Sulle aperture di Renzi a Landini

Scritto dasu 7 Gennaio 2014

8cf31b438b97d6c57f64c45f4e4d5527-k6aC-U102015879131263jF-426x240@LaStampa.itLe recenti aperture del segretario generale della fiom-Cgil Maurizio Landini alle proposte di riforma del mercato del  lavoro avanzate dal neo-segretario del Pd Matteo Renzi non sembrano scandalizzare quasi più nessuno. Dietro timide aperture renziane sulla eliminazione di alcune delle forme più perniciose di contratti, Landini sembrerebbe addirittura disposto a conceder molto sulla definitiva eliminazione dell’Art. 18 dello Statuto dei diritti dei Lavoratori.

Dietro il brusco passaggio politico – colto poco “a sinistra” – s’infrange e chiude un ciclo a suo modo virtuoso che aveva portato alle dure battaglie sindacali contro il contratto a pomigliano d’Arco e sul “referendum” di Mirafiori. Sintomo di un’incapacità del più grande sindacato di categoria d’Europa di uscire dalla fabbrica e confrontarsi realmente con le nuove generazioni e una realtà quotidiana fatta di precarietà diffusa. A un confronti duro e difficile si rpeferisce, ancora una volta, le più rassicuranti amicizie della Politica, anche quando queste comportano un totale rinnegamento delle proprie posizioni di sempre.

Ne abbimao parlato con Marco, operaio alla Fiat-Iveco di torino, recenremente  dimessosi dall’incarico come rsa-Fiom in fabbrica

 

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