Quel Cono Sur che ai Gringos piace mangiarsi
Scritto dainfosu 15 Aprile 2016
Con l’ultima evidente implosione della promessa, peraltro molto flebile fin dall’inizio, il Sudamerica che tante speranze aveva dato con i suoi leader carismatici, che vent’anni fa avevano spostato il continente lontano dall’influenza letale del Fmi e dall’abbraccio del potentissimo vicino nordamericano, è tornato nell’alveo del neoliberismo in quasi ogni sua parte: I Kirchner sono stati estromessi dal potere argentino dal campione del Fmi Macrì; Djilma Rousseff e il Partito dei lavoratori sono sotto impeachment; Correa preferisce non eternare il suo mandato; il chavismo è in seria difficoltà dopo la morte del suo campione e padre … e Ollanta Humala lascia un Perù in seria difficoltà disposto a gettarsi nelle braccia della figlia del sanguinario despota che fino a vent’anni fa ha tenuto con pugno durissimo il paese.
Di fronte al successo della figlia di Fujimori ci siamo chiesti come è potuto avvenire che in così poco tempo il Perù si offrisse nuovamente alla peggior destra neoliberista. E per questo abbiamo chiesto a William Bavone (redattore di “Caffè geopolitico” e altri blog, di cui è uscito giustappunto ieri un libro sull’argomento) se avesse analisi e risposte al riguardo… e forse si è individuato proprio nel fatto che quella svolta popolare era affidata al carisma di uomini particolarmente simbolici e troppo accentratori, ma la cui figura non ha lasciato spazi sufficienti perché la loro proposta bolivariana o comunque progressista e antiliberalista potesse sopravvivere al loro potere personale… ma molte altri aspetti (come per esempio lo strapotere dei media nel formare consenso) sono stati affrontati in questo breve intervento di William ai nostri microfoni.