Zone Rosse – UK e Israele nell’infowar – Algoritmi e consenso
Dalla puntata del 6 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia
ZONE ROSSE
Dopo sperimentazioni a Bologna e Firenze, si intende normalizzare una nuova segmentazione securitaria del territorio: la zona rossa interdetta agli indesiderati.
Abbiamo già conosciuto questo termine, impiegato per le aree interdette alle contestazioni durante i summit internazionali e per la geografia pandemica, ma in questo caso sfuma qualunque velleità emergenziale e, nel caso di Milano, lo si implementerà per un periodo di 3 mesi.
Un dispositivo per mettere al bando (come nel Banopticon di Didier Bigo), una ZTL per gli indesiderati, una delle conformazioni che può assumere la società dei varchi.
In compagnia di Valentina Alberta, avvocata e presidente della Camera Penale di Milano, cerchiamo di approfondirne alcuni aspetti strutturali, tecnici e pratici:
/ / audio purtroppo di scarsa qualità, ma contenuti interessanti //
Qui potete trovare il testo del comunicato redatto dalla Camera Penale di Milano (.pdf)
UK E ISRAELE NELLA INFORWAR
Negli ultimi mesi Declassified UK ha pubblicato documenti interni dell’IDF dove si dimostra la consulenza dell’esercito britannico nella guerra di informazione portata avanti da Israele.
Secondo quanto emerge, il Regno Unito ha – da diversi anni – segretamente fornito consulenza all’esercito israeliano tramite la 77a Brigata, un’unità specializzata in “forme non letali di guerra psicologica”. Non si tratta di psichedelici programmi di controllo della mente, ma della molto più banale e massiva manipolazione del consenso, principalmente sui social media: qualcosa che Israele sta attuando in modo pervasivo, anche attraverso teorie del complotto abominevoli come quella di Gazawood o Pallywood.
MUSK, TRUMP, GLI ALGORITMI E IL CONSENSO
Gil Duran e George Lakoff hanno identificato nella tattica comunicativa, comune sia a Trump che a Musk, uno schema suddivisibile in quattro operazioni: inquadramento preventivo, diversione, deviazione e trial balloon.
Musk, non solo utilizza queste operazioni comunicative alla stregua di algoritmi (programmi attivi e reattivi per manipolare il discorso pubblico), ma è egli stesso uno dei più potenti algoritmi in ambito di rappresentazione della realtà, potendo operare il “fine tuning” dei criteri di indicizzazione, visibilizzazione e invisibilizzazione dei contenuti su X.
In fine, mentre in Italia si dibatte sull’opportunità di affidare a StarLink gli appalti per le comunicazioni satellitari sensibili, Musk dimostra – con un moto di protagonismo non indifferente – di poter “personalmente” sbloccare qualsiasi veicolo Tesla da remoto ed entrare in possesso dei dati da esso raccolti.