L’Ucraina a una svolta?
Scritto dainfosu 28 Gennaio 2014
Governo Ucraino dimissionario e abrogate in una sessione straordinaria del parlamento, le liberticide leggi anti-protesta approvate lo scorso 16 gennaio e che hanno dato il via all’inasprimento della crisi politica, con gli scontri che hanno infuocato e insanguinato il paese nell’ultima settimana. Per quanto riguarda i numeri a favore dell’abrogazione delle leggi si sono espressi 361 deputati su 450.
Sempre nella mattinata di oggi 29 gennaio si è dimesso il primo ministro Azarov. Le motivazioni sono state affidate a una nota breve ufficiale nella quale spiega che la decisione è volta “ favorire il raggiungimenti di un compromesso socio politico”.
I primi passi indietro del presidente Ianukovich si erano comunque registrati già ieri, quando ha proposto un’amnistia per i manifestanti antigovernativi arrestati. Condizione indispensabile però era che venissero lasciati i palazzi del potere occupati nei giorni scorsi.
In attesa di capire gli sviluppi di queste ultime scelte politiche, quello che si può affermare con certezza è che le questioni profonde che hanno segnato e segnano il paese rimangono irrisolte. Nodi ancora tutti da sciogliere quelli che riguardano il potere degli oligarchi, la diseguaglianza prodotta dalla transizione post-sovietica e i rapporti con le due superpotenze confinanti, Unione Europea e Russia. Non sappiamo ancora dire come giocheranno la loro partita le potenze straniere né come reagirà la piazza ai ponti d’oro offerti alle opposizioni, certo è che in questi giorni anche le forze di destra e estrema destra hanno dovuto inseguire la piazza a più riprese, una piazza sempre più marcatamente antigovernativa e trasversale anche in senso etnico, al di là delle tradizionali divisioni tra ucrainofoni e russofoni che sembravano informare la protesta nelle sue prime battute, così come un certo europeismo è completamente scomparso dal discorso. Quella ucraina è a tutti gli effetti una rivoluzione, purtroppo caratterizzata dalla presenza di componenti politiche e paramilitari di estrema destra organizzate e quindi in grado di condizionare sinora la protesta. Vedremo come i manifestanti accoglieranno il tentativo di normalizzazione in atto ma ricordiamoci che sinora l’esercito non è entrato in gioco e quella potrebbe essere la vera svolta nel caso le ragioni della protesta non rientrassero.
Ascolta la diretta con Danilo Elia dell’Osservatorio Balcani-Caucaso