NASCONDERE LA MACELLERIA DI STATO NELLE CARCERI
SANTA MARIA CAPUA VETERE: UNA MACELLARIA ESIBITA
Finché lo raccontavano i detenuti e i loro famigliari era la loro parola contro quella delle divise.
Poi è stato diffuso un video, che gli aguzzini si erano già attivati per cancellare, in cui una piccola parte di quelle violenze terrificanti viene mostrata in modo incontrovertibile.
Torniamo a parlare di Santa Maria Capua Vetere, aprendo con un rapido sguardo sulle reazioni politiche di fronte a quegli orrori, per passare quindi la parola a una compagna dell’assemblea anticarceraria di Napoli.
INTRO:
DIRETTA:
CONTRO L’ARCHIVIAZIONE PER LE MORTI DEL CARCERE SANT’ANNA DI MODENA
Il 7 giugno 2021, un presidio si è radunato sotto il palazzo del tribunale di Modena contro la proposta di archiviazione dell’inchiesta sulla mattanza nel carcere di Sant’Anna conseguente alla rivolta dell’8 marzo 2020. Secondo la procura tutti i detenuti sarebbero morti per overdose da metadone o altri farmaci, gli interventi sanitari sarebbero stati tempestivi e dalle autopsie non si segnalerebbero segni di violenza. Ma c’è un’altra versione, quella composta dalle testimonianze di chi ha visto le divise e i manganelli sporchi di sangue, di chi ha denunciato come i pestaggi siano proseguiti durante i trasferimenti, di chi ha raccontato come le attenzioni e le cure mediche nei confronti di chi presentava segni di malessere e possibile overdose siano state intenzionalmente negate. Come ci racconta Pietro, un compagno presente al presidio, questa vicenda presenta anomalie ad ogni livello e segnala come lo Stato – composto dai suoi diversi apparati e dalla loro connivenza – possa muscolarmente e burocraticamente permettersi di uccidere.
A distanza di due settimane, ma soprattutto ad archiviazione avvenuta, torniamo a parlare delle modalità di autoassoluzione dello Stato in compagnia dell’avvocata Simona Filippi.
///// Parole chiave: carcere, Modena, Santa Maria Capua Vetere, tortura