Nucleare in Francia. Una situazione esplosiva
Scritto dainfosu 19 Settembre 2017
Con 58 reattori e 1.100 siti che contengono scorie nucleari, la Francia detiene il record del Paese con più nucleare rispetto alla popolazione a livello planetario. Un vero pericolo per le persone e per l’ambiente. Un reattore nucleare è sempre pericoloso, ma lo è ancor di più quando è vecchio e la maggior parte dei reattori francesi hanno superato i 30 anni di attività”. Inoltre EDF, il colosso francese dell’energia elettrica, non può più permettersi di mantenerli in modo corretto. Un incidente nucleare diventa sempre più plausibile. Se a tutto questo aggiungiamo l’uranio, il nucleare militare e l’industria chimica che si occupa dei materiali naturali radioattivi (terre rare, fertilizzanti, monazite, ecc) il quadro è completo.
Il governo francese ha deciso, a partire dal 30 dicembre 2015, di non rispettare più le norme di sicurezza del 2005 per i serbatoi dei reattori nucleari. Oltre ai serbatoi sono a rischio anche gli involucri di sicurezza. La responsabilità spetta all’ASN (Autorité de sûreté nucléaire).
Il nuovo reattore nucleare francese, l’EPR, anche se tanto nuovo non è, poiché è stato progettato nei primi anni Novanta, è così complesso che anche i suoi inventori non riescono a finire di costruirlo. Areva in Finlandia e EDF a Flamanville in Francia sono fermi da anni. L’EPR doveva essere costruito in quattro anni e mezzo e costare 3 miliardi, ma sono passati 13 anni, sono stati spesi 10 miliardi , e non è ancora finito. Peggio. Areva ha prodotto male il contenitore del reattore di Flamanville con aree di debolezza che dovrebbero portare al divieto di questo serbatoio. Ma è già installato, si potrebbe distruggere parte del reattore, facendo un altro serbatoio, ma richiederebbe ancora molti anni. Potrebbero finire con l’autorizzarlo, nonostante sappiano di rischiare un un disastro nucleare.
La Francia produce molta energia elettrica ed è obbligata a venderla sotto costo, perché le centrali nucleari non possono essere spente con un semplice interruttore.
Il discorso sulle rinnovabili stenta a decollare, mentre i movimenti antinucleari, dopo un periodo di grandi lotte, represse con grande durezza dalla polizia, sono lacerati da un lungo dibattito sui modi della lotta e non riescono ad impensierire la lobby nuclearista francese.
Ne abbiamo parlato con Gianni Carrozza, redattore parigino di Collegamenti, animatore della trasmissione “Vive la sociale” di radio Frequence Plurielle.
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