Le frontiere insanguinate della Fortezza Europa
Scritto dainfosu 4 Ottobre 2013
Dopo un’intera giornata a cercare i corpi, potrebbero arrivare ad oltre trecento i morti in mare, vittime del naufragio di ieri mattina al largo di Lampedusa, quando un barcone in fiamme nei pressi dell’isola dei conigli, un isolotto a circa 30 metri dalla costa occidentale di Lampedusa, si è inabissato insieme alle circa 500 persone che viaggiavano su di esso.
Il giorno stesso della tragedia, i moralisti che hanno progettato e costruito la Fortezza Europa, silenziosi sulla questione durante il resto dell’anno e fino alla tragedia di quattro giorni fa a Scicli con “soli” tredici morti, prendono parola per ribadire il loro punto di vista e rimarcare le responsabilità dei trafficanti di esseri umani, puntando ancora una volta a rafforzare le frontiere.
Chiari sono quindi i veri responsabili, i veri trafficanti di morte: coloro che stanno nei palazzi diffusi tra Bruxelles e Roma e nelle istituzioni che dall’Europa arrivano fin oltre mare sovvenzionando centri di detenzione per migranti in Paesi terzi di transito verso l’Europa e finanziando operazioni securitarie quali Frontex e affini. Il tutto per inseguire il sogno di un’Europa al sicuro dall’invasione dei barbari, ma piena di manodopera a buon mercato, purché, nel momento della tragedia, si pianga tutti insieme con le mani giunte.
Abbiamo ricostruito le prime ore dei soccorsi dalla voce di un attivista di Border Line Sicilia, che ci ha inoltre ha raccontato la quotidiana guerra della Fortezza Europa contro chi cerca di approdare sulle coste siciliane.
Ascolta la diretta con Germana