","2014-07-07 12:28:57","Tav=Mafia: il Terzo valico a Voltaggio è in corto circuito",1404172378,[213,214,215],"http://radioblackout.org/tag/no-tav-no-terzo-valico/","http://radioblackout.org/tag/tavmazia/","http://radioblackout.org/tag/voltaggio/",[217,20,22],"no tav no terzo valico",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[74],"continuano a lavorare con la '\u003Cmark>ndrangheta\u003C/mark> dentro (vedi famiglia Maimone che","Lupi, il sentatore Grillo, Ruberto... 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La procura torinese, con il pretesto dell’ordine pubblico, sta concentrando a Torino tutti i processi No Tav.\r\nQuello contro i Tav del 27 giugno e 3 luglio 2011 doveva tenersi a Susa, così come il processo per la trivella di Susa. Come a Torino è stato trasferito il processo contro 28 No Tav rinviati a giudizio per aver contrastato il sondaggio di via Amati a Venaria. Questo processo doveva svolgersi a Ciriè.\r\nLa decisione presa oggi di trasferire nell’aula bunker del carcere delle Vallette uno di questi tre processi No Tav ha una valenza simbolica molto forte. Inaugurata per i grandi processi contro le formazioni armate, divenuta poi teatro di importanti processi contro mafia e ‘ndrangheta, era rimasta chiusa per anni. La prima volta l’hanno riaperta per due sindaci No Tav accusati e poi assolti dall’accusa di resistenza per i fatti del 2005.\r\nDal primo febbraio ospiterà i ribelli della Libera Repubblica.\r\nÈ l’ultimo tassello di una strategia comunicativa in cui i No Tav hanno il ruolo di pericolosi estremisti, una minoranza di violenti da isolare nel deserto militarizzato delle Vallette.\r\n\r\nAlcune considerazioni sul processo no Tav le abbiamo fatte con uno degli imputati, Tobia Imperato\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\n ","23 Gennaio 2013","2013-01-27 21:31:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/bunker-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"275\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/bunker.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Nell'aula bunker delle Vallette si processano i Notav",1358944936,[241,242],"http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/val-susa/",[244,245],"no tav","val susa",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":249,"value":250},[74],"di importanti processi contro mafia e ‘\u003Cmark>ndrangheta\u003C/mark>, era rimasta chiusa per anni.","Lunedì 21 gennaio è ripreso il processo ai No Tav accusati della resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena del 27 giugno e della giornata di lotta del 3 febbraio 2011.\r\nDurante l'udienza, l’ennesima di carattere procedurale, il tribunale, presieduto da Bosio ha deciso l'accorpamento dei due processi contro i No Tav chiesto dalla difesa.\r\nUno dei compagni sotto processo ha chiesto di fare una dichiarazione spontanea a nome di tutti gli imputati al processo, il presidente ha detto di no, ma Tobia ha letto ugualmente la dichiarazione, nella quale si chiedeva la scarcerazione di Juan.\r\nLa prossima udienza, ancora di carattere procedurale, è stata fissata per il 1° febbraio, mentre il dibattimento comincerà il 14.\r\n\r\nLa novità della procura è la decisione di trasferire il processo nell’aula bunker del carcere delle Vallette.\r\nI motivi addotti sono di carattere tecnico ma la verità è un’altra. 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L'accusa? Turbativa d'asta. Era falsa la fidejussione con la quale l'ex titolare della fallita Italcoge, si comprò un ramo d'azienda, costituendo l'Italcostruzioni, che ereditò l'appalto per lavori al cantiere di Chiomonte. E' lui l'anima nera del Consorzio Valsusa, costituito per mettere mano e bocca nell'affare TAV.\r\nLazzaro subì anche qualche sabotaggio ai mezzi della sua ditta. Era l'estate del 2013. Fu allora che Lazzaro divenne un'icona mediatica. Era sempre in TV a piangere e bussare per avere risarcimenti superiori a quelli che gli avrebbe dato l'assicurazione.\r\n\r\nPer i No Tav l'imprenditore segusino era già salito agli onori delle cronache il 27 giugno del 2011. Era sua la ruspa scortata da migliaia di agenti che abbattè la barricata lungo l'autostrada, dando il via allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena.\r\nSulla \"pinza\" che ondeggiò a lungo pericolosamente sulle teste dei No Tav arrampicati sulla barricata, c'era lo stemma dell'Italcoge. 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Citiamo in merito qualche stralcio dell'articolo pubblicato qualche mese fa dal settimanale l\"Espresso\":\r\n\r\n“Giovanni Toro, una delle figure centrali dell’indagine, entra nell’affare alta velocità grazie a Ferdinando Lazzaro, che aveva ottenuto in appalto dal committente Ltf-Lione Torino i lavori di preparazione del cantiere, dove si doveva svolgere lo scavo del tunnel esplorativo di Chiomonte.\" (...) \"Inizialmente la ditta di Lazzaro si chiama Italcoge. Con questa ottiene la commessa. Poi però Italcoge fallisce. 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E, in altri dialoghi, a Toro viene chiesto di inviare in cantiere una «pala gommata».\r\n\r\nL’imprenditore sotto inchiesta per connivenza con la ‘ndrangheta avrebbe parlato con un certo Elia di Ltf. «Toro riferiva di aver ricevuto da Elia la richiesta di posare 12 centimetri di asfalto poiché sarebbero stati effettuati dei controlli con i carotaggi». Questo è motivo di discussione tra Lazzaro e Toro in quanto i patti erano diversi. Lo strato di asfalto doveva essere di 8. Inoltre emerge dalla stessa telefonata che sul fondo erano stati stesi soltanto due centimetri di materiale e l’asfalto avrebbe avuto difficoltà ad aderire: «Tu speri che si attaccano 2 centimetri di fresato? Una bella minchia». Lazzaro però lo tranquillizza, rassicurandolo sul fatto che erano d’accordo con Elia che ne bastavano dieci di centimetri perché «i carotaggi sarebbero stati fatti solo nei punti dove c’era più materiale».\r\n\r\nDialoghi che mostrano l’interesse pieno di Toro nei lavori Tav. 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La sua testimonianza racconta del progressivo decadimento cognitivo e psichico di quest’uomo, condannato come boss della Ndrangheta e detenuto in 41bis, fino al suo sostanziale “svanimento” all’interno di questo dispositivo di tortura.\r\n\r\nUna storia che ci consente di riflettere su diversi aspetti di questo regime, dalle sue concrete funzioni alla sua irreversibilità, ricordando il ruolo storico di visibilizzazione rappresentato dalla lotta di (e con) Alfredo Cospito, prigioniero anarchico per il quale la riconferma del 41bis verrà portata in Cassazione il 19 marzo 2024.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_condello.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLettera integrale:\r\n\r\nhttps://brughiere.noblogs.org/files/2024/02/Condello-Pasquale.pdf\r\n\r\n \r\n\r\nDL CAIVANO E INCREMENTO DELLA DETENZIONE MINORILE\r\n\r\nIl cosiddetto DL Caivano consiste in una serie di misure afferenti la giustizia minorile, attivate sull’onda di un episodio di stupro di gruppo avvenuto nell’omonimo comune del napoletano.\r\n\r\nQuesto “baby pacchetto sicurezza” è entrato in vigore nel novembre 2023; cerchiamo di osservarne gli effetti, a pochi mesi dalla sua introduzione, basandoci in particolare sui dati della carcerazione minorile e cercando di descrivere le articolazioni architettoniche di questo settore punitivo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_caivano-quant.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nUNGHERIA - GERMANIA: ANTIFASCISTX SOTTO PROCESSO\r\n\r\nLe testimonianze sulle condizioni detentive di Ilaria Salis hanno riverberato profondamente anche all’esterno dei confini italiani e ungheresi. 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