","Immigrazione. Violenza di Stato in Grecia",1601400194,[131,132],"http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/moria/",[134,135],"grecia","moria",{"post_content":137,"post_title":142},{"matched_tokens":138,"snippet":140,"value":141},[77,78,139],"accoglienza”","del governo è trasformare le \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> “\u003Cmark>accoglienza”\u003C/mark> per i profughi in vere","L’incendio che ha distrutto il centro \u003Cmark>di\u003C/mark> Moria sull’isola \u003Cmark>di\u003C/mark> Lesvos è la conseguenza \u003Cmark>di\u003C/mark> politiche che rendevano quest’esito del tutto prevedibile.\r\nLa pandemia ha fatto deflagrare una situazione già esplosiva. Gli attacchi dei fascisti, cui il governo ha lasciato il compito \u003Cmark>di\u003C/mark> fare il lavoro sporco, la militarizzazione dell’isola, e la crescente insofferenza degli abitanti, il cui reddito dipende dal turismo, messo in crisi dal Covid e dalla propaganda sui profughi-untori danno la cornice che ha portato all’accelerazione dell’ultimo mese.\r\n\r\nI migranti sono stati rinchiusi in centri lager sovraffollati in un susseguirsi ininterrotto \u003Cmark>di\u003C/mark> quarantene. Solo ad un esponente per famiglia era consentito \u003Cmark>di\u003C/mark> uscire dalla struttura per richiedenti asilo. Inevitabile che scoppiasse la rivolta e che qualcuno decidesse \u003Cmark>di\u003C/mark> dar fuoco alle mura della propria prigione.\r\nÉ \u003Cmark>di\u003C/mark> questi giorno la notizia che per l’incendio del centro \u003Cmark>di\u003C/mark> Moria sono state accusate e arrestate otto persone.\r\nkaratepe\r\n\r\nIl nuovo campo-tende militarizzato è stato allestito nella località \u003Cmark>di\u003C/mark> Karatepe. Oggi vi sono rinchiusi circa mille profughi. Altre migliaia sono accampate senza acqua né cibo lungo la strada, altre vivono tra le rovine del campo \u003Cmark>di\u003C/mark> Moria.\r\nLo scopo del governo è trasformare le \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> “\u003Cmark>accoglienza”\u003C/mark> per i profughi in vere prigioni, da dove non sia possibile uscire. Il progetto è un nuovo centro completamente chiuso tra mura e filo spinato.\r\nPer fare in fretta, senza incontrare ostacoli, a Lesvos stanno facendo terra bruciata: i due altri centri dell’isola stanno chiudendo. Il centro gestito dalla municipalità e quello autogestito da compagni, che garantivano \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> alle persone più deboli, fisicamente o socialmente, saranno cancellati. Poco importa dei bambini, degli anziani, dei malati, delle persone lgbtq+ per le quali i grandi centri rappresentano un pericolo per la salute e per la stessa incolumità personale.\r\nDopo l’apertura \u003Cmark>di\u003C/mark> Karatepe è stato il ministero dell’interno cha diffuso un comunicato in cui si invitava i profughi a diffidare delle \u003Cmark>strutture\u003C/mark> autogestite e delle ONG. Un mondo distopico, dove la solidarietà è una colpa e solo lo Stato è investito \u003Cmark>di\u003C/mark> autorità morale.\r\nA Lesbo ci sono associazioni diverse tra loro (diversi obiettivi) dalle associaz grandi ong grandi e tantissime piccole associazioni gruppi \u003Cmark>di\u003C/mark> compagni Lesbos Solidarity che gestiva il centro autogestito.\r\nÈ \u003Cmark>di\u003C/mark> ieri la notizia che 35 persone sono state inquisite e verranno processate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e associazione sovversiva.\r\n\r\nDa giugno qualcuno è stato deportato ad Atene, senza piani predisporre alcun piano \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>: la gran parte vive in strada. Molti si sono concentrati in piazza Vittoria, dove i compagni hanno portato tende, sacchi a pelo e quanto serviva a rendere meno pesante la loro condizione. Da qualche tempo ogni settimana si susseguono gli sgomberi della tendopoli \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Vittoria.\r\n\r\nNumerose e diverse per metodi e finalità le associazioni che si occupano \u003Cmark>di\u003C/mark> migranti sono tutte sotto attacco.\r\nUn gruppo interessante \u003Cmark>di\u003C/mark> Lesvos è “no borders kitchen” che aveva base in uno squat poi sgomberato\r\n\r\nIl Governo greco sta facendo deportazioni illegali in Afganistan, Turchia, Siria….\r\nIl neeìtwork “Borders violing” ha raccolto testimonianze \u003Cmark>di\u003C/mark> deportazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> massa sia via mare che via terra. La guardia costiera greca attua respingimenti, sparando alle barche in arrivo. È stata ipotizzata una sorta \u003Cmark>di\u003C/mark> barriera galleggiante in mezzo al mare: una sorta \u003Cmark>di\u003C/mark> muro dove l’acqua sostituisce i mattoni.\r\n\r\nIn futuro sarà sempre più difficile avere contatti diretti con i profughi, isolati in campi e \u003Cmark>strutture\u003C/mark> militarizzati. I movimenti provano a spezzare l’isolamento, per dare voce a chi non ne ha e per organizzarsi insieme nelle lotte d’autunno. La strada è in salita.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giulio, un compagno che vive in Grecia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/2020-09-29-grecia-giulio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 09 29 grecia giulio",{"matched_tokens":143,"snippet":144,"value":144},[78],"Immigrazione. 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Sempre più persone finiscono nelle fredde strutture di accoglienza, dove il privato sociale si arricchisce su di loro, senza fornire nessuna prospettiva di vita dignitosa. Le strutture di accoglienza sono luoghi in cui queste donne vengono trattate come ospiti, e spesso nemmeno gradite, ma dopo questa esperienza sicurmente non tornereanno in braccio alla pelosa carità istituzionale e si riprenderanno qualche posto in cui vivere; il movimento fa sapere che saranno rifiutate le proposte per la sistemazione da parte del Comune di Firenze.\r\n\r\nSentiamo l'intervento a caldo di Luca, che ci ha poi aggiornato sulla situazione che per ora è bloccata con le due occupanti sul tetto, dopo un breve corteo dei solidali intorno alla palazzina.\r\n\r\n2014.06.05-luca_pier_capponi","5 Giugno 2014","2014-06-09 12:25:20","Firenze: sotto sgombero l'occupazione di via Pier Capponi",1401969330,[167,168,169,170,171],"http://radioblackout.org/tag/emigrate/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/","http://radioblackout.org/tag/via-pier-capponi/",[173,174,175,176,177],"emigrate","firenze","lotta per la casa","sgombero","via pier capponi",{"post_content":179,"post_title":183},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[77,78,21],"più persone finiscono nelle fredde \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>, dove il privato sociale si","13 donne immigrate con i loro figli sono sotto sgombero da stamani in via Pier Capponi a Firenze, nella palazzina \u003Cmark>di\u003C/mark> proprietà \u003Cmark>di\u003C/mark> un concessoinario Fiat, abbandonato da 5 anni, dove dal novembre 2013 avevano deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> vivere dopo mesi passati per strada, o nelle \u003Cmark>strutture\u003C/mark> comunali, la cui “\u003Cmark>accoglienza”\u003C/mark> significava controlli e orari rigidi \u003Cmark>di\u003C/mark> entrata e uscita, la loro scelta aveva trovato l'appoggio solidale del Movimento \u003Cmark>di\u003C/mark> Lotta per la Casa.\r\n\r\nDue donne resistono sul tetto con una cinquantina \u003Cmark>di\u003C/mark> solidali sotto a portata \u003Cmark>di\u003C/mark> voce e un'imponente dispiegamento \u003Cmark>di\u003C/mark> forze dell'ordine, come ormai d'abitudine in questi giorni postelettorali in cui il PD ha deciso che può risolvere alla sua maniera la lotta per la casa. 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Chiuse le strutture di accoglienza, ai profughi sono stati dati 500 euro in cambio di una firma su documento che liberava lo Stato italiano di ogni responsabilità nei loro confronti.\r\nNonostante la spesa esorbitante di un miliardo e 300 milioni di euro, ai profughi della guerra in Libia non era stato garantito alcun percorso di inserimento nella nostra società.\r\nPer un anno e mezzo trascorso i profughi erano stati parcheggiati senza prospettive, tra incuria, assistenzialismo e mera carità.\r\nStrutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffare sono stati il risultato della gestione emergenziale imposta da un governo che aveva deciso di elargire un miliardo e 300 milioni di euro ad una miriade di associazioni del terzo settore, che garantirono poco o nulla nulla di quanto previsto per loro sulla carta.\r\nAi rifugiati provenienti dalla Libia non venne data alcuna opportunità di rendersi autonomi, indipendenti ed inserirsi nei nostri territori. Niente corsi di formazione, nessuna traccia dell’inserimento lavorativo, zero inserimento abitativo.\r\nAncora una volta “l’emergenza umanitaria” era stata una buona occasione di lucro per le tante organizzazioni del terzo settore che l'avevano gestita, bandando a ricavarne il più possibile.\r\n\r\nOccupare una casa vuota è stata la scelta di lotta e di autonomia di gente che lo Stato italiano voleva invisibile, dispersa tra le vie di una nuova cavalcata per l’Europa delle frontiere, nascosta in qualche buco per clandestini, accampata nelle campagne della raccolta e delle schiavitù.\r\n\r\nIl 17 gennaio di quest'anno alle palazzine dell'Ex Moi si è aggiunta la casa occupata in via Madonna delle Salette, uno stabile di proprietà dei preti, abbandonato del 2008. Una prima risposta alle crescenti esigenze abitative dei profughi accorsi anche da altre regioni, una possibilità in più di costruire percorsi di autogestione.\r\n\r\nIn vista della festa per il primo anno di occupazione di domenica prossima abbiamo fatto un primo bilancio di quest'anno di lotta con Nicola del Comitato di appoggio ai profughi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nex_moi","26 Marzo 2014","2014-03-31 13:20:56","Ex Moi. Un anno di autogestione",1395845245,[204,205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/emergenza-nord-africa/","http://radioblackout.org/tag/ex-moi/","http://radioblackout.org/tag/occupazione/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[210,211,212,18,213],"emergenza nord africa","ex-moi","occupazione","torino",{"post_content":215,"post_title":219},{"matched_tokens":216,"snippet":217,"value":218},[77,78,21],"fine della protezione. 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Si chiedono contratti regolari, il rispetto delle giornate in busta paga, l'apertura immediata delle strutture di accoglienza, indennizzi in busta paga per i lavoratori in affitto e risposte per le domande di sanatoria e di rinnovo dei permessi di soggiorno.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIn diretta dalla manifestazione:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021.07.16-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nRiprendiamo alcuni pezzi dal comunicato dei braccianti in lotta:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSIAM MICA L'ALABAMA....DICIAMO BASTA ALLO SFRUTTAMENTO!\r\n\r\n\r\n+++ MANIFESTAZIONE VENERDì 16 LUGLIO, ORE 9:30 DAVANTI A CONFAGRICOLTURA, SALUZZO ++++\r\nScendiamo in piazza per il salario, la casa e i documenti!\r\n\r\n\r\nProsegue la raccolta della frutta nelle campagne saluzzesi: ci avviciniamo al momento il cui avremo il culmine di manodopera impiegata nella raccolta. Terminati mirtilli e piccoli frutti, recentemente impiantati sul territorio, è il momento delle mele e delle pesche.\r\n\r\n\r\nLa musica si ripete da anni: si lavora tutto l'anno, migrando da sud a nord e poi se non si riesce a trovar di meglio di nuovo a sud, dai ghetti ad altri alloggi di fortuna, senza sussidi o protezioni, continuamente ricattati. Il contratto nazionale e quello provinciale vengono continuamente disattesi, le paghe arrivano anche ad un paio di euro in meno l'ora rispetto ai già risicati minimi. Le giornate segnate in busta paga, così come la durata dei contratti, sono molto inferiori di quanto lavorato. Senza le giornate in buste paga non si può accedere alla disoccupazione agricola, nè si può richiedere il bonus per gli operai agricoli, previsto dall'ultimo decreto Sostegni. Magari, quando le giornate in busta coincidono con quelle lavorate, il lavoratore è costretto a ridare indietro parte del salario (1).\r\n\r\n\r\nSenza giornate in busta paga è spesso anche più difficile rinnovare il proprio permesso di soggiorno. Perdipiù, i lavoratori delle campagne sono ancora in attesa di una risposta alle domande di Sanatoria del 2020, e vista l'emergenza sanitaria, anche di un vaccino. Non esistono in Italia protocolli uniformi per garantire a chi è sprovvisto di tessera sanitaria (e magari anche di permesso di soggiorno) la copertura vaccinale, e anche laddove si approntano campagne di immunizzzione per i lavoratori agricole, queste sono demandate al \"buon cuore\" delle aziende presso cui sono regolarmente ingaggiati, con le ovvie conseguenze del caso.\r\nIl territorio agricolo che ha Saluzzo come suo centro principale si riconosce, come altri in Italia, per la diffusa emergenza abitativa che si ripete ogni anno nel periodo di raccolta.\r\nLe gelate di marzo hanno ridotto l'arrivo di manodopera ma non lo hanno impedito. Proprio nel comune di Saluzzo si concentrano gli stagionali senza dimora. I posti li conosciamo: il parco di villa Aliberti, uno dei pochi luoghi di dimora e socialità concesso ai lavoratori stagionali, assieme allo spiazzo antistante il cimitero e il retro del Penny Market.\r\n\r\n\r\nLo scorso anno, in risposta alla manifestazione dei braccianti del parco, fu firmato un protocollo tra i governi locali, le associazioni datoriali e le forze dell'ordine per un progetto di accoglienza diffusa tra tutti i Comuni.\r\n\r\n\r\nIl 28 di Giugno di quest'anno il protocollo è stato rinnovato. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Interno con 498.000 euro e prevede l’apertura e la realizzazione di strutture per l’accoglienza degli stagionali senza dimora, in un’azione coordinata anche con Prefetto, Forze di Polizia e dell’Esercito per il “controllo del territorio”. (2)\r\n\r\n\r\nAl momento sappiamo che l’Associazione Papa Giovanni XXIII accoglierà a Saluzzo 9 lavoratori, e 4 a Verzuolo. Altre strutture sono in corso di ristrutturazione a Verzuolo, ma non si conosce nè la data di apertura nè il numero di persone ospitabili. Una struttura a Lagnasco, gestita dalla cooperativa Armonia, ha dalla settimana scorsa 36 posti operativi. Un po’ di persone in meno per strada, ma basta fare un giro a Saluzzo dopo le 18 per capire quanto poco sia. (3,4,5)\r\n\r\n\r\nNessun protocollo, dal 2011 ad oggi, ha mai garantito una copertura completa per tutti i lavoratori senza casa. Rispetto agli anni passati però, questo protocollo è anche un ulteriore passo indietro. Basti pensare che il PAS, chiuso nel 2020 (a detta delle autorità a causa del COVID), garantiva circa 400 soluzioni. La proposta del protocollo di quest'anno ne promette 180.\r\n\r\n\r\nIl problema non è solo quantitativo ma qualitativo, e riguarda il modello di gestione dell'intero sistema di alloggiamento dei lavoratori. Le imprese usufruiscono dei finanziamenti pubblici, contribuendo in minima parte alla risoluzione del problema. Coloro che generano la domanda di manodopera, e che assumono quella straniera per comprimere il costo del lavoro e aumentare i profitti, dovrebbero avere l'onere di garantire l'intera copertura economica del sistema alloggiativo. I protocolli coinvolgono le autorità locali o le associazioni del terzo settore, con piani in continuità con le esigenze padronali. Ne è un esempio la distinzione tra stagionali con contratto e quant'altri senza, questi ultimi non considerati meritevoli di accedere alle strutture di accoglienza. O magari idealmente accolti nel breve periodo, prima di essere “invitati ad andarsene” con le buone o le cattive. Come se vivere in campi container, o tende che si voglia, fosse un lusso o un privilegio, in un sistema in cui l'incontro tra domanda e offerta di lavoro non avviene attraverso il collocamento pubblico obbligatorio, ma per passaparola, obbligando le persone a rischiare la disoccupazione e la strada per sperare di trovare un lavoro stagionale.\r\nIl diritto ad abitare un territorio non può essere legato alla presenza o meno di un contratto di lavoro, e sembra incredibile doverlo sottolineare.\r\n\r\n\r\nL'immagine di Saluzzo come una nuova Alabama, che ha avuto una grossa risonanza mediatica in questi giorni (6,7), ha il merito di essere di forte impatto. Tuttavia, vogliamo provare a fare uno sforzo ulteriore, e superare l'immaginario passatista dello schiavismo per ricollocare il problema all'interno delle contraddizioni dei giorni nostri. Perchè Saluzzo non è un caso isolato in Italia e nel mondo, è lo specchio del presente, del governo delle migrazioni e della forza lavoro, della segregazione razziale di matrice 'democratica', della securitarizzazione degli spazi, del capitalismo agricolo post-fordista.\r\n\r\n\r\nQuesto i lavoratori lo sanno bene, vivendolo quotidianamente sulla loro pelle. Per questo hanno deciso, anche quest'anno, di organizzarsi per reagire a questo sistema. Questo venerdì, 16 di Luglio, saremo con loro in sostegno a questa giornata di mobilitazione.\r\nLe motivazioni per le quali scenderanno in piazza sono quelle riassunte dalle frasi precedenti: vogliamo dei contratti di lavoro in regola, un salario migliore, vogliamo un piano di accoglienza che possa coinvolgere tutte le persone senza dimora, a prescindere dalle tipologie dei contratti, vogliamo un collocamento pubblico obbligatorio e vogliamo delle risposte per i nostri documenti, per la sanatoria e per chi aspetta ancora un rinnovo.\r\nScendiamo in piazza a sostenere la lotta auto organizzata dei lavoratori.\r\n\r\n\r\nBASTA OPPRESSIONE, BASTA SFRUTTAMENTO. VOGLIAMO CASA, SALARIO E DOCUMENTO!\r\n\r\n\r\n1. https://torino.repubblica.it/.../venti_ore_di_lavoro.../\r\n2. https://www.interno.gov.it/.../protocollo-cuneo...\r\n3. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../9-posti-a-Saluzzo-e...\r\n4. https://www.cuneocronaca.it/stagionali-a-lagnasco-la...\r\n5. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../Spogliatoi-risistemati\r\n6. https://www.kulturjam.it/politica-e.../schiavismo-a-saluzzo/\r\n7. https://cuneo.coldiretti.it/.../raccolta-della-frutta-ma.../","16 Luglio 2021","2021-07-16 11:20:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Enough is Enough - braccianti in lotta Saluzzo",1626434179,[],[],{"post_content":277},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[77,78,21],"busta paga, l'apertura immediata delle \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>, indennizzi in busta paga per","Racconto in diretta della manifestazione a Saluzzo davanti a Confagricoltura. 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Tuttavia, vogliamo provare a fare uno sforzo ulteriore, e superare l'immaginario passatista dello schiavismo per ricollocare il problema all'interno delle contraddizioni dei giorni nostri. Perchè Saluzzo non è un caso isolato in Italia e nel mondo, è lo specchio del presente, del governo delle migrazioni e della forza lavoro, della segregazione razziale \u003Cmark>di\u003C/mark> matrice 'democratica', della securitarizzazione degli spazi, del capitalismo agricolo post-fordista.\r\n\r\n\r\nQuesto i lavoratori lo sanno bene, vivendolo quotidianamente sulla loro pelle. Per questo hanno deciso, anche quest'anno, \u003Cmark>di\u003C/mark> organizzarsi per reagire a questo sistema. 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VOGLIAMO CASA, SALARIO E DOCUMENTO!\r\n\r\n\r\n1. https://torino.repubblica.it/.../venti_ore_di_lavoro.../\r\n2. https://www.interno.gov.it/.../protocollo-cuneo...\r\n3. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../9-posti-a-Saluzzo-e...\r\n4. https://www.cuneocronaca.it/stagionali-a-lagnasco-la...\r\n5. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../Spogliatoi-risistemati\r\n6. https://www.kulturjam.it/politica-e.../schiavismo-a-saluzzo/\r\n7. https://cuneo.coldiretti.it/.../raccolta-della-frutta-ma.../",[282],{"field":107,"matched_tokens":283,"snippet":279,"value":280},[77,78,21],{"best_field_score":152,"best_field_weight":14,"fields_matched":285,"num_tokens_dropped":50,"score":286,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":50},1,"1736172819517014129",6646,{"collection_name":59,"first_q":73,"per_page":20,"q":73},8,{"facet_counts":291,"found":327,"hits":328,"out_of":577,"page":285,"request_params":578,"search_cutoff":39,"search_time_ms":579},[292,304],{"counts":293,"field_name":302,"sampled":39,"stats":303},[294,296,298,300],{"count":20,"highlighted":295,"value":295},"anarres",{"count":153,"highlighted":297,"value":297},"frittura mista",{"count":285,"highlighted":299,"value":299},"Harraga",{"count":285,"highlighted":301,"value":301},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":25},{"counts":305,"field_name":38,"sampled":39,"stats":325},[306,308,309,311,313,315,317,319,321,323],{"count":285,"highlighted":307,"value":307},"classe",{"count":285,"highlighted":18,"value":18},{"count":285,"highlighted":310,"value":310},"buon anno",{"count":285,"highlighted":312,"value":312},"cacerolata",{"count":285,"highlighted":314,"value":314},"Pinar Selek",{"count":285,"highlighted":316,"value":316},"Ponte Galeria",{"count":285,"highlighted":318,"value":318},"mafia capitale",{"count":285,"highlighted":320,"value":320},"lotta facchine",{"count":285,"highlighted":322,"value":322},"affari sui migranti",{"count":285,"highlighted":324,"value":324},"movimento di lotta per la casa",{"total_values":326},43,10,[329,353,375,409,434,547],{"document":330,"highlight":344,"highlights":349,"text_match":150,"text_match_info":352},{"comment_count":50,"id":331,"is_sticky":50,"permalink":332,"podcastfilter":333,"post_author":334,"post_content":335,"post_date":336,"post_excerpt":56,"post_id":331,"post_modified":337,"post_thumbnail":338,"post_title":339,"post_type":340,"sort_by_date":341,"tag_links":342,"tags":343},"85939","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-19-12-2023/",[297],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento della serata è stata la protesta messa in campo da lavoratori e lavoratrici della cooperativa Versoprobo, realtà già famosa alle cronache per la gestione del CPR a Milano e altre strutture di accoglienza per migranti. Come altri nell'ambito sociale, queste persone hanno unito le rivendicazioni riguardanti le loro condizioni di lavoro, contro gli inquadramenti sbagliati e altri atteggiamenti truffalidini tipici delle cooperative, assieme a quelle che invece coinvolgono i cosidetti \"ospiti\" di queste strutture. Con Alice, lavoratrice della Versoprobo iscritta al sindacato CUB, abbiamo parlato di quanto è complessa la situazione sua e delle persone che lavorano con lei e oltre al presidio che hanno chiamato davanti alla Prefettura di Torino il 18 Dicembre, ha tenuto ad informarci sulle tante problematiche che si trova ad affrontare chi lavora in questo ambito.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_19_12_Alice-operatrice-coop-versoprobo-su-presidio-prefettura.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Fabio del SiCobas Torino sulla lotta dei lavoratori dello stabilimento BRT di Settimo Torinese, questa volta portando buone notize, dal comunicato uscito sui social del sindacato di base: \r\n\r\n\"Grazie allo sciopero che ha fermato il lavoro nei frenetici giorni del commercio natalizio, con l'adesione alta e determinata del magazzino Brt di Settimo Torinese, i lavoratori hanno ottenuto:\r\n\r\n\r\n- pagamento immediato e completo della tredicesima, nei termini previsti\r\n- pagamento prima di Natale di un premio adeguato al costo della vita\r\n\r\n\r\nLa mobilitazione operaia, oltre che una vittoria per gli aumenti di salario guadagnati e la forza sindacale dimostrata, è un segnale chiaro ai padroni: di unità e organizzazione, per la difesa dell'interesse di tutti i lavoratori.\r\n\r\n\r\nUn segnale all'azienda in uscita Samag di garantire il pagamento di tutte le spettanze dovute (niente \"scherzi\", come da \"voci\" di magazzino, ma pagamento definitivo di premio, bonus natalizio, spettanze finali e Tfr); e all'azienda in entrata Metra di rispettare gli accordi di secondo livello (migliorativi del contratto nazionale della Logistica) già firmati con la nostra organizzazione sindacale.\r\n\r\n\r\nSOLO LA LOTTA PAGA\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_19_12_Fabio-SiCobas-su-sciopero-e-conquiste-BRT-Settimo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della serata è stato quello della scuola, infatti ci siamo ascoltati assieme la seconda parte della seconda puntata del podcast dei Franti, il collettivo milanese che si riunisce al Cox 18. In questa puntata, in mezzo a vari ragionamenti sulla scuola, il collettivo conclude le presentazioni.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Podcast-FRANTI-02_parte2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","20 Dicembre 2023","2024-01-02 18:35:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/409631027_839463351521867_1315167247198846730_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 19/12/2023","podcast",1703102591,[],[],{"post_content":345},{"matched_tokens":346,"snippet":347,"value":348},[77,78,21],"CPR a Milano e altre \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> per migranti. 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Importante è anche la stima del costo dei servizi di assistenza che si chiede ai migranti di restituire, si arriva fino ai 20.000 euro per avere avere la fortuna di essere stati ospitati magari in container sovraffollati e che non hanno potuto minimamente garantire la sicurezza sanitaria dei loro utenti durante il periodo di picco pandemico. Tutto questo permette anche di continuare lo sfruttamento coatto da parte di aziende che vanno a pescare nelle fila dei richiedenti asilo, che vengono di fatto riconosciute come creatrici di reddito degno, quando invece sappiamo quali sono le condizioni di lavoro e di precarietà che applicano a queste persone in difficoltà.\r\n\r\nPrima di lasciarvi ai contenuti di questa intervista chiediamo, a chiunque ne sia a conoscenza, di segnalare questo tipo di fenomeno alla pagina Facebook del coordinamento migranti Bologna, per organizzare una risposta unitaria a questa barbarie, come è stato il presidio organizzato il 19 Febbraio a Bologna davanti alla prefettura. 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Questo ex operaio ci darà il suo personale punto di vista su come si è svolta questa lunga battaglia durata più di 4 anni, che non ha caso ha sfibrato e portato alla rassegnazione chi si è visto prima promettere tanto e poi non ottenere pressochè nulla. Infatti si sono susseguiti ben 4 ministri per lo sviluppo economico con la ricetta pronta per la salvezza di questa importante azienda piemontese, ricetta che si è rivelata essere, fuffa nel migliore dei casi. 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Infati per i comuni \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino, Napoli, Reggio Calabria e Palermo, ha causa del loro forte indebitamento pubblico, è previsto un piano ventennale \u003Cmark>di\u003C/mark> austerity, dall'articolo:\r\n\r\n\"Come si può ben vedere, più che ad una relazione fra istituzioni, siamo \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte ad un vero e proprio commissariamento da parte \u003Cmark>di\u003C/mark> uno Stato trasformatosi in Troika \u003Cmark>di\u003C/mark> quattro grandi città metropolitane, improvvisamente trasferite nella penisola ellenica.\r\n\r\nE si ripete il copione dell’intangibilità del debito, scaricato sugli abitanti dei territori in termini \u003Cmark>di\u003C/mark> aumento \u003Cmark>di\u003C/mark> imposte e tariffe, \u003Cmark>di\u003C/mark> messa sul mercato dei beni comuni, \u003Cmark>di\u003C/mark> riduzione dei servizi pubblici e conseguente privatizzazione.\r\n\r\nIl tutto avviene con la complicità delle amministrazioni locali, che corrono a firmare i cosiddetti piani \u003Cmark>di\u003C/mark> risanamento, invece \u003Cmark>di\u003C/mark> pretendere e rivendicare dallo Stato un intervento già previsto dalla normativa e volutamente disatteso da oltre due anni: l’accollo da parte dello Stato \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti i mutui degli enti locali, la gran parte dei quali contratti con Cassa Depositi e Prestiti, al fine \u003Cmark>di\u003C/mark> ridurne drasticamente gli interessi –oggi da usura- che gravano sui bilanci dei Comuni.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Marco-Bersani-ATTAC-su-debito-comuni.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto con Daniele ex lavoratore dell'Embraco \u003Cmark>di\u003C/mark> Chieri, con il quale abbiamo voluto ripercorrere le tappe \u003Cmark>di\u003C/mark> quella che è stata la storia \u003Cmark>di\u003C/mark> una grande sconfitta per quasi 400 persone che a causa dell'ennesima delocalizzazione in ambito industriale, hanno perso il lavoro. 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Un caso che torna a farci riflettere sul peso e la consistenza della nostra classe politica, sindacale ed industriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/F_m_22_02_Lavoratore-ExEmbraco-su-triste-epilogo-vicenda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[372],{"field":107,"matched_tokens":373,"snippet":369,"value":370},[77,78,21,78],{"best_field_score":152,"best_field_weight":14,"fields_matched":285,"num_tokens_dropped":50,"score":286,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":50},{"document":376,"highlight":400,"highlights":405,"text_match":150,"text_match_info":408},{"comment_count":50,"id":377,"is_sticky":50,"permalink":378,"podcastfilter":379,"post_author":295,"post_content":380,"post_date":381,"post_excerpt":56,"post_id":377,"post_modified":382,"post_thumbnail":383,"post_title":384,"post_type":340,"sort_by_date":385,"tag_links":386,"tags":393},"39260","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-2-dicembre-big-data-cuba-libertaria-disertare-le-urne-posta-aerea-e-deportazioni/",[295],"Anarres del 2 dicembre. Big data, Cuba libertaria, disertare le urne, posta aerea e deportazioni\r\n\r\nCome ogni venerdì siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout. \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2016 12 02 anarres1\r\n\r\n2016 12 02 anarres2\r\n\r\n2016 12 02 anarres3\r\n\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nTorino. I padroni del web.Tra internet, big data, fibra ottica, militari…\r\nComunicazione virtuale, economia reale, controllo globale\r\n\r\nCuba libertaria. La storia degli anarchici contro le dittature di Batista e di Castro\r\n\r\nReferendum: Tanto rumore per nulla\r\nQui puoi leggere un'anteprima del capitolo centrale di \"Referendum: Tanto rumore per nulla\"\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre\r\nI padroni del web.Tra internet, big data, fibra ottica, militari…\r\nComunicazione virtuale, economia reale, controllo globale\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46 \r\nne discutiamo con Lorenzo Coniglione, navigatore esperto e redattore di Umanità Nova. \r\nriunione wormup hackit17\r\n0000\r\n\r\nMartedì 6 dicembre\r\nSenza confini. La lotta contro muri e frontiere in Slovenia\r\nInterverranno tre compagni della Federacija za Anarhisticno Organiziranje (FAO)\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n0000\r\n\r\nSabato 10 dicembre\r\nPosta aerea. Mistral Air deporta profughi e migranti\r\nore 10,30 presidio in corso Giulio Cesare 3 – nei pressi dell’ufficio postale\r\n\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta i rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nFuggono guerre, miseria, persecuzioni, dittature. C'è chi non vuole sottostare ad un matrimonio forzato e chi non intende fare il soldato. C'è anche chi, semplicemente vuole andare in Europa, perché desidera un'altra vita.\r\nTutti di trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato,\r\n\r\nLe società di pullman siciliane non caricano turisti ma uomini, donne e bambini rastrellati nel Mediterraneo dalla Marina Militare italiana e dalle altre imbarcazioni del programma Eunavfor o di Frontex, per trasferirli nelle strutture di ogni genere in cui sono parcheggiate le persone in viaggio, intrappolate in una ragnatela di burocrazia e polizia, difficile da districare. Soccorritori e carcerieri sono le due mani di una stessa macchina, spesso sono gli stessi in entrambi i ruoli. Molte volte le strutture di accoglienza e gli operatori che ci lavorano diventano le camere di compensazione dove provare a sopire con una coperta ed un piatto di minestra la spinta a continuare la strada scelta e percorsa tra mille rischi e difficoltà.\r\nI militari italiani assumono vesti di operatori umanitari, gli operatori umanitari, svolgono spesso funzioni di polizia. Non per caso sulle frontiere chiuse, come nelle zone di guerra dove operano le forze armate tricolori, non c’è spazio per i volontari non allineati, i sovversivi, chi si batte per la libera circolazione e contro guerre e militarismo.\r\n\r\nfederazione anarchica torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati –ogni giovedì alle 21\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","2 Dicembre 2016","2018-10-17 22:58:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/2016-12-02-manif-fat-sloveni-color-200x110.jpg","Anarres del 2 dicembre. 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Per vederci bene serve la luce, se la luce è troppa si rischia di restare abbagliati, di non vedere quello che conta. E’ il caso delle recenti inchieste sugli intrallazzi miliardari che hanno coinvolto l’amministrazione comunale romana, l’ex sindaco (post)fascista Alemanno, e un giro trasversale di politici, malavitosi e coop rosse, dall’ex Nar/banda della Magliana Carminati al democratico Buzzi. \r\nIl colore dei soldi unisce più di quello della politica. \r\nL’inchiesta ha dato visibilità ad un malaffare diffuso, capillare, sistemico, chiarendo quale grosso e lucroso affare sia la gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo o “l’integrazione” di rom e sinti. Occorre tuttavia guardare oltre il dito che indica la luna. Quando le assegnazioni sono fatte seguendo le regole, i rifugiati e i rom sono comunque un buon affare per chi gestisce l’accoglienza. \r\nBen poco, a volte nulla, di quello che dovrebbe essere garantito viene davvero offerto a chi fugge guerre e persecuzioni ed approda nel nostro paese per cercare di ottenere asilo. \r\nIl business sulla pelle degli immigrati, dei richiedenti asilo, delle comunità rom e sinti è enorme. L'attenzione mediatica si è concentrata sulle tangenti versate per accaparrarsi i fondi destinati all'accoglienza, ma pochissimi si sono interrogati su quali siano i meccanismi che permettono questi enormi affari sulle spalle dei migranti e di noi tutti. \r\nPartiamo da una considerazione banale ma importante: qualsiasi spesa pubblica di grossa entità - in particolare ma non solo, se affidata a enti esterni – ha un corollario di speculazioni, ingordo appetito di individui privi di scrupoli, corruzione... Questa regola vale per l’edilizia, assistenza o qualsiasi altro ambito. \r\nI meccanismi che regolano i contributi per l'assistenza a rom e richiedenti asilo sono diversi ma con vari aspetti in comune e stesse tecniche per poterne ricavare ingenti somme. Se per i rom una buona parte dei contributi viene dall'Unione Europea, per “l'emergenza dei richiedenti asilo” i soldi vengono tutti dal ministero dell'interno. \r\nVogliamo capirne di più. Per questa ragione abbiamo sentito Federico, un compagno di Trieste che conosce bene la questione. \r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\n2014 12 19 denitto business rifugiati\r\n\r\n\r\nVale la pena fare un passo indietro.\r\nTutto comincia nel 2011: la guerra civile in Libia e la fuga di migliaia di persone che si dirigono nel nostro paese sono all’origine di una ennesima, sin troppo prevedibile, “emergenza”. La prassi adottata ancora oggi è stata elaborata e sperimentata in quell’occasione. Le prefetture, tramite i comuni, individuano nei vari territori soggetti terzi (consorzi, cooperative, enti caritatevoli, ecc) disposti a prendersi in carico (in strutture proprie o dei comuni stessi) un certo numero di richiedenti asilo. Con questi soggetti terzi vengono stipulate convenzioni. Niente gara di appalto al ribasso come nei CIE, ma un’assegnazione diretta, che di fatto molto spesso ricade su cordate amiche. Chi entra nell’affare riceve, per ogni giorno di permanenza nelle strutture, un quota fissa di 35 euro a persona. Con questa quota devono essere garantiti una serie di servizi: vitto, abbigliamento, spese sanitarie, assistenza legale, mediazione culturale e interpreti, corsi di italiano, ecc ed ovviamente le paghe agli operatori che seguono le persone prese in carico. Di questi 35 euro ai richiedenti asilo rimangono in mano solamente 2,50 euro al giorno (il cosiddetto pocket money) che in genere viene dato a cadenza mensile.\r\nÈ un meccanismo con numerosi punti critici. Ecco i principali.\r\nLa scelta dei soggetti terzi a cui affidare le convenzioni e quali servizi siano poi effettivamente effettuati. È abbastanza evidente che una cosa è affidare l'assistenza a soggetti che - nel bene e nel male e pur con mille limiti e criticità - sono nati ed hanno esperienza nel lavorare coi migranti e in particolare coi richiedenti asilo (pensiamo ad esempio a piccoli consorzi o associazioni di base locali slegati dai grandi carrozzoni nazionali tipo Caritas) e altro è darlo a cooperative o associazioni “amiche” che normalmente fanno tutt'altro e che si improvvisano gestori di strutture di accoglienza. Da questo al business sulla pelle dei migranti il passo è breve. Perché - e qui veniamo al secondo punto - il lucro si costruisce su quanti e quali servizi vengono effettivamente forniti ai richiedenti asilo e sulle paghe degli operatori che vi lavorano. Il cibo scadente costa meno di pasti dignitosi, come i corsi di italiano da burla, l’assistenza legale fittizia. E la lista degli esempi si potrebbe ancora allungare. È ovvio che pagare un operatore 700 euro al mese non è la stessa cosa che pagarlo 1300. La quota erogata è sempre la stessa e non ci sono controlli: i margini per guadagnarci sopra sono enormi. \r\nIl meccanismo partito nel 2011 non si esaurito con la fine di quel flusso di profughi (le convenzioni si sono chiuse quasi tutte a fine 2013) ma è stato riproposto pari pari con l'ondata iniziata nel 2013 di persone provenienti soprattutto da Pakistan, Afganistan e Siria. Una nuova “emergenza”, un nuovo enorme business.\r\nUna macchina che rende ricco chi la manovra, stritola le vite di chi già è fuggito a guerre e persecuzioni.\r\nIn questi giorni hanno avuto una certa eco i dati diffusi dall’agenzia delle Nazioni Unite sui morti nel Mediterraneo, che, alla faccia di Mare Nostrum, nel 2014 sono state più che nei tre anni precedenti. \r\nNei primi 10 mesi dell’anno sono arrivati sulle coste italiane circa 150mila migranti, più del triplo rispetto al 2013, soprattutto eritrei e siriani.\r\nL’accoglienza dei profughi in Italia è trattata da media e politici come eterna “emergenza”, per consentire operazioni “tappabuchi” dove la grande abbuffata di soldi pubblici possa proseguire senza grossi intoppi.\r\nLa Svezia, paese molto meno popoloso dell’Italia ha accolto molti più rifugiati dell’Italia. In un solo weekend di ottobre, quando era al culmine la crisi di Kobane, sono arrivati in Turchia oltre 150mila profughi, più di quanti ne abbia accolti l’intera Unione europea dall’inizio del conflitto a Damasco. Cifre che la dicono lunga sulle frontiere serrate dell’Unione Europea. \r\nLe cifre di chi non arriva ci raccontano di una strage i cui responsabili siedono nei parlamenti e nei governi dell’UE. In prima fila l’Italia. \r\nOltre 3400 morti in mare. Una catastrofe umanitaria destinata ad aumentare ancora: I rifugiati sono più del 60% di chi approda nel nostro paese. L’acuirsi e moltiplicarsi di conflitti, in cui spesso il nostro paese è impegnato direttamente, rende facile prevedere che sempre più persone cercheranno rifugio in Europa. Molti, sempre più non arriveranno. La sostituzione di Mare Nostrum con Triton, la missione UE con meno mezzi e meno soldi, non potrà che far crescere la lista di chi affoga. \r\nMare Nostrum fu la risposta alla strage del 3 ottobre 2013 di fronte a Lampedusa, quando le acque del Mediterraneo inghiottirono 366 uomini, donne, bambini. \r\nUna risposta umanitaria – 150.000 persone intercettate – una risposta di polizia: il nome stesso della “missione” ce lo racconta. \r\nCon Triton, 2,9 milioni mensili di budget contro i 9 di Mare Nostrum, ed il compito di pattugliare entro le trenta miglia dalla nostra costa, resta solo la polizia. E non avrebbe potuto essere altrimenti: Triton è una missione di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. \r\nChi affoga in mezzo al mare lascerà traccia di se solo nei cuori chi lo ha visto partire senza più dare notizie. Chi passa e viene immesso nel programma per i rifugiati si apre la strada dell’accoglienza made in Italy. Tanti soldi per chi gestisce, un lungo limbo per chi resta intrappolato in un paese dove pochi vorrebbero restare. \r\nLungo una frontiera fatta di nulla si consuma un’idea di civiltà fatta di sopraffazione, guerra, di sfruttamento selvaggio. \r\nMentre scriviamo qualcuno muore in carcere, sul filo spinato di un confine, qualcuno chiude gli occhi senza aver mai mangiato a sufficienza, altri vivono raspando tra i rifiuti di una discarica, qualcuno nasce in una baracca ed ha già il destino segnato. \r\nSu quella baracca non c’è nessuna buona stella.\r\nOggi i cristiani festeggiano l’anniversario della nascita di un dio che si è fatto uomo e da uomo si è fatto torturare ed uccidere per una salvezza che non è di questa terra.\r\nNoi che abitiamo la terra e il tempo che ci è capitato, sappiamo che quel poco di bene che potremo ottenere, dipende da ciascuno di noi. \r\nUn mondo senza padroni, governanti, galere, sfruttamento, eserciti è possibile.\r\nUn buon anno di lotta e libertà a tutti e a tutte.","25 Dicembre 2014","2018-10-17 22:59:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/morti-in-mare-200x110.jpg","Anarres-info. 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L'attenzione mediatica si è concentrata sulle tangenti versate per accaparrarsi i fondi destinati all'accoglienza, ma pochissimi si sono interrogati su quali siano i meccanismi che permettono questi enormi affari sulle spalle dei migranti e \u003Cmark>di\u003C/mark> noi tutti. \r\nPartiamo da una considerazione banale ma importante: qualsiasi spesa pubblica \u003Cmark>di\u003C/mark> grossa entità - in particolare ma non solo, se affidata a enti esterni – ha un corollario \u003Cmark>di\u003C/mark> speculazioni, ingordo appetito \u003Cmark>di\u003C/mark> individui privi \u003Cmark>di\u003C/mark> scrupoli, corruzione... Questa regola vale per l’edilizia, assistenza o qualsiasi altro ambito. \r\nI meccanismi che regolano i contributi per l'assistenza a rom e richiedenti asilo sono diversi ma con vari aspetti in comune e stesse tecniche per poterne ricavare ingenti somme. Se per i rom una buona parte dei contributi viene dall'Unione Europea, per “l'emergenza dei richiedenti asilo” i soldi vengono tutti dal ministero dell'interno. \r\nVogliamo capirne \u003Cmark>di\u003C/mark> più. Per questa ragione abbiamo sentito Federico, un compagno \u003Cmark>di\u003C/mark> Trieste che conosce bene la questione. \r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\n2014 12 19 denitto business rifugiati\r\n\r\n\r\nVale la pena fare un passo indietro.\r\nTutto comincia nel 2011: la guerra civile in Libia e la fuga \u003Cmark>di\u003C/mark> migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone che si dirigono nel nostro paese sono all’origine \u003Cmark>di\u003C/mark> una ennesima, sin troppo prevedibile, “emergenza”. La prassi adottata ancora oggi è stata elaborata e sperimentata in quell’occasione. Le prefetture, tramite i comuni, individuano nei vari territori soggetti terzi (consorzi, cooperative, enti caritatevoli, ecc) disposti a prendersi in carico (in \u003Cmark>strutture\u003C/mark> proprie o dei comuni stessi) un certo numero \u003Cmark>di\u003C/mark> richiedenti asilo. Con questi soggetti terzi vengono stipulate convenzioni. Niente gara \u003Cmark>di\u003C/mark> appalto al ribasso come nei CIE, ma un’assegnazione diretta, che \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto molto spesso ricade su cordate amiche. Chi entra nell’affare riceve, per ogni giorno \u003Cmark>di\u003C/mark> permanenza nelle \u003Cmark>strutture\u003C/mark>, un quota fissa \u003Cmark>di\u003C/mark> 35 euro a persona. Con questa quota devono essere garantiti una serie \u003Cmark>di\u003C/mark> servizi: vitto, abbigliamento, spese sanitarie, assistenza legale, mediazione culturale e interpreti, corsi \u003Cmark>di\u003C/mark> italiano, ecc ed ovviamente le paghe agli operatori che seguono le persone prese in carico. \u003Cmark>Di\u003C/mark> questi 35 euro ai richiedenti asilo rimangono in mano solamente 2,50 euro al giorno (il cosiddetto pocket money) che in genere viene dato a cadenza mensile.\r\nÈ un meccanismo con numerosi punti critici. Ecco i principali.\r\nLa scelta dei soggetti terzi a cui affidare le convenzioni e quali servizi siano poi effettivamente effettuati. È abbastanza evidente che una cosa è affidare l'assistenza a soggetti che - nel bene e nel male e pur con mille limiti e criticità - sono nati ed hanno esperienza nel lavorare coi migranti e in particolare coi richiedenti asilo (pensiamo ad esempio a piccoli consorzi o associazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> base locali slegati dai grandi carrozzoni nazionali tipo Caritas) e altro è darlo a cooperative o associazioni “amiche” che normalmente fanno tutt'altro e che si improvvisano gestori \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>. Da questo al business sulla pelle dei migranti il passo è breve. Perché - e qui veniamo al secondo punto - il lucro si costruisce su quanti e quali servizi vengono effettivamente forniti ai richiedenti asilo e sulle paghe degli operatori che vi lavorano. Il cibo scadente costa meno \u003Cmark>di\u003C/mark> pasti dignitosi, come i corsi \u003Cmark>di\u003C/mark> italiano da burla, l’assistenza legale fittizia. E la lista degli esempi si potrebbe ancora allungare. È ovvio che pagare un operatore 700 euro al mese non è la stessa cosa che pagarlo 1300. La quota erogata è sempre la stessa e non ci sono controlli: i margini per guadagnarci sopra sono enormi. \r\nIl meccanismo partito nel 2011 non si esaurito con la fine \u003Cmark>di\u003C/mark> quel flusso \u003Cmark>di\u003C/mark> profughi (le convenzioni si sono chiuse quasi tutte a fine 2013) ma è stato riproposto pari pari con l'ondata iniziata nel 2013 \u003Cmark>di\u003C/mark> persone provenienti soprattutto da Pakistan, Afganistan e Siria. Una nuova “emergenza”, un nuovo enorme business.\r\nUna macchina che rende ricco chi la manovra, stritola le vite \u003Cmark>di\u003C/mark> chi già è fuggito a guerre e persecuzioni.\r\nIn questi giorni hanno avuto una certa eco i dati diffusi dall’agenzia delle Nazioni Unite sui morti nel Mediterraneo, che, alla faccia \u003Cmark>di\u003C/mark> Mare Nostrum, nel 2014 sono state più che nei tre anni precedenti. \r\nNei primi 10 mesi dell’anno sono arrivati sulle coste italiane circa 150mila migranti, più del triplo rispetto al 2013, soprattutto eritrei e siriani.\r\nL’accoglienza dei profughi in Italia è trattata da media e politici come eterna “emergenza”, per consentire operazioni “tappabuchi” dove la grande abbuffata \u003Cmark>di\u003C/mark> soldi pubblici possa proseguire senza grossi intoppi.\r\nLa Svezia, paese molto meno popoloso dell’Italia ha accolto molti più rifugiati dell’Italia. In un solo weekend \u003Cmark>di\u003C/mark> ottobre, quando era al culmine la crisi \u003Cmark>di\u003C/mark> Kobane, sono arrivati in Turchia oltre 150mila profughi, più \u003Cmark>di\u003C/mark> quanti ne abbia accolti l’intera Unione europea dall’inizio del conflitto a Damasco. Cifre che la dicono lunga sulle frontiere serrate dell’Unione Europea. \r\nLe cifre \u003Cmark>di\u003C/mark> chi non arriva ci raccontano \u003Cmark>di\u003C/mark> una strage i cui responsabili siedono nei parlamenti e nei governi dell’UE. In prima fila l’Italia. \r\nOltre 3400 morti in mare. Una catastrofe umanitaria destinata ad aumentare ancora: I rifugiati sono più del 60% \u003Cmark>di\u003C/mark> chi approda nel nostro paese. L’acuirsi e moltiplicarsi \u003Cmark>di\u003C/mark> conflitti, in cui spesso il nostro paese è impegnato direttamente, rende facile prevedere che sempre più persone cercheranno rifugio in Europa. Molti, sempre più non arriveranno. La sostituzione \u003Cmark>di\u003C/mark> Mare Nostrum con Triton, la missione UE con meno mezzi e meno soldi, non potrà che far crescere la lista \u003Cmark>di\u003C/mark> chi affoga. \r\nMare Nostrum fu la risposta alla strage del 3 ottobre 2013 \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte a Lampedusa, quando le acque del Mediterraneo inghiottirono 366 uomini, donne, bambini. \r\nUna risposta umanitaria – 150.000 persone intercettate – una risposta \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia: il nome stesso della “missione” ce lo racconta. \r\nCon Triton, 2,9 milioni mensili \u003Cmark>di\u003C/mark> budget contro i 9 \u003Cmark>di\u003C/mark> Mare Nostrum, ed il compito \u003Cmark>di\u003C/mark> pattugliare entro le trenta miglia dalla nostra costa, resta solo la polizia. E non avrebbe potuto essere altrimenti: Triton è una missione \u003Cmark>di\u003C/mark> Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. \r\nChi affoga in mezzo al mare lascerà traccia \u003Cmark>di\u003C/mark> se solo nei cuori chi lo ha visto partire senza più dare notizie. Chi passa e viene immesso nel programma per i rifugiati si apre la strada dell’accoglienza made in Italy. Tanti soldi per chi gestisce, un lungo limbo per chi resta intrappolato in un paese dove pochi vorrebbero restare. \r\nLungo una frontiera fatta \u003Cmark>di\u003C/mark> nulla si consuma un’idea \u003Cmark>di\u003C/mark> civiltà fatta \u003Cmark>di\u003C/mark> sopraffazione, guerra, \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento selvaggio. \r\nMentre scriviamo qualcuno muore in carcere, sul filo spinato \u003Cmark>di\u003C/mark> un confine, qualcuno chiude gli occhi senza aver mai mangiato a sufficienza, altri vivono raspando tra i rifiuti \u003Cmark>di\u003C/mark> una discarica, qualcuno nasce in una baracca ed ha già il destino segnato. \r\nSu quella baracca non c’è nessuna buona stella.\r\nOggi i cristiani festeggiano l’anniversario della nascita \u003Cmark>di\u003C/mark> un dio che si è fatto uomo e da uomo si è fatto torturare ed uccidere per una salvezza che non è \u003Cmark>di\u003C/mark> questa terra.\r\nNoi che abitiamo la terra e il tempo che ci è capitato, sappiamo che quel poco \u003Cmark>di\u003C/mark> bene che potremo ottenere, dipende da ciascuno \u003Cmark>di\u003C/mark> noi. \r\nUn mondo senza padroni, governanti, galere, sfruttamento, eserciti è possibile.\r\nUn buon anno \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta e libertà a tutti e a tutte.",[431],{"field":107,"matched_tokens":432,"snippet":428,"value":429},[78,77,78,21],{"best_field_score":152,"best_field_weight":14,"fields_matched":285,"num_tokens_dropped":50,"score":286,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":50},{"document":435,"highlight":484,"highlights":533,"text_match":543,"text_match_info":544},{"comment_count":50,"id":436,"is_sticky":50,"permalink":437,"podcastfilter":438,"post_author":439,"post_content":440,"post_date":441,"post_excerpt":56,"post_id":436,"post_modified":442,"post_thumbnail":443,"post_title":444,"post_type":340,"sort_by_date":445,"tag_links":446,"tags":467},"23784","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-16giugno2014/",[301],"dj","Abbiamo aperto con la lettura della lettera della mamma di Chiara, compagna in carcere dal 9 dicembre scorso per le lotte contro l'alta velocità in Valsusa. La potete rileggere sul nostro blog.\r\n\r\nA seguire finalmente un buona notizia, l'annullamento dell'ergastolo per Pinar Selek, militante, sociologa, femminista, dal 2009 rifugiata in Francia. Qui e qui tutte le informazioni sulla notizia.\r\n\r\nCi siamo poi occupate delle lotte delle facchine a Bologna, leggendo il comunicato della Coordinamenta di Roma che crediamo centri alcuni nodi importanti della vicenda e facendo una diretta con Eleonora del Laboratorio Crash di Bologna, che fin dall'inizio ha seguito con passione le lotte della logistica. Una storia, quella della facchine, di cui potete trovare sul sito Infoaut.org tutte le informazioni e la cronaca. Una lotta esplosa dopo che le facchine per anni hanno subito molestie e ricatti sessuali del capo reparto a cui si sono aggiunte gravissime irregolarità nella busta paga e lo spregio di qualsiasi diritto . Dopo l'ennesimo abuso, il licenziamento a voce di due operaie, le facchine della Yoox, organizzate dal S.I.Cobas, hanno scioperato per 48 ore picchettando il loro magazzino. Puntuale è arrivata la ritorsione dell'azienda che ha mandato la celere a reprimere brutalmente la mobilitazione. Un caso emblematico, questo delle facchine, donne, quasi tutte migranti e iper sfruttate, che esplicita quanto le oppressioni di genere, razza e classe siano assolutamente inscindibili. Ci ha scaldato il cuore sentir risuonare da quelle parti le melodie valsusine...al grido di \"la facchina paura non ne ha\", queste agguerritissime donne hanno resistito alla polizia e ottenuto che venissero ascoltate le loro richieste.\r\n\r\nAncora un storia di ribellione, resistenza e autodeterminazione arriva da Firenze, con le tredici donne che hanno deciso di occupare uno stabile dopo essere state sgomberate dalla prima occupazione che avevano messo in piedi. Ne abbiamo parlato con Francesca, del Movimento di lotta per la casa di Firenze e con Faith e Kadija, due delle occupanti. Dopo mesi passati per strada, o nelle strutture comunali, la cui “accoglienza” significava controlli e orari rigidi di entrata e uscita, un gruppo di donne ha occupato una palazzina per farne la propria casa, nonché punto di partenza per il proprio riscatto. Alcuni passi molto significativi del loro comunicato:\" Nella società di oggi se non hai soldi per pagare anche l’aria che respiri vieni trattata dalle varie istituzioni come se stessi soffrendo di uno strano morbo, per il quale devi essere controllata a vista, curata, internata in case di accoglienza che sembrano carceri. Proprio come se la povertà fosse una malattia e il controllo sociale una cura. Noi non siamo malate e non ci piace il ruolo della vittima. Anche se siamo sole con i nostri figli, abbiamo deciso di reagire e condividere le nostre esperienze, perché ci saremmo ammalate davvero, se non avessimo trovato il coraggio di riprenderci insieme la nostra libertà. Noi vogliamo un luogo di pace e armonia, dove sentirci autonome e felici.\"\r\n\r\nPer concludere un tributo speciale a Nina Simone, sacerdotessa del soul e icona del movimento di liberazione afroamericano, la storia della sua vita accompagnata dall'ascolto di alcune delle sue canzoni più significative. Nella prossima puntata continueremo con la seconda parte.\r\n\r\nPer riascoltare la puntata...\r\n\r\nil colpo della strega_16giugno2014_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_16giugno2014_secondaparte","17 Giugno 2014","2018-10-24 17:36:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega (16giugno2014)",1403017909,[447,448,449,450,451,452,453,454,455,456,169,457,458,459,460,461,462,463,464,465,466],"http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/classe/","http://radioblackout.org/tag/donne-in-arte/","http://radioblackout.org/tag/ergastolo/","http://radioblackout.org/tag/genere/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/lotta-facchine/","http://radioblackout.org/tag/movimento-di-lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/nina-simone/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/pinar-selek/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[468,469,470,307,471,472,473,474,475,320,175,324,476,477,478,314,479,480,481,482,483],"antirazzismo","autodeterminazione","carcere","donne in arte","ergastolo","genere","lavoro","logistica","nina simone","no tav","occupazioni","razzismo","repressione","resistenza","sfruttamento","solidarietà",{"post_content":485,"tags":489},{"matched_tokens":486,"snippet":487,"value":488},[77,139,78],"passati per strada, o nelle \u003Cmark>strutture\u003C/mark> comunali, la cui “\u003Cmark>accoglienza”\u003C/mark> significava controlli e orari rigidi \u003Cmark>di\u003C/mark> entrata e uscita, un gruppo","Abbiamo aperto con la lettura della lettera della mamma \u003Cmark>di\u003C/mark> Chiara, compagna in carcere dal 9 dicembre scorso per le lotte contro l'alta velocità in Valsusa. 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Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università di Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera di Milano. Tra gentrification e violenza poliziesca\r\nIl fronte della guerra interna nel cuore della periferia torinese\r\n\r\nIl 5 per mille a polizia, carabinieri, guardia di finanza e secondini\r\nL’ultima trovata del governo Draghi è di immettere ulteriori risorse per le forze dell’ordine, modificando la legge che consente di destinarlo alle associazioni.\r\nUn segnale dell’infittirsi del sostegno alle strutture di controllo e repressione in un contesto politico e sociale di guerra.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nDisertiamo la guerra!\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n* No alla guerra e a chi la arma!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Contro la guerra ai poveri e la militarizzazione delle periferie\r\n* No alla città dell'aerospazio! Chiudere e riconvertire le fabbriche d’armi!\r\n* No alla Nato a Torino\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nDopo il corteo \r\npranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nSabato 7 maggio a Pisa\r\ncorteo\r\nRicordare e lottare nel 2022 come nel 1972 contro il fascismo e contro la guerra\r\na 50 anni dalla morte di Franco Serantini, ucciso dalla polizia durante un corteo antifascista\r\nAppuntamento alle ore 15 in piazza XX settembre. \r\n\r\nDomenica 8 maggio a Livorno\r\nAssemblea antimilitarista\r\nore 10 presso l’ex Caserma Occupata, via Adriana 16\r\n\r\nVenerdì 20 maggio \r\nsciopero generale contro la guerra\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","28 Aprile 2022","2022-04-28 15:16:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 22 aprile. Clastres, la società contro lo stato. Anarchici nella resistenza a Torino. Barriera di Milano tra violenza poliziesca e gentrification. Il 5 per mille alla polizia...",1651158866,[],[],{"post_content":561,"post_title":565},{"matched_tokens":562,"snippet":563,"value":564},[77,78],"segnale dell’infittirsi del sostegno alle \u003Cmark>strutture\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> controllo e repressione in un","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nGli anarchici nella Resistenza a Torino. Ilio e gli altr*\r\nIlio Baroni, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti, era comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nLe Sap, Squadre \u003Cmark>di\u003C/mark> Azione Patriottica sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamente volantini antifascisti e si preparavano all’insurrezione. Ilio, nome \u003Cmark>di\u003C/mark> battaglia ”il Moro”, è protagonista \u003Cmark>di\u003C/mark> azioni \u003Cmark>di\u003C/mark> guerriglia.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, la città diventa a breve un campo \u003Cmark>di\u003C/mark> battaglia.\r\nBaroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo. Giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo \u003Cmark>di\u003C/mark> una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore \u003Cmark>di\u003C/mark> un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo \u003Cmark>di\u003C/mark> uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. Il pensiero “selvaggio” ci mostra lo sforzo permanente messo in atto per impedire che il potere si trasformi in dominio, che il prestigio si trasformi in autorità e che la parola del capo senza potere si trasformi in comando.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo e docente all’Università \u003Cmark>di\u003C/mark> Modena e Reggio\r\n\r\nBarriera \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano. 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