Il ministro Calenda e gli sciacallaggi sul TAP
Scritto dainfosu 13 Dicembre 2017
Ieri un’esplosione nell’impianto di distribuzione del gas a Baumgarten an der March – in Austria, una cinquantina di chilometri a nord-est di Vienna – ha provocato un morto e 21 feriti. Attraverso Baumgarten transita il 10 per cento della domanda europea di gas naturale. Le cause dell’esplosione non sono ancora chiare ma già nella notte il flusso verso l’Italia è stato riattivato dopo la sospensione durata per tutta la giornata di ieri.
Alla notizia dell’esplosione il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha dichiarato lo stato di emergenza (una procedura che in questi casi scatta in automatico), suscitando allarmismi del tutto infondati sul rischio di approvvigionamento di gas per il nostro paese: il gas che arriva in Italia tramite l’hub di Baumgarten copre infatti poco più del 30% del fabbisogno nazionale. Calenda si è poi spinto oltre, sfruttando in maniera indegna l’incidente austriaco per rilanciare sul Tap, il gasdotto che dall’Azerbaijan arriva fino in Italia sulle coste del Salento e che da mesi sta trovando la ferma opposizione della popolazione locale. Calenda ha infatti dichiarato che “abbiamo un problema serio di fornitura” e che “se avessimo avuto il Tap non dovremmo dichiarare, come faremo oggi, lo stato di emergenza”. Di fronte alle polemiche in serata il ministro è poi tornato in parte sui suoi passi, smorzando i toni sulla proclamata e inesistente emergenza nella fornitura di gas.
Intanto sempre ieri la BEI – la Banca degli Investimenti Europei – ha rinviato la discussione relativa ai finanziamenti da destinare al Tap, mentre in Salento la mobilitazione contro il gasdotto prosegue e rilancia. Dopo le decine di fermi e le manganellate a ridosso della zona rossa di Melendugno avvenuti nei giorni scorsi, si moltiplicano le iniziative previste per le settimane a venire.
Con Gianluca del Movimento No Tap abbiamo commentato le dichiarazioni di Calenda e fatto il punto sulla mobilitazione No Tap e i prossimi appuntamenti di lotta: