Venezuela, sulla rivolta nel carcere di Carabobo e sulla strage di detenuti
Scritto dainfosu 1 Aprile 2018
Una strage annunciata quella avvenuta nello stato di Carabobo, in Venezuela dentro ad una caserma adibita a carcere dove, a seguito di una protesta dei detenuti per le condizioni di reclusione, è divampato un incendio che ha fatto almeno 68 morti tra prigionieri e parenti. Alla notizia dell’incidente amici e affetti dei detenuti sono accorsi fuori dal carcere per avere informazioni sui propri cari e sono stati accolti dai manganelli e dai lacrimogeni della polizia.
Il Venezuela sta attraversando una crisi di sovraffollamento carcerario impressionante tanto che lo Stato si è dotato di mini strutture detentive ritagliate tra ex caserme e edifici pubblici per aumentare i posti di prigionia disponibili. Questi luoghi che dovrebbero essere di transito diventano invece l’ultima meta per i molti che, in attesa di giudizio, aspettano la prassi tribunalizia per sapere del proprio destino. Qui le condizioni di detenzione sono insostenibili dato che, non essendo carceri veri è propri, mancano completamente di ogni servizio necessario per la sopravvivenza, uno su tutti la somministrazione del vitto che costringe di fatto le famiglie a sobbarcarsi il peso economico della reclusione, recandosi dai propri parenti detenuti due volte al giorno per portare loro da mangiare. A ciò si aggiunge il sovraffollamento che rende la vita impossibile; si prenda ad esempio la struttura dove è divampato l’incendio in cui i posti disponibili sarebbero 40 e dove erano invece detenute oltre 200 persone, ammassate le une sulle altre.
Una strage annunciata dunque, la peggiore da diversi anni a questa parte in termine di perdite umane, che va tristemente a sommarsi ai già numerosissimi episodi di morti collettive che avvengono più o meno con costanza nelle carceri venezuelane.
Ne abbiamo parlato con Alfredo Luis Somosa, giornalista freelance che collabora con diverse testate.
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