I dati INPS sbugiardano Renzi
Scritto dainfosu 19 Maggio 2016
Le magie del Jobs Act non cessano di rivelarsi per quello che sono: volgari trucchi per gonfiare cifre che legittimino il governo agli occhi della tecnocrazia europea e contemporaneamente regali alle imprese che presto ricadranno sulla testa di tutti. Nei primi tre mesi del 2016 sono stati stipulati 428.584 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo indeterminato sono state 377.497, con un saldo positivo di 51.087 unità. Il dato – rileva l’Inps – è peggiore del 77% rispetto al saldo positivo di 224.929 contratti stabili dei primi tre mesi 2015 e risente della riduzione degli incentivi sui contratti stabili. Il dato è peggiore anche del tremendo 2014 (+87.034 posti stabili nei primi tre mesi).
Continua inoltre il boom dei voucher, la cui procedura di utilizzo il governo promette di rivedere data anche la relazione più volte manifestatasi tra voucher e infortuni sul lavoro. Nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31,5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al 45,6%. Lo rileva ancora l’Inps sottolineando che nel primo trimestre del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%.
Abbiamo commentato i dati con Marta Fana, dottoranda di ricerca in economia presso l’Institut d’etudes politiques di sciences po, a Parigi. Si occupa di political economy, economia della corruzione e disuguaglianze.