Saluzzo: casa per tutti!
Scritto dainfosu 13 Ottobre 2014
Un corteo spontaneo tra canti e striscioni si è mosso, ieri pomeriggio, dal Foro Boario verso il centro di Saluzzo. Il placido pomeriggio della domenica di provincia è stato animato da più di 100 lavoratori, tra braccianti e disoccupati, che da cinque mesi dormono nella tendopoli allestita dalla Caritas a inizio Maggio. Come ogni anno, tra settembre e ottobre, le condizioni di vita nelle tende o di chi dorme all’addiaccio sotto la tettoia all’interno del campo, diventano insostenibili. Come conseguenza, nelle ultime settimane, anche le condizioni di salute di molti lavoratori sono ampiamente peggiorate e l’unico dato che viene prospettato è il giorno dello sgombero dei campi (Savigliano sarà chiuso a breve, a metà mese, il campo Caritas di Saluzzo a fine mese).
Nel pomeriggio di ieri, sugli striscioni portati dai lavoratori e disoccupati c’era scritto “CASA PER TUTTI” e il loro messaggio è arrivato forte e chiaro anche a molti saluzzesi che hanno voluto dimostrare la loro solidarietà a chi vive nella tendopoli. Ma appena arrivati in centro le forze dell’ordine hanno fermato il gruppo e agito in modo molto scomposto e nervoso, strattonando e minacciando ripetutamente il non rinnovo dei permessi di soggiorno nei confronti di tutti i migranti presenti. Infine, dopo una lunga trattativa determinata, in cui nessuno ha fatto un passo indietro, il sindaco ha accettato di ricevere una piccola delegazione questa mattina in Comune alle ore 9 per portare alcune richieste, dirette e molto chiare, preparate dai ragazzi nei giorni scorsi.
E’ importante inoltre evidenziare come nella scorsa settimana, a soli 50 km da Torino, sia stato messo in moto un dispiegamento incredibile di forze dell’ordine e ci sia stata una quantità ridicola di appostamenti e controlli d’ogni genere nei confronti di compagni e compagne che si sono riuniti con “gli abitanti” del Foro per parlare del bisogno di un tetto sopra la testa e non subire le solite dinamiche istituzionali che ogni anno puntano a far sparire la “mano d’opera” africana che evidentemente non deve fermarsi nel territorio più dello stretto necessario, salvo poi potersi ripresentare all’inizio di una nuova stagione per garantire la sacca di lavoratori in eccedenza e profitti sicuri.
Partendo dalla piccola realtà saluzzese ci sembra sempre più chiaro ed evidente il disegno che istituisce i campi per la raccolta agricola, da sud a nord da est a ovest, come la forma più adatta a padroni e istituzioni in cui far transitare e controllare una quantità sempre più ampia di persone in cerca di lavoro. Una massa precaria e disoccupata, dove è in costante aumento la presenza di rifugiati e titolari di permessi per motivi umanitari. La chiusura del campo e la non risposta istituzionale sul problema casa fa sì che i braccianti rimangano oltre che senza lavoro costretti a muoversi forzatamente per il paese da un campo all’altro.
Ascolta il contributo di Luca del Coordinamento Bracciantile Saluzzese sulla giornata di ieri
Di seguito l’aggiornamento dopo l’incontro in municipio