Erdogan ha paura dei social (e della perdita di consenso)
Scritto dainfosu 7 Aprile 2015
A una settimana dal sequestro del Dhkc-p del magistrato che doveva indagare sulla alla morte del 14enne Berkin Elvan per mano della polizia durante le proteste di Gezi Park nel 2013 – terminatasi con la morte dello stesso magistrato per mano della polizia – e dopo che l’hashtag #BizDeSiziSeviyoruz (‘Vi amiamo anche noi’) è rapidamente salito in cima alla lista dei trending topic di Twitter, il regime dell’uomo forte turco Recel Tayip Erdogan si è sentito stranamente vulnerabile.
Ieri, per tutta la giornata, l’accesso ai principali social network è stato bloccato per tutta la giornata per impedire la ri-diffusione dell’immagine del sequestro, diventata ormai virale. Nel corso dei giorni precedenti, si sono verificati numerosi arresti di presunti militanti del Dhkc-p, di simpatizzanti e semplici partecipanti alle manifestazioni che hanno accompagnato il sequestro e il blitz delle teste di cuoio.
Il succedersi degli eventi deve essere inquadrato nelal delicata fase politica che il governo sta attraversando, tra una infinita guerra alle porte, una nuova legittimazione delle aspirazioni kurde – tra la distensione di Oçalan e l’innegabile attivismo nel respingere l’islamo-fascismo dell’Isis – e un sensibile clo dei consensi nei sondaggi.
Erdoğan vuole riconfermare a tutti i costi la sua leadership ed è probabile l’ennesimo successo elettorale. ma la possibilità per l’Akp di replicare il consenso plebiscitario delle ultime consultazioni si fa meno sicuro. Erdoğan è iroso perché non esercita più il controllo assoluto d’un tempo: il trono vacilla e certe crepe sono palesi.
Ascolta la diretta con Emma, compagna italiana che vive a Istanbul