Schiavi mai, zitti mai. La lotta dei braccianti e dei solidali a Castelnuovo Scrivia
Scritto dainfosu 16 Maggio 2016
Ancora lavoro nero, ancora schiavismo e sfruttamento nelle campagne- non del Sud, stavolta, ma nell’alessandrino, in Bassa Valle Scrivia, a testimoniare una volta di più che il mercato libero e selvaggio del lavoro estorce e subordina ovunque e con le stesse modalità. A fare la differenza invece è la lotta autorganizzata dei braccianti. Dopo le vicende, ancora non risolte dal punto di vista giudiziario, che hanno visto coinvolte le aziende locali dei Lazzaro e altre della zona, è emersa una nuova situazione di feroce sfruttamento della forza lavoro migrante nello stesso territorio. E’ notizia delle scorse settimane, infatti, un blitz dell’Ispettorato del Lavoro a seguito di una denuncia di qualche lavoratore, che ha portato alla scoperta un’organizzazione che forniva braccia ai padroni che ne facevano richiesta, secondo la solita modalità dell’ingaggio “a chiamata”. Paghe da fame, quando la retribuzione arrivava, e il ricatto costante e duplice: come braccianti e come migranti spesso irregolari, senza permesso di soggiorno. Questi lavoratori hanno avuto il coraggio di alzare la testa,spezzando l’omertà e le politiche “negazioniste” di Coldiretti e Cia, che ancora nelle scorse settimane minimizzavano i fatti, parlando di poche mele marce e di un sistema agricolo tutto sommato sano- intraprendendo una lotta di dignità e di rivendicazione di bisogni e diritti che travalica, per il senso e la portata, l’ambito del territorio sul quale essa è sorta. Il rischio è come sempre che dopo il clamore mediatico dei primi giorni- con i giornali peraltro che parlano del fenomeno del caporalato come qualcosa di estrinseco e straordinario, distorcendo la realtà effettiva- tutto cada nel più assoluto silenzio, con i padroni costretti magari al fermo del lavoro per qualche giorno e a una semplice sanzione pecuniaria. Il Presidio Permanente di Castelnuovo, la realtà autorganizzata dei lavoratori sfruttati, dei solidali e delle solidali sorto già 4 anni fa per sostenere la lotta dei braccianti della ditta Lazzaro, sostiene anche questi lavoratori, e chiede, insieme a loro, che si possa applicare l’articolo 18 compreso nel T.U sull’immigrazione, che prevede che, in caso di grave sfruttamento, il lavoratore immigrato ha diritto al permesso di soggiorno. C’è un precedente, da questo punto di vista, proprio in riferimento allo stesso territorio e alla medesima lotta del Presidio: 13 braccianti irregolari e senza permesso di soggiorno dell’azienda Lazzaro hanno ottenuto il permesso umanitario, potendo continuare a lavorare e sottraendosi al ricatto della clandestinità, che a dispetto delle politiche e delle retoriche securitarie, rappresenta un vantaggio innegabile per meglio sfruttare i lavoratori e valorizzare indefinitamente la produzione e il capitale ( peraltro le aziende complici del dispositivo del caporalato riforniscono tutte la Grande Distribuzione). Una lotta insomma che fa emergere contraddizioni tipiche e strutturali del sistema. Anche per questo è importante sostenere la battaglia di questi lavoratori e del presidio, che hanno aperto una vertenza con tutti i soggetti resisisi disponibili con la prefettura di Alessandria, per porre con forza le rivendicazioni.
Per informazioni e per restare in contatto col presidio: www.facebook.com/presidio permanente castelnuovo scrivia
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