Atlante. La beffa del gigante
Scritto dainfosu 3 Maggio 2016
Era nell’aria da un po’ ma ora è ufficiale: la Banca Popolare di Vicenza (Bpvi) non riuscirà ad approdare a Piazza Affari. Sarebbe dovuta essere questa la destinazione dell’aumento da 1,5 miliardi da poco concluso, ma la stessa Borsa Italiana ha detto “no”. Il motivo è che il flottante, vale a dire le azioni diffuse tra il pubblico, era troppo basso.
Facciamo un passo indietro. L’offerta di azioni di Bpvi nell’ambito dell’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro finalizzato alla quotazione in Borsa si è chiusa nei giorni scorsi con la sottoscrizione di una manciata di nuovi titoli per un controvalore di circa 115 milioni. Il resto delle azioni era stato prenotato dal dal fondo di sistema Atlante. Questo significa che Borsa Italiana avrebbe dovuto dare il via libera a una quotazione con un flottante nettamente inferiore al 25% minimo richiesto per legge.
A bocce ferme il fondo avrà il 99,33% del capitale, relegando allo 0,67% i vecchi azionisti. In altri termini, con il “niet” di Borsa allo sbarco a Piazza Affari Atlante si trova costretto a sobbarcarsi l’intero aumento di capitale, mettendo sul piatto 120 milioni in più.
Ciò vuol dire che il fondo di sistema dovrà impiegare ben 1,5 miliardi delle proprie risorse complessive, pari a 4,25 miliardi, nella sola Popolare di Vicenza. Il presidente di Quaestio, la società che gestisce Atlante, Penati aveva previsto che Popolare di Vicenza non sarebbe approdata in Borsa.
L’ex editorialista di Repubblica, un tempo fautore del libero mercato, oggi preferisce che Popolare Vicenza ne resti fuori.
Quando venne presentato il fondo Atlante, Penati aveva dichiarato di preferire che Bpvi non fosse quotata in Borsa. In tal modo può venderla, fonderla, spaccarla, disporne a porprio piacimento.
In questa vicenda chi resta a piedi sono i piccoli soci che di fatto vengono spazzati via nel capitale dall’ingresso al 99,33% del fondo Atlante. Oltre al danno di avere praticamente perso quasi tutto si godono anche la beffa della mancata quotazione in Borsa. Se la mancata quotazione può far piacere al fondo Atlante, e forse agli altri investitori istituzionali che erano pronti a comprare azioni, i piccoli soci rischiano di perdere il poco che gli resta.
Ne abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche.
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