","Il paese del dissesto","post",1391430898,[60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/cambio-climatico/","http://radioblackout.org/tag/disastri/","http://radioblackout.org/tag/dissesto-idrogeologico/","http://radioblackout.org/tag/emergenza/",[21,66,67,31,68],"cambio climatico","disastri","emergenza",{"post_content":70,"tags":74},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[67],"di morti, inondazioni, frane e \u003Cmark>disastri\u003C/mark> con la consueta e generica","Ancora giorni d'inverno e di precipitazioni, di piogge e nevicate. Ancora le cronache italiane raccontano di morti, inondazioni, frane e \u003Cmark>disastri\u003C/mark> con la consueta e generica etichetta di \"emergenza maltempo\". Sembra di vivere in un paese fatto solo di tragedie imprevedibili e di stati di emergenza da proclamare, con conseguenti fondi speciali da stanziare, sempre ex-post. Ma è davvero così? E' solo il clima che continua inesorabilmente a cambiare e provoca \"tragedie\", oppure esistono ragioni strutturali, ambientali, responsabilità precise, a cui si può risalire? E' sotto gli occhi di tutt* oppure no l'incuria diffusa in cui vengono lasciati i territori da molti decenni? Incuria che poi ci mostra regioni intere completamente in ginocchio e devastate dopo poche o molte ore di piogge e nevicate. Perché quello che sappiamo essere il dissesto idrogeologico di questo paese viene solo nominato e mai affrontato con serietà e risorse? La figura del geologo/geologa serve solamente a firmare permessi e autorizzazioni per opere troppo spesso pericolose, inutili, dannose, per garantire speculazioni di ogni tipo sulle terre che abitiamo e che ci permettono di vivere, oppure le sue conoscenze possono essere preziose e fondamentali per leggere i fenomeni che stanno accadendo e proporre interventi concreti di cura e protezione del territorio?\r\n\r\nNe abbiamo parlato questa mattina con Mara, geologa, che lavora presso un istituto legato al CNR, l' IRPI, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo di Mara:\r\n\r\nmara1\r\n\r\nmara2\r\n\r\n \r\n\r\n ",[75,77,79,82,84],{"matched_tokens":76,"snippet":21},[],{"matched_tokens":78,"snippet":66},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[67],"\u003Cmark>disastri\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":31},[],{"matched_tokens":85,"snippet":68},[],[87,92],{"field":35,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[14],[90],[67],[81],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":72,"value":73},"post_content",[67],578730123365712000,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":99,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":101,"highlight":125,"highlights":145,"text_match":156,"text_match_info":157},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":47,"id":104,"is_sticky":47,"permalink":105,"post_author":17,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":52,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":57,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":119},[44],[46],"75186","http://radioblackout.org/2022/04/il-sisma-dimenticato-del-centro-italia-esperienze-dal-basso-nellera-del-capitalismo-dei-disastri/","In una fase in cui il discorso pubblico si nutre di temi ambientali ed ecologici utilizzando in maniera strumentale i temi sottolineati da tantissimi giovani di tutto il mondo, occorre rimettere al centro dell'agenda politica quei contesti in cui l'emergenza non è mai terminata. In Italia vi sono molti esempi di questo sciacallaggio dei territori e dello spreco di risorse pubbliche nonostante vi siano luoghi e persone completamente abbandonati nei vortici burocratici che ne impediscono la fuoriuscita.\r\n\r\nFacciamo il punto della gestione dell'emergenza post terremoto del 2016 in centro Italia con Veronica che fa parte del gruppo di ricerca Emidio di Treviri che sin dai primi momenti post terremoto ha dato priorità all'esigenza di organizzarsi insieme, sia per quanto riguardava gli aiuti concreti e sia per districare la complessità di quel momento, a partire dal fatto che la narrazione mediatica avesse concentrato l'attenzione quasi esclusivamente su Amatrice quando i comuni coinvolti sono 40 e le regioni 4.\r\n\r\nPossiamo definire il centro Italia come un territorio già di per sé debole e disgregato nel quale un disastro come il terremoto ha avuto l'effetto di accelerare le dinamiche già presenti nel territorio, amplificandone la portata. Per analizzare la gestione del disastro occorre partire da due questioni fondamentali, la ricostruzione e lo sviluppo, tenendo presente il peso che la macchina burocratica ha avuto negli anni di fatto impedendo anche soltanto di pensare la ricostruzione, a partire dalla problematicità dei commissari che si sono succeduti nel gestire la situazione. Uno degli elementi su cui ci si scontra oggi è la questione del 110%, ciò implica infatti che non si trovino le imprese in centro Italia per dare il via a cantieri nelle zone distrutte perché tutte le aziende sono impegnate nella ristrutturazione edilizia altrove. In questo contesto, un ruolo centrale viene giocato dalle scelte politiche che riguardano il tema dello sviluppo, in particolare nell'ambito del turismo. Il pnrr stesso verrà inglobato in questo senso con l'obiettivo di utilizzare la montagna per i flussi turistici senza tenere in considerazione le numerose dimensioni di borghi abbandonati oppure espropriati per lasciare spazio a resort e piste da neve artificiale.\r\n\r\nLa reazione della popolazione nei confronti di questa gestione è ambivalente ed è complesso riuscire a raccogliere un'opposizione a fronte di queste contraddizioni soprattutto in un territorio sempre più spopolato e frammentato. Il lavoro del gruppo di ricerca, infatti, va proprio in questa direzione costruendo incontri pubblici in cui approfondire le contraddizioni che riguardano il tema dello sviluppo tentando di organizzare dal basso comitati e gruppi di lavoro. E' infatti un lavoro di ricerca militante, un progetto che tenta ricostruire relazioni e incidere nel contesto in cui si lavora stando a fianco delle persone coinvolte in questo disastro. Un altro aspetto è la ricerca azione ossia far ripartire filiere negli ambiti agricoli e produttivi locali oppure organizzando cantieri di autocostruzione, progetto che avverrà a luglio di quest'anno sul monte Ceresa (qui il link https://ohissa.emidioditreviri.org/ ).\r\n\r\nQuello del sisma del Centro Italia è un chiaro esempio di come il capitalismo abbia la capacità di ristrutturarsi proprio a partire dalle crisi e dai disastri, speculando e facendo profitto sulle esistenze distrutte delle persone coinvolte, le esperienze dal basso che provano ad accumulare forza e a mettere in luce le reali esigenze dei territori e delle comunità che li abitano sono da sostenere e alimentare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Terremoto-2022_04_28_2022.04.28-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","29 Aprile 2022","2022-04-29 11:40:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/14-Amaco-PYB-2367-460x307-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"286\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/14-Amaco-PYB-2367-460x307-1-300x286.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/14-Amaco-PYB-2367-460x307-1-300x286.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/14-Amaco-PYB-2367-460x307-1.jpg 322w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il sisma dimenticato del Centro Italia : esperienze dal basso nell'era del capitalismo dei disastri.",1651232404,[114,115,116,117,118],"http://radioblackout.org/tag/amatrice/","http://radioblackout.org/tag/capitalismo-dei-disastri/","http://radioblackout.org/tag/centro-italia/","http://radioblackout.org/tag/green-economy/","http://radioblackout.org/tag/terremoto/",[120,121,122,123,124],"amatrice","capitalismo dei disastri","centro italia","green economy","terremoto",{"post_content":126,"post_title":130,"tags":133},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[67],"partire dalle crisi e dai \u003Cmark>disastri\u003C/mark>, speculando e facendo profitto sulle","In una fase in cui il discorso pubblico si nutre di temi ambientali ed ecologici utilizzando in maniera strumentale i temi sottolineati da tantissimi giovani di tutto il mondo, occorre rimettere al centro dell'agenda politica quei contesti in cui l'emergenza non è mai terminata. In Italia vi sono molti esempi di questo sciacallaggio dei territori e dello spreco di risorse pubbliche nonostante vi siano luoghi e persone completamente abbandonati nei vortici burocratici che ne impediscono la fuoriuscita.\r\n\r\nFacciamo il punto della gestione dell'emergenza post terremoto del 2016 in centro Italia con Veronica che fa parte del gruppo di ricerca Emidio di Treviri che sin dai primi momenti post terremoto ha dato priorità all'esigenza di organizzarsi insieme, sia per quanto riguardava gli aiuti concreti e sia per districare la complessità di quel momento, a partire dal fatto che la narrazione mediatica avesse concentrato l'attenzione quasi esclusivamente su Amatrice quando i comuni coinvolti sono 40 e le regioni 4.\r\n\r\nPossiamo definire il centro Italia come un territorio già di per sé debole e disgregato nel quale un disastro come il terremoto ha avuto l'effetto di accelerare le dinamiche già presenti nel territorio, amplificandone la portata. Per analizzare la gestione del disastro occorre partire da due questioni fondamentali, la ricostruzione e lo sviluppo, tenendo presente il peso che la macchina burocratica ha avuto negli anni di fatto impedendo anche soltanto di pensare la ricostruzione, a partire dalla problematicità dei commissari che si sono succeduti nel gestire la situazione. Uno degli elementi su cui ci si scontra oggi è la questione del 110%, ciò implica infatti che non si trovino le imprese in centro Italia per dare il via a cantieri nelle zone distrutte perché tutte le aziende sono impegnate nella ristrutturazione edilizia altrove. In questo contesto, un ruolo centrale viene giocato dalle scelte politiche che riguardano il tema dello sviluppo, in particolare nell'ambito del turismo. Il pnrr stesso verrà inglobato in questo senso con l'obiettivo di utilizzare la montagna per i flussi turistici senza tenere in considerazione le numerose dimensioni di borghi abbandonati oppure espropriati per lasciare spazio a resort e piste da neve artificiale.\r\n\r\nLa reazione della popolazione nei confronti di questa gestione è ambivalente ed è complesso riuscire a raccogliere un'opposizione a fronte di queste contraddizioni soprattutto in un territorio sempre più spopolato e frammentato. Il lavoro del gruppo di ricerca, infatti, va proprio in questa direzione costruendo incontri pubblici in cui approfondire le contraddizioni che riguardano il tema dello sviluppo tentando di organizzare dal basso comitati e gruppi di lavoro. E' infatti un lavoro di ricerca militante, un progetto che tenta ricostruire relazioni e incidere nel contesto in cui si lavora stando a fianco delle persone coinvolte in questo disastro. Un altro aspetto è la ricerca azione ossia far ripartire filiere negli ambiti agricoli e produttivi locali oppure organizzando cantieri di autocostruzione, progetto che avverrà a luglio di quest'anno sul monte Ceresa (qui il link https://ohissa.emidioditreviri.org/ ).\r\n\r\nQuello del sisma del Centro Italia è un chiaro esempio di come il capitalismo abbia la capacità di ristrutturarsi proprio a partire dalle crisi e dai \u003Cmark>disastri\u003C/mark>, speculando e facendo profitto sulle esistenze distrutte delle persone coinvolte, le esperienze dal basso che provano ad accumulare forza e a mettere in luce le reali esigenze dei territori e delle comunità che li abitano sono da sostenere e alimentare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Terremoto-2022_04_28_2022.04.28-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":132},[67],"Il sisma dimenticato del Centro Italia : esperienze dal basso nell'era del capitalismo dei \u003Cmark>disastri\u003C/mark>.",[134,136,139,141,143],{"matched_tokens":135,"snippet":120},[],{"matched_tokens":137,"snippet":138},[67],"capitalismo dei \u003Cmark>disastri\u003C/mark>",{"matched_tokens":140,"snippet":122},[],{"matched_tokens":142,"snippet":123},[],{"matched_tokens":144,"snippet":124},[],[146,149,151],{"field":147,"matched_tokens":148,"snippet":132,"value":132},"post_title",[67],{"field":93,"matched_tokens":150,"snippet":128,"value":129},[67],{"field":35,"indices":152,"matched_tokens":153,"snippets":155},[33],[154],[67],[138],578730123365187700,{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":160,"num_tokens_dropped":47,"score":161,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",15,3,"578730123365187707",{"document":163,"highlight":183,"highlights":188,"text_match":156,"text_match_info":191},{"cat_link":164,"category":165,"comment_count":47,"id":166,"is_sticky":47,"permalink":167,"post_author":17,"post_content":168,"post_date":169,"post_excerpt":52,"post_id":166,"post_modified":170,"post_thumbnail":171,"post_thumbnail_html":172,"post_title":173,"post_type":57,"sort_by_date":174,"tag_links":175,"tags":179},[44],[46],"71524","http://radioblackout.org/2021/10/catania-i-disastri-ambientali-non-sono-un-flagello-di-dio/","In questi giorni la Sicilia e in particolare il catanese sta venendo investita da fortissime piogge che si trasformano in alluvioni devastanti per un territorio già di per sé vulnerabile e lasciato nell’incuria.\r\n\r\nSi parla di medicane, ossia un ciclone tropicale del Mediterraneo che sta creando un gigantesco vortice capace di portare venti di oltre 120 km orari e anche più di 500 millimetri di pioggia sulle coste dell’isola. Questo vortice si sta creando in mare aperto tra Sicilia e Malta e ricorda lo stesso fenomeno che vide qualche tempo fa la Grecia investita da un disastro inedito. Pochissimo viene detto dai giornali, la notizia viene riportata allo stesso livello dei trafiletti di cronaca emergenziale mentre un’intera isola e la vicina Calabria potranno a partire da domani vedere un peggioramento importante delle proprie condizioni. Anzi, l’unica tendenza apparente è che la soluzione del disastro annunciato verrà delegata alla prossima Conferenza sul Clima che si terrà a Glasgow il 26 novembre, come se intanto si potesse attendere.\r\n\r\nDalle parole di chi sta vivendo in queste ore ciò che sta accadendo emergono alcuni punti chiari: da un lato, la responsabilità delle amministrazioni che per anni, nonostante gli incendi boschivi della più recente estate, nonostante le eruzioni del vulcano, nonostante le alluvioni passate, continuano a non occuparsi della messa in sicurezza dei territori e dall’altro, la violenza con cui chi abita quei territori deve fare i conti, dopo due anni di pandemia, di chiusure, di impossibilità di accedere a una sanità efficiente e garantita a tutti e tutte, rischiando di annegare in fiumi di fango e spazzatura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021_10_28_catania.mp3\"][/audio]","28 Ottobre 2021","2021-10-28 16:15:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/medicane-ciclone-uragano-sicilia-calabria-catania-cosè-400x225-1.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CATANIA: I DISASTRI AMBIENTALI NON SONO UN FLAGELLO DI DIO",1635437520,[176,177,178],"http://radioblackout.org/tag/catania/","http://radioblackout.org/tag/devastazione-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/emergenza-clima/",[180,181,182],"catania","devastazione ambientale","emergenza clima",{"post_title":184},{"matched_tokens":185,"snippet":187,"value":187},[186],"DISASTRI","CATANIA: I \u003Cmark>DISASTRI\u003C/mark> AMBIENTALI NON SONO UN FLAGELLO DI DIO",[189],{"field":147,"matched_tokens":190,"snippet":187,"value":187},[186],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},"578730123365187705",{"document":194,"highlight":218,"highlights":223,"text_match":156,"text_match_info":226},{"cat_link":195,"category":196,"comment_count":47,"id":197,"is_sticky":47,"permalink":198,"post_author":17,"post_content":199,"post_date":200,"post_excerpt":52,"post_id":197,"post_modified":201,"post_thumbnail":202,"post_thumbnail_html":203,"post_title":204,"post_type":57,"sort_by_date":205,"tag_links":206,"tags":212},[44],[46],"92603","http://radioblackout.org/2024/10/il-18-ottobre-sciopero-generale-contro-il-ddl-sicurezza-e-contro-leconomia-di-guerra/","Il Parlamento sta per approvare una proposta di legge del governo Meloni che stabilisce pene pesanti e carcere per chi organizza o fa picchetti, per chi prende parte a manifestazioni contro la guerra, le basi militari, le “grandi opere”, i disastri ecologici, per chi per bisogno occupa case sfitte, per chi protesta nei centri per immigrati o nelle carceri contro condizioni insopportabili, perfino per chi ha in casa scritti che il governo considera “terroristi” – una legge da stato di polizia.\r\n\r\nQuesta legge-manganello serve al governo e allo stato per mettere a tacere chiunque si opponga all’economia di guerra, che sta spostando sempre più risorse dai salari e dalla spesa sociale e sanitaria alle enormi spese per le guerre in corso (Ucraina, Palestina) in cui l’Italia, con la NATO e l’Unione europea, è implicata, e per la preparazione di nuove guerre, fino a Taiwan.\r\n\r\nPer fermare questa corsa all’instaurazione di uno stato di polizia e ad una nuova guerra mondiale, dobbiamo mobilitarci nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. Il nostro nemico è qui! \r\n\r\nPER QUESTI OBIETTIVI TUTTI/E IN SCIOPERO IL 18 OTTOBRE, E PARTECIPIAMO IN MASSA ACCANTO AI LAVORATORI DELLA LOGISTICA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SABATO 19 A ROMA, ORE 14, Piazza Vittorio Emanuele!\r\n\r\nCi attende una stagione di lotte, cominciata bene con la prova di forza del 5 ottobre a Roma, e che – dopo il 18 e 19 – ci vedrà impegnati ancora a Napoli il 28 ottobre in solidarietà con i 43 disoccupati organizzati e solidali sotto processo, ed oltre, molto oltre.\r\n\r\nQuesto è un estratto dell’appello che la Rete Liberi/e di lottare sta facendo circolare. Clicca qui per leggere il testo completo e ascolta la diretta con un compagno della Rete Liberi/e di lottare ai microfoni di Radio Blackout sullo sciopero generale del 18 e sulla manifestazione del 19 ottobre:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/18ottobre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer aggiornarsi sulle iniziative organizzate dalla rete ” Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660″ sul canale Telegram: https://t.me/liberidilottarefermiamoddl1660","14 Ottobre 2024","2024-10-14 19:41:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lotta-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"113\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lotta-300x113.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lotta-300x113.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lotta-690x262.png 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lotta.png 693w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il 18 ottobre sciopero generale contro il DDL-sicurezza e contro l’economia di guerra!",1728933674,[207,208,209,210,211],"http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/decreto-sicurezza/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-generale/","http://radioblackout.org/tag/sicobas/",[213,214,215,216,217],"corteo","decreto sicurezza","sciopero","Sciopero Generale","sicobas",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[67],"militari, le “grandi opere”, i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> ecologici, per chi per bisogno","Il Parlamento sta per approvare una proposta di legge del governo Meloni che stabilisce pene pesanti e carcere per chi organizza o fa picchetti, per chi prende parte a manifestazioni contro la guerra, le basi militari, le “grandi opere”, i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> ecologici, per chi per bisogno occupa case sfitte, per chi protesta nei centri per immigrati o nelle carceri contro condizioni insopportabili, perfino per chi ha in casa scritti che il governo considera “terroristi” – una legge da stato di polizia.\r\n\r\nQuesta legge-manganello serve al governo e allo stato per mettere a tacere chiunque si opponga all’economia di guerra, che sta spostando sempre più risorse dai salari e dalla spesa sociale e sanitaria alle enormi spese per le guerre in corso (Ucraina, Palestina) in cui l’Italia, con la NATO e l’Unione europea, è implicata, e per la preparazione di nuove guerre, fino a Taiwan.\r\n\r\nPer fermare questa corsa all’instaurazione di uno stato di polizia e ad una nuova guerra mondiale, dobbiamo mobilitarci nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. Il nostro nemico è qui! \r\n\r\nPER QUESTI OBIETTIVI TUTTI/E IN SCIOPERO IL 18 OTTOBRE, E PARTECIPIAMO IN MASSA ACCANTO AI LAVORATORI DELLA LOGISTICA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SABATO 19 A ROMA, ORE 14, Piazza Vittorio Emanuele!\r\n\r\nCi attende una stagione di lotte, cominciata bene con la prova di forza del 5 ottobre a Roma, e che – dopo il 18 e 19 – ci vedrà impegnati ancora a Napoli il 28 ottobre in solidarietà con i 43 disoccupati organizzati e solidali sotto processo, ed oltre, molto oltre.\r\n\r\nQuesto è un estratto dell’appello che la Rete Liberi/e di lottare sta facendo circolare. Clicca qui per leggere il testo completo e ascolta la diretta con un compagno della Rete Liberi/e di lottare ai microfoni di Radio Blackout sullo sciopero generale del 18 e sulla manifestazione del 19 ottobre:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/18ottobre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer aggiornarsi sulle iniziative organizzate dalla rete ” Liberi/e di lottare – Fermiamo il DDL 1660″ sul canale Telegram: https://t.me/liberidilottarefermiamoddl1660",[224],{"field":93,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":222},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},14,"578730123365187697",{"document":230,"highlight":252,"highlights":257,"text_match":156,"text_match_info":260},{"cat_link":231,"category":232,"comment_count":47,"id":233,"is_sticky":47,"permalink":234,"post_author":17,"post_content":235,"post_date":236,"post_excerpt":52,"post_id":233,"post_modified":237,"post_thumbnail":238,"post_thumbnail_html":239,"post_title":240,"post_type":57,"sort_by_date":241,"tag_links":242,"tags":247},[44],[46],"90741","http://radioblackout.org/2024/06/kenya-il-presidente-ruto-annuncia-il-ritiro-della-riforma-finanziaria-ma-la-protesta-continua/","In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un'imposta sul valore aggiunto del pane.\r\n\r\nLe proteste non sono scoppiate dal nulla, infatti, si aggiungono a un processo di peggioramento delle condizioni di vita dovute all'inflazione galoppante, ai disastri dovuti al cambiamento climatico e alla disoccupazione che colpisce in particolare i giovani.\r\n\r\nOggi il presidente del Kenya, Ruto, ha annunciato di ritirare la riforma a seguito dell'assalto al parlamento e dei violenti scontri tra centinaia di giovani e la polizia che ha causato anche decine di morti. Malgrado le dichiarazioni le manifestazioni continuano in quanto, secondo la Costituzione del Kenya, il presidente non ha il potere di ritirare la riforma dunque occorrerà attendere il passaggio in Assemblea Nazionale che dovrà riunirsi per poter decidere se effettivamente procedere alla sua cancellazione, il che non è detto che accadrà in tempo utile.\r\n\r\nNel Paese l'80% delle persone è under 35 di cui oltre il 50% fa parte della cosiddetta \"generazione Z\", la questione del debito e della dipendenza dai Paesi occidentali è un tema centrale e infatti le istanze dei giovani che hanno partecipato alle mobilitazioni si sono allargate dall'aumento dei prezzi alle dimissioni del Presidente e sui social lo slogan \"Ruto must go\" rimbalza da ogni lato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cornelia Toelgyes, vicedirettrice di AfricaExpress.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Kenya-2024_06_27_2024.06.27-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","27 Giugno 2024","2024-06-27 19:02:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1-300x185.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1-300x185.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1-1024x630.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1-768x473.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/kenya-afp-1170x720-1.png 1170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Kenya: il presidente Ruto annuncia il ritiro della riforma finanziaria ma la protesta continua.",1719514955,[243,244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/inflazione/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[248,249,250,251],"Africa","inflazione","Kenya","proteste",{"post_content":253},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[67],"vita dovute all'inflazione galoppante, ai \u003Cmark>disastri\u003C/mark> dovuti al cambiamento climatico e","In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un'imposta sul valore aggiunto del pane.\r\n\r\nLe proteste non sono scoppiate dal nulla, infatti, si aggiungono a un processo di peggioramento delle condizioni di vita dovute all'inflazione galoppante, ai \u003Cmark>disastri\u003C/mark> dovuti al cambiamento climatico e alla disoccupazione che colpisce in particolare i giovani.\r\n\r\nOggi il presidente del Kenya, Ruto, ha annunciato di ritirare la riforma a seguito dell'assalto al parlamento e dei violenti scontri tra centinaia di giovani e la polizia che ha causato anche decine di morti. Malgrado le dichiarazioni le manifestazioni continuano in quanto, secondo la Costituzione del Kenya, il presidente non ha il potere di ritirare la riforma dunque occorrerà attendere il passaggio in Assemblea Nazionale che dovrà riunirsi per poter decidere se effettivamente procedere alla sua cancellazione, il che non è detto che accadrà in tempo utile.\r\n\r\nNel Paese l'80% delle persone è under 35 di cui oltre il 50% fa parte della cosiddetta \"generazione Z\", la questione del debito e della dipendenza dai Paesi occidentali è un tema centrale e infatti le istanze dei giovani che hanno partecipato alle mobilitazioni si sono allargate dall'aumento dei prezzi alle dimissioni del Presidente e sui social lo slogan \"Ruto must go\" rimbalza da ogni lato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cornelia Toelgyes, vicedirettrice di AfricaExpress.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Kenya-2024_06_27_2024.06.27-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[258],{"field":93,"matched_tokens":259,"snippet":255,"value":256},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},{"document":262,"highlight":281,"highlights":286,"text_match":156,"text_match_info":289},{"cat_link":263,"category":264,"comment_count":47,"id":265,"is_sticky":47,"permalink":266,"post_author":17,"post_content":267,"post_date":268,"post_excerpt":52,"post_id":265,"post_modified":269,"post_thumbnail":270,"post_thumbnail_html":271,"post_title":272,"post_type":57,"sort_by_date":273,"tag_links":274,"tags":278},[44],[46],"90144","http://radioblackout.org/2024/05/la-basilicata-schiacciata-dallo-sfruttamento-petrolifero/","E' chiamata il Texas d'Europa, la Basilicata è terra promessa per le grandi aziende degli idrocarburi fossili, Eni, Total, Shell e Mitsui. Dalla Valle del Sauro alla Val d’Agri si rinnovano le concessioni per la coltivazione di idrocarburi, in totale contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall'Unione Europea e nonostante le ricadute ambientali e sociali sui territori e la popolazione. E i comitati ambientalisti a difesa del territorio dicono che i politici hanno venduto la Basilicata ai giganti del fossile. L'oro nero, venduto come soluzione alla povertà economica e sociale dei territori lucani, ha di fatto permesso una colonizzazione da parte dello Stato e delle aziende del petrolio, impoverendo e inquinando la Basilicata.\r\n\r\nLe proroghe per l'estrazione riguardano sia Tempa Rossa che la Val d'Agri, concedendo una coltivazione fino all'eventuale data del 2068.\r\n\r\nA tutto ciò si aggiungono i disastri ambientali prodotti dall'indotto petrolifero, come quello che vede il Centro oli Val d’Agri sotto processo per aver sversato 400 tonnellate di greggionell’ambiente nel 2017, fuoriuscite da fori presenti nelle mega cisterne.\r\n\r\nDi tutto ciò ce ne parla Linda Maggiori, giornalista freelance ed autrice di un articolo su questi temi. Ascolta la diretta su Radio Blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/basilicata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nhttps://altreconomia.it/in-basilicata-lo-sfruttamento-petrolifero-continua-a-minacciare-gli-abitanti-e-lambiente/","29 Maggio 2024","2024-05-29 12:13:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/eni-27009.660x368-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/eni-27009.660x368-300x167.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/eni-27009.660x368-300x167.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/eni-27009.660x368-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/eni-27009.660x368.jpg 660w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Basilicata schiacciata dallo sfruttamento petrolifero",1716984808,[275,276,277],"http://radioblackout.org/tag/basilicata/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/",[279,15,280],"basilicata","petrolio",{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[67],"tutto ciò si aggiungono i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> ambientali prodotti dall'indotto petrolifero, come","E' chiamata il Texas d'Europa, la Basilicata è terra promessa per le grandi aziende degli idrocarburi fossili, Eni, Total, Shell e Mitsui. Dalla Valle del Sauro alla Val d’Agri si rinnovano le concessioni per la coltivazione di idrocarburi, in totale contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall'Unione Europea e nonostante le ricadute ambientali e sociali sui territori e la popolazione. E i comitati ambientalisti a difesa del territorio dicono che i politici hanno venduto la Basilicata ai giganti del fossile. L'oro nero, venduto come soluzione alla povertà economica e sociale dei territori lucani, ha di fatto permesso una colonizzazione da parte dello Stato e delle aziende del petrolio, impoverendo e inquinando la Basilicata.\r\n\r\nLe proroghe per l'estrazione riguardano sia Tempa Rossa che la Val d'Agri, concedendo una coltivazione fino all'eventuale data del 2068.\r\n\r\nA tutto ciò si aggiungono i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> ambientali prodotti dall'indotto petrolifero, come quello che vede il Centro oli Val d’Agri sotto processo per aver sversato 400 tonnellate di greggionell’ambiente nel 2017, fuoriuscite da fori presenti nelle mega cisterne.\r\n\r\nDi tutto ciò ce ne parla Linda Maggiori, giornalista freelance ed autrice di un articolo su questi temi. Ascolta la diretta su Radio Blackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/basilicata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nhttps://altreconomia.it/in-basilicata-lo-sfruttamento-petrolifero-continua-a-minacciare-gli-abitanti-e-lambiente/",[287],{"field":93,"matched_tokens":288,"snippet":284,"value":285},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":57,"first_q":67,"per_page":292,"q":67},6,4,{"facet_counts":295,"found":344,"hits":345,"out_of":506,"page":33,"request_params":507,"search_cutoff":36,"search_time_ms":508},[296,320],{"counts":297,"field_name":317,"sampled":36,"stats":318},[298,301,303,305,307,309,311,313,315],{"count":299,"highlighted":300,"value":300},8,"anarres",{"count":160,"highlighted":302,"value":302},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":304,"value":304},"congiunzioni",{"count":14,"highlighted":306,"value":306},"liberation front",{"count":14,"highlighted":308,"value":308},"I Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":310,"value":310},"Voci dall'antropocene",{"count":14,"highlighted":312,"value":312},"La fine della Fine della storia",{"count":33,"highlighted":314,"value":314},"Spot",{"count":33,"highlighted":316,"value":316},"happy hour","podcastfilter",{"total_values":319},9,{"counts":321,"field_name":35,"sampled":36,"stats":342},[322,324,326,328,330,332,334,336,338,340],{"count":14,"highlighted":323,"value":323},"voci antropocene",{"count":14,"highlighted":325,"value":325},"Bastioni di Orione",{"count":33,"highlighted":327,"value":327},"Rio",{"count":33,"highlighted":329,"value":329},"Pisa",{"count":33,"highlighted":331,"value":331},"terra",{"count":33,"highlighted":333,"value":333},"canapisa",{"count":33,"highlighted":335,"value":335},"alpi libere",{"count":33,"highlighted":337,"value":337},"civilizzazione",{"count":33,"highlighted":339,"value":339},"antipribizionismo",{"count":33,"highlighted":341,"value":341},"vertice sullo sviluppo",{"total_values":343},34,26,[346,376,399,424,448,484],{"document":347,"highlight":361,"highlights":369,"text_match":156,"text_match_info":374},{"comment_count":47,"id":348,"is_sticky":47,"permalink":349,"podcastfilter":350,"post_author":351,"post_content":352,"post_date":353,"post_excerpt":52,"post_id":348,"post_modified":354,"post_thumbnail":355,"post_title":356,"post_type":357,"sort_by_date":358,"tag_links":359,"tags":360},"55684","http://radioblackout.org/podcast/emergenza-climatica-e-disastri-ambientali-unopportunita-di-militarizzazione/",[306],"liberationfront","Con l’inasprirsi della crisi ecologica, gli eventi atmosferici violenti ed estremi diventano sempre più frequenti e rendono, col passare degli anni, sempre più inospitali alcuni territori: innalzamento delle temperature, siccità, alluvioni, desertificazione ed erosione dei suoli modificano profondamente l'aspetto di molte zone del mondo, a tal punto da renderle invivibili e da costringere le persone ad emigare. E' questo il caso di milioni di profughi climatici, provenienti soprattutto dei paesi del sud del mondo, che, per quanto riguarda l'Europa, sono condannati a rimanere in un limbo legislativo che non riconosce loro lo status di rifugiati, dimostrando la completa incapacità del mondo occidentale di affrontare un'emergenza di questo tipo.\r\n\r\n\r\n\r\nLa questione ambientale non è un problema a sé stante, ma comporta inevitabilmente ripercussioni politiche e sociali di grande importanza, come possono essere le guerre, i conflitti e le rivolte. L'hanno capito da tempo anche gli stati ed i loro eserciti, che negli ultimi decenni si sono interessati molto al campo della gestione delle catastrofi: dai terremoti alle alluvioni, ce lo insegna la storia italiana, i disastri naturali sono delle occasioni d'oro per militarizzare territori e sperimentare nuove forme di controllo e repressione. Se eventi di questo genere andranno dunque ad aumentare, bisognerà tenere in conto che la gestione di essi avrà proprio queste caratteristiche, chiudendo ogni spiraglio di possibilità di autogestione, mutuo soccorso e solidarietà orizzontale.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/09_25_2019.09.25-17.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","12 Ottobre 2019","2019-10-12 22:28:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/Canada-200x110.jpg","Emergenza climatica e disastri ambientali: un’opportunità di militarizzazione","podcast",1570919288,[],[],{"post_content":362,"post_title":366},{"matched_tokens":363,"snippet":364,"value":365},[67],"insegna la storia italiana, i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> naturali sono delle occasioni d'oro","Con l’inasprirsi della crisi ecologica, gli eventi atmosferici violenti ed estremi diventano sempre più frequenti e rendono, col passare degli anni, sempre più inospitali alcuni territori: innalzamento delle temperature, siccità, alluvioni, desertificazione ed erosione dei suoli modificano profondamente l'aspetto di molte zone del mondo, a tal punto da renderle invivibili e da costringere le persone ad emigare. E' questo il caso di milioni di profughi climatici, provenienti soprattutto dei paesi del sud del mondo, che, per quanto riguarda l'Europa, sono condannati a rimanere in un limbo legislativo che non riconosce loro lo status di rifugiati, dimostrando la completa incapacità del mondo occidentale di affrontare un'emergenza di questo tipo.\r\n\r\n\r\n\r\nLa questione ambientale non è un problema a sé stante, ma comporta inevitabilmente ripercussioni politiche e sociali di grande importanza, come possono essere le guerre, i conflitti e le rivolte. L'hanno capito da tempo anche gli stati ed i loro eserciti, che negli ultimi decenni si sono interessati molto al campo della gestione delle catastrofi: dai terremoti alle alluvioni, ce lo insegna la storia italiana, i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> naturali sono delle occasioni d'oro per militarizzare territori e sperimentare nuove forme di controllo e repressione. Se eventi di questo genere andranno dunque ad aumentare, bisognerà tenere in conto che la gestione di essi avrà proprio queste caratteristiche, chiudendo ogni spiraglio di possibilità di autogestione, mutuo soccorso e solidarietà orizzontale.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/09_25_2019.09.25-17.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":367,"snippet":368,"value":368},[67],"Emergenza climatica e \u003Cmark>disastri\u003C/mark> ambientali: un’opportunità di militarizzazione",[370,372],{"field":147,"matched_tokens":371,"snippet":368,"value":368},[67],{"field":93,"matched_tokens":373,"snippet":364,"value":365},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":375,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},"578730123365187706",{"document":377,"highlight":391,"highlights":395,"text_match":156,"text_match_info":398},{"comment_count":47,"id":378,"is_sticky":47,"permalink":379,"podcastfilter":380,"post_author":381,"post_content":382,"post_date":383,"post_excerpt":52,"post_id":378,"post_modified":384,"post_thumbnail":385,"post_title":386,"post_type":357,"sort_by_date":387,"tag_links":388,"tags":390},"59936","http://radioblackout.org/podcast/verso-nuovi-disastri-voci-dallantropocene-21-27-04-20/",[310],"antropocenici","L'agognata ripartenza è alle porte. I fautori del libero mercato costi-quel-che-costi premono per far ripartire un'economia già moribonda, messa a dura prova dall'irrompere del cigno nero Coronavirus. Le speranze in una qualche forma di ripensamento su un modello di sviluppo catastrofico, responsabile del disastro in cui è oggi costretta la popolazione del pianeta, si scontra con la dura realtà del Money First.\r\n\r\nIL DISASTRO PIEMONTESE - Con Chiara Rivetti dell'Anaao-Assomed, principale sindacato dei medici ospedalieri italiani commentiamo i preoccupanti sviluppi della situazione sul nostro territorio a partire dalla dura presa di posizione del sindacato di categoria (FASE due: siamo sicuri?)\r\n\r\nBACK IN THE USA! - Con l'americanista Bruno Cartosio, torniamo negli stati uniti di Trump e delle manifestazioni contro il lockdown e per la riapertura delle attività economiche, mentre il tasso di mortalità della città di New York gareggia con la Lombardia per il titolo di territorio a più alta mortalità per Covid-19. Tra darwinismo sociale e un negazionismo aggiornato ai tempi del Covid, l'Alt Right prepara la sua campagna elettorale, non disdegnando di sputare su quegli operatori sanitari che una società ferita celebra come moderni eroi.\r\n\r\nSARS-COV-2 E PARTICOLATO ATMOSFERICO - Due diversi studi, uno della Sima (Società Italiana per la Medicina Ambientale) in collaborazione con le Università di Bari, Bologna e Trieste e uno della Harvard University, mettono in relazione l'alta mortalità e morbilità del Corona virus con i territori ad alta densità di Particolato atmosferico, in particolare le PM2.5 ( le polveri di dimensione inferiore a 2.5 µm). Proponiamo un estratto di un audio intervista a Alessandro Miani, presidente della Sima e la lettura di alcuni passaggi dell'intervista realizzata dal Manifesto con Francesca Dominici, che dell’Harvard Data Science è co-direttrice, condite da alcune nostre considerazioni.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/voci_21a.mp3\"][/audio]","28 Aprile 2020","2020-04-28 20:01:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/http___com.ft_.imagepublish.upp-prod-eu.s3.amazonaws-200x110.jpg","Verso nuovi disastri – VOCI DALL’ANTROPOCENE #21 – 27/04/20",1588104115,[389],"http://radioblackout.org/tag/voci-antropocene/",[323],{"post_title":392},{"matched_tokens":393,"snippet":394,"value":394},[67],"Verso nuovi \u003Cmark>disastri\u003C/mark> – VOCI DALL’ANTROPOCENE #21 – 27/04/20",[396],{"field":147,"matched_tokens":397,"snippet":394,"value":394},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":159,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":192,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},{"document":400,"highlight":415,"highlights":420,"text_match":156,"text_match_info":423},{"comment_count":47,"id":401,"is_sticky":47,"permalink":402,"podcastfilter":403,"post_author":404,"post_content":405,"post_date":406,"post_excerpt":52,"post_id":401,"post_modified":407,"post_thumbnail":408,"post_title":409,"post_type":357,"sort_by_date":410,"tag_links":411,"tags":413},"97778","http://radioblackout.org/podcast/sorveglianza-spaziale-la-citta-come-campo-di-battaglia/",[316],"ce","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2025","2025-06-13 14:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/15maggio-200x110.png","Sorveglianza Spaziale: la città come campo di battaglia.",1747135713,[412],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[414],"guerra",{"post_content":416},{"matched_tokens":417,"snippet":418,"value":419},[67],"evitate. Nei termini della \"governance dei \u003Cmark>disastri\u003C/mark>\", le zone rosse sono impiegate","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei \u003Cmark>disastri\u003C/mark>\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da \u003Cmark>disastri\u003C/mark> o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[421],{"field":93,"matched_tokens":422,"snippet":418,"value":419},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},{"document":425,"highlight":439,"highlights":444,"text_match":156,"text_match_info":447},{"comment_count":47,"id":426,"is_sticky":47,"permalink":427,"podcastfilter":428,"post_author":429,"post_content":430,"post_date":431,"post_excerpt":52,"post_id":426,"post_modified":432,"post_thumbnail":433,"post_title":434,"post_type":357,"sort_by_date":435,"tag_links":436,"tags":438},"93529","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-11-2024-declino-dellegemonia-americana-e-deglobalizzazione-cop29-linutile-parata-delle-lobbies-del-fossile-haiti-la-crisi-politica-e-lo-stratopotere-delle-gang/",[308],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Novembre 2024","2024-11-17 12:18:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/11/2024-DECLINO DELL'EGEMONIA AMERICANA E DEGLOBALIZZAZIONE-COP29 L'INUTILE PARATA DELLE LOBBIES DEL FOSSILE-HAITI LA CRISI POLITICA E LO STRATOPOTERE DELLE GANG.",1731845911,[437],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[325],{"post_content":440},{"matched_tokens":441,"snippet":442,"value":443},[67],"per la fissione nonostante i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> passati e i rischi ambientali","Bastioni di Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali di Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[445],{"field":93,"matched_tokens":446,"snippet":442,"value":443},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},{"document":449,"highlight":475,"highlights":480,"text_match":156,"text_match_info":483},{"comment_count":47,"id":450,"is_sticky":47,"permalink":451,"podcastfilter":452,"post_author":17,"post_content":453,"post_date":454,"post_excerpt":52,"post_id":450,"post_modified":455,"post_thumbnail":456,"post_title":457,"post_type":357,"sort_by_date":458,"tag_links":459,"tags":467},"93333","http://radioblackout.org/podcast/spot-con-aurora-vanchiglia-transfemm-fifaisraele-valencia-le-calciatrici-contro-saudi-aramco/",[314],"Il menù della puntata del 6 novembre!\r\n\r\n \tIsraele e FIFA: Approfondiamo l'ennesimo rifiuto da parte della Fifa nell'escludere israele dalle competizioni internazionali per la violazione degli articoli della FIFA e soprattutto dei diritti umani. Una questione rimasta irrisolta nonostante la pressione globale.\r\n \tEventi sportivi e disastri climatici: Dal rinvio di Bologna-Milan a causa dell'alluvione di metà ottobre, fino all'annullamento del GP di Valencia: analizziamo come il cambiamento climatico stia sconvolgendo il calendario sportivo e come le federazioni siano miopi e interessati principalmente ai risvolti economici piuttosto che alle necessità delle persone coinvolte dal cataclisma.\r\n \tSaudi Aramco e il calcio femminile: Le giocatrici professioniste si uniscono in protesta contro la FIFA per la conclusione dell'accordo che porterà la Saudi Aramco a sponsorizzare le prossime coppe del mondo masc e fem. Sia per il \"greenwashing\" sia per l'incompatibilità del poter essere supportate da una azienda Saudita che viola costantemente i diritti di donne e minoranze.\r\n \tJuventus-Roma femminile: La partita storica all’Allianz Stadium con un pubblico record ma i campi delle squadre femminili rimangono tuttora lontani e periferici.\r\n \tPallone d’Oro: Aitana Bonmatí conquista il premio, la centrocampista della Roma Manuela Giuliano si piazza tra le prime 30 selezionate, è la prima volta per un'atleta italiana.\r\n\r\nAscoltaci qui!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/SPOT-Puntata-9-novembre.mp3\"][/audio]","7 Novembre 2024","2024-11-08 17:18:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/podcast_PODCAST-APP-COVER-200x110.png","Spot con Aurora Vanchiglia Transfemm - FIFA&Israele; Valencia; Le calciatrici contro Saudi Aramco",1731019014,[460,461,462,463,464,465,466],"http://radioblackout.org/tag/calcio/","http://radioblackout.org/tag/calcio-femminile/","http://radioblackout.org/tag/calcio-popolare/","http://radioblackout.org/tag/fifa/","http://radioblackout.org/tag/free-palestine/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/transfem/",[468,469,470,471,472,473,474],"calcio","calcio femminile","calcio popolare","Fifa","free palestine","Israele","transfem",{"post_content":476},{"matched_tokens":477,"snippet":478,"value":479},[67],"pressione globale.\r\n \tEventi sportivi e \u003Cmark>disastri\u003C/mark> climatici: Dal rinvio di Bologna-Milan","Il menù della puntata del 6 novembre!\r\n\r\n \tIsraele e FIFA: Approfondiamo l'ennesimo rifiuto da parte della Fifa nell'escludere israele dalle competizioni internazionali per la violazione degli articoli della FIFA e soprattutto dei diritti umani. Una questione rimasta irrisolta nonostante la pressione globale.\r\n \tEventi sportivi e \u003Cmark>disastri\u003C/mark> climatici: Dal rinvio di Bologna-Milan a causa dell'alluvione di metà ottobre, fino all'annullamento del GP di Valencia: analizziamo come il cambiamento climatico stia sconvolgendo il calendario sportivo e come le federazioni siano miopi e interessati principalmente ai risvolti economici piuttosto che alle necessità delle persone coinvolte dal cataclisma.\r\n \tSaudi Aramco e il calcio femminile: Le giocatrici professioniste si uniscono in protesta contro la FIFA per la conclusione dell'accordo che porterà la Saudi Aramco a sponsorizzare le prossime coppe del mondo masc e fem. Sia per il \"greenwashing\" sia per l'incompatibilità del poter essere supportate da una azienda Saudita che viola costantemente i diritti di donne e minoranze.\r\n \tJuventus-Roma femminile: La partita storica all’Allianz Stadium con un pubblico record ma i campi delle squadre femminili rimangono tuttora lontani e periferici.\r\n \tPallone d’Oro: Aitana Bonmatí conquista il premio, la centrocampista della Roma Manuela Giuliano si piazza tra le prime 30 selezionate, è la prima volta per un'atleta italiana.\r\n\r\nAscoltaci qui!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/SPOT-Puntata-9-novembre.mp3\"][/audio]",[481],{"field":93,"matched_tokens":482,"snippet":478,"value":479},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},{"document":485,"highlight":497,"highlights":502,"text_match":156,"text_match_info":505},{"comment_count":47,"id":486,"is_sticky":47,"permalink":487,"podcastfilter":488,"post_author":300,"post_content":489,"post_date":490,"post_excerpt":52,"post_id":486,"post_modified":491,"post_thumbnail":492,"post_title":493,"post_type":357,"sort_by_date":494,"tag_links":495,"tags":496},"87301","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-9-febbraio-antifa-in-barriera-repressione-e-controllo-a-scuola-la-favola-del-nucleare/",[300],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-09-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAntifascisti in Barriera di Milano\r\nIl presidente della VI circoscrizione Lomanto si è dovuto accontentare degli assessori comunali e regionali alla sicurezza Pentenero e Ricca. I capi della polizia, dell’esercito e il ministro dell’Interno, pure invitati con ampio anticipo, non si sono presentati al consiglio circoscrizionale aperto dell’8 febbraio sulla “sicurezza” in Barriera.\r\nC’erano, non invitati ma molto vivaci gli antifascisti, ai quali l’incontro in circoscrizione è stato interdetto.\r\nIn ampio anticipo via Leoncavallo, dove c’era l’incontro, è stata bloccata da carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa e da camionette che hanno chiuso la circolazione delle auto.\r\nTra interventi, musica e sberleffi, il presidio antifascista è durato oltre due ore, portando in piazza le ragioni di chi abita in Barriera all’insegna della solidarietà e del mutuo appoggio tra sfruttat*. Numerosi interventi hanno messo l’accento sull’unica vera sicurezza per tutte e per tutti: una casa decorosa, l’accesso alle cure ed alla prevenzione, l’eliminazione del proibizionismo, la fine della precarietà e dello sfruttamento imposti da un capitalismo sempre più feroce e vorace.\r\nLa narrazione delle destre (ma non solo) ruota intorno ad una falsa immagine di Barriera come quartiere pericoloso, che diviene un laboratorio per le politiche giustizialiste della destra. La parola chiave è “degrado”: usata per esporre – rendendola “indecorosa” – la povertà e la fragilità di coloro che sono all’ultimo gradino della scala sociale, innescando un meccanismo di paura e di disprezzo collettivo. Una logica che risponde alla supposta superiorità degli italiani rispetto agli immigrati, i primi sinonimo di lavoro onesto, i secondi di criminalità e di spaccio. Tale narrazione attiva un’unica risposta: quella dell’autorità, della forza, della repressione, delle ronde fai-da-te mascherate da “passeggiate per la legalità”.\r\nDa qualche settimana il governo, per soddisfare le richieste della VI circoscrizione e dell’assessore regionale alle politiche sociali, ha deciso di destinare in Barriera una parte delle truppe destinate a Torino per l’operazione “strade sicure”. Il quartiere è stato pesantemente militarizzato, con controlli ossessivi in ogni angolo, per spingere un po’ più in là il babau di questa periferia: i pusher neri che stazionano agli angoli in attesa dei clienti.\r\nLa campagna elettorale è ormai entrata nel vivo. Quando finirà chi vive in Barriera scoprirà di essere pover* come prima. Ma più controllat*.\r\n\r\nLa scuola va alla guerra\r\nContinuano a piovere segnalazioni di nuove iniziative per favorire la militarizzazione delle scuole e l’arruolamento di ragazzi e ragazze.\r\nSi va “dall’ora delle culture aeree” ai centri di orientamento post diploma che mettono al primo posto le carriere militari.\r\nIn una scuola di Mirafiori la dirigenza scolastica ha deciso di chiudere la mensa per una settimana, una punizione collettiva per non aver denunciato gli autor* di un paio di scritte.\r\nAi docenti un recente decreto mette il bavaglio vietando le critiche pubbliche alla scuola.\r\n\r\nSpaccare l’atomo in quattro\r\nIl 16 febbraio, ci sarà una serata di informazione e confronto sul nucleare.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”\r\nIl nucleare, travestito da energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia “pulita” che non compromette il clima.\r\nNon bastano i disastri di Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di legittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”. Una favola, una delle tante che si raccontano sul nucleare, prima tra tutte quella del “nucleare di quarta generazione” venduto come obiettivo realizzato e che, invece, non esiste. \r\nCon Angelo Tartaglia abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui discuteremo venerdì 16 febbraio alle ore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito da energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia “pulita” che non compromette il clima.\r\nNon bastano i disastri di Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di legittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”. Il “nucleare di quarta generazione” viene spacciato per obiettivo realizzato e, invece, non esiste.\r\nMa.\r\nEsistono e continuano ad essere pericolose le scorie che, nonostante le centrali nucleari italiane siano chiuse da decenni, restano una questione irrisolta e, probabilmente, irresolubile. \r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nGiornata di lotta antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti e i nazionalismi, per un mondo senza frontiere\r\nInterventi, musica, azioni performanti\r\nConcerto di Alessio Lega\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza…\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Febbraio 2024","2024-02-15 21:41:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-06-manif-nucleare-color-200x110.jpg","Anarres del 9 febbraio. Antifa in Barriera. Repressione e controllo a scuola. La favola del nucleare...",1708033274,[],[],{"post_content":498},{"matched_tokens":499,"snippet":500,"value":501},[67],"il clima.\r\nNon bastano i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> di Cernobyl e Fukushima a","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-09-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAntifascisti in Barriera di Milano\r\nIl presidente della VI circoscrizione Lomanto si è dovuto accontentare degli assessori comunali e regionali alla sicurezza Pentenero e Ricca. I capi della polizia, dell’esercito e il ministro dell’Interno, pure invitati con ampio anticipo, non si sono presentati al consiglio circoscrizionale aperto dell’8 febbraio sulla “sicurezza” in Barriera.\r\nC’erano, non invitati ma molto vivaci gli antifascisti, ai quali l’incontro in circoscrizione è stato interdetto.\r\nIn ampio anticipo via Leoncavallo, dove c’era l’incontro, è stata bloccata da carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa e da camionette che hanno chiuso la circolazione delle auto.\r\nTra interventi, musica e sberleffi, il presidio antifascista è durato oltre due ore, portando in piazza le ragioni di chi abita in Barriera all’insegna della solidarietà e del mutuo appoggio tra sfruttat*. Numerosi interventi hanno messo l’accento sull’unica vera sicurezza per tutte e per tutti: una casa decorosa, l’accesso alle cure ed alla prevenzione, l’eliminazione del proibizionismo, la fine della precarietà e dello sfruttamento imposti da un capitalismo sempre più feroce e vorace.\r\nLa narrazione delle destre (ma non solo) ruota intorno ad una falsa immagine di Barriera come quartiere pericoloso, che diviene un laboratorio per le politiche giustizialiste della destra. La parola chiave è “degrado”: usata per esporre – rendendola “indecorosa” – la povertà e la fragilità di coloro che sono all’ultimo gradino della scala sociale, innescando un meccanismo di paura e di disprezzo collettivo. Una logica che risponde alla supposta superiorità degli italiani rispetto agli immigrati, i primi sinonimo di lavoro onesto, i secondi di criminalità e di spaccio. Tale narrazione attiva un’unica risposta: quella dell’autorità, della forza, della repressione, delle ronde fai-da-te mascherate da “passeggiate per la legalità”.\r\nDa qualche settimana il governo, per soddisfare le richieste della VI circoscrizione e dell’assessore regionale alle politiche sociali, ha deciso di destinare in Barriera una parte delle truppe destinate a Torino per l’operazione “strade sicure”. Il quartiere è stato pesantemente militarizzato, con controlli ossessivi in ogni angolo, per spingere un po’ più in là il babau di questa periferia: i pusher neri che stazionano agli angoli in attesa dei clienti.\r\nLa campagna elettorale è ormai entrata nel vivo. Quando finirà chi vive in Barriera scoprirà di essere pover* come prima. Ma più controllat*.\r\n\r\nLa scuola va alla guerra\r\nContinuano a piovere segnalazioni di nuove iniziative per favorire la militarizzazione delle scuole e l’arruolamento di ragazzi e ragazze.\r\nSi va “dall’ora delle culture aeree” ai centri di orientamento post diploma che mettono al primo posto le carriere militari.\r\nIn una scuola di Mirafiori la dirigenza scolastica ha deciso di chiudere la mensa per una settimana, una punizione collettiva per non aver denunciato gli autor* di un paio di scritte.\r\nAi docenti un recente decreto mette il bavaglio vietando le critiche pubbliche alla scuola.\r\n\r\nSpaccare l’atomo in quattro\r\nIl 16 febbraio, ci sarà una serata di informazione e confronto sul nucleare.\r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”\r\nIl nucleare, travestito da energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia “pulita” che non compromette il clima.\r\nNon bastano i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> di Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di legittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”. Una favola, una delle tante che si raccontano sul nucleare, prima tra tutte quella del “nucleare di quarta generazione” venduto come obiettivo realizzato e che, invece, non esiste. \r\nCon Angelo Tartaglia abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui discuteremo venerdì 16 febbraio alle ore 21 alla FAT, in corso Palermo 46\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 16 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nSpaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare\r\nIl nucleare, travestito da energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia “pulita” che non compromette il clima.\r\nNon bastano i \u003Cmark>disastri\u003C/mark> di Cernobyl e Fukushima a far desistere la lobby atomica.\r\nI maghi dell’atomo tentano ancora una volta di legittimare questa tecnologia pericolosa, verniciandola di verde e raccontandoci la storiella del nucleare di quarta generazione “nuovo” e “sicuro”. Il “nucleare di quarta generazione” viene spacciato per obiettivo realizzato e, invece, non esiste.\r\nMa.\r\nEsistono e continuano ad essere pericolose le scorie che, nonostante le centrali nucleari italiane siano chiuse da decenni, restano una questione irrisolta e, probabilmente, irresolubile. \r\nIntrodurrà l’incontro Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”\r\n\r\nSabato 24 febbraio\r\nA due anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nGiornata di lotta antimilitarista\r\nore 15 piazza Castello\r\nCon i disertori di tutte le guerre\r\nContro tutti gli eserciti e i nazionalismi, per un mondo senza frontiere\r\nInterventi, musica, azioni performanti\r\nConcerto di Alessio Lega\r\n\r\nSabato 2 marzo\r\nore 14,30 corso Palermo angolo via Sesia\r\nVia i militari da Barriera!\r\nLa vera sicurezza è un mondo senza fascisti, senza polizia, senza sfruttamento. Un mondo di liberi ed uguali.\r\nA chi vive in Barriera serve una sanità gratuita ed efficiente, che garantisca a tutt* prevenzione e cura. Servono trasporti pubblici gratuiti, case, scuole.\r\nFacciamola finita con i lavori precari, pericolosi, mal pagati: la sicurezza è lavorare molto meno con buoni salari per tutti.\r\nPresidio con interventi, musica, pannelli info e quello ciascuno vuol portare in piazza…\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[503],{"field":93,"matched_tokens":504,"snippet":500,"value":501},[67],{"best_field_score":158,"best_field_weight":227,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":228,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":357,"first_q":67,"per_page":292,"q":67},10,["Reactive",510],{},["Set"],["ShallowReactive",513],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$ftzW2HO-WCVZcvyixKJr6mLiynqUVEOnfIbtVe9NiL7U":-1},true,"/search?query=disastri"]