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Luca, 20 di Vaie, valsusino e Elena, 25 anni di Bologna sono stati colpiti da provvedimenti di arresto e privazione della libertà, nello specifico Luca ha l’obbligo di dimora, mentre Elena è agli arresti domicialiari.\r\n\r\n \r\n\r\nMa il movimento non si ferma e rilancia con una nuova passeggiata serrale verso il cantiere per mercoledì sera, un ampio dibattito pubblico al campeggio il il 3 luglio per affrontare il maxi-processo e un grande presidio con delegazioni nazionali il 6 luglio di fronte al tribunale\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo fatto il punto con Francesco, del comitato di lotta popolare di Bussoleno eredattore di notav.info\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/fancesco_notav_26_6_12.mp3\"] scarica file","26 Giugno 2012","2025-09-24 22:01:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/164507216-08fcdcdc-76fb-4239-89d8-5256fb423961-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"192\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/164507216-08fcdcdc-76fb-4239-89d8-5256fb423961-300x192.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/164507216-08fcdcdc-76fb-4239-89d8-5256fb423961-300x192.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/164507216-08fcdcdc-76fb-4239-89d8-5256fb423961.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nuove misure cautelari contro i No Tav: Caselli non demorde",1340713570,[],[],{"post_content":183,"post_title":187},{"matched_tokens":184,"snippet":185,"value":186},[23],"Torino, guidata da Gian Carlo \u003Cmark>Caselli\u003C/mark> non si ferma, e scattano","E' avvenuto nella mattinata di ieri ma la notizia è iniziata a trapelare tra il movimento solo nel tardo pomeriggio.\r\n\r\nAd un anno dallo sgombero della Maddalena e dal 3 luglio, il teorema giudiziario della procura della Republica di Torino, guidata da Gian Carlo \u003Cmark>Caselli\u003C/mark> non si ferma, e scattano nuove misure cautelari per gli scontri del 3 luglio, quando il movimento assediò il cantiere sorto dopo lo sgombero manu militari della Libera Repubblica della Maddalena. 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Ad oggi sono 104 i femminicidi, trans*cidi e lesbicidi registrati nel 2024 dall’Osservatorio (https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/).\r\n\r\n\r\nÈ passato un anno dalla marea che lo scorso anno ha paralizzato Roma e Messina con la potenza di centinaia di migliaia di corpi: non ci siamo mai fermate, la nostra rabbia resta enorme!\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza mentre giunge a conclusione il processo a Filippo Turetta, intanto una ragazza di 13 anni viene uccisa dal “fidanzatino” di 15 anni. Sappiamo bene che non sono le sentenze esemplari che cambieranno le cose. Guardiamo con sospetto ai riti collettivi che assolvono la società dalla responsabilità di queste morti.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza il 23N non per ritualità ma perché è sempre più urgente in questo paese rifiutare l’oppressione, la vergogna, la guerra che ci viene imposta. Scendiamo in piazza per manifestare la nostra rivolta alla violenza patriarcale e alla deriva identitaria e autoritaria che la sostiene e giustifica.\r\n\r\n\r\nE infatti, se la violenza è strutturale, la reazione del governo Meloni è chiara: la retorica della prima donna premier è facilmente contraddetta dagli atti.\r\nL’attacco è ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza e ai centri antiviolenza femministi, neutralizzati dal mercato dei bandi pubblici e trasformati in servizi socio-assistenziali che non puntano sull’autodeterminazione e sull’autonomia economica di chi si sottrae dal ricatto dell’abuso.\r\nL’attacco subdolo all’aborto sancisce l’alleanza con le organizzazioni antiabortiste e passa per lo smantellamento dei consultori, dei reparti IVG e per il disinvestimento sulla RU486. 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Il progetto del centro in Albania non è altro che la prosecuzione di queste politiche, della violenza che noi ripudiamo e contro cui lottiamo.\r\n\r\n\r\nIn questo quadro Il D.D.L. Sicurezza è solo la punta dell’iceberg della deriva autoritaria e machista che attacca diritti e libertà, incrementa la circolazione delle armi, prevede il carcere anche per le donne in gravidanza o con figli piccoli. Moltiplica i provvedimenti disciplinari e attacca il diritto al dissenso, come è già stato anticipato dai blocchi ai caselli e alle stazioni ai fogli di via emessi in occasione della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre. Accentra i poteri e militarizza i territori, lo spazio pubblico e personale: dall’autonomia differenziata che ha l’intento di definire e alimentare ulteriormente il divario già esistente tra Nord e Sud, all’inganno del progresso dietro le grandi opere (di guerra) come il Muos, la base di Coltano, la Tav e il Ponte sullo stretto.\r\nCriminalizzare il dissenso, le condotte, i “margini” è violenza patriarcale.\r\n\r\n\r\nLa guerra, che viviamo in diretta, diventa paradigma delle relazioni sociali: normalizza la violenza, disumanizza i corpi, cancella i percorsi di liberazione in nome della logica del nemico che tutto schiaccia. Diventa economia di guerra, taglia i servizi fondamentali come la scuola e la sanità per finanziare il grande business del riarmo, cancella i diritti in nome della difesa della Nazione.\r\n\r\n\r\nCi ribelliamo alla guerra come espressione più brutale della violenza patriarcale. Non vogliamo più assistere alla catastrofe quotidiana del genocidio in Palestina e della Guerra che si estende a macchia d’olio.\r\n\r\n\r\nCi connettiamo con le donne e le persone lgbtiaq+ che continuano a resistere al genocidio in Palestina messo in atto dalle politiche coloniali e sioniste dello Stato di Israele, che con la complicità dell’occidente, continua a devastare terre e vite.\r\nCon la stessa forza e determinazione, siamo solidali con le compagne come Ahou Daryaie che lottano in Iran per la loro libertà con incredibile coraggio; con le combattenti che in Rojava, in Siria e Iraq costruiscono alternativa rivoluzionaria e femminista; con le sorelle che subiscono la guerra, il colonialismo e la violenza patriarcale sui loro corpi in Ucraina, Libano, Yemen, Sudan e ovunque nel mondo.\r\n\r\n\r\nScendiamo in piazza al grido “Disarmiamo il patriarcato” perché abbiamo altre priorità che la logica geopolitica cancella: lottiamo contro la violenza e la cultura dello strupro che ci opprimono, contro i confini interni e esterni, contro la militarizzazione dei territori e la devastazione ambientale ormai dispiegate e presenti nel nostro quotidiano.\r\n\r\n\r\nDisarmiamo il patriarcato, per fermare la guerra, nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite.\r\n\r\n\r\nCi vogliamo viv3, liber3, arrabbiat3 perchè insieme siamo più forti.\r\n\r\n\r\nCi volete vittime, saremo marea!\r\n\r\n\r\n NON UNA DI MENO","14 Novembre 2024","2024-11-14 14:47:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/466735954_968419535313706_6388243845053600525_n.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso il 25 novembre contro i femminicidi e la violenza di genere",1731595657,[214,215,216,217],"http://radioblackout.org/tag/25-novembre/","http://radioblackout.org/tag/femminicidi/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-meno/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/",[219,220,221,222],"25 novembre","femminicidi","non una di meno","violenza di genere",{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":227,"value":228},[226],"caselli","stato anticipato dai blocchi ai \u003Cmark>caselli\u003C/mark> e alle stazioni ai fogli","L’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi e trans*cidi di Non Una Di Meno porta avanti dal 2019 un progetto che vuole combattere la violenza di genere puntando a diversi obiettivi: contrapporsi a una narrazione che tende alla gerarchizzazione delle morti, smascherare l’uso del controllo politico sociale rispetto alla politica di genere, inserire dati che non vengono considerati a livello istituzionale, basti pensare all'uccisione di persone trans o di sex workers che non vengono considerati come femminicidi.\r\n\r\nPer la giornata mondiale contro la violenza di genere del 25 novembre Non Una Di Meno sta organizzando una mobilitazione nazionale che vedrà due appuntamenti: un corteo a Roma e uno a Palermo, inoltre è importante sottolineare la trasversalità delle lotte che a partire dal tema della violenza di genere deve allargare lo sguardo all'intersezionalità data da tutte le variabili del sistema di dominio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/nudm-25-novembre-2024_11_14_2024.11.14-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nA Torino venerdì 15 novembre ci sarà una serata di autofinanziamento a Manituana per permettere a tutt di partecipare alla manifestazione nazionale e per prenotarsi un posto in pullman.\r\n\r\n\r\n\r\nPer sostenere il viaggio del 23 novembre a Roma Dona qui: https://ko-fi.com/nonunadimenotorino/goal?g=0\r\n\r\nDi seguito il comunicato verso la manifestazione nazionale del 25 novembre\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDISARMIAMO IL PATRIARCATO\r\n\r\n\r\nSabato 23 novembre, la marea sale!\r\n\r\n\r\nManifestazione nazionale a Roma e a Palermo contro la violenza patriarcale.\r\nNon Una di Meno!\r\n\r\n\r\nÈ passato un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e altri nomi si sono aggiunti, e rimasti anonimi, di ragazze, adulte, anziane, persone trans uccise. 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Non ha chiesto misure alternative al carcere, Condannata ad un anno per aver partecipato ad un’azione ai caselli dell’autostrada A 32 nel marzo del 2012, ha scelto di rivendicare quel giorno nel segno di una lotta al Tav che dura da 30 anni.\r\n\r\nAscolta la diretta con Nicoletta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/2019.11.12-09.00.nicoletta.dosio_.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il suo comunicato:\r\n\r\n“Contro l'ingiustizia del potere la resistenza è un dovere.\r\nA questo principio si ispira ormai da trent'anni il movimento NO TAV e, da sempre, rispondono le lotte sociali e ambientali, in tante parti del paese e del mondo.\r\nContro tale resistenza, il sistema ha messo in campo leggi, eserciti, tribunali e carceri.\r\nI territori, le persone, la natura sono più che mai materia bruta di sfruttamento da parte di un capitale che, nella sua arroganza dimentica di ogni limite, in nome del profitto infinito, accumula sulla propria strada morti e rovine, fino a mettere in discussione la sopravvivenza stessa del Pianeta. Anche in Valle di Susa l'opposizione popolare che, forte della memoria operaia e resistenziale, ha deciso di dire NO al TAV, grande, mala, inutile, costosissima opera, e al modello di vita che la produce, sta pagando tale resistenza ad un prezzo altissimo, a livello giudiziario, economico, esistenziale, con centinaia di condanne penali e civili, multe, fogli di via, revoche di permessi, militarizzazione del territorio. Il tutto con la complicità attiva dei governi passati e presenti, espressione istituzionale del partito trasversale degli affari, e con il supporto dei mass media di regime.\r\n\r\nPer denunciare tutto questo e per ribadire la dignità di una lotta collettiva che non si piegherà, ho deciso di non chiedere sconti al potere invidioso e vendicativo che, con i tre gradi di giudizio dei suoi tribunali, ha condannato al carcere me e altri undici attivisti, per “ violenza privata e interruzione di pubblico servizio”.\r\nDenuncio inoltre le storture e l’iniquità di un sistema poliziesco e giudiziario che, lungi dal garantire I diritti di tutti e soprattutto dei più deboli, si è piegato ad altri e diversi interessi, rendendosi complice del tentativo di silenziare con la violenza chi lotta per la giustizia sociale e ambientale.\r\nCome me, sono state condannate ormai centinaia di persone e, in particolare, i nostri migliori giovani, che si sono visti infliggere pene abnormi per aver esercitato un diritto garantito dalla costituzione: condanne per cui essi oggi rischiano di perdere il lavoro, il diritto allo studio, la famiglia, la casa, il futuro.\r\n\r\nErano i primi giorni di marzo 2012, giornate di rabbia e di mobilitazione: la nostra piccola baita - presidio in Clarea occupata a suon di manganellate dalle “forze dell'ordine” dopo gli otto mesi di resistenza che seguirono alla presa della Libera repubblica della Maddalena e all'occupazione militare del territorio. Luca, uno di noi, in ospedale a lottare tra la vita e la morte dopo che un poliziotto l'aveva fatto cadere dal traliccio su cui si era arrampicato per sfuggire alle botte: Le dichiarazioni provocatorie del governo Monti a favore del TAV e contro la resistenza di un'intera popolazione al progetto.\r\nSalimmo in manifestazione sull'autostrada con uno striscione su cui era scritto “ Oggi paga Monti” ed alzammo le barriere dei caselli, permettendo la libera circolazione su una delle strutture autostradali più devastanti e costose d'Italia.\r\nNon me ne pento e sarei pronta a rifarlo. Non chiedo per me misure alternative al carcere perché, per ottenerle, dovrei riconoscere il disvalore della mia condotta: non sono disponibile ed esercito così, ancora una volta, la mia libertà.\r\nSo di avere con me il sostegno delle mie sorelle e dei miei fratelli di una lotta bella e irriducibile, perché porta nelle sue mani la memoria del passato, l'indignazione per la precarietà presente, la necessità di un futuro più giusto e vivibile per tutti.\r\n\r\nSe andrò in carcere, non me ne pentirò, perché, come scrisse Rosa Luxemburg, dalla cella dove scontava la sua ferma opposizione alla guerra, “mi sento a casa mia in tutto il mondo, ovunque ci siano nubi, e uccelli, e lacrime umane”.”","12 Novembre 2019","2019-11-12 13:56:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"156\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio-300x156.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio-300x156.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio-768x400.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio-1024x533.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/dosio.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La scelta di Nicoletta",1573559692,[249,250,64],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/nicoletta-dosio/",[252,253,15],"carcere","nicoletta dosio",{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[226],"aver partecipato ad un’azione ai \u003Cmark>caselli\u003C/mark> dell’autostrada A 32 nel marzo","Nicoletta Dosio ha deciso. 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Ieri sono stati resi noti i beneficiari del sussidio e il suo montante: riservato agli italiani con un figlio a carico, il reddito di povertà raggiungerà la cifra iperbolica di 320 euro al mese. Il progetto, quindi, assomiglia più a una mancia e piuttosto che dare un'esistenza dignitosa a chi si trova in difficoltà sembra prendere atto che una grossa parte della popolazione dovrà vivere situazioni di miseria assoluta nei prossimi anni, basti pensare che la stessa ISTAT stima a 762 euro la barra sotto la quale si vive in povertà assoluta avendo un figlio a carico.\r\n\r\nUna riforma dai contenuti ben modesti che arriva in Italia con un ritardo epocale (tra i paesi europei solo Grecia e Ungheria non possiedono alcun meccanismo di welfare universale) e che è accompagnata da inquietanti dispositivi di messa a lavoro tipici della fase di sviluppo che stiamo attraversando. Il ministro Poletti ha dichiarato lunedì che l'erogazione del sussidio sarà legata ad una serie di obblighi del beneficiario, tra le quali figura l'imposizione di accettare qualsiasi lavoro gli venga proposto. Un \"percorso di re-inserzione sociale\", per utilizzare i termine della neo-lingua del public management, che prefigura il definitivo passaggio da un sistema di welfare a un sistema di workfare, aprendo la via alla privatizzazione del fu stato sociale. A fronte di una forte diminuzione del lavoro socialmente necessario a livello globale con il suo corollario di aumento permanente dei livelli di disoccupazione, in Occidente il lavoro si prefigura sempre più come dispositivo puramente disciplinare. Richiedenti asilo e i \"poverissimi\" italiani fungono da cavie per meccanismi di ristrutturazione della governance globale che, in tendenza, si generalizzeranno sempre di più.\r\n\r\nAbbiamo discusso di questi temi con Davide Caselli, ricercatore all'Università di Torino che sta attualmente lavorando sulla questione della finaziarizzazione del welfare.\r\n\r\ndavidecaselli_r","3 Febbraio 2016","2016-02-05 11:24:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/lavori-forzati.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La messa a lavoro forzata ai tempi di Poletti",1454522030,[277,278,279,280],"http://radioblackout.org/tag/poletti/","http://radioblackout.org/tag/reddito-di-cittadinanza/","http://radioblackout.org/tag/renzi/","http://radioblackout.org/tag/welfare/",[282,283,284,285],"Poletti","reddito di cittadinanza","renzi","welfare",{"post_content":287},{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":290},[23],"di questi temi con Davide \u003Cmark>Caselli\u003C/mark>, ricercatore all'Università di Torino che","Giuliano Poletti, boss delle cooperative italiane, ministro del lavoro nel governo Renzi e papà del jobs act, lavora ormai alacremente su un nuovo progetto: il reddito minimo o di cittadinanza che dir si voglia. 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