Francia. Ancora in lotta
Scritto dainfosu 4 Aprile 2023
Continuano, anche se i media minimizzano, i blocchi ai depositi di carburante, alle raffinerie, a vari altri nodi nevralgici di settori industriali chiave, dove è possibile incidere maggiormente: il braccio di ferro si tiene giorno per giorno e può permettere di far retrocedere il governo sulla sua posizione, con i danni alle varie imprese, con i blocchi alla raffinerie che stanno lasciando a secco le stazioni di servizio, con lo sciopero della raccolta dei rifiuti”
Si muovono anche gli studenti: il numero di licei e università che hanno occupato o tentato di farlo molto alto. In più di 80 università ci tengono grandi assemblee generali e 3-400 licei ogni giorno effettuano tentativi di blocco e incontri per rinforzare la lotta contro la riforma delle pensioni di Macron e contro tutta la sua agenda politica.
Resta la difficoltà di fondo di realizzare una reale paralisi del paese, perché categorie, come ferrovieri e postali, protagoniste della grande stagione di lotte del 1995, quando il paese venne fermato, oggi sono state indebolite da tagli, precarizzazione, spezzatino delle imprese.
Macron, con grande astuzia, ha promesso ai camionisti di non toccare il loro regime pensionistico e si è così garantito, la loro neutralità.
Domani la prima ministra Borne ha invitato i sindacati e le forze politiche ad un confronto, che tuttavia verrà disertato dai sindacati e dall’opposizione di sinistra, perché la premier rifiuta di parlare della riforma delle pensioni, considerandola un capitolo ormai chiuso.
L’intersindacale ha lanciato un nuovo sciopero generale con manifestazioni in tutto il paese per il prossimo 6 aprile.
Lo scorso giovedì di fronte a centinaia di prefetture e sottoprefetture si sono tenuti presidi solidali con gli attivisti attaccati duramente dalla polizia a Sainte Soline e nel corso delle manifestazioni e blocchi contro la riforma delle pensioni.
Migliorano le condizioni di uno dei due feriti più gravi Mikhael, che ha ripreso conoscenza, mentre restano gravissime quelle di Serge, in coma dal 25 marzo, quando è stato abbattuto da un colpo di granata alla testa ed ha dovuto attendere ore di essere portato in ospedale, dove ha subito un intervento durato 11 ore. I suoi genitori in un comunicato pubblico hanno rivendicato l’identità politica del figlio e denunciato la polizia per le violenze perpetrate e per il ritardo nei soccorsi.
Macron e Dermanin, dal canto loro criminalizzano i manifestanti e minimizzano le violenze poliziesche.
Secondo il ministro in Francia sarebbero 620.000 le persone classificate “S” ossia pericolose per la sicurezza dello Stato in base alle carte di polizia.
Per questa ragione di compagni di Serge, nei loro comunicati iniziali lo hanno definito come uno dei tanti classificati “S” che lottano contro lo stato e il capitalismo.
Abbiamo fatto un aggiornamento della situazione con Gianni Carrozza di Radio Fréquence Paris Plurielle, dove conduce “Vive la Sociale!”
Ascolta la diretta:
Qui potete riascoltare la diretta della scorsa settimana