frittura mista|radio fabbrica 5/11/2024
Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Jose del CALP (Collettivo di lavoratori Portuali, Antifascisti, Anticapitalisti, Internazionalisti) di Genova sulla controversa questione del voto contrario dei lavoratori consultati dai confederali per l’approvazione della bozza del rinnovo contrattuale di settore. Infatti a pochi giorni dal voto per il rinnovo del contratto nazionale del lavoro portuale, gli unici risultati della consultazione sul testo da portare al tavolo della trattativa, rispetto ai quali si ha completa trasparenza, sono quelli di Genova; con un’affluenza del 77%, il 68% dei lavoratori ha bocciato la bozza presentata dai sindacati confederali. Eppure, a poche ore dalla prima storica stroncatura di una proposta di rinnovo da parte del
principale porto italiano, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti comunicano l’esito positivo della consultazione a livello nazionale con una “larga maggioranza di sì”. I lavoratori portuali genovesi non ci stanno e convocano subito un’assemblea coordinata dal sindacato di base Usb Mare e Porti, a cui hanno partecipato diversi delegati degli stessi sindacati confederali, in larga parte contrari, a livello locale, alla proposta siglata dai loro dirigenti nazionali… Quello che i confederali stanno facendo passare è che a nord i lavorator* hanno votato no e a sud hanno votato “hanno costruito un falso!” José ci ha aggiornato anche sulle posizioni dei portuali del CALP rispetto al DDL 1660 ed al boicottaggio delle navi che si pratica nei porti verso il trasportano armi anche ad Israele..
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Il secondo argomento lo abbiamo affrontato in compagnia di Luigi Borrelli, RSU/RLS USB all’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari, sito in provincia di Brescia. Sia come semplice lavoratore, ma in particolare come responsabile della sicurezza, aveva più volte denunciato pubblicamente che lui e i suoi colleghi hanno dovuto movimentare materiale bellico seppure operanti in un aeroporto commerciale. Oltre alle più che legittime preoccupazioni dell’RSU legate all’ illegalità della situazione e soprattutto alla pericolosità potenziale comportata dal far maneggiare materiale bellico a chi non è formato per farlo, spunta anche una questione morale di chi, conoscendo quali e quante guerre ci sono in corso, non ha intenzione di essere complice della morte di altre persone. Dall’estate fino all’autunno di quest anno la notizia ha iniziato a circolare sempre di più, grazie anche alle mobilitazioni messe in campo da USB con altre realtà antimilitariste del territorio, la GDA Handling ha prima emesso un provvedimento disciplinare nei confronti di Luigi e poi, proprio qualche giorno fa, gli è arrivata anche una sospensione dal servizio di sei giorni. Nonostante tutto ci assicura ai microfoni, che questo non servirà a fermare lui e i suoi colleghi in questa lotta, che sta iniziando sul piano vertenziale ma non solo.
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Il terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Di Federico Giusti della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-pisa sul potenziamento dell’area dei Navicelli, a Pisa, ai fini di guerra ossia il trasporto di armi via acqua dalla base Usa di Camp Darby che è la più grande base militare logistica fuori dagli Stati Uniti. In un comunicato del Comitato No Camp Darby si legge: …”È l’unico luogo in Italia in cui è possibile gestire quantità illimitate di esplosivo. Il carico viene trasbordato in modo efficiente dalla nave alla nave e viceversa, sotto gli occhi vigili delle motovedette dei Carabinieri. A chi chiedeva settimane or sono notizia del trasporto di armi sul territorio pisano è stato risposto menzionando il codice penale italiano che vieta la diffusione di notizie riservate per la sicurezza nazionale e condanna con anni di carcere chi le diffonda o ne sia semplicemente a conoscenza.
Nessuna richiesta di chiarimenti sul trasporto di armi Usa, o Nato, sui nostri territori, potrà essere accolta per la sicurezza nazionale nel nome della quale i cittadini devono arrendersi alla ineluttabilità della guerra. Sudditi e non cittadini in un paese la cui Costituzione in teoria parla ancora di ripudio della guerra. Dopo sei anni di lavori, con la partecipazione attiva degli Enti locali, la base di Camp Darby sul territorio tra Pisa e Livorno vede completati i lavori che permetteranno il trasporto di armi via acqua e via ferrovia anche in dispregio di un ordine del giorno di venti anni fa con il quale il Consiglio Comunale di Pisa richiedeva un uso civile e non militare della macchia mediterranea tra i due comuni. E in un momento storico in cui crescono le spese militari e il ricorso alla guerra viene considerato nevralgico per gli interessi nazionali e internazionali, questa situazione suona come campanello di allarme, i processi di militarizzazione dei territori e il loro uso a fini di guerra è ormai una realtà e per chi vi si opporrà si spalancheranno le porte del carcere come previsto anche dal ddl 1660 in corso di discussione al Senato.” Con Federico abbiamo approfondito anche sui contenuti dell’articolo del blog
https://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.com/2024/11/contro-leconomia-di-guerra.html?m=1
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