LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #22 – UNIVERSITÀ PER GAZA. XI IN EUROPA
La Fine della Fine della Storia
All’alba dell’annunciata operazione di terra a Rafah e del permanente stallo nei negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia, non si placano e anzi sembrano prendere nuovo slancio le proteste studentesche partite dai campus americani e ora diffuse ai quattro angoli d’Europa. Le contestazioni, alimentate anche dall’indignazione per l’energica repressione subita, esprimono una cocente contraddizione all’interno degli apparati di riproduzione della classe dirigente, soprattutto di quei paesi come Stati Uniti e Germania, dove la questione di Israele da sempre occupa un posto rilevante nella definizione e costruzione dell’identità nazionale stessa.
Per un’analisi sulle dinamiche in corso nei campus americani, sulle prospettive e le contraddizioni che queste proteste aprono in seno alla base del Partito Democratico, abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Giovanni Semi, professore associato di Sociologia presso l’Università di Torino, di ritorno da New York.
Sul fronte delle proteste studentesche in Europa, invece, un contributo ai nostri microfoni sull’inedita ondata di mobilitazioni che sta attraversando con forza le università svizzere.
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Al centro della seconda parte di trasmissione il viaggio del presidente cinese Xi Jinping in Europa, rappresentazione plastica degli interessi geopolitici del gigante asiatico sul Vecchio Continente. Xi é dapprima giunto in Francia, per celebrare gli storici rapporti bilaterali con il Paese guidato da Macron e partecipare al trilaterale con il presidente francese e la presidente Ursula Von der Layen. Al centro dei colloqui sicuramente il supporto cinese alla Russia di Putin e una serie di impegni che il gigante asiatico assumerebbe verso l’Unione Europea in materia di spionaggio industriale e concorrenza, date le molte accuse lanciate a Pechino di pratiche commerciali sleali se non di vero e proprio dumping. L’altra tappa é l’Europa dell’Est, Ungheria e Serbia, stati non allineati al cosiddetto ‘Occidente collettivo’ con cui irrobustire partenership commerciali, industriali e politiche, approfondendo magari le linee di faglia interne all’Europa. Ne abbiamo approfittato per ragionare con un nostro collaboratore sullo stato di salute del colosso cinese a partire da una serie di articoli comparsi nelle settimane scorse su siti e quotidiani. In particolare abbiamo ragionato della fase post crisi finanziaria del 2008 e del cosiddetto ‘produttivismo’ teorizzato da economisti come Dani Rodrick.
Ascolta il podcast:
MATERIALI
Bungacast – Palestine, Protest, Repression: The Wider Context (Podcast)
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Pier Giorgio Ardeni e Francesco Sylos Labini – L’economia è reale: così vince la Cina
Dani Rodrock – What’s Next for Globalization?
Vincenzo Comito – La locomotiva cinese rallenta?