LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #25 – L’EUROPA GONFIA I MUSCOLI
La Fine della Fine della Storia
I fatti salienti sono sicuramente la strage delle tendopoli in atto su Rafah, oltre 80 morti in 48 ore, sappiamo che a prescindere dalla costernazione statunitense sono proprio americane le bombe che continuano a cadere sulla Striscia e che i negoziati ancora una volta sembrano arenarsi mentre Israele promette almeno altri sette mesi di guerra.
Sul fronte ucraino continuano le incursioni russe dentro le linee di difesa ucraine ma sopratutto si fa sempre più aspra la retorica di guerra, trainata da Macron in visita ufficiale in Germania e seguita senza troppa convinzione da Scholz, che cerca di mostrare a tutti come l’asse franco-tedesco sia ancora saldo a dispetto delle pesanti incrinature che invece si intravedono ovunque.
Già qualche settimana fa davamo conto nell’ambito della nostra trasmissione della ripresa, soprattutto a partire dallo sblocco del finanziamento da 60 Miliardi di dollari che aveva visto infine cedere Trump e i Repubblicani, di una retorica di guerra sempre più esplicita, dove le danze erano state aperte dall’uscita di Macron sulla possibilità di vedere truppe europee coinvolte direttamente nel conflitto, seguito a ruota dalla Von Der Leyen, per non parlare dei soliti Baltici e Polacchi che da sempre premono per infliggere a Putin un’umiliazione o qualcosa che assomigli a una sconfitta. Rincara la dose ancora Macron e soprattutto l’immancabile Stoltenberg che sembra sempre più l’utile idiota degli Usa e che si è spinto, come molti hanno notato, ben al di là delle proprie prerogative. Intanto, mentre le retoriche di guerra si dispiegano senza parsimonia, un radar facente parte del primo sistema di allarme nucleare russo (Early Warning) ad Armavir sarebbe stato accecato verosimilmente da droni ucraini. Un incidente molto pericoloso da cui abbiamo preso spunto per un confronto con Francesco Dall’Aglio, curatore del canale Telegram War Room, per capire quanto sta accadendo sul campo in termini militari ma soprattutto le intenzioni politiche degli attori coinvolti, Nato e Russia su tutti.
Abbiamo poi continuato sul filo dei ragionamenti sviluppati nella scorsa puntata sul futuro della Germania, la tenuta del campo Europeo e dell’asse franco-tedesco in particolare, nonché del possibile progressivo disimpegno degli Usa dal quadrante dell’Europa Orientale, circostanza che sembrerebbe probabile a prescindere dall’esito delle prossime elezioni americane.
Ascolta il podcast:
MATERIALI
La Repubblica – Accecato dai droni il radar anti-atomica. L’azzardo di Kiev aumenta i pericoli di escalation nucleare
Wolfgang Streeck – Il piano per la pace di Sahra Wagenknecht. Perché vuole liberare la Germania dalle grinfie di Washington
Julia Damphouse e Maurice Höfgen – Il cinismo elettorale di Sahra Wagenknecht