Il Sudest asiatico traversato da covid e sollevazioni popolari
Scritto dainfosu 11 Ottobre 2020
Rientrato da 7 mesi in Asia, dove era rimasto bloccato per la chiusura delle frontiere postpandemiche, da dove ha osservato l’Occidente in lockdown. Cambogia, Laos… dove ora sono colpiti da diffusione del contagio, in particolare in Myanmar a poche settimane dalle elezioni di novembre che daranno la cifra dell’apprezzamento di Aung San Suu Kyi mentre le Nazioni unite hanno risposto massivamente alla emergenza covid scatenata nel paese birmano. E infatti abbiamo iniziato a parlare del dossier gratuito dell’Atlante delle guerre dedicato alla situazione covid nel mondo proprio dalla situazione birmana e dal coinvolgimento della diplomazia vaticana che in Asia sta svolgendo un ruolo geopolitico centrale, tanto da subire un’ingerenza da parte di Pompeo, prontamente rintuzzata dal protocollo papale.
Difficile arrivare in Rakhine e solo in sporadiche città si ottiene il permesso di giungervi: Emanuele ha potuto vedere l’organizzazione e l’accesso nei campi profughi e la pulizia etnica che vi accade ancora adesso nella nazione birmana stretta alleata della Cina – che sul lento genocidio dei rohingya non è intervenuta minimamente.
Le nazioni dell’area interessate da conflitti interni con le guerriglie – oltre al Myanmar, le Filippine di Duterte (alle prese con un malcontento sociale, più che con la guerriglia rosso-bruna o islamica del sud) e l’India di Modi, impegnato a nascondere i dati sui contagi – non hanno visto una tregua in periodo di covid, ma solo per l’atteggiamento degli stati centrali. Il quarto governo alle prese con manifestazioni di massa in questo periodo turbolento in cui il covid è usato per impedire manifestazioni è la Thailandia che ha visto l’inaspettata insurrezione soprattutto giovanile contro lo status quo monarchico, una sorta di assolutismo inamovibile e incontestabile che si trova invece sotto accusa da parte inizialmente da studenti, allargandosi poi allo sciopero generale in tutto il paese; e infine il manifesto degli studenti è stato consegnato a una polizia prudente.
E poi l’Iran e l’Afghanistan, due altre nazioni duramente colpite dall’epidemia… e dagli accordi di Doha, in svolgimento senza nessun cessate il fuoco in corso; e agli americani interessa soltanto mantenere le basi ai confini con Russia, Iran e Cina.
Last but not least: l’Indonesia ha avuto una crisi pandemica soprattutto a Giava, dove è in corso una mobilitazione di massa che fa particolarmente ben sperare, scatenata da un progetto di legge che muta le condizioni di lavoro, favorendo gli investimenti ma penalizzando i lavoratori.
Questa la chiacchierata intessuta con Emanuele Giordana:
Dossier Covid e Sudest asiatico in ribollizione