","Torino. Presidio per lavoratrice licenziata","post",1454421084,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/appalto/","http://radioblackout.org/tag/iss/","http://radioblackout.org/tag/lavoratrice-licenziata/","http://radioblackout.org/tag/presidio-al-tribunale/","http://radioblackout.org/tag/pulizie/","http://radioblackout.org/tag/regione-piemonte/",[70,71,72,73,21,74],"appalto","ISS","lavoratrice licenziata","presidio al tribunale","regione piemonte",{"post_content":76,"tags":80},{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":79},[21],"lavoratrice in una cooperativa di \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, licenziata per non essersi piegata","Questa mattina al tribunale di Torino si è svolto un presidio solidale con Monica, una lavoratrice in una cooperativa di \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, licenziata per non essersi piegata all'imposizione di una riduzione di orario e, quindi, di salario. \r\nLa sua è una storia che si ripete spesso quando cambiano gli appalti nelle imprese di pulizia. Sebbene le norme prescrivano che chi vince una gara debba mantenere al loro posto i lavoratori della cooperativa o dell'impresa che fino a quel momento avevano gestito il servizio, molti sono i modi per mettere i bastoni tra le ruote dei lavoratori e delle lavoratrici più combattivi.\r\nL’azienda ISS Italia ha vinto l'appalto per le \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> alla Regione Piemonte. Una delegata della CUB, si è rifiutata di subire riduzioni di stipendio e spostamenti di sede di lavoro. Ne è scaturito un lungo braccio di ferro con l’azienda che, dopo una sfilza di provvedimenti disciplinari, l’ha licenziata.\r\nNei fatti l'ISS mirava a rendere impossibile, per la lavoratrice, accettare gli orari e le sedi di lavoro imposti.\r\nAscolta la diretta con Monica:\r\n\r\n2016-02-02-monica-licenziata",[81,83,85,87,89,92],{"matched_tokens":82,"snippet":70},[],{"matched_tokens":84,"snippet":71},[],{"matched_tokens":86,"snippet":72},[],{"matched_tokens":88,"snippet":73},[],{"matched_tokens":90,"snippet":91},[21],"\u003Cmark>pulizie\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":74},[],[95,100],{"field":37,"indices":96,"matched_tokens":97,"snippets":99},[14],[98],[21],[91],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":78,"value":79},"post_content",[21],578730123365712000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":107,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":109,"highlight":126,"highlights":138,"text_match":103,"text_match_info":144},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":49,"id":112,"is_sticky":49,"permalink":113,"post_author":52,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":55,"post_id":112,"post_modified":116,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":117,"post_type":60,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":124},[46],[48],"21652","http://radioblackout.org/2014/02/anche-a-torino-bidellie-in-lotta-nonostante-il-sindacato/","A Torino siamo al terzo giorno di presidio permanente sotto il Comune (giorno e notte) dei dipendenti delle cooperative Quadrifoglio e Ergonauti contro i tagli a orari e posti di lavoro dei servizi di pulizia nelle scuole, come previsto dal provvedimento governativo nazionale che dovrebbe partire dal 1 marzo.\r\n\r\nMolti di questi lavoratori e lavoratrici provengono da contesti svantaggiati e hanno già stipendi molto bassi, dal 1 marzo i tagli agli orari, e conseguentemente ai posti di lavoro, sarebbero drastici.\r\n\r\nNell'interessante intervista a un compagno lavoratore direttamente coinvolto, emerge la necessità di supportare e allargare questa lotta per evitare che con la complicità dei sindacati che gestiscono la piazza questa venga contenuta e non si vada al di là di una \"riduzione del danno\", tipo il rinvio di un mese o due dei tagli.\r\n\r\nAscolta\r\n\r\n2014.02.27_lavoratore_servizi scolastici","27 Febbraio 2014","2014-03-03 13:28:10","Anche a Torino bidelli/e in lotta, nonostante il sindacato",1393504285,[120,121,122,123,67],"http://radioblackout.org/tag/bidelle-incatenate/","http://radioblackout.org/tag/cooperative/","http://radioblackout.org/tag/operatori-scolastici/","http://radioblackout.org/tag/presidio-in-comune/",[34,125,36,32,21],"cooperative",{"tags":127},[128,130,132,134,136],{"matched_tokens":129,"snippet":34},[],{"matched_tokens":131,"snippet":125},[],{"matched_tokens":133,"snippet":36},[],{"matched_tokens":135,"snippet":32},[],{"matched_tokens":137,"snippet":91},[21],[139],{"field":37,"indices":140,"matched_tokens":141,"snippets":143},[14],[142],[21],[91],{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":145,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":147,"highlight":169,"highlights":177,"text_match":183,"text_match_info":184},{"cat_link":148,"category":149,"comment_count":49,"id":150,"is_sticky":49,"permalink":151,"post_author":52,"post_content":152,"post_date":153,"post_excerpt":55,"post_id":150,"post_modified":154,"post_thumbnail":155,"post_thumbnail_html":156,"post_title":157,"post_type":60,"sort_by_date":158,"tag_links":159,"tags":165},[46],[48],"43073","http://radioblackout.org/2017/09/torino-continua-la-lotta-degli-addetti-alle-pulizie-dellhotel-concorde/","Non si ferma la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori addetti alle pulizie dell'Hotel Concorde di via Lagrange, a Torino, iniziata una settimana fa. I dipendenti della cooperativa Lufra, con sede a Milano, protestano per le paghe molto basse, per i sovraccarichi di lavoro a cui sono costretti e per i licenziamenti antisindacali. Da giorni è in corso un picchetto rumoroso di fronte all'Hotel e mercoledì lavoratrici e lavoratori hanno anche iniziato uno sciopero della fame. Continua, nel frattempo, il silenzio della cooperativa, così come l'ostilità della direzione della struttura alberghiera, che non ha mosso un dito di fronte alla protesta dei dipendenti della Lufra, come se non fosse affar suo. Va peraltro ricordato che la cooperativa ha vinto l’appalto a giugno 2017, subentrando a un’altra società che era stata allontanata proprio in seguito a uno sciopero, motivato dal fatto che non pagava i dipendenti.\r\n\r\n \r\n\r\nLa protesta delle lavoratrici e dei lavoratori della Lufra non si ferma, tutte e tutti sono invitati a passare al loro picchetto in via Lagrange, di fronte all'Hotel Concorde.\r\n\r\nQuesta mattina ai microfoni Enzo, lavoratore in lotta:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","9 Settembre 2017","2017-09-12 16:16:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/111909750-94a2b11f-537a-45ae-82d5-9a61d0df2c0c-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/111909750-94a2b11f-537a-45ae-82d5-9a61d0df2c0c.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/111909750-94a2b11f-537a-45ae-82d5-9a61d0df2c0c.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/111909750-94a2b11f-537a-45ae-82d5-9a61d0df2c0c-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/111909750-94a2b11f-537a-45ae-82d5-9a61d0df2c0c-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino, continua la lotta degli addetti alle pulizie dell'Hotel Concorde",1505000725,[160,161,162,163,164],"http://radioblackout.org/tag/concorde/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/lufra/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[166,18,167,168,15],"concorde","lotta","lufra",{"post_content":170,"post_title":174},{"matched_tokens":171,"snippet":172,"value":173},[21],"e dei lavoratori addetti alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> dell'Hotel Concorde di via Lagrange,","Non si ferma la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori addetti alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> dell'Hotel Concorde di via Lagrange, a Torino, iniziata una settimana fa. I dipendenti della cooperativa Lufra, con sede a Milano, protestano per le paghe molto basse, per i sovraccarichi di lavoro a cui sono costretti e per i licenziamenti antisindacali. Da giorni è in corso un picchetto rumoroso di fronte all'Hotel e mercoledì lavoratrici e lavoratori hanno anche iniziato uno sciopero della fame. Continua, nel frattempo, il silenzio della cooperativa, così come l'ostilità della direzione della struttura alberghiera, che non ha mosso un dito di fronte alla protesta dei dipendenti della Lufra, come se non fosse affar suo. Va peraltro ricordato che la cooperativa ha vinto l’appalto a giugno 2017, subentrando a un’altra società che era stata allontanata proprio in seguito a uno sciopero, motivato dal fatto che non pagava i dipendenti.\r\n\r\n \r\n\r\nLa protesta delle lavoratrici e dei lavoratori della Lufra non si ferma, tutte e tutti sono invitati a passare al loro picchetto in via Lagrange, di fronte all'Hotel Concorde.\r\n\r\nQuesta mattina ai microfoni Enzo, lavoratore in lotta:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ",{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":176},[21],"Torino, continua la lotta degli addetti alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> dell'Hotel Concorde",[178,181],{"field":179,"matched_tokens":180,"snippet":176,"value":176},"post_title",[21],{"field":101,"matched_tokens":182,"snippet":172,"value":173},[21],578730123365187700,{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":49,"score":187,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":189,"highlight":212,"highlights":217,"text_match":183,"text_match_info":220},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":49,"id":192,"is_sticky":49,"permalink":193,"post_author":52,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":196,"post_id":192,"post_modified":197,"post_thumbnail":198,"post_thumbnail_html":199,"post_title":200,"post_type":60,"sort_by_date":201,"tag_links":202,"tags":207},[46],[48],"97748","http://radioblackout.org/2025/05/sciopero-precari-universitari-contro-i-tagli-e-la-guerra/","Sciopero nazionale dei lavoratori dell'università oggi 12 maggio. Lo sciopero è contro i tagli del governo Meloni che, mentre si impegna a riempire il Paese di nuovo debito finalizzato al riarmo e al trasferimento della ricchezza nazionale nelle mani dell'industria bellica, taglia le risorse per l'Università e per la ricerca (tranne ovviamente quelle finalizzate alla guerra); contro la riforma Bernini che prevede ulteriore precarietà per tutte le figure che lavorano all'Università e che non si vedono riconosciuto un contratto dignitoso e contro la condizione inaccettabile dei lavoratori che operano in appalto presso gli atenei, i quali sono costretti ad accettare condizioni di lavoro peggiorative rispetto a quelle che spetterebbero loro. Le Università e il mondo della ricerca sono, ormai da decenni, investite da un processo di riforme neo liberali che si traducono nella progressiva riduzione dei fondi, nell’aumento della precarietà e nel continuo ricorso all’esternalizzazione di molte funzioni fondamentali: dai servizi bibliotecari alle pulizie, al portierato. La riforma Bernini è attualmente sospesa (ma non ritirata) a causa delle fortissime proteste che si erano levate e di un esposto presentato alla Commissione Europea. Si tratta di una prima parziale vittoria e dell’indicazione che il solo percorso possibile per invertire la rotta è far crescere la mobilitazione e la protesta nelle università riunendo i lavoratori e le lavoratrici che si vorrebbero frammentare in una miriade di figure professionali in concorrenza tra loro.\r\nLa riduzione dei fondi pubblici è intesa a orientare le Università e i centri di ricerca verso i finanziamenti esterni ponendo il nostro sistema di formazione superiore al servizio di un complesso di interessi che punta cinicamente ad aumentare i profitti privati senza alcun riguardo verso l’interesse collettivo. Non a caso gran parte di questi progetti non prestano attenzione verso la qualità della ricerca e della didattica ma si orientano sugli interessi delle industrie, della “difesa delle frontiere” o sulla corsa al riarmo.\r\nI lavoratori precari dell'università richiedono il taglio della spesa bellica e l'utilizzo di tali fondi per il finanziamento ordinario dell'università per la stabilizzazione delle figure precarie; veri concorsi nazionali, la fine del sistema baronale di valutazione dei precari e la fine del sistema degli appalti e la stabilizzazione del personale esternalizzato di tutti gli atenei.\r\nNe parliamo con Stefano Capello, della Cub.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-12052025-CAPELLO.mp3\"][/audio]","12 Maggio 2025","Sciopero generale lavoratori precari dell'università.","2025-05-12 18:08:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/SCIOPERO-PRECARI-INFO-12052025.jpg 1129w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","SCIOPERO PRECARI UNIVERSITARI CONTRO I TAGLI E LA GUERRA",1747064145,[203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/armamenti/","http://radioblackout.org/tag/assemblea-universita/","http://radioblackout.org/tag/riforma-bernini/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-precari/",[208,209,210,211],"#armamenti","assemblea università","Riforma Bernini","sciopero precari",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[21],"fondamentali: dai servizi bibliotecari alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, al portierato. La riforma Bernini","Sciopero nazionale dei lavoratori dell'università oggi 12 maggio. Lo sciopero è contro i tagli del governo Meloni che, mentre si impegna a riempire il Paese di nuovo debito finalizzato al riarmo e al trasferimento della ricchezza nazionale nelle mani dell'industria bellica, taglia le risorse per l'Università e per la ricerca (tranne ovviamente quelle finalizzate alla guerra); contro la riforma Bernini che prevede ulteriore precarietà per tutte le figure che lavorano all'Università e che non si vedono riconosciuto un contratto dignitoso e contro la condizione inaccettabile dei lavoratori che operano in appalto presso gli atenei, i quali sono costretti ad accettare condizioni di lavoro peggiorative rispetto a quelle che spetterebbero loro. Le Università e il mondo della ricerca sono, ormai da decenni, investite da un processo di riforme neo liberali che si traducono nella progressiva riduzione dei fondi, nell’aumento della precarietà e nel continuo ricorso all’esternalizzazione di molte funzioni fondamentali: dai servizi bibliotecari alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, al portierato. La riforma Bernini è attualmente sospesa (ma non ritirata) a causa delle fortissime proteste che si erano levate e di un esposto presentato alla Commissione Europea. Si tratta di una prima parziale vittoria e dell’indicazione che il solo percorso possibile per invertire la rotta è far crescere la mobilitazione e la protesta nelle università riunendo i lavoratori e le lavoratrici che si vorrebbero frammentare in una miriade di figure professionali in concorrenza tra loro.\r\nLa riduzione dei fondi pubblici è intesa a orientare le Università e i centri di ricerca verso i finanziamenti esterni ponendo il nostro sistema di formazione superiore al servizio di un complesso di interessi che punta cinicamente ad aumentare i profitti privati senza alcun riguardo verso l’interesse collettivo. Non a caso gran parte di questi progetti non prestano attenzione verso la qualità della ricerca e della didattica ma si orientano sugli interessi delle industrie, della “difesa delle frontiere” o sulla corsa al riarmo.\r\nI lavoratori precari dell'università richiedono il taglio della spesa bellica e l'utilizzo di tali fondi per il finanziamento ordinario dell'università per la stabilizzazione delle figure precarie; veri concorsi nazionali, la fine del sistema baronale di valutazione dei precari e la fine del sistema degli appalti e la stabilizzazione del personale esternalizzato di tutti gli atenei.\r\nNe parliamo con Stefano Capello, della Cub.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-12052025-CAPELLO.mp3\"][/audio]",[218],{"field":101,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":216},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},14,"578730123365187697",{"document":224,"highlight":246,"highlights":252,"text_match":183,"text_match_info":255},{"cat_link":225,"category":226,"comment_count":49,"id":227,"is_sticky":49,"permalink":228,"post_author":52,"post_content":229,"post_date":230,"post_excerpt":55,"post_id":227,"post_modified":231,"post_thumbnail":232,"post_thumbnail_html":233,"post_title":234,"post_type":60,"sort_by_date":235,"tag_links":236,"tags":241},[46],[48],"86787","http://radioblackout.org/2024/01/liceo-einstein-autogestione-occupazione-minacce-di-repressione/","L’autogestione al liceo Einstein, cominciata la scorsa settimana, con numerosi seminari informativi, nel fine settimana si è trasformata in occupazione.\r\nMolto dura la reazione del dirigente scolastico, che, per provare a disinnescare la lotta, ha deciso ricorso alla DAD, minacciato denunce, ha telefonato ai genitori dei ragazzi e delle ragazze che, con entusiasmo e grande fatica, si sono battuti per provare ad aprire spazi di confronto, approfondimento, socialità fuori e contro le dinamiche della scuola-azienda, della scuola-caserma, della scuola come ambito di socializzazione autoritaria.\r\nL’occupazione terminerà oggi, con gli studenti più attivi impegnat* nella pulizia della scuola. Pulizie che, secondo la dirigenza dell’Einstein, li qualificano come occupanti da denunciare.\r\nI ragazzi e le ragazze del collettivo sono decisi a non mollare la lotta e si preparano far crescere l’impegno collettivo degli studenti e delle studentesse.\r\nNe abbiamo parlato con due compagn* dell’Einstein\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-30-einstein-compagn-collettivo.mp3\"][/audio]","30 Gennaio 2024","2024-01-30 14:17:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/einstein-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/einstein-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/einstein-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/einstein.jpeg 572w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Liceo Einstein. Autogestione, occupazione, minacce di repressione",1706620198,[237,238,239,240],"http://radioblackout.org/tag/liceo-einstein-occupato/","http://radioblackout.org/tag/lotta-contro-la-scuola-azienda/","http://radioblackout.org/tag/lotta-contro-la-scuola-caserma/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[242,243,244,245],"liceo einstein occupato","lotta contro la scuola azienda","lotta contro la scuola caserma","repressione",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":250,"value":251},[249],"Pulizie","impegnat* nella pulizia della scuola. \u003Cmark>Pulizie\u003C/mark> che, secondo la dirigenza dell’Einstein,","L’autogestione al liceo Einstein, cominciata la scorsa settimana, con numerosi seminari informativi, nel fine settimana si è trasformata in occupazione.\r\nMolto dura la reazione del dirigente scolastico, che, per provare a disinnescare la lotta, ha deciso ricorso alla DAD, minacciato denunce, ha telefonato ai genitori dei ragazzi e delle ragazze che, con entusiasmo e grande fatica, si sono battuti per provare ad aprire spazi di confronto, approfondimento, socialità fuori e contro le dinamiche della scuola-azienda, della scuola-caserma, della scuola come ambito di socializzazione autoritaria.\r\nL’occupazione terminerà oggi, con gli studenti più attivi impegnat* nella pulizia della scuola. \u003Cmark>Pulizie\u003C/mark> che, secondo la dirigenza dell’Einstein, li qualificano come occupanti da denunciare.\r\nI ragazzi e le ragazze del collettivo sono decisi a non mollare la lotta e si preparano far crescere l’impegno collettivo degli studenti e delle studentesse.\r\nNe abbiamo parlato con due compagn* dell’Einstein\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2024-01-30-einstein-compagn-collettivo.mp3\"][/audio]",[253],{"field":101,"matched_tokens":254,"snippet":250,"value":251},[249],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":257,"highlight":277,"highlights":282,"text_match":183,"text_match_info":285},{"cat_link":258,"category":259,"comment_count":49,"id":260,"is_sticky":49,"permalink":261,"post_author":52,"post_content":262,"post_date":263,"post_excerpt":55,"post_id":260,"post_modified":264,"post_thumbnail":265,"post_thumbnail_html":266,"post_title":267,"post_type":60,"sort_by_date":268,"tag_links":269,"tags":273},[46],[48],"74286","http://radioblackout.org/2022/03/picchetto-davanti-allikea/","Dalle 6 di questa mattina si è tenuto un picchetto di fronte al punto vendita IKEA di Collegno, nella prima cintura torinese, organizzato dalle lavoratrici e lavoratori addetti alle pulizie del megastore, al trasporto dei mobili dal magazzino ai clienti e al montaggio degli stessi. I motivi della protesta? Stipendi che non arrivano a 800 euro al mese, buste paga scorrette, ferie obbligate, un inquadramento contrattuale che non corrisponde alle mansioni effettivamente svolte per la multinazionale dell'arredamento e la rubricazione degli infortuni come malattia. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che lavorano per il colosso dell'arredamento svedese ma che non sono assunti direttamente dall'azienda, perché il loro contratto è appaltato a cooperative. Stamattina sono state ricordate all'IKEA le sue responsabilità.\r\n\r\nAscolta le motivazioni della protesta e scarica la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Marzo 2022","2022-03-22 01:28:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea-kTKB-U32102163180216dCH-656x492@Corriere-Web-Sezioni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea-kTKB-U32102163180216dCH-656x492@Corriere-Web-Sezioni-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea-kTKB-U32102163180216dCH-656x492@Corriere-Web-Sezioni-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea-kTKB-U32102163180216dCH-656x492@Corriere-Web-Sezioni.jpg 656w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Picchetto davanti all'IKEA",1647912521,[270,161,271,272],"http://radioblackout.org/tag/ikea/","http://radioblackout.org/tag/picchetto/","http://radioblackout.org/tag/sindacalismo-di-base/",[274,18,275,276],"ikea","picchetto","sindacalismo di base",{"post_content":278},{"matched_tokens":279,"snippet":280,"value":281},[21],"lavoratrici e lavoratori addetti alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> del megastore, al trasporto dei","Dalle 6 di questa mattina si è tenuto un picchetto di fronte al punto vendita IKEA di Collegno, nella prima cintura torinese, organizzato dalle lavoratrici e lavoratori addetti alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> del megastore, al trasporto dei mobili dal magazzino ai clienti e al montaggio degli stessi. I motivi della protesta? Stipendi che non arrivano a 800 euro al mese, buste paga scorrette, ferie obbligate, un inquadramento contrattuale che non corrisponde alle mansioni effettivamente svolte per la multinazionale dell'arredamento e la rubricazione degli infortuni come malattia. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che lavorano per il colosso dell'arredamento svedese ma che non sono assunti direttamente dall'azienda, perché il loro contratto è appaltato a cooperative. Stamattina sono state ricordate all'IKEA le sue responsabilità.\r\n\r\nAscolta le motivazioni della protesta e scarica la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/ikea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[283],{"field":101,"matched_tokens":284,"snippet":280,"value":281},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},6646,{"collection_name":60,"first_q":21,"per_page":288,"q":21},6,{"facet_counts":290,"found":318,"hits":319,"out_of":454,"page":29,"request_params":455,"search_cutoff":38,"search_time_ms":288},[291,301],{"counts":292,"field_name":299,"sampled":38,"stats":300},[293,295,297],{"count":288,"highlighted":294,"value":294},"frittura mista",{"count":29,"highlighted":296,"value":296},"anarres",{"count":29,"highlighted":298,"value":298},"congiunzioni","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":302,"field_name":37,"sampled":38,"stats":317},[303,305,306,307,309,311,313,315],{"count":29,"highlighted":304,"value":304},"FAI",{"count":29,"highlighted":15,"value":15},{"count":29,"highlighted":296,"value":296},{"count":29,"highlighted":308,"value":308},"populismo",{"count":29,"highlighted":310,"value":310},"immmigrazione",{"count":29,"highlighted":312,"value":312},"antisemitismo",{"count":29,"highlighted":314,"value":314},"proibizionismo",{"count":29,"highlighted":316,"value":316},"storia di concetta",{"total_values":318},8,[320,344,366,388,410,432],{"document":321,"highlight":335,"highlights":340,"text_match":183,"text_match_info":343},{"comment_count":49,"id":322,"is_sticky":49,"permalink":323,"podcastfilter":324,"post_author":325,"post_content":326,"post_date":327,"post_excerpt":55,"post_id":322,"post_modified":328,"post_thumbnail":329,"post_title":330,"post_type":331,"sort_by_date":332,"tag_links":333,"tags":334},"84641","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-24-10-2023/",[294],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Roberta sul MEETING DELLA PIATTAFORMA TSS che si terrà A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023\r\n\r\nAbbiamo chiesto alla nostra ospite:\r\n- Il transnational social strike quando nasce e quali sono i suoi obbiettivi e sopratutto si può partecipare/aderire\r\n- il collegamento con i lavoratori di Amazon (ed altri lavoratori) e l'internazionalismo delle lotte\r\n- il programma del MEETING annuale DELLA PIATTAFORMA TSS A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023.\r\n- Quali azioni porta avanti il transnational social strike\r\n\r\nSe volete informazioni sulla manifestazione, trovate tutti i materiali necessari qui.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Roberta-presenta-TSS-e-il-relativo-meeting-a-Bologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Federico, curatore del BLOG delegati e lavoratori indipendenti Pisa, su un articolo pubblicato sul Quotidiano Enti locali de Il Sole 24 Ore: parliamo di un testo che analizza le nuove disposizioni del Dlgs 36/2023 (nuovo codice degli appalti) relative ai costi della manodopera negli appalti.\r\nIn particolare si fa riferimento all’articolo 41, comma 14 per il quale tanto i costi della manodopera quanto quelli per la sicurezza dovrebbero essere esclusi dall’importo assoggettato a ribasso. Ma una volta stabilito il principio si offre subito dopo una scappatoia, la classica riorganizzazione aziendale nell'appalto potrà dimostrare e giustificare il ribasso complessivo dei costi e quindi alla fine determinare anche la riduzione del costo di manodopera che poi si tradurrà in tagli di ore contrattuali e di contributi previdenziali.\r\nDa un lato si stabilisce il principio guida secondo il quale i costi del lavoro nei cambi di appalti non dovrebbero essere soggetti a ribasso ma dall'altra ci si accorge che un intervento troppo invasivo del legislatore aprirebbe la strada a innumerevoli problemi e contraddizioni. Da qui scaturiscono varie interpretazioni della norma che probabilmente è stata scritta in modo tale da poter essere in parte raggirata in nome di una migliore ed efficiente organizzazione aziendale e da qui la possibilità che il concorrente attui e giustifichi il ribasso complessivo sulla offerta complessiva includendo quindi anche il costo della manodopera.\r\nFacciamo alcuni esempi nella consapevolezza di potere essere in parte smentiti da ulteriori interpretazioni.\r\nSe in un museo introduco delle app sarà possibile risparmiare sulle guida, basta scaricarsi dal proprio smartphone una applicazione per ricevere il supporto audio nella visita, se al posto delle biglietterie introduco una macchinetta per erogare i biglietti anche in questo caso potrò riorganizzare il servizio vantando efficienza ed innovazione.\r\nSe in una ditta di pulizie inserisco sui telefonini una app che permetta di individuare le tempistiche del servizio svolto quotidianamente al contempo potrò evitare di ricorrere a una figura aziendale predisposta al controllo dei servizi e al contempo svolgere una invasiva azione di controllo sulla forza lavoro.\r\nSono solo esempi pratici di come la tecnologia al servizio dei padroni possa sancire la sostituzione di personale riducendo al contempo il costo complessivo dell'appalto e della stessa manodopera.\r\nMa torniamo alle varie interpretazioni della norma, il primo ragionamento dovrebbe riguardare proprio l'intento del legislatore che sapendo quanto sia soggetto al ribasso il costo del lavoro negli appalti avrebbe dovuto prevedere un testo blindato e non interpretabile proprio per scongiurare tagli di ore e di personale e al contempo trovare un equo equilibrio tra tecnologia e lavoro vivo.\r\nSe invece si lascia spazio al concorrente di potere dimostrare che il ribasso dell'appalto derivi da una più efficiente organizzazione aziendale , la forza lavoro non sarà tutelata e complessivamente le stazioni appaltanti, pubbliche e private, ne ricaveranno costi minori.\r\nE' un po' quello che accade con il salario minimo, la sua introduzione viene osteggiata non solo dal Governo e dal Cnel ma anche da quello che andrebbe definito il partito unico e trasversale delle privatizzazioni. La Pa nel suo complesso vede la introduzione del salario minimo come una minaccia per i conti pubblici e per la tenuta stessa del sistema degli appalti pubblici.\r\nLa salvaguardia della efficienza dell’organizzazione aziendale secondo i dettami padronali potrebbe allora giustificare il ribasso finendo con includere nella riduzione di spesa anche i costi della manodopera.\r\nQuesta lettura secondo alcuni sarebbe invece in palese contrasto con la nozione dei costi fissi e invariabili rappresentanti dal costo della manodopera ma in questo caso anche un semplice cambio del contratto nazionale applicato nell'appalto sarebbe nefasto per determinare il costo del lavoro e in Italia non esiste una norma che vincoli l'appaltatore ad applicare un determinato CCNL. Accade in molte situazioni soprattutto se nella determinazione del costo della manodopera la stazione appaltante prende in esame un CCNL meno favorevole e alla fine a vincere la gara sarà una cooperativa e magari non una azienda. E ben conosciamo quanto basso sia il costo del lavoro in alcuni CCNL applicati dal mondo cooperativo.\r\nPoi ci sono anche altre considerazioni giuslavoriste, una tra tutte merita la nostra attenzione ove si pensa che eventuali limiti imposti al costo del lavoro negli appalti determinerebbero significative limitazioni della libertà imprenditoriali e della libera concorrenza in aperto contrasto con i dettami costituzionali.\r\nDiventa quindi determinante l'operato della stazione appaltante nel determinare i costi della manodopera e nella scrittura del bando salvo poi eventuali contestazioni con il ricorso al Tar.\r\nCi sembra del tutto evidente che una normativa poco chiara porti solo al ribasso del costo della manodopera e alla libertà dell'appaltatore di applicare i contratti a lui più favorevoli oltre a dotarsi di modelli organizzativi che potrà presentare come migliori ed efficienti rispetto a quelli adottati nel passato.\r\nAmmesso ma non concesso che la volontà del legislatore sia stata quella di prevedere una tutela rafforzata per i lavoratori, la riduzione del costo della manodopera è sempre in agguato specie se si applicano contratti previsti nella contrattazione collettiva. E qui subentrano altre considerazioni, la prima tra tutte quella di un sistema della rappresentanza e della contrattazione costruita su misura per giustificare i processi di privatizzazione e il crollo del costo del lavoro e delle retribuzioni\r\nLe scelte autonome sull’organizzazione aziendale potranno a loro volta contrarre il costo del lavoro riducendo salari già da fame negli appalti.\r\nDa una parte si dice di volere sottrarre i costi della manodopera al ribasso ma dall'altra si offrono tutte le vie di uscita necessarie per interpretare la norma a uso e consumo delle aziende e cooperative ma anche delle stazioni appaltanti che alla occorrenza beneficeranno del minor costo investendo il risparmio in altre opere utili magari in chiave elettorale.\r\nSignificativa ma non esaustiva la pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. V, 9 giugno 2023, n. 5665 che tuttavia arriva prima della riscrittura del codice degli appalti.\r\nE' significativo Il Pronunciamento del Consiglio di Stato intervenuto per non assoggettare al ribasso i costi della forza lavoro ma al contempo, soprattutto con la riscrittura delle norme, esistono troppe interpretazioni e scappatoie che lasciano campo libero a stazioni appaltanti, pubbliche e private, e agli aggiudicatari.\r\nAd esempio il concorrente potrà sempre dimostrare come la riorganizzazione aziendale rappresenti un miglioramento e da qui procedere con la contrazione del costo del lavoro presentando una offerta al ribasso tale da includere gli stessi costi di manodopera. In tale caso sarà sufficiente salvaguardare i cosiddetti trattamenti salari minimi anche se alla fine a perderci saranno sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori degli appalti.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Federico-Blogger-Pisa-su-nuova-legge-appalti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","27 Ottobre 2023","2023-10-27 10:46:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/391678374_714896684002126_3026103693787780650_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 24/10/2023","podcast",1698403576,[],[],{"post_content":336},{"matched_tokens":337,"snippet":338,"value":339},[21],"Se in una ditta di \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> inserisco sui telefonini una app"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Roberta sul MEETING DELLA PIATTAFORMA TSS che si terrà A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023\r\n\r\nAbbiamo chiesto alla nostra ospite:\r\n- Il transnational social strike quando nasce e quali sono i suoi obbiettivi e sopratutto si può partecipare/aderire\r\n- il collegamento con i lavoratori di Amazon (ed altri lavoratori) e l'internazionalismo delle lotte\r\n- il programma del MEETING annuale DELLA PIATTAFORMA TSS A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023.\r\n- Quali azioni porta avanti il transnational social strike\r\n\r\nSe volete informazioni sulla manifestazione, trovate tutti i materiali necessari qui.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Roberta-presenta-TSS-e-il-relativo-meeting-a-Bologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Federico, curatore del BLOG delegati e lavoratori indipendenti Pisa, su un articolo pubblicato sul Quotidiano Enti locali de Il Sole 24 Ore: parliamo di un testo che analizza le nuove disposizioni del Dlgs 36/2023 (nuovo codice degli appalti) relative ai costi della manodopera negli appalti.\r\nIn particolare si fa riferimento all’articolo 41, comma 14 per il quale tanto i costi della manodopera quanto quelli per la sicurezza dovrebbero essere esclusi dall’importo assoggettato a ribasso. Ma una volta stabilito il principio si offre subito dopo una scappatoia, la classica riorganizzazione aziendale nell'appalto potrà dimostrare e giustificare il ribasso complessivo dei costi e quindi alla fine determinare anche la riduzione del costo di manodopera che poi si tradurrà in tagli di ore contrattuali e di contributi previdenziali.\r\nDa un lato si stabilisce il principio guida secondo il quale i costi del lavoro nei cambi di appalti non dovrebbero essere soggetti a ribasso ma dall'altra ci si accorge che un intervento troppo invasivo del legislatore aprirebbe la strada a innumerevoli problemi e contraddizioni. Da qui scaturiscono varie interpretazioni della norma che probabilmente è stata scritta in modo tale da poter essere in parte raggirata in nome di una migliore ed efficiente organizzazione aziendale e da qui la possibilità che il concorrente attui e giustifichi il ribasso complessivo sulla offerta complessiva includendo quindi anche il costo della manodopera.\r\nFacciamo alcuni esempi nella consapevolezza di potere essere in parte smentiti da ulteriori interpretazioni.\r\nSe in un museo introduco delle app sarà possibile risparmiare sulle guida, basta scaricarsi dal proprio smartphone una applicazione per ricevere il supporto audio nella visita, se al posto delle biglietterie introduco una macchinetta per erogare i biglietti anche in questo caso potrò riorganizzare il servizio vantando efficienza ed innovazione.\r\nSe in una ditta di \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> inserisco sui telefonini una app che permetta di individuare le tempistiche del servizio svolto quotidianamente al contempo potrò evitare di ricorrere a una figura aziendale predisposta al controllo dei servizi e al contempo svolgere una invasiva azione di controllo sulla forza lavoro.\r\nSono solo esempi pratici di come la tecnologia al servizio dei padroni possa sancire la sostituzione di personale riducendo al contempo il costo complessivo dell'appalto e della stessa manodopera.\r\nMa torniamo alle varie interpretazioni della norma, il primo ragionamento dovrebbe riguardare proprio l'intento del legislatore che sapendo quanto sia soggetto al ribasso il costo del lavoro negli appalti avrebbe dovuto prevedere un testo blindato e non interpretabile proprio per scongiurare tagli di ore e di personale e al contempo trovare un equo equilibrio tra tecnologia e lavoro vivo.\r\nSe invece si lascia spazio al concorrente di potere dimostrare che il ribasso dell'appalto derivi da una più efficiente organizzazione aziendale , la forza lavoro non sarà tutelata e complessivamente le stazioni appaltanti, pubbliche e private, ne ricaveranno costi minori.\r\nE' un po' quello che accade con il salario minimo, la sua introduzione viene osteggiata non solo dal Governo e dal Cnel ma anche da quello che andrebbe definito il partito unico e trasversale delle privatizzazioni. La Pa nel suo complesso vede la introduzione del salario minimo come una minaccia per i conti pubblici e per la tenuta stessa del sistema degli appalti pubblici.\r\nLa salvaguardia della efficienza dell’organizzazione aziendale secondo i dettami padronali potrebbe allora giustificare il ribasso finendo con includere nella riduzione di spesa anche i costi della manodopera.\r\nQuesta lettura secondo alcuni sarebbe invece in palese contrasto con la nozione dei costi fissi e invariabili rappresentanti dal costo della manodopera ma in questo caso anche un semplice cambio del contratto nazionale applicato nell'appalto sarebbe nefasto per determinare il costo del lavoro e in Italia non esiste una norma che vincoli l'appaltatore ad applicare un determinato CCNL. Accade in molte situazioni soprattutto se nella determinazione del costo della manodopera la stazione appaltante prende in esame un CCNL meno favorevole e alla fine a vincere la gara sarà una cooperativa e magari non una azienda. E ben conosciamo quanto basso sia il costo del lavoro in alcuni CCNL applicati dal mondo cooperativo.\r\nPoi ci sono anche altre considerazioni giuslavoriste, una tra tutte merita la nostra attenzione ove si pensa che eventuali limiti imposti al costo del lavoro negli appalti determinerebbero significative limitazioni della libertà imprenditoriali e della libera concorrenza in aperto contrasto con i dettami costituzionali.\r\nDiventa quindi determinante l'operato della stazione appaltante nel determinare i costi della manodopera e nella scrittura del bando salvo poi eventuali contestazioni con il ricorso al Tar.\r\nCi sembra del tutto evidente che una normativa poco chiara porti solo al ribasso del costo della manodopera e alla libertà dell'appaltatore di applicare i contratti a lui più favorevoli oltre a dotarsi di modelli organizzativi che potrà presentare come migliori ed efficienti rispetto a quelli adottati nel passato.\r\nAmmesso ma non concesso che la volontà del legislatore sia stata quella di prevedere una tutela rafforzata per i lavoratori, la riduzione del costo della manodopera è sempre in agguato specie se si applicano contratti previsti nella contrattazione collettiva. E qui subentrano altre considerazioni, la prima tra tutte quella di un sistema della rappresentanza e della contrattazione costruita su misura per giustificare i processi di privatizzazione e il crollo del costo del lavoro e delle retribuzioni\r\nLe scelte autonome sull’organizzazione aziendale potranno a loro volta contrarre il costo del lavoro riducendo salari già da fame negli appalti.\r\nDa una parte si dice di volere sottrarre i costi della manodopera al ribasso ma dall'altra si offrono tutte le vie di uscita necessarie per interpretare la norma a uso e consumo delle aziende e cooperative ma anche delle stazioni appaltanti che alla occorrenza beneficeranno del minor costo investendo il risparmio in altre opere utili magari in chiave elettorale.\r\nSignificativa ma non esaustiva la pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. V, 9 giugno 2023, n. 5665 che tuttavia arriva prima della riscrittura del codice degli appalti.\r\nE' significativo Il Pronunciamento del Consiglio di Stato intervenuto per non assoggettare al ribasso i costi della forza lavoro ma al contempo, soprattutto con la riscrittura delle norme, esistono troppe interpretazioni e scappatoie che lasciano campo libero a stazioni appaltanti, pubbliche e private, e agli aggiudicatari.\r\nAd esempio il concorrente potrà sempre dimostrare come la riorganizzazione aziendale rappresenti un miglioramento e da qui procedere con la contrazione del costo del lavoro presentando una offerta al ribasso tale da includere gli stessi costi di manodopera. In tale caso sarà sufficiente salvaguardare i cosiddetti trattamenti salari minimi anche se alla fine a perderci saranno sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori degli appalti.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Federico-Blogger-Pisa-su-nuova-legge-appalti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[341],{"field":101,"matched_tokens":342,"snippet":338,"value":339},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":345,"highlight":357,"highlights":362,"text_match":183,"text_match_info":365},{"comment_count":49,"id":346,"is_sticky":49,"permalink":347,"podcastfilter":348,"post_author":325,"post_content":349,"post_date":350,"post_excerpt":55,"post_id":346,"post_modified":351,"post_thumbnail":352,"post_title":353,"post_type":331,"sort_by_date":354,"tag_links":355,"tags":356},"81361","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-04-04-2023/",[294]," \r\n\r\nIl primo argomento della serata lo abbiamo trattato in compagnia di Massimo del collettivo di fabbrica exGKN, per parlare degli ultimi sviluppi che hanno coinvolto il lungo avanzare di questa lotta. Dal corteo del 25 Marzo a Firenze, per rimarcare quanto già era stato sospettato dai lavoratori, ovvero che la nuova proprietà era solo la lunga mano della Melrose nel continuare lo stillicidio di posti di lavoro e di conoscenza e attrezzature produttive e che le istituzioni promettevano, ma poi stavano di fatto a guardare senza far nulla; fino ad arrivare alla loro risposta, propositiva e solida, un piano di reindustrializzazione dal basso, pensato dai lavoratori rimasti caparbi in questa lotta e dalle tantissime realtà incrociate dal collettivo nei loro tour per l'Ialia che li hanno aiutati a progettare il tutto. Qui la pagina del crowfunding legata a questa iniziativa, dove tutto è spiegato interamente: https://www.produzionidalbasso.com/project/gkn-for-future/\r\n\r\nGrazie al punto di vista di Massimo, coinvolto in prima persona nella vicenda exGKN abbiamo potuto anche capire più nel dettaglio certi passaggi su come si cercherà di portare a termine questo ambizioso progetto di autogestione industriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Massimo-GKN-su-lancio-piano-reindustrializzazione-dal-basso.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Clemente del coordinamento macchinisti cargo (CMC) per fare un bilancio sull’ottavo sciopero dei macchinisti di Mercitalia di 24 ore a partire dal 31/03/2023 scorso.\r\n\r\nLe rivendicazioni del CMC sono chiare:\r\n\r\n \tRiduzione dell’orario di lavoro;\r\n \tRiduzione dei servizi notturni;\r\n \tRiduzione limiti per il termine sevizio;\r\n \tRiduzione RFR ed abolizione degli RFR diurni;\r\n \tAdeguamento dei tempi di riposo;\r\n \tMiglioramento sicurezza/illuminazione/percorribilità degli scali;\r\n \tNon attribuire PAT al PdM;\r\n \tAbolizione equipaggiamento MEC3;\r\n \tDissociabilità del vigilante su tutti i mezzi di trazione;\r\n \tAbolizione della disponibilità.\r\n\r\nÈ stata anche l’occasione di fare un bilancio politico del convegno/assemblea che si è tenuto durante lo sciopero il primo aprile dalle ore 10 a Bologna in via dello scalo 21: oltre a discutere dei temi della vertenza con l’aiuto del relatore Dott. Totire si sono analizzati i turni dei Macchinisti cargo spiegando le ricadute sulla salute.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Clemente-CMC-su-ottavo-sciopero-e-assemblea-allargata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enza, che lavora negli asili, sullo sciopero delle lavoratrici delle pulizie e ausiliariato degli asili comunali di Taranto proclamato dall'USB e dallo SLAI Cobas e sull'incontro con la Direzione Pubblica Istruzione del Comune di Taranto entrambi tenutesi il 29/03/2023.\r\n\r\nIn un loro comunicato si legge:\r\n\r\n“È stato un confronto proficuo che ha consentito di fare qualche passo in avanti nella direzione degli orari di lavoro e del reddito della lavoratrici che da troppi anni vivono una condizione di precarietà, fatta di poche ore di lavoro, bassi salari e periodiche sospensioni dell'attività lavorativa senza retribuzione, pur garantendo un servizio essenziale per l'intera comunità.\r\nIn particolare, l'amministrazione comunale e la direzione competente, mostrando attenzione alle ragioni della giusta protesta delle lavoratrici, hanno comunicato la volontà di utilizzare tutte le ultime risorse economiche destinabili all'appalto in questione per un incremento di 3 ore di lavoro settimanali pro capite, a partire dal prossimo anno educativo (settembre 2024), di redistribuire tra le lavoratrici in forza le ore di lavoro derivanti dall'eventuale collocamento in pensione del personale e di verificare la possibilità di impiegare le lavoratrici anche nelle eventuali attività aggiuntive derivanti dalla realizzazioni di progetti finanziati.\r\nRegistriamo inoltre ancora il completo disinteresse della società appaltatrice, Servizi Integrati srl, di fronte alle legittime rivendicazioni delle sue dipendenti, imprigionate da anni in un lavoro povero, faticoso e svolto per giunta senza le attrezzature previste dal capitolato d'appalto. Un'azienda che, al di là degli annunci, si rende ancora indisponibile ad avviare qualunque vera trattativa per il riconoscimento di concreti miglioramenti salariali e delle condizioni di sicurezza.\r\n*Per queste ragioni, le lavoratrici non intendono retrocedere di un solo passo e a breve renderemo note le prossime iniziative di lotta.*”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Enza-ausiliaria-asili-nido-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","6 Aprile 2023","2023-04-06 00:28:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/sciopero-cmc-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 04/04/2023",1680740693,[],[],{"post_content":358},{"matched_tokens":359,"snippet":360,"value":361},[21],"sullo sciopero delle lavoratrici delle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> e ausiliariato degli asili comunali"," \r\n\r\nIl primo argomento della serata lo abbiamo trattato in compagnia di Massimo del collettivo di fabbrica exGKN, per parlare degli ultimi sviluppi che hanno coinvolto il lungo avanzare di questa lotta. Dal corteo del 25 Marzo a Firenze, per rimarcare quanto già era stato sospettato dai lavoratori, ovvero che la nuova proprietà era solo la lunga mano della Melrose nel continuare lo stillicidio di posti di lavoro e di conoscenza e attrezzature produttive e che le istituzioni promettevano, ma poi stavano di fatto a guardare senza far nulla; fino ad arrivare alla loro risposta, propositiva e solida, un piano di reindustrializzazione dal basso, pensato dai lavoratori rimasti caparbi in questa lotta e dalle tantissime realtà incrociate dal collettivo nei loro tour per l'Ialia che li hanno aiutati a progettare il tutto. Qui la pagina del crowfunding legata a questa iniziativa, dove tutto è spiegato interamente: https://www.produzionidalbasso.com/project/gkn-for-future/\r\n\r\nGrazie al punto di vista di Massimo, coinvolto in prima persona nella vicenda exGKN abbiamo potuto anche capire più nel dettaglio certi passaggi su come si cercherà di portare a termine questo ambizioso progetto di autogestione industriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Massimo-GKN-su-lancio-piano-reindustrializzazione-dal-basso.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Clemente del coordinamento macchinisti cargo (CMC) per fare un bilancio sull’ottavo sciopero dei macchinisti di Mercitalia di 24 ore a partire dal 31/03/2023 scorso.\r\n\r\nLe rivendicazioni del CMC sono chiare:\r\n\r\n \tRiduzione dell’orario di lavoro;\r\n \tRiduzione dei servizi notturni;\r\n \tRiduzione limiti per il termine sevizio;\r\n \tRiduzione RFR ed abolizione degli RFR diurni;\r\n \tAdeguamento dei tempi di riposo;\r\n \tMiglioramento sicurezza/illuminazione/percorribilità degli scali;\r\n \tNon attribuire PAT al PdM;\r\n \tAbolizione equipaggiamento MEC3;\r\n \tDissociabilità del vigilante su tutti i mezzi di trazione;\r\n \tAbolizione della disponibilità.\r\n\r\nÈ stata anche l’occasione di fare un bilancio politico del convegno/assemblea che si è tenuto durante lo sciopero il primo aprile dalle ore 10 a Bologna in via dello scalo 21: oltre a discutere dei temi della vertenza con l’aiuto del relatore Dott. Totire si sono analizzati i turni dei Macchinisti cargo spiegando le ricadute sulla salute.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Clemente-CMC-su-ottavo-sciopero-e-assemblea-allargata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enza, che lavora negli asili, sullo sciopero delle lavoratrici delle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> e ausiliariato degli asili comunali di Taranto proclamato dall'USB e dallo SLAI Cobas e sull'incontro con la Direzione Pubblica Istruzione del Comune di Taranto entrambi tenutesi il 29/03/2023.\r\n\r\nIn un loro comunicato si legge:\r\n\r\n“È stato un confronto proficuo che ha consentito di fare qualche passo in avanti nella direzione degli orari di lavoro e del reddito della lavoratrici che da troppi anni vivono una condizione di precarietà, fatta di poche ore di lavoro, bassi salari e periodiche sospensioni dell'attività lavorativa senza retribuzione, pur garantendo un servizio essenziale per l'intera comunità.\r\nIn particolare, l'amministrazione comunale e la direzione competente, mostrando attenzione alle ragioni della giusta protesta delle lavoratrici, hanno comunicato la volontà di utilizzare tutte le ultime risorse economiche destinabili all'appalto in questione per un incremento di 3 ore di lavoro settimanali pro capite, a partire dal prossimo anno educativo (settembre 2024), di redistribuire tra le lavoratrici in forza le ore di lavoro derivanti dall'eventuale collocamento in pensione del personale e di verificare la possibilità di impiegare le lavoratrici anche nelle eventuali attività aggiuntive derivanti dalla realizzazioni di progetti finanziati.\r\nRegistriamo inoltre ancora il completo disinteresse della società appaltatrice, Servizi Integrati srl, di fronte alle legittime rivendicazioni delle sue dipendenti, imprigionate da anni in un lavoro povero, faticoso e svolto per giunta senza le attrezzature previste dal capitolato d'appalto. Un'azienda che, al di là degli annunci, si rende ancora indisponibile ad avviare qualunque vera trattativa per il riconoscimento di concreti miglioramenti salariali e delle condizioni di sicurezza.\r\n*Per queste ragioni, le lavoratrici non intendono retrocedere di un solo passo e a breve renderemo note le prossime iniziative di lotta.*”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_04_04_Enza-ausiliaria-asili-nido-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[363],{"field":101,"matched_tokens":364,"snippet":360,"value":361},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":367,"highlight":379,"highlights":384,"text_match":183,"text_match_info":387},{"comment_count":49,"id":368,"is_sticky":49,"permalink":369,"podcastfilter":370,"post_author":325,"post_content":371,"post_date":372,"post_excerpt":55,"post_id":368,"post_modified":373,"post_thumbnail":374,"post_title":375,"post_type":331,"sort_by_date":376,"tag_links":377,"tags":378},"74941","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-12-04-2022/",[294],"Il primo collegamento lo abbiamo fatto nel vivo della protesta dei lavoratori della Gado, società multiservizi che fornisce personale alle principali catene di fast food di Torino e cintura, per quanto riguarda i servizi di pulizia. Infatti abbiamo stabilito il collegamento con uno di loro , Hosam, mentre era in presidio davanti al Burger King di Pianezza. Nonostante gli introiti da capogiro dei colossi delle catene di ristorazione mondiale, chi ci lavora per farci le pulizie si ritrova a lavorare per 30 giorni al mese per 8 fino a 12 ore al giorno, senza alcuna pausa o ferie e con le paghe che arrivano sempre in ritardo. Quando alcuni di loro hanno deciso di alzare la testa, l'azienda li ha puniti riducendogli drasticamente le ore di impiego, così si sono ritrovati da un'eccesso all'altro, senza la possibilità di sostentarsi. Questi lavoratori si sono rivelati particolarmente determinati e combattivi, infatti la loro risposta è stata quella di organizzare delle sorta di presidi permanenti davanti ai vari Mc Donald's, Roadhouse e Burger King per informare gli avventori quanto questi ristoranti in franchise siano squallidi come datori (diretti o indiretti che siano) di lavoro.\r\n\r\nVi invitiamo quindi oltre a boicottare queste catene, a portare solidarietà diretta a questa lotta che continuerà ad andare avanti ad oltranza con i presidi, finchè Gado non darà risposte concrete ai suoi dipendenti, dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 22 davanti al Burger King di Pianezza e il sabato e la domenica sempre al Burger King di Beinasco e di Moncalieri.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Hosam-lavoratore-Gado-in-diretta-dal-presidio-a-Pianezza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pietro Cusimano, USB pubblico impiego lombardia, sulla grottesca perquisizione in una sede del sindacato a Roma il giorno 6/04/2022. Sul sito del sindacato si legge:\r\nUna denuncia telefonica, una perquisizione a colpo sicuro, una pistola che salta fuori dallo scarico di un water. È la sintesi dell’operazione da film dei carabinieri andata in scena questa mattina contro l’Unione Sindacale di Base. Poco prima delle 11 i militari si presentano nella sede nazionale di USB, in via dell’Aeroporto 129 a Roma, pretendendo di operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate telefonicamente da un anonimo al mattino presto. I dirigenti USB attivano lo staff legale del sindacato e i parlamentari di ManifestA. Si chiede ai militari presenti, che invocano la\r\nprocedibilità senza mandato in forza dell’articolo 4 della legge 152/1975, un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria.\r\nLe forze dell’ordine vanno a colpo sicuro. L’anonimo segnalatore ha indicato dove trovare “le armi”: lo scarico di un water, “quello” scarico di “quel” water nei bagni riservati al pubblico maschile.\r\nSalta così fuori una pistola malamente avvolta nel cellophane e immersa nell’acqua, depositata lì da mani premurose. USB denuncia la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato\r\nconflittuale, una messa in scena che fa comodo a molti, troppi. I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB. Di certo l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa, figurarsi delle armi. Di certo il primo posto in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati,\r\ndi precari, di senza casa che la supportano. Le uniche armi che USB usa sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni, le lotte. Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_USB-su-ritrovamento-pistola-nella-sede-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, nostro inviato dalla Francia, sulle elezioni presidenziali in Francia del 2022 tenutesi il 10 aprile per il primo turno di votazione; il ballottaggio è fissato per il 24 aprile. Hanno avuto accesso al secondo turno il Presidente della Repubblica uscente Emmanuel Macron (LREM), arrivato al 27,84% dei voti, e Marine LePen (RN), al 23,15%. Al terzo posto si è piazzato Jean-Luc Mélenchon (LFI) col 21,95%, seguito da Éric Zemmour (Reconquête) col 7,07%; tutti gli altri candidati non hanno superato il 5% dei voti. Marginale è stata la consistenza elettorale dei candidati sostenuti dalle forze politiche tradizionali: Valérie Pécresse (LR) si è fermata al 4,78% e Anne Hidalgo (PS) all'1,75%.\r\nAlle precedenti elezioni presidenziali del 2017 Macron aveva ottenuto il 24,01% e Le Pen il 21,30%; Mélenchon era giunto quarto col 19,58%, mentre al terzo posto era arrivato il gollista François Fillon col 20,01%. Macron ha così visto aumentare i suoi consensi di 3,83 punti percentuale (+1.129.232 voti), Le Pen di 1,85 (+457.878) e Mélenchon di 2,37 (+654.998).\r\nAl primo turno l'affluenza si è attestata al 73,69%, contro il 77,77% delle precedenti. Abbiamo chiesto al nostro inviato un commento politico dal punto di vista di classe sulla tendenza di questo voto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Enrico-Riboni-su-elezioni-francesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","16 Aprile 2022","2022-04-16 11:08:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/gado-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 12/04/2022",1650107312,[],[],{"post_content":380},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[21],"ci lavora per farci le \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> si ritrova a lavorare per","Il primo collegamento lo abbiamo fatto nel vivo della protesta dei lavoratori della Gado, società multiservizi che fornisce personale alle principali catene di fast food di Torino e cintura, per quanto riguarda i servizi di pulizia. Infatti abbiamo stabilito il collegamento con uno di loro , Hosam, mentre era in presidio davanti al Burger King di Pianezza. Nonostante gli introiti da capogiro dei colossi delle catene di ristorazione mondiale, chi ci lavora per farci le \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> si ritrova a lavorare per 30 giorni al mese per 8 fino a 12 ore al giorno, senza alcuna pausa o ferie e con le paghe che arrivano sempre in ritardo. Quando alcuni di loro hanno deciso di alzare la testa, l'azienda li ha puniti riducendogli drasticamente le ore di impiego, così si sono ritrovati da un'eccesso all'altro, senza la possibilità di sostentarsi. Questi lavoratori si sono rivelati particolarmente determinati e combattivi, infatti la loro risposta è stata quella di organizzare delle sorta di presidi permanenti davanti ai vari Mc Donald's, Roadhouse e Burger King per informare gli avventori quanto questi ristoranti in franchise siano squallidi come datori (diretti o indiretti che siano) di lavoro.\r\n\r\nVi invitiamo quindi oltre a boicottare queste catene, a portare solidarietà diretta a questa lotta che continuerà ad andare avanti ad oltranza con i presidi, finchè Gado non darà risposte concrete ai suoi dipendenti, dal lunedì al venerdì dalle 19 alle 22 davanti al Burger King di Pianezza e il sabato e la domenica sempre al Burger King di Beinasco e di Moncalieri.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Hosam-lavoratore-Gado-in-diretta-dal-presidio-a-Pianezza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pietro Cusimano, USB pubblico impiego lombardia, sulla grottesca perquisizione in una sede del sindacato a Roma il giorno 6/04/2022. Sul sito del sindacato si legge:\r\nUna denuncia telefonica, una perquisizione a colpo sicuro, una pistola che salta fuori dallo scarico di un water. È la sintesi dell’operazione da film dei carabinieri andata in scena questa mattina contro l’Unione Sindacale di Base. Poco prima delle 11 i militari si presentano nella sede nazionale di USB, in via dell’Aeroporto 129 a Roma, pretendendo di operare un’ispezione alla ricerca di armi, segnalate telefonicamente da un anonimo al mattino presto. I dirigenti USB attivano lo staff legale del sindacato e i parlamentari di ManifestA. Si chiede ai militari presenti, che invocano la\r\nprocedibilità senza mandato in forza dell’articolo 4 della legge 152/1975, un provvedimento scritto dell’autorità giudiziaria.\r\nLe forze dell’ordine vanno a colpo sicuro. L’anonimo segnalatore ha indicato dove trovare “le armi”: lo scarico di un water, “quello” scarico di “quel” water nei bagni riservati al pubblico maschile.\r\nSalta così fuori una pistola malamente avvolta nel cellophane e immersa nell’acqua, depositata lì da mani premurose. USB denuncia la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato\r\nconflittuale, una messa in scena che fa comodo a molti, troppi. I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB. Di certo l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa, figurarsi delle armi. Di certo il primo posto in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati,\r\ndi precari, di senza casa che la supportano. Le uniche armi che USB usa sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni, le lotte. Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_USB-su-ritrovamento-pistola-nella-sede-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, nostro inviato dalla Francia, sulle elezioni presidenziali in Francia del 2022 tenutesi il 10 aprile per il primo turno di votazione; il ballottaggio è fissato per il 24 aprile. Hanno avuto accesso al secondo turno il Presidente della Repubblica uscente Emmanuel Macron (LREM), arrivato al 27,84% dei voti, e Marine LePen (RN), al 23,15%. Al terzo posto si è piazzato Jean-Luc Mélenchon (LFI) col 21,95%, seguito da Éric Zemmour (Reconquête) col 7,07%; tutti gli altri candidati non hanno superato il 5% dei voti. Marginale è stata la consistenza elettorale dei candidati sostenuti dalle forze politiche tradizionali: Valérie Pécresse (LR) si è fermata al 4,78% e Anne Hidalgo (PS) all'1,75%.\r\nAlle precedenti elezioni presidenziali del 2017 Macron aveva ottenuto il 24,01% e Le Pen il 21,30%; Mélenchon era giunto quarto col 19,58%, mentre al terzo posto era arrivato il gollista François Fillon col 20,01%. Macron ha così visto aumentare i suoi consensi di 3,83 punti percentuale (+1.129.232 voti), Le Pen di 1,85 (+457.878) e Mélenchon di 2,37 (+654.998).\r\nAl primo turno l'affluenza si è attestata al 73,69%, contro il 77,77% delle precedenti. Abbiamo chiesto al nostro inviato un commento politico dal punto di vista di classe sulla tendenza di questo voto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/F_m_12_04_Enrico-Riboni-su-elezioni-francesi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[385],{"field":101,"matched_tokens":386,"snippet":382,"value":383},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":389,"highlight":401,"highlights":406,"text_match":183,"text_match_info":409},{"comment_count":49,"id":390,"is_sticky":49,"permalink":391,"podcastfilter":392,"post_author":325,"post_content":393,"post_date":394,"post_excerpt":55,"post_id":390,"post_modified":395,"post_thumbnail":396,"post_title":397,"post_type":331,"sort_by_date":398,"tag_links":399,"tags":400},"72613","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-21-12-2021/",[294],"Il primo approfondimento lo abbiamo fatto grazie al contributo di una new entry nella nostra redazione, che ha raccolto per noi le voci di parte del personale sanitario sospeso dal servizio perchè non provvista di super green pass, organizzato con il sindacato CUB. Pensiamo sia un dovere di chi vuole approfondire certe tematiche legate al lavoro, quella di sentire il punto di vista di lavoratorici e lavoratori che si ritrovano per un provvedimento calato dall'alto a perdere il lavoro e a diventare il capro espiatorio della società alle prese con una pandemia sanitaria.\r\n\r\nLe testimonianze raccolte comprendono fisioterapiste, infermiere, educatrici e anche personale addetto alle pulizie, che ci restituiscono una sensazione di indignazione e dissenso rispetto al trattamento che gli sta venendo riservato da parte dello Stato; infatti al momento del bisogno, durante il picco pandemico, quest'ultimo ha contato sugli sforzi lavorativi di queste persone, che mantenendo una giusta condotta data dai protocolli sanitari, ha di fatto contribuito allo svolgersi di un fondamentale servizio pubblico. Ora che invece le condizioni di incidenza delle mortalità e delle ospedalizzazioni da Covid-19 sono minori, si lascia il personale sanitario a casa e senza stipendio per 6 mesi, un provvedimento così severo non è mai stato preso, neanche per chi veniva sospeso dal lavoro per motivi disciplinari, che almeno mantiene diritto al 50% dello stipendio. Ci sorge spontaneo chiederci se questa caccia alle streghe da parte delle istituzioni, nei confronti di chi sceglie di non vaccinarsi, non sia in realtà un modo per distrarre dall'enorme inefficienza di provvedimenti che cambiano di continuo, presi palesemente più per volontà economiche che per reale interesse della salute pubblica e per una gestione delle emergenze \"made in Italy\" che si è sempre distinta nell'essere pessima.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Interviste-lavoratrici-sospese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Dario, esponente del collettivo di fabbrica GKN per fare luce sul decreto anti delocalizzazioni varato dal governo Draghi, in virtù anche della controproposta di legge scritta dagli operai stessi, aiutati da un team legale e dal senatore Mantero di PaP. Ma aiutiamoci con le chiare parole diffuse dai profili social del collettivo:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\"Ci è stata chiesta una opinione sul cosiddetto emendamento antidelocalizzazione. Abbiamo provato a esprimerlo con un video.\r\n\r\n\r\n1. Si tratta di un provvedimento che riguarderebbe solo lo 0,1% delle aziende italiane.\r\n\r\n\r\n2. Non impedisce le delocalizzazioni ma anzi crea una procedura per delocalizzare. La resistenza Gkn sarebbe stata addirittura più dura e l'articolo 28 non ci sarebbe forse nemmeno stato.\r\n\r\n\r\n3. L'azienda che se ne va deve solo presentare un piano di mitigazione sociale. E anche se non lo fa o non lo rispetta, incappa nella più irrisoria delle multe: il raddoppio del ticket di licenziamento.\r\n\r\n\r\n4. Si pone mano alle \"modalità\" con cui veniamo licenziati. Ma il problema non erano solo le modalità.\r\n\r\n\r\n5. E smettiamola di discutere delle multinazionali che scappano, discutiamo dello Stato che resta. E lo Stato qua si limita a elargire bonus, senza vincoli, e a riscuotere multe (peraltro irrisorie).\r\n\r\n\r\nRispetto a quanto chiedevamo, non è che ci è stato dato \"di meno\", ci è stata data proprio una cosa diversa. Per usare una metafora storica, noi chiedevamo di abolire la pena di morte e si è finiti a discutere sul galateo del boia. #insorgiamo \"\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/F_m_21_12_Dario-di-GKN-su-decreti-delocalizzazioni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un membro dell'assemblea riders torinese che ci ha ribadito quanto ci avevano già detto pochi giorni fa i lavoratori iscritti al sindacato SiCobas che avevano lanciato il primo sciopero di quest'azienda del food delivery a Torino: \"il fatto che Just eat contrattualizzi i riders come subordinati non risolve i problemi, ne crea altri\".\r\n\r\nParallelamente alle pratiche messe in atto dal sopra citato sindacato di base, i fattorini si sono auto organizzati e in occasione della decisione dell'azienda di definire come \"assenza ingiustificata\" la giornata in cui le strade a Torino erano coperte di neve e ghiaccio (l'8 Dicembre) e per cui svariati riders si erano rifiutati di affrontare le condizioni pericolose del turno di lavoro, hanno messo con le spalle al muro i responsabili dell'azienda. Infatti dopo essersi presentati sotto agli uffici gestionali torinesi di Just eat, un determinato gruppo di lavoratori si è di fatto opposto alle modalità e le tempistiche comunicative dei loro datori, costringendoli ad un dialogo che ha dato anche i suoi frutti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/F_m_21_12_Peppe-su-azioni-assemblea-torino-riders.mp3\"][/audio]","24 Dicembre 2021","2021-12-24 18:51:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/268160753_4864895456864375_5256183523151223437_n-2-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/12/2021",1640371889,[],[],{"post_content":402},{"matched_tokens":403,"snippet":404,"value":405},[21],"e anche personale addetto alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, che ci restituiscono una sensazione","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto grazie al contributo di una new entry nella nostra redazione, che ha raccolto per noi le voci di parte del personale sanitario sospeso dal servizio perchè non provvista di super green pass, organizzato con il sindacato CUB. Pensiamo sia un dovere di chi vuole approfondire certe tematiche legate al lavoro, quella di sentire il punto di vista di lavoratorici e lavoratori che si ritrovano per un provvedimento calato dall'alto a perdere il lavoro e a diventare il capro espiatorio della società alle prese con una pandemia sanitaria.\r\n\r\nLe testimonianze raccolte comprendono fisioterapiste, infermiere, educatrici e anche personale addetto alle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark>, che ci restituiscono una sensazione di indignazione e dissenso rispetto al trattamento che gli sta venendo riservato da parte dello Stato; infatti al momento del bisogno, durante il picco pandemico, quest'ultimo ha contato sugli sforzi lavorativi di queste persone, che mantenendo una giusta condotta data dai protocolli sanitari, ha di fatto contribuito allo svolgersi di un fondamentale servizio pubblico. Ora che invece le condizioni di incidenza delle mortalità e delle ospedalizzazioni da Covid-19 sono minori, si lascia il personale sanitario a casa e senza stipendio per 6 mesi, un provvedimento così severo non è mai stato preso, neanche per chi veniva sospeso dal lavoro per motivi disciplinari, che almeno mantiene diritto al 50% dello stipendio. Ci sorge spontaneo chiederci se questa caccia alle streghe da parte delle istituzioni, nei confronti di chi sceglie di non vaccinarsi, non sia in realtà un modo per distrarre dall'enorme inefficienza di provvedimenti che cambiano di continuo, presi palesemente più per volontà economiche che per reale interesse della salute pubblica e per una gestione delle emergenze \"made in Italy\" che si è sempre distinta nell'essere pessima.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Interviste-lavoratrici-sospese.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Dario, esponente del collettivo di fabbrica GKN per fare luce sul decreto anti delocalizzazioni varato dal governo Draghi, in virtù anche della controproposta di legge scritta dagli operai stessi, aiutati da un team legale e dal senatore Mantero di PaP. Ma aiutiamoci con le chiare parole diffuse dai profili social del collettivo:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\"Ci è stata chiesta una opinione sul cosiddetto emendamento antidelocalizzazione. Abbiamo provato a esprimerlo con un video.\r\n\r\n\r\n1. Si tratta di un provvedimento che riguarderebbe solo lo 0,1% delle aziende italiane.\r\n\r\n\r\n2. Non impedisce le delocalizzazioni ma anzi crea una procedura per delocalizzare. La resistenza Gkn sarebbe stata addirittura più dura e l'articolo 28 non ci sarebbe forse nemmeno stato.\r\n\r\n\r\n3. L'azienda che se ne va deve solo presentare un piano di mitigazione sociale. E anche se non lo fa o non lo rispetta, incappa nella più irrisoria delle multe: il raddoppio del ticket di licenziamento.\r\n\r\n\r\n4. Si pone mano alle \"modalità\" con cui veniamo licenziati. Ma il problema non erano solo le modalità.\r\n\r\n\r\n5. E smettiamola di discutere delle multinazionali che scappano, discutiamo dello Stato che resta. E lo Stato qua si limita a elargire bonus, senza vincoli, e a riscuotere multe (peraltro irrisorie).\r\n\r\n\r\nRispetto a quanto chiedevamo, non è che ci è stato dato \"di meno\", ci è stata data proprio una cosa diversa. Per usare una metafora storica, noi chiedevamo di abolire la pena di morte e si è finiti a discutere sul galateo del boia. #insorgiamo \"\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/F_m_21_12_Dario-di-GKN-su-decreti-delocalizzazioni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un membro dell'assemblea riders torinese che ci ha ribadito quanto ci avevano già detto pochi giorni fa i lavoratori iscritti al sindacato SiCobas che avevano lanciato il primo sciopero di quest'azienda del food delivery a Torino: \"il fatto che Just eat contrattualizzi i riders come subordinati non risolve i problemi, ne crea altri\".\r\n\r\nParallelamente alle pratiche messe in atto dal sopra citato sindacato di base, i fattorini si sono auto organizzati e in occasione della decisione dell'azienda di definire come \"assenza ingiustificata\" la giornata in cui le strade a Torino erano coperte di neve e ghiaccio (l'8 Dicembre) e per cui svariati riders si erano rifiutati di affrontare le condizioni pericolose del turno di lavoro, hanno messo con le spalle al muro i responsabili dell'azienda. Infatti dopo essersi presentati sotto agli uffici gestionali torinesi di Just eat, un determinato gruppo di lavoratori si è di fatto opposto alle modalità e le tempistiche comunicative dei loro datori, costringendoli ad un dialogo che ha dato anche i suoi frutti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/F_m_21_12_Peppe-su-azioni-assemblea-torino-riders.mp3\"][/audio]",[407],{"field":101,"matched_tokens":408,"snippet":404,"value":405},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":411,"highlight":423,"highlights":428,"text_match":183,"text_match_info":431},{"comment_count":49,"id":412,"is_sticky":49,"permalink":413,"podcastfilter":414,"post_author":325,"post_content":415,"post_date":416,"post_excerpt":55,"post_id":412,"post_modified":417,"post_thumbnail":418,"post_title":419,"post_type":331,"sort_by_date":420,"tag_links":421,"tags":422},"71889","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-11-2021/",[294],"Il primo collegamento l'abbiamo fatto con Giulia Druetta, avvocatessa dei riders in causa contro Uber Eats e i suoi intermediari, che ci ha raccontato come è nata l'intenzione da parte di questi ragazzi di origine africana auto organizzati, a portare avanti una lotta per pretendere giustizia per loro e per i loro colleghi. Inoltre abbiamo lanciato l'appuntamento della cena benefit organizzata per raccogliere i fondi necessari ai viaggi di spostamento tra Torino e Milano che serviranno ai riders per andare a presidiare nei tribunali dove avverranno questi processi contro i loro aguzzini. Questo è quanto recita il testo dell'evento per la cena di cui sopra che si terrà il 15 Novembre all'Edera Squat:\r\n\r\nIl 15 novembre all’Edera squat, in via Pianezza,115, ci sarà una gustosa cena benefit dai sapori africani per sostenere i riders di Uber eats. \r\nQuesti lavoratori venivano assunti da un intermediario, FRC, ma di fatto erano alle dipendenze di Uber eats. Le condizioni di lavoro alle quali erano sottoposti: pagati 3 euro a consegna, multati senza giustificazioni, licenziati con un click, costretti a ritmi di lavoro massacranti, senza nessuna misura di sicurezza, reclutati per lo più nei centri di accoglienza, tutti stranieri in fuga da territori ostili, facilmente ricattabili.\r\nI lavoratori di Milano e di Torino si sono uniti e organizzati in maniera autonoma animando sciopero e presidi e dando vita a diverse cause, penali e civili, contro Uber e FRC.\r\nQuesto benefit ha l'obiettivo di raccogliere fondi affinché i rider possano spostarsi tra Milano e Torino per poter partecipare ai processi che li riguardano e avere l’opportunità di rivendicare ancora una volta uniti i propri diritti.\r\nIl 18 novembre verrà emessa la sentenza di primo grado, la prima in Italia, che deciderà del caso dei rider di Uber e noi saremo presenti per portare solidarietà ai nostri colleghi. \r\nhttps://www.facebook.com/1251882561499034/posts/4737705979583324/\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Druetta-su-causa-riders-Uber-Eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Cosimo Scarinzi della CUB Torino che ci ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il sindacato di base di cui fa parte, oltre che Asia Usb, Potere al popolo, Cambiare Rotta, Mamme in piazza per la libertà di dissenso Case Occupate di zona San Paolo Assemblea No Tav Torino e cintura, Associazione amici di via Revello, di scendere in presidio davanti a palazzo di città per ribadire che:\r\n\r\nLa nuova giunta Lo Russo sa già di vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza sconti al modello basato su grandi progetti speculativi, centro città come una vetrina per grandi eventi, esternalizzazioni e precarietà lavorativa, sostegno ai privati a scapito del pubblico e assessori “consigliati” dalle fondazioni bancarie.\r\n\r\nUn modello che i 5 Stelle avevano dichiarato di voler stravolgere ricevendo un largo sostegno da larghe fette di popolazione. Aspettative che hanno però totalmente disatteso sia ignorando i bisogni delle periferie sia avvicinandosi nuovamente al medesimo modello di gestione del Sistema Torino.\r\n\r\nUn modello di sviluppo che ha prodotto in oltre tre decenni problematiche sociali sempre più pesanti per la città. Una gestione che ha creato diseguaglianze crescenti orientando le risorse della città a favore di pochi grandi imprenditori e gruppi finanziari a scapito di un’altissima fetta di lavoratori che vivono di lavori sempre più precari e meno pagati.\r\n\r\nLa giunta Lo Russo ripropone oggi tale visione politica, che ha compromesso l’accesso a strati di popolazione sempre più ampi da diritti elementari come la casa, il lavoro, la sanità, i trasporti fino ai documenti.\r\n\r\nConvochiamo un presidio pubblico sotto il Comune di Torino il giorno del primo consiglio comunale l'8 novembre alle 16.30, aperto a tutte le realtà e ai singoli che da anni portano avanti battaglie per contrastare questo modello escludente di sviluppo. Scendiamo in piazza per rafforzare l’alternativa sociale in questa città e rimettere al centro i bisogni e le necessità delle classi popolari, dei lavoratori e degli emarginati.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Scarinzi-su-presidio-instaurazione-giunta-Lo-Russo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Edi Lazzi, segretario FIOM Torino, col quale abbiamo provato a capire le intenzioni presenti e future che Stellantis intende applicare sui propri stabilimenti, a Torino e non. Nella fattispecie abbiamo parlato di una decisione, ovvero quella di trasferire (e di fatto ridimensionare drasticamente) le produzioni della Maserati di Grugliasco (Ex Bertone) a Mirafiori, ma senza poter garantire il posto di lavoro a chi verrà escluso da questo ridimensionamento, nè garantendo sicurezze a chi inizierà a lavorare in un nuovo stabilimento senza sapere per quanto tempo ancora. Per questo il 13 ottobre, di fronte alla prospettiva di circa 1100 lavoratori in esubero (contando anche il personale in appalto, mense, pulizie ecc..) c'è stato un presidio con assemblea davanti allo stabilimento Maserati, dal quale è uscita forte la richiesta di avere risposte chiare dal colosso Stellantis.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_FIOM-su-trasferimento-Maserati-Grugliasco-e-Stellantis.mp3\"][/audio]","17 Novembre 2021","2021-11-17 18:24:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/treves_mi-spiace-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/11/2021",1637173493,[],[],{"post_content":424},{"matched_tokens":425,"snippet":426,"value":427},[21],"il personale in appalto, mense, \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> ecc..) c'è stato un presidio","Il primo collegamento l'abbiamo fatto con Giulia Druetta, avvocatessa dei riders in causa contro Uber Eats e i suoi intermediari, che ci ha raccontato come è nata l'intenzione da parte di questi ragazzi di origine africana auto organizzati, a portare avanti una lotta per pretendere giustizia per loro e per i loro colleghi. Inoltre abbiamo lanciato l'appuntamento della cena benefit organizzata per raccogliere i fondi necessari ai viaggi di spostamento tra Torino e Milano che serviranno ai riders per andare a presidiare nei tribunali dove avverranno questi processi contro i loro aguzzini. Questo è quanto recita il testo dell'evento per la cena di cui sopra che si terrà il 15 Novembre all'Edera Squat:\r\n\r\nIl 15 novembre all’Edera squat, in via Pianezza,115, ci sarà una gustosa cena benefit dai sapori africani per sostenere i riders di Uber eats. \r\nQuesti lavoratori venivano assunti da un intermediario, FRC, ma di fatto erano alle dipendenze di Uber eats. Le condizioni di lavoro alle quali erano sottoposti: pagati 3 euro a consegna, multati senza giustificazioni, licenziati con un click, costretti a ritmi di lavoro massacranti, senza nessuna misura di sicurezza, reclutati per lo più nei centri di accoglienza, tutti stranieri in fuga da territori ostili, facilmente ricattabili.\r\nI lavoratori di Milano e di Torino si sono uniti e organizzati in maniera autonoma animando sciopero e presidi e dando vita a diverse cause, penali e civili, contro Uber e FRC.\r\nQuesto benefit ha l'obiettivo di raccogliere fondi affinché i rider possano spostarsi tra Milano e Torino per poter partecipare ai processi che li riguardano e avere l’opportunità di rivendicare ancora una volta uniti i propri diritti.\r\nIl 18 novembre verrà emessa la sentenza di primo grado, la prima in Italia, che deciderà del caso dei rider di Uber e noi saremo presenti per portare solidarietà ai nostri colleghi. \r\nhttps://www.facebook.com/1251882561499034/posts/4737705979583324/\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Druetta-su-causa-riders-Uber-Eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Cosimo Scarinzi della CUB Torino che ci ha illustrato le motivazioni che hanno spinto il sindacato di base di cui fa parte, oltre che Asia Usb, Potere al popolo, Cambiare Rotta, Mamme in piazza per la libertà di dissenso Case Occupate di zona San Paolo Assemblea No Tav Torino e cintura, Associazione amici di via Revello, di scendere in presidio davanti a palazzo di città per ribadire che:\r\n\r\nLa nuova giunta Lo Russo sa già di vecchio: le prime dichiarazioni riportano senza sconti al modello basato su grandi progetti speculativi, centro città come una vetrina per grandi eventi, esternalizzazioni e precarietà lavorativa, sostegno ai privati a scapito del pubblico e assessori “consigliati” dalle fondazioni bancarie.\r\n\r\nUn modello che i 5 Stelle avevano dichiarato di voler stravolgere ricevendo un largo sostegno da larghe fette di popolazione. Aspettative che hanno però totalmente disatteso sia ignorando i bisogni delle periferie sia avvicinandosi nuovamente al medesimo modello di gestione del Sistema Torino.\r\n\r\nUn modello di sviluppo che ha prodotto in oltre tre decenni problematiche sociali sempre più pesanti per la città. Una gestione che ha creato diseguaglianze crescenti orientando le risorse della città a favore di pochi grandi imprenditori e gruppi finanziari a scapito di un’altissima fetta di lavoratori che vivono di lavori sempre più precari e meno pagati.\r\n\r\nLa giunta Lo Russo ripropone oggi tale visione politica, che ha compromesso l’accesso a strati di popolazione sempre più ampi da diritti elementari come la casa, il lavoro, la sanità, i trasporti fino ai documenti.\r\n\r\nConvochiamo un presidio pubblico sotto il Comune di Torino il giorno del primo consiglio comunale l'8 novembre alle 16.30, aperto a tutte le realtà e ai singoli che da anni portano avanti battaglie per contrastare questo modello escludente di sviluppo. Scendiamo in piazza per rafforzare l’alternativa sociale in questa città e rimettere al centro i bisogni e le necessità delle classi popolari, dei lavoratori e degli emarginati.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_Scarinzi-su-presidio-instaurazione-giunta-Lo-Russo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Edi Lazzi, segretario FIOM Torino, col quale abbiamo provato a capire le intenzioni presenti e future che Stellantis intende applicare sui propri stabilimenti, a Torino e non. Nella fattispecie abbiamo parlato di una decisione, ovvero quella di trasferire (e di fatto ridimensionare drasticamente) le produzioni della Maserati di Grugliasco (Ex Bertone) a Mirafiori, ma senza poter garantire il posto di lavoro a chi verrà escluso da questo ridimensionamento, nè garantendo sicurezze a chi inizierà a lavorare in un nuovo stabilimento senza sapere per quanto tempo ancora. Per questo il 13 ottobre, di fronte alla prospettiva di circa 1100 lavoratori in esubero (contando anche il personale in appalto, mense, \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> ecc..) c'è stato un presidio con assemblea davanti allo stabilimento Maserati, dal quale è uscita forte la richiesta di avere risposte chiare dal colosso Stellantis.\r\n\r\nbuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_09_11_FIOM-su-trasferimento-Maserati-Grugliasco-e-Stellantis.mp3\"][/audio]",[429],{"field":101,"matched_tokens":430,"snippet":426,"value":427},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},{"document":433,"highlight":445,"highlights":450,"text_match":183,"text_match_info":453},{"comment_count":49,"id":434,"is_sticky":49,"permalink":435,"podcastfilter":436,"post_author":298,"post_content":437,"post_date":438,"post_excerpt":55,"post_id":434,"post_modified":439,"post_thumbnail":440,"post_title":441,"post_type":331,"sort_by_date":442,"tag_links":443,"tags":444},"66886","http://radioblackout.org/podcast/congiunzioni-24-lavoro-essenziale-e-donne-in-lotta-18-febbraio/",[298],"Il lavoro essenziale di cui tanto si parla in questi tempi di covid, è quel lavoro che già prima di questa crisi era per la maggior parte dei casi scaricato sulle donne e sottoposto a numerosi ricatti: dalla precarietà, allo sfruttamento, alla salute, alle violenze. Ed era quel lavoro reso invisibile, perchè dato per scontato. \r\n\r\nEmblematico è il caso delle lavoratrici delle pulizie confinate a un lavoro di cura e riproduzione il cui profitto finisce nelle mani di grandi aziende e cooperative che guadagnano sulla pelle delle donne che sono costrette a fare questo lavoro.. molto spesso rischiando la salute. Ed è proprio per questo motivo che le lotte per una condizione lavorativa più degna sono patrimonio prezioso per tutta la collettività. \r\n\r\nNe abbiamo due esempio importanti, da Parigi a Pavia:\r\n\r\nSylvie ci racconta lo sciopero all'hotel Ibis che dal luglio 2019 è andato avanti per più di un anno e mezzo grazie alla determinazione delle donne che hanno incrociato le braccia per pretendere l'internalizzazione e il riconoscimento del loro lavoro.\r\n\r\nGisella, lavoratrice delle pulizie al Policlinico di Pavia, ci racconta l'inizio dello stato di agitazione organizzato insieme a Non Una Di Meno Pavia, che sta rendendo visibili le condizioni disumane a cui le donne che vi lavorano sono sottoposte, precarietà, tagli al personale, orari e carico di lavoro insostenibili e rischi per la loro salute.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021_02_18_congiunzioni-24-escopost.mp3\"][/audio]","18 Febbraio 2021","2021-04-20 11:29:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/0b37309534c9ce5fd89b3b8f910c0bab-200x110.jpg","CONGIUNZIONI #24 - LAVORO ESSENZIALE E DONNE IN LOTTA - [18 FEBBRAIO]",1613683495,[],[],{"post_content":446},{"matched_tokens":447,"snippet":448,"value":449},[21],"il caso delle lavoratrici delle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> confinate a un lavoro di","Il lavoro essenziale di cui tanto si parla in questi tempi di covid, è quel lavoro che già prima di questa crisi era per la maggior parte dei casi scaricato sulle donne e sottoposto a numerosi ricatti: dalla precarietà, allo sfruttamento, alla salute, alle violenze. Ed era quel lavoro reso invisibile, perchè dato per scontato. \r\n\r\nEmblematico è il caso delle lavoratrici delle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> confinate a un lavoro di cura e riproduzione il cui profitto finisce nelle mani di grandi aziende e cooperative che guadagnano sulla pelle delle donne che sono costrette a fare questo lavoro.. molto spesso rischiando la salute. Ed è proprio per questo motivo che le lotte per una condizione lavorativa più degna sono patrimonio prezioso per tutta la collettività. \r\n\r\nNe abbiamo due esempio importanti, da Parigi a Pavia:\r\n\r\nSylvie ci racconta lo sciopero all'hotel Ibis che dal luglio 2019 è andato avanti per più di un anno e mezzo grazie alla determinazione delle donne che hanno incrociato le braccia per pretendere l'internalizzazione e il riconoscimento del loro lavoro.\r\n\r\nGisella, lavoratrice delle \u003Cmark>pulizie\u003C/mark> al Policlinico di Pavia, ci racconta l'inizio dello stato di agitazione organizzato insieme a Non Una Di Meno Pavia, che sta rendendo visibili le condizioni disumane a cui le donne che vi lavorano sono sottoposte, precarietà, tagli al personale, orari e carico di lavoro insostenibili e rischi per la loro salute.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021_02_18_congiunzioni-24-escopost.mp3\"][/audio]",[451],{"field":101,"matched_tokens":452,"snippet":448,"value":449},[21],{"best_field_score":185,"best_field_weight":221,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":222,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":331,"first_q":21,"per_page":288,"q":21},["Reactive",457],{},["Set"],["ShallowReactive",460],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fs5qKcn-d9odJ7eCamznLe_6YmQFEDKV0IAdivPOgzKM":-1},true,"/search?query=pulizie"]