La Grecia in bancarotta al tornante dell’Eurocrisi

Scritto dasu 27 Maggio 2015

A quattro mesi dalle elezioni che hanno portato al governo Syriza, lo Stato greco si trova sull’orlo di una (non voluta) insolvenza quanto di un effettiva mancanza di liquidi per pagare gli stessi stipendi dei dipendenti statali. La Grecia corre il rischio immediato di perdere un miliardo di euro in sovvenzioni da parte dell’Unione Europea nel quadro degli stanziamenti del programma precedente, in scadenza il prossimo 31 dicembre, in quanto la sospensione dei pagamenti da parte dello Stato ellenico ha bloccato per ora l’emissione di una nuova tranche di prestiti.

In un susseguirsi di dichiarazioni e smentite – inframmezzate dalle minacce dei tecnocrati della Trojka – il governo greco prova a tirare la corda a dei creditori che prnedono sempre più le sembianze di esecutori a sangue freddo d’un omicidio premeditato. La minaccia del Grexit, l’uscita da un’insostenibile moneta unica, da minaccia del piccolo Davide greco contro il Golia dell’Unione Europea, passa di mano e si prospetta come opzione minacciata per imporre un’indebolimento dell’esecutivo Tsipras-Varoufakis da ridurre a più miti consigli, lezione di disciplina per eventuali futuri governi attratti da simili velleità.

Mentre dalla Grecia  alla Spagna si fa avanti la speranza di pezzi consistenti dei movimenti, del proletariato e della classe media in ecrisi in un nuovo (impossibile) riformismo, le mosse della Trojka rende chiaro quali sia oggi il significato di parole spesso abusate  come “democrazia” e “sovranità” nell’epoca in cui chi controlla il rubinetto dell’erogatore finanziario può decidere a tavolino la sorte di territori e popolazioni. Dove sempre più spesso le finalità esplicitamente politiche dell’esercizio di questo potere possono tranquillamente subordinare a sé le stesse esigenze dell’economico, dal momento che nessuno stato nazionale può oggi onorare il proprio debito pubblico.

A partire da questi spunti, abbiamo fatto una chiacchierata con Raffaele Sciortino

intervistaraffaele

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