","Burkina Faso: aggiornamenti dopo il colpo di stato del 16 settembre","post",1443547352,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/burkina-faso/","http://radioblackout.org/tag/colpo-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/movimenti-sindacali/","http://radioblackout.org/tag/movimento-popolare/","http://radioblackout.org/tag/processo-di-transizione/","http://radioblackout.org/tag/sankara/",[69,70,31,29,35,23],"Burkina Faso","colpo di stato",{"post_content":72,"post_title":79,"tags":82},{"matched_tokens":73,"snippet":77,"value":78},[74,75,76],"processo","di","transizione","1.300 uomini) hanno interrotto il \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> in atto e, guidati dal","Ouagadougou. Il 16 settembre scorso i militari del Reggimento \u003Cmark>di\u003C/mark> sicurezza presidenziale (Rsp, corpo d’élite \u003Cmark>di\u003C/mark> 1.300 uomini) hanno interrotto il \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> in atto e, guidati dal generale Diendéré, hanno preso in ostaggio il governo e il presidente. L'Rsp e Dienderé rappresentano il braccio armato del deposto presidente Blaise Compaoré - da 27 anni al potere e responsabile dell'assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> Thomas Sankara - in seguito alle enormi mobilitazioni popolari dell'ottobre scorso. Il prossimo 11 ottobre avrebbero dovuto svolgersi le elezioni per avviare un percorso \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> e cambiamento per il paese e che avrebbe visto prima \u003Cmark>di\u003C/mark> tutto la scomparsa dell'ex generale golpista Compaoré dalle liste elettorali.\r\n\r\nNel corso del recente golpe ci sono stati molti scontri con un saldo \u003Cmark>di\u003C/mark> almeno 17 morti e circa 200 feriti. Il sospetto purtroppo è che molti altri corpi \u003Cmark>di\u003C/mark> manifestanti uccisi siano invece stati occultati dall'Rsp. A nulla sono servite la violenza e la repressione messa in atto dai militari: la forza e la determinazione dei movimenti popolari in tutto il paese ha \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto bloccato il colpo \u003Cmark>di\u003C/mark> stato rendendo impossibile l'agibilità politica e geografica dei golpisti. Nella capitale si è resistito strada per strada e contemporaneamente l'Unione Africana ha giocato un ruolo \u003Cmark>di\u003C/mark> mediazione importante per la ripresa del \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark>. Da circa due giorni è tornata la calma nella capitale Ouagadougou e il corpo dell'Rsp è stato ufficialmente sciolto mediante un decreto presidenziale urgente.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo parlato con Francesca, una compagna che vive in Burkina da molti anni, per capire meglio la situazione attuale e gli scenari futuri. Ascolta il contributo\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":81},[75],"Burkina Faso: aggiornamenti dopo il colpo \u003Cmark>di\u003C/mark> stato del 16 settembre",[83,85,88,90,92,95],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[75],"colpo \u003Cmark>di\u003C/mark> stato",{"matched_tokens":89,"snippet":31},[],{"matched_tokens":91,"snippet":29},[],{"matched_tokens":93,"snippet":94},[74,75,76],"\u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark>",{"matched_tokens":96,"snippet":23},[],[98,105,108],{"field":36,"indices":99,"matched_tokens":101,"snippets":104},[100,22],4,[102,103],[74,75,76],[75],[94,87],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":77,"value":78},"post_content",[74,75,76],{"field":109,"matched_tokens":110,"snippet":81,"value":81},"post_title",[75],1736172819517538300,{"best_field_score":113,"best_field_weight":114,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":115,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":117,"highlight":137,"highlights":145,"text_match":150,"text_match_info":151},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":48,"id":120,"is_sticky":48,"permalink":121,"post_author":51,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":54,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_thumbnail_html":126,"post_title":127,"post_type":59,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":133},[45],[47],"78943","http://radioblackout.org/2022/12/oltre-l8-dicembre-no-tav-per-un-futuro-a-difesa-dei-territori-e-di-chi-li-abita/","La marcia popolare no tav di questo 8 dicembre ha dimostrato grande forza e soprattutto ha sottolineato i temi centrali oggi: dall'opposizione alla guerra, alla lotta per un futuro più accessibile e collettivo rappresentato dai moltissimi giovani presenti, alla quotidiana lotta per difendere i territori e chi li abita a fronte di un sistema devastatore, mortifero e che ha come unica priorità l'estrazione di profitto da quelle che vengono chiamate zone di sacrificio.\r\n\r\nAbbiamo parlato con Filippo di Recommon della situazione in Sardegna, territorio già martoriato dall'estrattivismo, dalla presenza di basi militari e dalla ferocia della speculazione, oggi anche oggetto di un processo di metanizzazione. Analizzando il ruolo di Snam, società operatrice del sistema di trasporto del gas, è importante sottolineare come i progetti di infrastrutture per il gas scrivono un destino di estrazione e di devastazione ambientale che nulla hanno a che vedere con un processo di transizione ecologica sostenibile per i territori.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/Sardegna-recommon-2022_12_09_2022.12.09-09.00.00-escopost-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nParlando di lotte territoriali che difendono il proprio spazio di vita di fronte ad attacchi sempre più diretti della controparte, abbiamo fatto il punto della situazione a Coltano rispetto al movimento No Base che si batte contro la possibilità che ettari di riserva naturale, abitazioni, luoghi di vita vengano rasi al suolo per impiantare una base militare, sinonimo di spreco di risorse pubbliche e di militarizzazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/8-dicembre-no-tav-e-coltano-2022_12_09_2022.12.09-10.00.00-escopost-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE, infine, insieme a Monica Quirico storica, honorary research fellow presso l'Istituto di storia contemporanea della Södertörn University di Stoccolma, abbiamo analizzato la decisione della destra in Svezia di fermare l'alta velocità a partire da un suo articolo apparso su Volerelaluna. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/Svezio-no-alta-velocita-2022_12_09_2022.12.09-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","12 Dicembre 2022","2022-12-16 15:14:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/318844720_875765430113004_7375658959425372387_n.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Oltre l'8 dicembre No Tav per un futuro a difesa dei territori e di chi li abita.",1670847455,[130,131,132],"http://radioblackout.org/tag/8-dicembre/","http://radioblackout.org/tag/marcia-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/movimento-no-base/",[134,135,136],"8 dicembre","marcia no tav","movimento no base",{"post_content":138,"post_title":142},{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":141},[74,75,76],"a che vedere con un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> ecologica sostenibile per i territori.\r","La marcia popolare no tav \u003Cmark>di\u003C/mark> questo 8 dicembre ha dimostrato grande forza e soprattutto ha sottolineato i temi centrali oggi: dall'opposizione alla guerra, alla lotta per un futuro più accessibile e collettivo rappresentato dai moltissimi giovani presenti, alla quotidiana lotta per difendere i territori e chi li abita a fronte \u003Cmark>di\u003C/mark> un sistema devastatore, mortifero e che ha come unica priorità l'estrazione \u003Cmark>di\u003C/mark> profitto da quelle che vengono chiamate zone \u003Cmark>di\u003C/mark> sacrificio.\r\n\r\nAbbiamo parlato con Filippo \u003Cmark>di\u003C/mark> Recommon della situazione in Sardegna, territorio già martoriato dall'estrattivismo, dalla presenza \u003Cmark>di\u003C/mark> basi militari e dalla ferocia della speculazione, oggi anche oggetto \u003Cmark>di\u003C/mark> un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> metanizzazione. 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Inoltre, abbiamo parlato delle mobilitazioni di piazza che affollato le città di tutto il Myanmar e che vedono prendere spunto dalle manifestazioni in Thailandia e Hong Kong.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/myanmar.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2021","2021-02-12 12:04:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img-1024x641.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img-768x481.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/img.jpg 1206w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Myanmar, Golpe e proteste di piazza: il punto",1613131489,[169,170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/golpe/","http://radioblackout.org/tag/manifestazioni/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[174,175,176,177],"golpe","manifestazioni","myanmar","proteste",{"post_content":179,"post_title":183},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[74,75,76],"2010 e il 2011 un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> ha portato ad una sorta","Il Myanmar è stato uno dei paesi più ricchi del sud est asiatico ma dal '62 è stato colpito da una serie \u003Cmark>di\u003C/mark> colpi \u003Cmark>di\u003C/mark> stato e 50 anni \u003Cmark>di\u003C/mark> giunte militari che hanno trasformato il paese in uno dei più isolati e poveri del mondo. 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Il computo dei morti della strage di lunedì 3 giugno 2019 si ferma a 108; i militari hanno chiuso tutti i varchi e cominciato a sparare sul sit-in dei dimostranti che da due mesi chiedono il passaggio del potere ai civili per organizzare elezioni che mancano da 30 anni nel paese schiacciato tra Egitto (e l'evoluzione degli ultimi eventi somigliano alla presa del potere di Al-Sisi), Sahel (e le pulsioni che da lì derivano) e il corno d'Africa (e il leader etiope si è proposto come mediatore senza ancora riuscire a portare le parti al negoziato). La strage è stata rubricata dalle parole del premier, dicendo che «le operazioni per ripulire l'area ci sono sfuggite di mano». Un momento molto delicato per l'imponente movimento che è riuscito a cacciare Al-Bashir e due delle figure più eminenti dell'opposizione alla giunta militare sono stati arrestati subito dopo aver incontrato il premier. L'ennesima prova di forza dell'esercito sudanese è giunta dopo che i colloqui fra il Consiglio militare di transizione (Tmc) e le sigle dell’opposizione racchiuse nel cartello delle Forze per la libertà ed il cambiamento (Ffc) si sono interrotti, provocando il deragliamento del difficile processo di transizione del potere avviato dopo la deposizione del presidente Omar al Bashir e la salita al potere dei militari del Tmc: il consiglio ha cancellato tutti gli accordi a cui si era pervenuti da quando è stato deposto Bashir.\r\n\r\nRussia e Cina per i loro interessi nella regione hanno bloccato una risoluzione dell'Onu per intervenire nel paese africano. Invece il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana ha sospeso la partecipazione del Sudan a tutte le sue attività. Il provvedimento è stato preso “con effetto immediato fino all'effettiva istituzione di un'autorità di transizione guidata da civili, che rappresenta l'unico modo per consentire al Sudan di uscire dall'attuale crisi”. I giovani sono pronti a proseguire la lotta per conseguire quel cambiamento avviato ormai con la fine del regime e che rischia di essere soffocato dalla potenza delle armi e dei capitali investiti dall'estero per assicurare la conferma del controllo coloniale del paese nella collocazione geostrategica voluta da Bashir.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele Masto, africanista e redattore di \"AfricaRivista\":\r\n\r\nCongiuntura nevralgica per l'evoluzione sudanese","9 Giugno 2019","2019-06-09 11:00:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan: la repressione militare foraggiata dai sauditi",1560078057,[206,207,208,209,210],"http://radioblackout.org/tag/bashir/","http://radioblackout.org/tag/consiglio-militare-di-transizione/","http://radioblackout.org/tag/nilo/","http://radioblackout.org/tag/sauditi/","http://radioblackout.org/tag/sudan/",[212,213,214,215,15],"Bashir","Consiglio militare di transizione","Nilo","Sauditi",{"post_content":217,"tags":221},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[74,75,76],"provocando il deragliamento del difficile \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> del potere avviato dopo la","L'orrore dei cadaveri gettati nel Nilo è l'immagine che sancisce la svolta repressiva dei militari, che erano puntello del regime \u003Cmark>di\u003C/mark> Bashir e sono foraggiati da Emirati, Sauditi e Al Sisi, il peggio dei reazionari dell'area. Il computo dei morti della strage \u003Cmark>di\u003C/mark> lunedì 3 giugno 2019 si ferma a 108; i militari hanno chiuso tutti i varchi e cominciato a sparare sul sit-in dei dimostranti che da due mesi chiedono il passaggio del potere ai civili per organizzare elezioni che mancano da 30 anni nel paese schiacciato tra Egitto (e l'evoluzione degli ultimi eventi somigliano alla presa del potere \u003Cmark>di\u003C/mark> Al-Sisi), Sahel (e le pulsioni che da lì derivano) e il corno d'Africa (e il leader etiope si è proposto come mediatore senza ancora riuscire a portare le parti al negoziato). La strage è stata rubricata dalle parole del premier, dicendo che «le operazioni per ripulire l'area ci sono sfuggite \u003Cmark>di\u003C/mark> mano». Un momento molto delicato per l'imponente movimento che è riuscito a cacciare Al-Bashir e due delle figure più eminenti dell'opposizione alla giunta militare sono stati arrestati subito dopo aver incontrato il premier. L'ennesima prova \u003Cmark>di\u003C/mark> forza dell'esercito sudanese è giunta dopo che i colloqui fra il Consiglio militare \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> (Tmc) e le sigle dell’opposizione racchiuse nel cartello delle Forze per la libertà ed il cambiamento (Ffc) si sono interrotti, provocando il deragliamento del difficile \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> del potere avviato dopo la deposizione del presidente Omar al Bashir e la salita al potere dei militari del Tmc: il consiglio ha cancellato tutti gli accordi a cui si era pervenuti da quando è stato deposto Bashir.\r\n\r\nRussia e Cina per i loro interessi nella regione hanno bloccato una risoluzione dell'Onu per intervenire nel paese africano. Invece il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana ha sospeso la partecipazione del Sudan a tutte le sue attività. Il provvedimento è stato preso “con effetto immediato fino all'effettiva istituzione \u003Cmark>di\u003C/mark> un'autorità \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> guidata da civili, che rappresenta l'unico modo per consentire al Sudan \u003Cmark>di\u003C/mark> uscire dall'attuale crisi”. I giovani sono pronti a proseguire la lotta per conseguire quel cambiamento avviato ormai con la fine del regime e che rischia \u003Cmark>di\u003C/mark> essere soffocato dalla potenza delle armi e dei capitali investiti dall'estero per assicurare la conferma del controllo coloniale del paese nella collocazione geostrategica voluta da Bashir.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele Masto, africanista e redattore \u003Cmark>di\u003C/mark> \"AfricaRivista\":\r\n\r\nCongiuntura nevralgica per l'evoluzione sudanese",[222,224,227,229,231],{"matched_tokens":223,"snippet":212},[],{"matched_tokens":225,"snippet":226},[75,76],"Consiglio militare \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark>",{"matched_tokens":228,"snippet":214},[],{"matched_tokens":230,"snippet":215},[],{"matched_tokens":232,"snippet":15},[],[234,236],{"field":106,"matched_tokens":235,"snippet":219,"value":220},[74,75,76],{"field":36,"indices":237,"matched_tokens":238,"snippets":240},[22],[239],[75,76],[226],{"best_field_score":152,"best_field_weight":153,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":154,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":243,"highlight":257,"highlights":265,"text_match":150,"text_match_info":270},{"cat_link":244,"category":245,"comment_count":48,"id":246,"is_sticky":48,"permalink":247,"post_author":51,"post_content":248,"post_date":249,"post_excerpt":54,"post_id":246,"post_modified":250,"post_thumbnail":251,"post_thumbnail_html":252,"post_title":253,"post_type":59,"sort_by_date":254,"tag_links":255,"tags":256},[45],[47],"54226","http://radioblackout.org/2019/05/sudan-transizione-post-bashir-in-bilico/","Un movimento ampio e inedito ha portato alle dimissioni, dopo un trentennio, del presidente sudanese al Bashir (ne avevamo già parlato qui e qui). La transizione politica resta però in bilico. Pochi giorni fa sono stati sospesi i colloqui tra il Consiglio militare di transizione del Sudan e le forze di opposizione che denunciano come si voglia far tornare in sella una parte dei partiti legati all’ex-presidente. Le tensioni politiche si accompagnano a veri e propri agguati contro i manifestanti, a Khartoum gruppi militari hanno aperto il fuoco contro le persone scese in piazze decise a non smobilitare fino a quando il lascito della rivoluzione non sarà definitivamente preservato da eventuali colpi di coda.\r\nAbbiamo cercato di vederci più chiaro sul difficile processo di transizione democratica con Antonella Napoli, direttrice di Focus on Africa\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/sudan.mp3\"][/audio]","22 Maggio 2019","2019-05-22 12:43:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/donne-sudan-3.jpg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan: transizione post bashir in bilico",1558528948,[210],[15],{"post_content":258,"post_title":262},{"matched_tokens":259,"snippet":260,"value":261},[74,75,76],"vederci più chiaro sul difficile \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> democratica con Antonella Napoli, direttrice","Un movimento ampio e inedito ha portato alle dimissioni, dopo un trentennio, del presidente sudanese al Bashir (ne avevamo già parlato qui e qui). 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Instance vérité et dignité (Ivd) - creata a dicembre del 2013 con la Legge della giustizia di transizione con un mandato di 5 anni, durante i quali dovrà scoprire la verità su violazioni dei diritti umani e crimini commessi compiuti sotto il regime di Habib Bourguiba, leader dell'indipendenza della Tunisia dalla Francia e primo presidente del Paese, e sotto la dittatura di Zine el Adbidine Ben Ali, cacciato nel 2011 dopo 23 anni al potere.\r\n\r\n \r\n\r\nUn momento storico per il paese, con cui la Tunisia ha potuto ascoltare in diretta la voce delle vittime, che hanno denunciato non solo storie di tortura e atrocità commesse sui corpi degli oppositori politici, ma hanno anche riportato all’attenzione le parole della rivoluzione: lavoro, libertà e dignità.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo parlato degli obiettivi di questo processo di giustizia di transizione e della sua portata con Debora Delpistoia, responsabile in Tunisia della ONG Cospe:\r\n\r\ntunisia_delp\r\n\r\n \r\n\r\nPer approfondire leggi anche: \"Memoria e verità, il futuro della Tunisia\" di TunisiaInRed","24 Novembre 2016","2016-11-25 12:38:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/15056465_10208796658808207_1043065693341407717_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/15056465_10208796658808207_1043065693341407717_n-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/15056465_10208796658808207_1043065693341407717_n-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/15056465_10208796658808207_1043065693341407717_n-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/15056465_10208796658808207_1043065693341407717_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tunisia, si aprono i lavori della commissione per la giustizia di transizione",1479990557,[285,286,287],"http://radioblackout.org/tag/ben-ali/","http://radioblackout.org/tag/istanza-verita-e-dignita/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[289,290,291],"ben ali","Istanza Verità e Dignità","tunisia",{"post_content":293,"post_title":297},{"matched_tokens":294,"snippet":295,"value":296},[75,74,75,75,76],"parlato degli obiettivi \u003Cmark>di\u003C/mark> questo \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> giustizia \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> e della sua portata con","A 6 anni \u003Cmark>di\u003C/mark> distanza dalla rivoluzione che alla fine all’inizio del 2011 portò alla cacciata del dittatore Ben Ali, la Tunisia affronta la storia degli ultimi 60 anni del paese, cioè da un anno prima che la Tunisia ottenesse l'indipendenza dalla Francia fino al dicembre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 17 novembre sono infatti iniziate le audizioni pubbliche della 'Commissione verità e dignità' - 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I due paesi si scambiano accuse e spiccano mandati di arresto reciproci tra i due presidenti, intanto sul piano diplomatico il Messico non invita la corona di Spagna alla cerimonia d'insediamento della nuova presidente Claudia Sheinbaum a causa delle sue mancate scuse per i crimini commessi dagli spagnoli durante la conquista ,ferite che ancora bruciano.\r\n\r\nIl modello Bukele adotatto in El Salvador si propone come soluzione alla violenza diffusa ,meno diritti piu' repressione ,ma le conseguenze di queste politiche repressive si riflettono sullo stato della società civile stretta tra la violenza istituzionale e quella dei narcos che acquisiscono sempre più potere e influenza economica sul continente.\r\n\r\nUn quadro complesso in chiaroscuro che ci rimanda un America Latina nel pieno di un processo di transizione in cui si sovrappongono diversi modelli di società a volte contrapposti , con contraddizioni e fratture sociali derivate dalle eterne disuguaglianze che sono ben lungi dal ricomporsi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Miavaldi ,profondo conoscitore della realtà indiana, parliamo dell'India e dei sommovimenti alla sua periferia in Sri Lanka e Bangladesh.\r\n\r\nNel contesto frammentato ed attraversato dagli eventi bellici che sta ridefinendo gli equilibri internazionali ,l'India ha una postura di equidistanza fra i blocchi che si stanno profilando. Da una parte è integrata nei BRICS dall'altra è all'interno del QUAD un'alleanza militare anti-cinese guidata dagli americani e comprendente anche giapponesi, indiani e australiani. Questa politica è erede della posizione di non allineamento (quando c'erano i due blocchi contrapposti ) di Nehru e di Indira Ghandi, ma il contesto è molto diverso e l'India è un partner commerciale importante della Cina ,nonostante le tensioni ai confini , e al contempo un rivale regionale . Intanto le cose si muovono ai confini del continente indiano ,le dinastie che hanno governato il Bangladesh e lo Sri Lanka sono state estromesse dalle rivolte popolari ,Sheikh Hasina la presidente dal pugno di ferro del Bangladesh è in esilio in India con grave imbarazzo di Modi ,mentre a Dacca il governo ad interim sostenuto dai movimenti studenteschi che hanno promosso la rivolta contro Hasina è guidato dal premio nobel Yunus con la benevola momentanea tolleranza dell'esercito.\r\n\r\nIn Sri Lanka è stato eletto nuovo presidente Anura Kumara Dissanayake leader del Partito nazionale del popolo, coalizione di sinistra che raccoglie anche i JVP il partito del presidente di tendenza marxista rivoluzionaria fondato nel 1965. Dissanayake ha promesso di sviluppare il settore manifatturiero, quello tecnologico e l’agricoltura, ma soprattutto in campagna elettorale si è posto come il candidato anticorruzione, vicino al popolo e garante della trasparenza. Sta rinegoziando con il FMI il prestito che a condizionalità insostenibili per il paese aveva contrattato Rajapaksa, rappresentante della dinastia al potere , le aspettative sono molte dopo il default sul debito ed anche le ferite della guerra civile contro i Tamil durata dal 1983 al 2009 attendono di essere rimarginate .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Miavaldi_2024-09-27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Pamidesse ,di Focus on Africa , approfondiamo la situazione in Sudan e in Corno d'Africa. In Sudan giovedì l’esercito regolare ha iniziato una controffensiva particolarmente intensa, la più grande degli ultimi mesi, nelle zone del paese controllate dal gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che sono concentrate soprattutto nella capitale Khartum. Furiosi combattimenti si registrano a Omdurman, la città gemella di Khartoum nel pieno del centro abitato con conseguenze disastrose per i civili . La guerra che sembrava congelata in una divisione del paese che ricordava lo scenario libico ha avuto quindi un accelerazione dovuta forse al rifornimento di materiale bellico ulteriore da parte degli alleati di Al Burhan (Egitto) e ad un tentativo di acquisire vantaggi sul campo in vista di una eventuale trattativa .\r\n\r\nLe condizioni della popolazione sono spaventose ,è la più grave crisi umanitaria nel mondo e oltre alle devastazioni dovute alla guerra ,le migliaia di sfollati , la carestia che affligge varie parti del paese , le violazioni dei diritti umani e le violenze esercitate dalle parti in conflitto contro la popolazione civile si aggiunge l'epidemia di colera che sta colpendo la capitale.\r\n\r\nTutto ciò avviene in un contesto regionale sempre più teso con l'Egitto che si appresta a trasferire truppe in Somalia in seguito ad un accordo con Mogadiscio in funzione anti Etiopia che invece reclama un accesso al mare in seguito agli accordi con il Somaliland per l'utilizzo in concessione di un tratto di costa sul Mar Rosso. Sullo sfondo le tensioni mai sopite tra Egitto ed Etiopia a proposito della diga del Gerd sul fiume Nilo Azzurro il cui riempimento in atto dal 2020 sta provocando le proteste dell'Egitto e del Sudan che si ritengono danneggiati nell'utilizzo delle risorse idriche del Nilo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Settembre 2024","2024-09-29 13:02:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/09/2024-AMERICA LATINA DISILLUSIONI E RUMORI DI SCIABOLE-SRI LANKA E BANGLADESH ,SOMMOVIMENTI NELLA PERIFERIA INDIANA -SUDAN AL BURHAN ATTACCA KHARTOUM MENTRE IL CORNO D'AFRICA E' SEDUTO SU UNA POLVERIERA.","podcast",1727614931,[373],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[337],{"post_content":376,"post_title":380,"tags":385},{"matched_tokens":377,"snippet":378,"value":379},[75,74,75,76],"Latina nel pieno \u003Cmark>di\u003C/mark> un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> in cui si sovrappongono diversi","In questa puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione con Diego Battistessa ,nostro interlocutore privilegiato per quanto concerne il continente latinoamericano, guardiamo all'insieme dell'America Latina in una fase \u003Cmark>di\u003C/mark> ridefinizione degli equilibri regionali scandita anche da cupe reminescenze golpiste che inquietano il presidente della Colombia Petro e l'Honduras \u003Cmark>di\u003C/mark> Xiomara Castro .Inoltre ci sono tensioni sempre più acute fra il Venezuela \u003Cmark>di\u003C/mark> Maduro ,deluso dal mancato sostegno \u003Cmark>di\u003C/mark> alcuni governi latinoamericani supposti amici , e L'Argentina \u003Cmark>di\u003C/mark> Milei dove il tasso \u003Cmark>di \u003C/mark> povertà è arrivato al 52,9 % grazie alle politiche ultraliberiste del \"loco\". I due paesi si scambiano accuse e spiccano mandati \u003Cmark>di\u003C/mark> arresto reciproci tra i due presidenti, intanto sul piano diplomatico il Messico non invita la corona \u003Cmark>di\u003C/mark> Spagna alla cerimonia d'insediamento della nuova presidente Claudia Sheinbaum a causa delle sue mancate scuse per i crimini commessi dagli spagnoli durante la conquista ,ferite che ancora bruciano.\r\n\r\nIl modello Bukele adotatto in El Salvador si propone come soluzione alla violenza diffusa ,meno diritti piu' repressione ,ma le conseguenze \u003Cmark>di\u003C/mark> queste politiche repressive si riflettono sullo stato della società civile stretta tra la violenza istituzionale e quella dei narcos che acquisiscono sempre più potere e influenza economica sul continente.\r\n\r\nUn quadro complesso in chiaroscuro che ci rimanda un America Latina nel pieno \u003Cmark>di\u003C/mark> un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> in cui si sovrappongono diversi modelli \u003Cmark>di\u003C/mark> società a volte contrapposti , con contraddizioni e fratture sociali derivate dalle eterne disuguaglianze che sono ben lungi dal ricomporsi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-26092024-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Miavaldi ,profondo conoscitore della realtà indiana, parliamo dell'India e dei sommovimenti alla sua periferia in Sri Lanka e Bangladesh.\r\n\r\nNel contesto frammentato ed attraversato dagli eventi bellici che sta ridefinendo gli equilibri internazionali ,l'India ha una postura \u003Cmark>di\u003C/mark> equidistanza fra i blocchi che si stanno profilando. Da una parte è integrata nei BRICS dall'altra è all'interno del QUAD un'alleanza militare anti-cinese guidata dagli americani e comprendente anche giapponesi, indiani e australiani. Questa politica è erede della posizione \u003Cmark>di\u003C/mark> non allineamento (quando c'erano i due blocchi contrapposti ) \u003Cmark>di\u003C/mark> Nehru e \u003Cmark>di\u003C/mark> Indira Ghandi, ma il contesto è molto diverso e l'India è un partner commerciale importante della Cina ,nonostante le tensioni ai confini , e al contempo un rivale regionale . Intanto le cose si muovono ai confini del continente indiano ,le dinastie che hanno governato il Bangladesh e lo Sri Lanka sono state estromesse dalle rivolte popolari ,Sheikh Hasina la presidente dal pugno \u003Cmark>di\u003C/mark> ferro del Bangladesh è in esilio in India con grave imbarazzo \u003Cmark>di\u003C/mark> Modi ,mentre a Dacca il governo ad interim sostenuto dai movimenti studenteschi che hanno promosso la rivolta contro Hasina è guidato dal premio nobel Yunus con la benevola momentanea tolleranza dell'esercito.\r\n\r\nIn Sri Lanka è stato eletto nuovo presidente Anura Kumara Dissanayake leader del Partito nazionale del popolo, coalizione \u003Cmark>di\u003C/mark> sinistra che raccoglie anche i JVP il partito del presidente \u003Cmark>di \u003C/mark> tendenza marxista rivoluzionaria fondato nel 1965. Dissanayake ha promesso \u003Cmark>di\u003C/mark> sviluppare il settore manifatturiero, quello tecnologico e l’agricoltura, ma soprattutto in campagna elettorale si è posto come il candidato anticorruzione, vicino al popolo e garante della trasparenza. Sta rinegoziando con il FMI il prestito che a condizionalità insostenibili per il paese aveva contrattato Rajapaksa, rappresentante della dinastia al potere , le aspettative sono molte dopo il default sul debito ed anche le ferite della guerra civile contro i Tamil durata dal 1983 al 2009 attendono \u003Cmark>di\u003C/mark> essere rimarginate .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Miavaldi_2024-09-27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Pamidesse ,\u003Cmark>di\u003C/mark> Focus on Africa , approfondiamo la situazione in Sudan e in Corno d'Africa. In Sudan giovedì l’esercito regolare ha iniziato una controffensiva particolarmente intensa, la più grande degli ultimi mesi, nelle zone del paese controllate dal gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF), che sono concentrate soprattutto nella capitale Khartum. Furiosi combattimenti si registrano a Omdurman, la città gemella \u003Cmark>di\u003C/mark> Khartoum nel pieno del centro abitato con conseguenze disastrose per i civili . 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La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori 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peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine \u003Cmark>di\u003C/mark> morti al giorno. La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia \u003Cmark>di\u003C/mark> AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte \u003Cmark>di\u003C/mark> sinistra e non garantisce l'unità \u003Cmark>di\u003C/mark> azione delle forze \u003Cmark>di\u003C/mark> opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano \u003Cmark>di\u003C/mark> invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi \u003Cmark>di\u003C/mark> verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo \u003Cmark>di \u003C/mark> Ahmed che continua con la sua politica \u003Cmark>di \u003C/mark> accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato \u003Cmark>di \u003C/mark> Karthoum ,centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> profughi in fuga alla ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito \u003Cmark>di \u003C/mark> Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF \u003Cmark>di\u003C/mark> Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> consolidamento \u003Cmark>di\u003C/mark> un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco \u003Cmark>di\u003C/mark> Atlante delle guerre ,parliamo \u003Cmark>di \u003C/mark> WARS una mostra fotografica dedicata alle foto \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla \u003Cmark>di \u003C/mark> guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":420,"snippet":421,"value":422},[382],"BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 14/09/2023- CILE A 50","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",[424],{"matched_tokens":425,"snippet":388,"value":388},[75],[427,429,431],{"field":106,"matched_tokens":428,"snippet":417,"value":418},[74,75,76],{"field":109,"matched_tokens":430,"snippet":421,"value":422},[382],{"field":36,"indices":432,"matched_tokens":433,"snippets":435,"values":436},[48],[434],[75],[388],[388],{"best_field_score":152,"best_field_weight":153,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":401,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":439,"highlight":451,"highlights":456,"text_match":305,"text_match_info":459},{"comment_count":48,"id":440,"is_sticky":48,"permalink":441,"podcastfilter":442,"post_author":443,"post_content":444,"post_date":445,"post_excerpt":54,"post_id":440,"post_modified":446,"post_thumbnail":54,"post_title":447,"post_type":370,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":450},"96359","http://radioblackout.org/podcast/otto-marzo-giornata-internazionale-della-donna-lavoratrice-aggiornamento-dalla-campagna-defend-rojava/",[326],"Alessandro","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. 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Successivamente, il primo Congresso \u003Cmark>di\u003C/mark> liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne \u003Cmark>di\u003C/mark> diverse aree \u003Cmark>di\u003C/mark> discutere i loro problemi, \u003Cmark>di\u003C/mark> criticare e autocriticarsi, \u003Cmark>di\u003C/mark> definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito \u003Cmark>di\u003C/mark> difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa \u003Cmark>di\u003C/mark> radicalmente nuovo, \u003Cmark>di\u003C/mark> qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e \u003Cmark>di\u003C/mark> liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte \u003Cmark>di\u003C/mark> liberazione nazionale, la mancanza \u003Cmark>di\u003C/mark> profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme \u003Cmark>di\u003C/mark> oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi \u003Cmark>di\u003C/mark> oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica \u003Cmark>di\u003C/mark> violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva \u003Cmark>di\u003C/mark> Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma \u003Cmark>di\u003C/mark> autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche \u003Cmark>di\u003C/mark> questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere \u003Cmark>di\u003C/mark> Imrali, un messaggio \u003Cmark>di\u003C/mark> speranza e \u003Cmark>di\u003C/mark> affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti \u003Cmark>di\u003C/mark> una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme \u003Cmark>di\u003C/mark> città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado \u003Cmark>di\u003C/mark> rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova \u003Cmark>di\u003C/mark> socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito \u003Cmark>di\u003C/mark> questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore \u003Cmark>di\u003C/mark> Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!",[457],{"field":106,"matched_tokens":458,"snippet":454,"value":455},[75,76,74],{"best_field_score":307,"best_field_weight":153,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":460,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819248578673",{"document":462,"highlight":475,"highlights":480,"text_match":483,"text_match_info":484},{"comment_count":48,"id":463,"is_sticky":48,"permalink":464,"podcastfilter":465,"post_author":466,"post_content":467,"post_date":468,"post_excerpt":54,"post_id":463,"post_modified":469,"post_thumbnail":470,"post_title":471,"post_type":370,"sort_by_date":472,"tag_links":473,"tags":474},"78977","http://radioblackout.org/podcast/stati-uniti-e-cina-dove-va-la-globalizzazione/",[322],"cattivipensieri","In questa seconda puntata puntiamo ad inquadrare l'attuale conflitto in Ucraina nel più ampio scontro che si profila all'orizzonte tra gli Stati uniti e Cina, e lo facciamo in compagnia di Raffaele Sciortino, ricercatore indipendente, dottore di ricerca in studi politici e relazioni internazionali, autore del recente volume \"STATI UNITI E CINA ALLO SCONTRO GLOBALE - Strutture, strategie, contingenza\" (Asterios, 2022), che qui presentiamo ai nostri microfoni.\r\n\r\n\"A più di dieci anni dall’innesco della crisi mondiale la globalizzazione è entrata in una fase critica e con essa il rapporto asimmetrico Usa/Cina che ne è stato fin qui il perno. Da un lato, il capitalismo cinese in ascesa ha in teoria ampi margini di sviluppo – anche se non più nella forma eroica dell’“accumulazione socialista” isolata dal mercato mondiale – ma la coesistenza non conflittuale con l’Occidente imperialista si sta rivelando una strada sempre meno praticabile. Sul fronte opposto, l’egemone mondiale nello svolgere una funzione ordinativa a tutt’oggi indispensabile a scala internazionale - suggellata dal dollaro moneta mondiale - opera un prelievo sempre più oneroso e destabilizzante per il capitalismo nel suo insieme.\"\r\n\r\nCosa lascia prefigurare l'attuale ritorno della guerra alle porte dell'Europa? Siamo davvero di fronte ad un processo di de-globalizzazione? Possiamo parlare di una fase di transizione egemonica, o sul piatto vi è una ristrutturazione complessiva del capitalismo mondiale? Nell'intrecciare vicenda geopolitica e questione sociale, proviamo ad ipotizzare quali scenari si aprono nello scontro globale all'orizzonte.\r\n\r\nNella seconda parte della puntata, rimaniamo in Cina per presentare un altro volume di recente pubblicazione: \"IL SORGO E L'ACCIAIO - iI regime sviluppista socialista e la costruzione della Cina contemporanea\" (Porfido Edizioni, 2022) del collettivo comunista Chuang, ricostruzione storica, economica e sociale della Cina maoista. Un viaggio alla ricerca dei nodi e dei passaggi che hanno portato alla trasformazione del Paese in uno dei due poli (asimmetrici) del capitalismo globale, alle radici di quel rapporto dialettico tra Partito Comunista Cinese e spinte sociali dal basso, ancora oggi chiave interpretativa importante per comprendere i conflitti sociali nel gigante asiatico.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/La-fine-della-fine-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer approfondire:\r\n\r\nhttps://www.machina-deriveapprodi.com/post/introduzione-a-stati-uniti-e-cina-allo-scontro-globale\r\n\r\nhttps://www.infoaut.org/approfondimenti/%E9%97%AFchuang-il-sorgo-e-lacciaio-il-regime-sviluppista-socialista-e-la-costruzione-della-cina-contemporanea\r\n\r\n \r\n\r\n ","16 Dicembre 2022","2023-02-23 12:05:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/1671216249036-200x110.jpg","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #2 – Stati Uniti e Cina: dove va la Globalizzazione?",1671221013,[],[],{"post_content":476},{"matched_tokens":477,"snippet":478,"value":479},[75,74,75,75,75,76],"davvero \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte ad un \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> de-globalizzazione? 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Si parte dalla distanza fra l'ideologia liberal democratica e le prassi autoritarie di gestione del comando capitalista in questa fase in cui il capitalismo americano esprime delle tendenze oligarchiche conseguenza anche dei processi di deindustrializzazione,che hanno creato una classe di oligopolisti dell'economia digitale.\r\n\r\nL'emergere della Cina che si presenta come un paese ipercapitalista e concorrente sottraendosi alla cooptazione subordinata nel processo di globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto storico che s'interseca con la crisi morale ed etica del modello made in U.S.A. L'impoverimento di fasce non residuali della classe media americana ,la crisi dovuta all'insostenibilità dell'interventismo globale ,la corrosione dell'ideologia del destino manifesto sono consueguenze delle sfide al modello di globalizzazione americana portate dall'esterno in particolare dall'emergere di coalizioni di stati che mirano a definire un diritto d'interdizione al processo egemonico yankee . La divisione interna ci rimanda ad una società americana spaccata divisa per gruppi ideologici e sociali che non comunicano ,il modello economico non funziona per molti americani ,il sistema politico è disfunzionale ,le disuguagliaze si accrescono , per le classi dirigenti si pone un problema di recupero di funzionalità del modello economico in crisi anche per la sovraestensione della politica estera americana in chiave regolatrice ed egemonica.\r\n\r\nIl modello di globalizzazione post 1989 è arrivato al capolinea ,si prospettano politiche protezioniste a suon di dazi ,confronto duro con la Cina come dimostrano le scelte di Trump per la sua amministrazione, una crescente militarizzazione della politica estera, la ricostituzione di determinate filiere produttive che prescindano dalla Cina e una frammentazione dell'ordine capitalista con prevedibile instabilita'.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MARONTA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vincenzo Miliucci sorico militante antinucleare parliamo delle contraddizioni della Cop 29 che si sta tenendo a Baku nell'Azerbaigian, stato autoritario governato dalla dinastia degli Alev ,grande sostenitore delle produzioni fossili e paese da cui partono i tubi del TAP . Le promesse della Cop di Parigi di cancellare il 100% delle emissioni di Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite di funzionari delle compagnie petrolifere a caccia di affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento di Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico e con un’economia di mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni di consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti di produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore di Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio di transizione che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati di corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie di comunicazione d'interesse logistico per il traffico di stupefacenti di cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo di una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine di migliaia di sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia di essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","17 Novembre 2024","2024-11-17 12:18:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/11/2024-DECLINO DELL'EGEMONIA AMERICANA E DEGLOBALIZZAZIONE-COP29 L'INUTILE PARATA DELLE LOBBIES DEL FOSSILE-HAITI LA CRISI POLITICA E LO STRATOPOTERE DELLE GANG.",1731845911,[373],[337],{"post_content":501,"post_title":505,"tags":508},{"matched_tokens":502,"snippet":503,"value":504},[74,75],"sottraendosi alla cooptazione subordinata nel \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> globalizzazione americana ,costituisce un imprevisto","Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione in questa puntata si confronta con Fabrizio Maronta consigliere scientifico e responsabile delle relazioni internazionali \u003Cmark>di\u003C/mark> Limes ,autore del libro \"Deglobalizzazione\". 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Le promesse della Cop \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi \u003Cmark>di\u003C/mark> cancellare il 100% delle emissioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Co2 entro il 2040 sono ben lontane dall'essere realizzate, a Baku non ci sono i paesi che contano, le delegazioni sono imbottite \u003Cmark>di\u003C/mark> funzionari delle compagnie petrolifere a caccia \u003Cmark>di \u003C/mark> affari mentre le associazioni ambientaliste non hanno voce in capitolo. Negli interventi a Baku sgomita la lobby nucleare ,millantando nuovi orizzonti per la fissione nonostante i disastri passati e i rischi ambientali , il governo italiano prepara una legge delega ad hoc per imporre nuovamente questa scelta nefasta già respinta con due referendum .Intanto la nuova amministrazione americana del negazionista Trump già annuncia nuove trivellazioni in Alaska e nell'Artico , si continua con le false compensazioni senza porre fine al mercato dei crediti del carbonio , s'intensifica la repressione contro i militanti ambientalisti anche in Italia con le norme contenute nel famigerato DL 1660 ,mentre si continuano ad uccidere gli oppositori della devastazione ambientale in America Latina .\r\n\r\nRicordiamo infine l'insegnamento \u003Cmark>di\u003C/mark> Dario Paccino che fin dal suo libro \"L'imbroglio ecologico\",nonchè con la sua militanza mise in relazione la devastazione ambientale con il modello \u003Cmark>di\u003C/mark> sviluppo capitalistico e con un’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> mercato che produce a prezzi sempre più bassi beni \u003Cmark>di\u003C/mark> consumo sempre meno utili , per Paccino l'ambientalismo pensato e tradotto politicamente senza aver presenti i rapporti \u003Cmark>di\u003C/mark> produzione e le condizioni sociali che generano lo sfruttamento delle risorse rappresentava ipso facto un imbroglio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-MILIUCCI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Roberto Codazzi cooperante e conoscitore \u003Cmark>di\u003C/mark> Haiti ,parliamo della situazione sempre piu' drammatica nell'isola caraibica sconvolta da una instabilità permanente alimentata da una classe dirigente corrotta e dalle gang criminali che ormai controllano il territorio . L'invio dei 600 soldati kenyani come prevedibile non ha sortito alcun effetto sulla situazione sul terreno .Haiti dal 2021 è senza presidente ,ucciso nella sua casa da un commando composto da mercenari colombiani assoldati da haitiani, tre membri del consiglio \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>transizione\u003C/mark> che dovrebbe nominare il primo ministro sono accusati \u003Cmark>di\u003C/mark> corruzione mentre si è dimesso il premier nominato solo 5 mesi fa.\r\n\r\nLe gang gestiscono le vie \u003Cmark>di\u003C/mark> comunicazione d'interesse logistico per il traffico \u003Cmark>di\u003C/mark> stupefacenti \u003Cmark>di\u003C/mark> cui l'isola è diventata un hub rilevante , l'episodio recente degli spari contro un aereo \u003Cmark>di\u003C/mark> una compagnia americana ha portato alla chiusura degli aereoporti e all'isolamento totale dell'isola considerando la chiusura del confine con la repubblica Dominicana . Si contano decine \u003Cmark>di\u003C/mark> migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> sfollati e circa 4000 morti dall'inizio dell'anno ,mentre le deportazioni dagli U.S.A. non si sono mai fermate nonostante i toni xenofobi della campagna elettorale americana che ha individuato gli haitiani residenti a Springfield come obiettivo. Haiti paga ancora l'audacia \u003Cmark>di\u003C/mark> essere stata la prima repubblica nera liberatasi dalla schiavitu' ,un peccato originale mai perdonato dalle potenze coloniali ,prima la Francia con il fardello del debito imposto ad Haiti e poi gli Stati Uniti con l'invasione militare e l'imposizioni della dittatura dei Duvalier.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-DI-ORIONE-14112024-CODAZZI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":507},[382],"BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 14/11/2024-DECLINO DELL'EGEMONIA AMERICANA E DEGLOBALIZZAZIONE-COP29 L'INUTILE PARATA DELLE LOBBIES DEL FOSSILE-HAITI LA CRISI POLITICA E LO STRATOPOTERE DELLE GANG.",[509],{"matched_tokens":510,"snippet":388,"value":388},[75],[512,514,516],{"field":106,"matched_tokens":513,"snippet":503,"value":504},[74,75],{"field":109,"matched_tokens":515,"snippet":507,"value":507},[382],{"field":36,"indices":517,"matched_tokens":518,"snippets":520,"values":521},[48],[519],[75],[388],[388],1733921019837546500,{"best_field_score":524,"best_field_weight":153,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":525,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"2216192835584","1733921019837546611",{"document":527,"highlight":651,"highlights":780,"text_match":522,"text_match_info":794},{"comment_count":48,"id":528,"is_sticky":48,"permalink":529,"podcastfilter":530,"post_author":531,"post_content":532,"post_date":533,"post_excerpt":54,"post_id":528,"post_modified":534,"post_thumbnail":535,"post_title":536,"post_type":370,"sort_by_date":537,"tag_links":538,"tags":599},"88070","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-25-al-31-marzo-2024/",[320],"sowdust"," \r\n\r\nMartedì 26 ore 8,30 - ENI Greenwashing [Titolo originale: Eni: verde come un cane] 30 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - 12,45 Proiezioni di Sizigia #1 e #2 2 + 7 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nDall'EP \"Tetralogia della polvere da sparo\" di \"Proiezioni di Sizigia\", ascoltiamo i primi due brani:\r\n\r\nAlain (parole tratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle) e Meursault (parole tratte da \"Lo straniero\" di Albert Camus).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Alain]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Meursault_7.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Meursault]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 8,30 - Vogliamo Tutto 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete di sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge di un nero funereo a tinte gialle, quelle di questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,30 - Working Class 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 8,30 - Quaresima in quarantena minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nQUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia di Gesù ai nostri drammatici giorni di pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia di come il figlio di Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-4_53.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Marzo 2024","2024-03-31 18:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 25 al 31 marzo 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La narrazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la \u003Cmark>transizione\u003C/mark> ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto \u003Cmark>di\u003C/mark> stoccaggio \u003Cmark>di\u003C/mark> gas inquinanti al largo \u003Cmark>di\u003C/mark> Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 11,30 - Woodstown: racconto horror \u003Cmark>di\u003C/mark> A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - 12,45 Proiezioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Sizigia #1 e #2 2 + 7 minuti [Proiezioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Sizigia]:\r\n\r\nDall'EP \"Tetralogia della polvere da sparo\" \u003Cmark>di\u003C/mark> \"Proiezioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Sizigia\", ascoltiamo i primi due brani:\r\n\r\nAlain (parole tratte da \"Fuoco fatuo\" \u003Cmark>di\u003C/mark> Pierre Drieu La Rochelle) e Meursault (parole tratte da \"Lo straniero\" \u003Cmark>di\u003C/mark> Albert Camus).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Alain]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Meursault_7.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download Meursault]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [La fine della fine della storia]:\r\n\r\n“Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> distruzione e \u003Cmark>di\u003C/mark> saccheggio che concorrono al lungo \u003Cmark>processo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti \u003Cmark>di\u003C/mark> queste incursioni sono per lo più \u003Cmark>di\u003C/mark> stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta \u003Cmark>di\u003C/mark> rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella \u003Cmark>di\u003C/mark> divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato \u003Cmark>di\u003C/mark> Stettino che significava un’annessione \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 8,30 - Vogliamo Tutto 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPresentazione e letture dal romanzo \u003Cmark>di\u003C/mark> Nanni Balestrini “Vogliamo tutto”. Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta \u003Cmark>di\u003C/mark> corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma \u003Cmark>di\u003C/mark> uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare \u003Cmark>di\u003C/mark> rifuto del lavoro, fabbrica sociale, \u003Cmark>di\u003C/mark> qualità della vita \u003Cmark>di\u003C/mark> bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta \u003Cmark>di\u003C/mark> corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno \u003Cmark>di\u003C/mark> una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 8,30 - Frank Zappa pt.5 24 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUltima \u003Cmark>di\u003C/mark> cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 20 - Pasque piemontesi 80 minuti [Penny-Kella]:\r\n\r\nIl 16 aprile 1655 si consumó un efferato eccidio. I savoia hanno dato seguito ad un’azione violenta nei confronti della comunità valdese, ancora una volta viene usata la religione per giustificare la sete \u003Cmark>di\u003C/mark> sangue e la passione per la repressione , ancora presente nella nostra società, ora le alabarde son diventate laser e a dio è subentrato lo stato.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BlackHoles.pasquepiemontesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 9,30 - Natale a babbo morto 41 minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nLa NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge \u003Cmark>di\u003C/mark> un nero funereo a tinte gialle, quelle \u003Cmark>di\u003C/mark> questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,30 - Working Class 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 8,30 - Quaresima in quarantena minuti [Nessun Rimborso]:\r\n\r\nQUARESIMA IN QUARANTENA ripercorre le sacre scritture per riportare la storia \u003Cmark>di\u003C/mark> Gesù ai nostri drammatici giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> pandemia e isolamento. Questo radiodramma è la storia \u003Cmark>di\u003C/mark> come il figlio \u003Cmark>di\u003C/mark> Dio ha affrontato la quarantena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/QUARESIMA-IN-QUARANTENA-AUDIO-sigla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 31 ore 13 - Podcast Franti pt.4 53 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità \u003Cmark>di\u003C/mark> riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine \u003Cmark>di\u003C/mark> eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio \u003Cmark>di\u003C/mark> nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> professori e \u003Cmark>di\u003C/mark> studenti, impegnati tutti nel difficile compito \u003Cmark>di\u003C/mark> ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso \u003Cmark>di\u003C/mark> parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto \u003Cmark>di\u003C/mark> un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento \u003Cmark>di\u003C/mark> prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale \u003Cmark>di\u003C/mark> via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio 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