","Tigray. L’Etiopia pronta all’assalto finale",1623770318,[59,122,123,124,125],"http://radioblackout.org/tag/carestia/","http://radioblackout.org/tag/eritrea/","http://radioblackout.org/tag/etiopia/","http://radioblackout.org/tag/tigray/",[19,127,128,129,130],"carestia","Eritrea","etiopia","tigray",{"post_content":132,"tags":136},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":135},[70,71],"sono arrivate all’aeroporto di Makallé \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark>, tra cui bombe al fosforo,","Negli ultimi giorni le forze armate etiopiche (Ethiopian National Defense Force, ENDF) hanno trasportato altra artiglieria pesante nel Tigray. Addis Abeba si prepara alla battaglia finale di questa guerra le cui vittime sono soprattutto civili.\r\nSecondo fonti diverse il 6 giugno scorso sono arrivate all’aeroporto di Makallé \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark>, tra cui bombe al fosforo, consentite in guerra ma vietate sulla popolazione civile. Si parla di 40-42 tonnellate.\r\nL’allarme carestia nella regione cresce di giorno in giorno, e secondo fonti ONU, nel Tigray ne sono già colpite 350 mila persone. La carestia è innescata dalla guerra. I contadini fuggono le truppe etiopi e quelle della vicina Eritrea e abbandonano i campi.\r\nIn tutta la regione gran parte degli ospedali è stato saccheggiato, il 30 per cento ha subito gravi danni e solo il 16 per cento sarebbero funzionanti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Alberizzi di Africa Express\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-15-tigray-alberizzi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[137,139,141,143,145],{"matched_tokens":138,"snippet":81},[70,71],{"matched_tokens":140,"snippet":127},[],{"matched_tokens":142,"snippet":128},[],{"matched_tokens":144,"snippet":129},[],{"matched_tokens":146,"snippet":130},[],[148,153],{"field":35,"indices":149,"matched_tokens":150,"snippets":152},[47],[151],[70,71],[81],{"field":100,"matched_tokens":154,"snippet":134,"value":135},[70,71],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":156,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471441625194",{"document":158,"highlight":178,"highlights":184,"text_match":187,"text_match_info":188},{"cat_link":159,"category":161,"comment_count":47,"id":163,"is_sticky":47,"permalink":164,"post_author":50,"post_content":165,"post_date":166,"post_excerpt":53,"post_id":163,"post_modified":167,"post_thumbnail":168,"post_thumbnail_html":169,"post_title":170,"post_type":56,"sort_by_date":171,"tag_links":172,"tags":175},[160,44],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[162,46],"Blackout Inside","68667","http://radioblackout.org/2021/04/roma-notav-occupano-la-sede-di-repubblica/","Roma, Notav entrano nella sede di Repubblica per denunciare il muro di gomma mediatico che pesa sulla Val Susa. Dopo aver portato le richieste al direttore sono bloccate dalla polizia che vorrebbe identificare chi ha preso parte all'iniziativa. Seguiamo in diretta da Roma:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/notav-roma.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl comunicato:\r\nOggi siamo qui nel tentativo di rendere pubblica la notizia che in Val di Susa, ancora una volta, violenze e minacce sono state attutate nei confronti della popolazione locale. Anche se i fatti avvenuti nei giorni scorsi, precisamente nell’area di interesse del comune di San Didero, sono stati denunciati con decisione dagli amministratori coinvolti, questo sembra, inspiegabilmente, non aver smosso l’interesse delle reti televisive e della stampa. Consegnando simbolicamente una piccolissima quantità dei bossoli sparati contro la popolazione, speriamo di sollecitare la volontà de “La Repubblica” ad approfondire i fatti avvenuti e le ragioni di questa iniziativa. Certi della buona fede editoriale proponiamo la pubblicazione di queste “10 DOMANDE AL GOVERNO DRAGHI” con l’obiettivo di rendere pubblico quanto sta avvenendo in Val di Susa, convinti che le ragioni di chi si oppone a “un’opera inutile e dannosa”* non possano essere taciute da chi promuove informazione, né assaltate a colpi di lacrimogeni.\r\nIl nostro caloroso pensiero va a Giovanna, che per colpa dell’utilizzo illegale dei lacrimogeni ha subito una grave emorragia cerebrale e plurime fratture al volto. Raccogliamo infine la preoccupazione del comune di San Didero per la presenza in paese, nei prati e nei campi coltivati di un numero elevatissimo di lacrimogeni (alcuni inesplosi) che rappresentano un pericolo per le persone, i bambini e gli animali al pascolo.\r\n10 DOMANDE PER IL GOVERNO DRAGHI\r\n1. In relazione ai fatti recentemente avvenuti in Val di Susa, quale è la posizione del governo rispetto all’utilizzo dei gas lacrimogeni? I gas CS (quelli in dotazione alle forze di polizia) sono catalogati come armi di terza categoria, ossia “armi chimiche” quindi ne è vietato l'utilizzo in guerra (sentenza della Cassazione del gennaio 1982). Dovrebbe essere almeno oggetto di normativa restrittiva e da quanto si apprende utilizzati solo con autorizzazione del Ministero della Salute, di cui però non c’è riscontro. \r\n2. Tenuto conto del controverso utilizzo dei gas CS, esistono delle indicazioni chiarissime su come devo essere utilizzati, le stesse aziende produttrici evidenziano la pericolosità mortale qualora gli stessi fossero lanciati ad altezza uomo. Come si pone il governo in merito ai video che riprendono membri dell’arma dei carabinieri presso il comune di San Didero sparare lacrimogeni ad altezza uomo per poi commentare con orgoglio tale azione tra di loro? \r\n3. Amnesty International si è aggiunta a un’infinità di associazioni del diritto e giuristi che hanno denunciato la detenzione assurda a cui è stata sottoposta per mesi l’attivista No Tav Dana Lauriola. Il suo caso si somma a una lista di detenzioni, misure cautelari, procedimenti penali e amministrativi nei confronti di chi si è opposto con manifestazioni, tesi di laurea, articoli e trasmissioni radiofoniche alla costruzione della TAV. Queste azioni repressive hanno colpito in modo ossessivo persone senza limiti di età o condizione, creando una anomalia rispetto a ciò che accade con altre procure che non sia quella di Torino. Le azioni giudiziarie contro il movimento No Tav sono più simili a quelle di regimi dittatoriali che a quelle di una democrazia. Il Governo Draghi continuerà su questa linea?\r\n 4. La Corte dei conti europea nel giugno del 2020 ha giudicato la TAV “un opera inutile e dannosa”. Motivando che la Tav è considerata esosa, costruita contro la volontà delle comunità coinvolte, provoca ripercussioni gravi in termini ambientali inclusa l’emissione di 50 milioni di tonnellate di Co2 ed è basata su presupposti di crescita del traffico merci non fondate. Questo governo che si vanta di una forte vocazione europeista, intende davvero ignorare una considerazione del genere da parte dell’istituto di competenza europeo?\r\n5. Nel febbraio del 2019 il Ministero delle infrastrutture e trasporti ha incaricato una equipe per stilare una relazione di costi e benefici in relazione alla TAV. I risultati dell’analisi vedono un saldo negativo che scoraggia il proseguimento dell’opera. Cosa ne è stato di questa relazione? E’ stato l’unico tentativo di analizzare il progetto da un punto di vista tecnico finora promosso dall’Italia., e da allora non si è saputo più nulla.\r\n6. Tramite la nomina di un ministro per la Transizione Ecologica il governo si è voluto formalmente dichiarare consapevole del problema del cambiamento climatico. Come si giustifica allora l’accanimento a voler costruire un’opera inutile che produrrà immediatamente 50 milioni di tonnellate di Co2 per la sua costruzione e che porterà ad un risparmio di emissioni di gas climalteranti solo se tra 50 anni il traffico veicolare fosse raddoppiato? \r\n7 Tecnici e studiosi hanno dimostrato non solo l’insensatezza e l’inutilità ma anche l’abusivismo del progetto dell’autoporto di San Didero, imposto alla collettività determinando un grave rischio ambientale poiché verranno dissoterrati quintali di materiale inquinante prodotto da scarti di lavorazione della vicina acciaieria. In un momento di crisi sanitaria ed economica di queste proporzioni come è possibile che si spendano 54 milioni di euro per un’opera di questo tipo? Come è possibile che la prima opera accessoria di un raddoppio ferroviario sia alla fine un autoporto che favorisce il trasporto su gomma?\r\n8 Come è noto il tunnel di base di 57,5 km è di ben 45 km in territorio francese mentre la parte italiana è di soli 12,5 km, ma che la Francia pagherà solo il 42,1% del costo totale del tunnel di base mentre l’Italia pagherà ben il 58,9%. grazie a questa iniqua asimmetria dei costi, l’Italia sosterrebbe un costo superiore di ben 2,2 miliardi di €uro rispetto ad una equa ripartizione geografica dei costi. Ogni chilometro italiano del tunnel di base costerebbe all’Italia ben 280 milioni di €uro mentre ogni chilometro francese del tunnel costerebbe alla Francia solo 60 milioni di €uro. Anche a questo governo non sembra anomalo questa ripartizione?\r\n9 Non sfugge a nessuno che con i fondi per la Torino-Lione si potrebbe iniziare il risanamento delle infrastrutture vetuste creando molti più posti di lavoro della Torino-Lione in territori dove gli spostamenti non sono garantiti. Ma se a questo aggiungiamo che l’emergenza pandemica ha evidenziato una gravissima condizione delle strutture sanitarie ed ospedaliere che andrebbero sia costruite che rinnovate e che la situazione economica delle persone che non sono raggiunte da nessuna misura di sostegno si accompagna al generale fallimento di molte imprese, come è possibile non immaginare di dirottare questo enorme investimento nei settori di emergenza? \r\n10 È infine noto che in caso di abbandono del progetto da parte dell’Italia e della Francia non vi saranno penali europee, è altresì appurato che non esiste alcuna scadenza contrattuale che impegna la Francia e l’Italia a realizzare la Torino-Lione. Per quale ragione questo governo intende ignorare la volontà della cittadinanza, delle amministrazioni locali, dei sindaci delle città italiane e francesi coinvolte, il parere contrario della corte dei conti europea e della commissione di esperti incaricata dal ministero interessato e non ultimo la posizione sfavorevole del partito che, con il maggiore numero di senatori e deputati, lo sostiene ?\r\nRETE NO TAV ROMA\r\n ","23 Aprile 2021","2021-04-23 15:56:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59-225x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59-225x300.jpeg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59-768x1024.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59-1152x1536.jpeg 1152w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/WhatsApp-Image-2021-04-23-at-09.54.59.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Roma- NoTav occupano la sede di Repubblica",1619176054,[173,174],"http://radioblackout.org/tag/notav/","http://radioblackout.org/tag/roma/",[176,177],"notav","Roma",{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":182,"value":183},[70,70,181],"chimiche”","\u003Cmark>armi\u003C/mark> di terza categoria, ossia “\u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche”\u003C/mark> quindi ne è vietato l'utilizzo","Roma, Notav entrano nella sede di Repubblica per denunciare il muro di gomma mediatico che pesa sulla Val Susa. 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L'operazione, che vede l'esercito turco affiancato da milizie jihadiste, è in corso dal sei ottobre, dopo l'avvallo del presidente statunitense Trump, e ha visto decine di migliaia di profughi in fuga dalla violenta aggressione. L'invasione, mascherata da \"lotta contro il terrorismo\" da parte del governo di Ankara, si sta svolgendo anche con l'utilizzo di armi chimiche, quali il fosforo bianco, nei confronti di città densamente popolate. La Turchia è un paese NATO e riceve dai paesi europei ingenti finanziamenti economici per la gestione dei flussi di profughi e forniture militari che permettono alle forze armate di Erdogan di operare.\r\n\r\nIl corteo ha visto la partecipazione di migliaia di solidali da tutto il centro-nord, con decine di pullman arrivati nella città meneghina, che hanno attraversato tutto il centro di Milano per arrivare di fronte al consolato turco, protetto da un ingente dispositivo poliziesco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Hazal Koyuncuer, esponente della Comunità Curda Milanese.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019.10.29-hazal-corteo-milano-26-10.mp3\"][/audio]","29 Ottobre 2019","2019-10-29 12:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/milano_corteo_kurdistan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/milano_corteo_kurdistan-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/milano_corteo_kurdistan-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/milano_corteo_kurdistan-768x434.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/milano_corteo_kurdistan.jpg 958w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Milano. 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Passo dopo passo la lotta tra \"ribelli\" inizialmente laici che inscenarono richieste di riforme, trasformate in guerra civile dagli interessi e dalle sovvenzioni occidentali, hanno spostato masse di persone, distrutto città, massacrato migliaia di civili; in questo si è inquadrata anche la lotta contro il Daesch, condotta in particolare dai curdi, che ora giustamente si aspettano di riuscire a dare vita a quelle confederazioni di comunità democratiche embrionalmente sorte in Rojava. Tutto lo scacchiere però si ritrova con ciascun componente che spera dalla fine della guerra di ottenere qualcosa (Israele che inopinatamente bombarda ora la Siria), o di poter contenere il rivale (Turchia), o di egemonizzare un'intera area con la scusa dell'identità sciita (Iran); intanto Putin è consapevole di aver vinto la guerra e quindi va all'incasso con l'ultima pratica sanguinosa. L'assalto a Idlib, preparato dal vertice di oggi, che potrebbe scongiurare l'attacco finale, se lo Zar, gli Ayatollah e il Sultano riescono a spartirsi la torta, ottenendo parte di ciò che ciascuno vorrebbe.\r\n\r\nInsomma un rompicapo dove la strategia muta ogni giorno, una partita a scacchi con mosse a volte incomprensibili che si spiegano nel gioco di alleanze variabili, quando la mossa di un contendente rivela gli intenti di ciascuno – attraverso un nuovo massacro, una nuova fake news diffusa, l'ennesima propaganda sulle armi chimiche altrui... e i civili scappano, muoiono, premono sulle frontiere in esodi biblici, rimescolando le carte di etnie sparpagliate in quell'area contesa da tutti per i motivi più disparati. Per aggiungere tasselli in questo mosaico impazzito, cercando di far coincidere ogni tessera, oppure al contrario operando in modo da illustrare la situazione nell'ottica di ciascun giocatore creando una sorta di spaesamento che però consente di capire le mosse di ognuno, ci siamo rivolti a Antonella De Biasi, giornalista freelance e analista geopolitica esperta di questioni mediorientali\r\n\r\n \r\n\r\nSviluppi geopolitici attorno al destino di Idlib","7 Settembre 2018","2018-09-19 14:42:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"154\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba-300x154.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba-300x154.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba-768x393.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba-1024x525.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/idlib-tomba.jpg 1269w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Idlib, epilogo della Guerra di Siria?",1536342205,[236,237,238,239,240,241,242,243],"http://radioblackout.org/tag/assad/","http://radioblackout.org/tag/curdi/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/guerra-di-siria/","http://radioblackout.org/tag/idlib/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/rohani/",[245,246,17,247,248,249,250,251],"assad","curdi","Guerra di Siria","Idlib","Israele","putin","rohani",{"post_content":253},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[70,71],"news diffusa, l'ennesima propaganda sulle \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark> altrui... e i civili scappano,","Forse è davvero il coacervo di interessi e di conflitti geopolitici più fittamente intrecciato dalla Seconda guerra mondiale in poi, sicuramente è una delle più sanguinose stagioni mediorientali per il coinvolgimento di civili che sta comportando la capacità dell'Occidente di tentare di strumentalizzare le Primavere arabe del 2011: infatti da quel momento si è scatenato un sottile risiko che coinvolge molti protagonisti in tragedia, producendo in particolare scontri tra milizie nel caos tribale della Libia ed esodi ed eccidi nella Siria di Bashar, che non vuole fare la fine di Gheddafi e si è legato a una superpotenza intoccabile, cercando di intrattenere rapporti con alcuni dei potenziali nemici in modo da arrivare ala revisione geopolitica postbellica conservando parte della nazione a se stesso. Passo dopo passo la lotta tra \"ribelli\" inizialmente laici che inscenarono richieste di riforme, trasformate in guerra civile dagli interessi e dalle sovvenzioni occidentali, hanno spostato masse di persone, distrutto città, massacrato migliaia di civili; in questo si è inquadrata anche la lotta contro il Daesch, condotta in particolare dai curdi, che ora giustamente si aspettano di riuscire a dare vita a quelle confederazioni di comunità democratiche embrionalmente sorte in Rojava. Tutto lo scacchiere però si ritrova con ciascun componente che spera dalla fine della guerra di ottenere qualcosa (Israele che inopinatamente bombarda ora la Siria), o di poter contenere il rivale (Turchia), o di egemonizzare un'intera area con la scusa dell'identità sciita (Iran); intanto Putin è consapevole di aver vinto la guerra e quindi va all'incasso con l'ultima pratica sanguinosa. L'assalto a Idlib, preparato dal vertice di oggi, che potrebbe scongiurare l'attacco finale, se lo Zar, gli Ayatollah e il Sultano riescono a spartirsi la torta, ottenendo parte di ciò che ciascuno vorrebbe.\r\n\r\nInsomma un rompicapo dove la strategia muta ogni giorno, una partita a scacchi con mosse a volte incomprensibili che si spiegano nel gioco di alleanze variabili, quando la mossa di un contendente rivela gli intenti di ciascuno – attraverso un nuovo massacro, una nuova fake news diffusa, l'ennesima propaganda sulle \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark> altrui... e i civili scappano, muoiono, premono sulle frontiere in esodi biblici, rimescolando le carte di etnie sparpagliate in quell'area contesa da tutti per i motivi più disparati. 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Nonostante le pressioni di Whashington e Londra, su questi temi i ministri riuniti al summit hanno optato per una soluzione di stampo diplomatico: nessuna nuova sanzione sarà imposta alla Siria o a membri dell’esercito russo non meglio identificati (come chiesto dal ministro degli Esteri britannico Johnson) fino a quando non sarà conclusa l’indagine dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) sul presunto attacco chimico del 4 aprile contro la cittadina siriana di Khan Sheikun. Il comunicato finale ha quindi ammorbidito le richieste che provenivano da Stati Uniti e Inghilterra, che - soprattutto nel primo caso - caldeggiavano uno scontro frontale con Mosca.\r\n\r\n \r\n\r\nNel frattempo, si apprende dai media che sarebbe di almeno 7 manifestanti denunciati il bilancio della manifestazione che lunedì, in occasione dell'apertura del G7, ha provato a violare la zona rossa costruita attorno al vertice, scontrandosi duramente con la polizia.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo commentato i risultati politici del summit con Chiara Cruciati di Nena News:\r\n\r\nUnknown","12 Aprile 2017","2017-04-19 11:48:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/7fa1c089fa5534508c7737a058990787-0021-krtD-U433001059247837U0G-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/7fa1c089fa5534508c7737a058990787-0021-krtD-U433001059247837U0G-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/7fa1c089fa5534508c7737a058990787-0021-krtD-U433001059247837U0G-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/7fa1c089fa5534508c7737a058990787-0021-krtD-U433001059247837U0G-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpg 593w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Si chiude il G7 di Lucca: un bilancio del summit",1492021136,[275,276,277,62,278],"http://radioblackout.org/tag/g7/","http://radioblackout.org/tag/lucca/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[280,22,281,15,282],"g7","russia","Trump",{"post_content":284},{"matched_tokens":285,"snippet":286,"value":287},[70,71],"dell’Organizzazione per la proibizione delle \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark> (Opac) sul presunto attacco chimico","Si è concluso ieri a Lucca il G7 dei ministri degli esteri di Italia, Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone (con la presenza anche dell’Alto rappresentante europeo Ue Mogherini), iniziato lunedì nel comune toscano.\r\n\r\n \r\n\r\nAl centro dell'agenda del vertice la situazione in Siria e il ruolo e le responsabilità della Russia nello scacchiere mediorientale. 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Anche in streaming. \r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-02-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVoci dalle piazze dello sciopero generale lanciato dal sindacalismo di base.\r\nLe dirette da Roma, Palermo, Torino, Milano, Pisa, Bologna, Trieste, Modena…\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci dall’appello per lo sciopero:\r\n“In Italia, unico tra i Paesi dell’OCSE ove i salari sono più bassi di 30 anni fa, l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, insieme all’esplodere della inflazione ormai sopra l’11% (…il 15% per le classi popolari), stanno portando milioni di persone sotto la soglia di povertà.\r\nÈ in tale contesto che gran parte dei sostegni sono andati alle grandi imprese anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati mentre si è registrato un clamoroso incremento della spesa militare. (...)\r\nÈ ora di organizzarsi e mobilitarsi contro la guerra, contro il carovita e per fermare l’attacco ai salari e l’aumento delle disuguaglianze sociali. Altro che flat tax, taglio del cuneo fiscale, cancellazione del reddito di cittadinanza e riduzione dei servizi pubblici, controriforma della scuola e ulteriore taglio della sanità pubblica: serve che si colpiscano i grandi patrimoni accumulati per decenni; la crisi non dev’essere più pagata dai lavoratori, dai disoccupati e dalle classi subalterne, ma dai padroni e dal grande capitale industriale e finanziario, che in questi anni ha continuato ininterrottamente a fare profitti e ad arricchirsi.\r\nMentre la speculazione impazza e si porta via più di 40 miliardi solo con gli extraprofitti sul gas, ci raccontano che non ci sono le risorse per difendere i nostri salari e i nostri stipendi: nel frattempo, i governi passati e presenti (ieri Draghi, oggi Meloni) reprimono e criminalizzano le lotte sociali e sindacali. 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È ora di dire basta!\r\nL’escalation bellica e l’incombente pericolo di utilizzo di \u003Cmark>armi\u003C/mark> tattiche nucleari ci devono spingere ad agire, qui ed ora, contro la guerra, e per imporre lo stop all’invio di \u003Cmark>armi\u003C/mark> in Ucraina. Senza la pace sarà molto difficile poter uscire da una crisi economica che viene pagata, come sempre, dai lavoratori e dai ceti meno abbienti in tutta Europa. (…)\r\n\r\nRojava. L’attacco turco, la solidarietà dei movimenti\r\n“Nella notte del 9 novembre le terre del Rojava e del sud del Kurdistan sono state bombardate dagli aerei del TSK (Esercito Turco). Le YPG hanno annunciato che il centro della città di Kobane, un ospedale sulla collina di Miştenur, la foresta di Kobane, una centrale elettrica, i granai e molti villaggi sono stati bombardati. 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In pochi giorni il quadro è mutato radicalmente. L'attacco alla Siria è stato rimandato. Forse non si farà mai.\r\nBarack Obama, dopo aver scoperto che solo la Francia era disponibile a seguirlo nell'impresa, che il Congresso statunitense non era affatto entusiasta di una nuova guerra dalle prospettive incerte, che la Russia non sarebbe ingoiato di buon grado un'invasione di campo, ha accettato al volo l'assist offerto da Vladimir Putin in occasione del G20 svoltosi a Mosca lo scorso fine settimana. In cambio dell'impegno assunto da Bashar Assad di porre sotto controllo internazionale il proprio arsenale chimico, l'ammnistrazione statunitense ha accettato di riaprire i canali diplomatici.\r\nL'immagine di Obama, e, conseguentemente, degli Stati Uniti ne esce decisamente appannata.\r\nOvviamente i giochi sono ben lungi dall'essere conclusi e la battaglia per il controllo della Siria continua con altri mezzi. Tutti micidiali per la popolazione civile.\r\nLe difficoltà di Obama in Siria derivano direttamente dagli errori commessi dalle ammanistrazioni statunitensi negli ultimi 15 anni. In questi tre lustri gli Stati Uniti hanno perso tre guerre su quattro. Solo in Kosovo, grazie alla solida alleanza con la mafia albanese, gli USA sono riusciti a non perdere la pace dopo aver vinto facilmente la guerra.\r\nL'Iraq è governato da una maggioranza islamica shiita vicina all'Iran. In Libia, esattamente un anno fa, Obama ha subito lo scacco dell'assalto salafita alla propria legazione di Bengasi e dell'uccisione dell'ambasciatore Stevens. Il prossimo primo gennaio le truppe a stelle e strisce lasceranno l'Afganistan esattamente come capitò a suo tempo ai sovietici. Un paese spezzato, in cui i vari signori della guerra controllano il territorio e il presidente/fantoccio Karzai non governa nemmeno Kabul.\r\nTre nette sconfitte, figlie dell'incapacità statunitense di costruire una base di consenso nei paesi occupati sul modello del piano Marshall per l'Europa del dopoguerra.\r\nGli equilibri planetari si stanno modificando, ri-proponendo un ruolo in prima fila per la Russia e marcando le fratture del fronte occidentale, i cui interessi, è il caso dell'Italia, sono spesso divaricati rispetto all'ingombrante alleato statunitense.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano.\r\n\r\nAscolta il suo intervento della scorsa settimana:\r\n2013 09 06 siria stefanone\r\n\r\nAscolta l'intervista fatta oggi:\r\n2013 09 13 stefano siria afganistan\r\n\r\nAggiornamento al 15 settembre. Gli Stati Uniti e la Siria hanno sottoscritto ieri a Ginevra un accordo sulle armi chimiche in dotazione all'esercito siriano. In base a tale accordo, siglato dal segretario di Stato startunitense Kerry e dal ministro degli esteri russo Lavrov, la Siria dovrebbe consegnare un elenco delle proprie dotazioni entro la prossima settimana. Kerry ha sostenuto e poi smentito che Russia e Stati Uniti avessero concordato l'appoggio ad una risoluzione ONU che comportasse il ricorso al Capitolo 7, che prevede l'uso della forza in caso di inadempienza agli accordi. Gli Stati Uniti hanno perso anche quest'ultima schermaglia diplomatica.","13 Settembre 2013","2018-10-17 22:59:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/statua-libertà-300x183-200x110.jpg","Dall'Afganistan alla Siria. Il declino degli Stati Uniti",1379109174,[354,277,62,63],"http://radioblackout.org/tag/afganistan/",[313,281,15,66],{"post_content":357},{"matched_tokens":358,"snippet":359,"value":360},[70,71],"a Ginevra un accordo sulle \u003Cmark>armi\u003C/mark> \u003Cmark>chimiche\u003C/mark> in dotazione all'esercito siriano. 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Per procura sono stati indubbiamente gli attacchi di Tsahal in territorio siriano, la cui regia era più a Washington che a Tel Aviv.\r\nIn Siria si giocano molte partite. La Siria è un paese a maggioranza sunnita non governato dai sunniti ma dalla minoranza alauita. Assad e la sua famiglia, espressione di un vecchio nazionalismo arabo, storicamente alleato dell'Iran e della Russia provano a mantenere il potere. L'opposizione sunnita, che è un blocco sostenuto dalle monarchie del Golfo e dalla Turchia in funzione anti Assad e anti iraniana è a sua volta attraversata dal conflitto con la componente salafita, che gode del potente appoggio economico del Qatar.\r\nLa partita è tuttavia tutt'altro che lineare, perché la Siria è stata sia per gli Stati Uniti che per Israele il miglior nemico possibile. Grazie all'accordo stretto tra USA e Siria in occasione della prima guerra del Golfo, le truppe di Bush padre ebbero strada facile in Iraq. Israele, pur formalmente in guerra con la dinastia Assad, di fatto ha goduto di una tranquilla tregua sin dal lontano 1973.\r\nIn questo momento non è interesse degli Stati Uniti una veloce caduta di Assad, che potrebbe aprire le porte ad un regime islamico alleato sia della Turchia che dell'Arabia Saudita, rinforzando un asse di amici assai insidiosi.\r\nNelle settimane precedenti l'attacco israeliano in Siria i giornali libanesi sunniti e cristiani lamentavano il mancato intervento statunitense in Siria, perché sperano che la caduta di Assad spezzi il sostegno siriano ad Hazbollah. Dopo gli attacchi dell'aviazione di Tel Aviv, la pressione dei media libanesi si è allentata.\r\nTramite Israele, gli Stati Uniti hanno mandato un duplice messaggio: da un lato non sono disponibili ad un intervento diretto nel paese, dall'altro vogliono spezzare l'asse tra la Siria e l'Iran, isolando maggiormente il regime degli hajatollah ed indebolendo la forza militare di Hezbollah che preme ai confini con Israele. Un modo per tenere i piedi nelle classiche due paia di scarpe. L'Iran, d'altra parte, è un boccone troppo grosso sia per gli Stati Uniti che per Israele: un attacco diretto alla repubblica islamica rischierebbe di scatenare un conflitto capace di coinvolgere direttamente anche la Russia, mettendo in seria difficoltà Obama e i suoi alleati.\r\nUna partita complessa, dove gli Stati Uniti mantengono un interesse forte per le risorse petrolifere del Medio Oriente, la Russia non ha nessuna intenzione di mollare l'alleato, ma non può impedire un assottigliarsi dell'asse con l'Iran.\r\n\r\nSullo sfondo il declino economico degli Stati Uniti, la difficoltà a mantenere il ruolo di gendarme del mondo, l'ambiguità di un fronte alleato che alla prima occasione gira le armi verso chi l'ha appoggiato, finanziato, sostenuto. Per questa ragione una Siria più debole ma non islamizzata può apparire la prospettiva interessante per l'amministrazione Obama, che, certo non per caso, ha dimenticato le minacce ad Assad in caso di utilizzo di armi chimiche.\r\nD'altro canto gli Stati Uniti hanno da decenni scelto di appoggiare le forze religiose antimodernizzatrici a discapito di regimi liberal democratici. Un segno inequivocabile del fallimento anche ideale del gigante USA.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Stefano\r\n2013 05 10 siria capello","10 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/Siria-grande-moschea-Aleppo-200x110.jpg","Siria. 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