La doppia violenza della detenzione e del genere: fuoco ai Cie!
Scritto dainfosu 24 Marzo 2017
Adriana, transessuale brasiliana di 34 anni, è rinchiusa da febbraio nel Cie di Brindisi nella sezione maschile. Da più di una settimana è in sciopero della fame e da qualche giorno viene tenuta in isolamento, dopo aver denunciato le minacce di morte ricevute da alcuni reclusi. La sua storia è simile a quella di tant* trans reclus* o detenut*, su cui pesa una doppia violenza, quella della privazione della libertà e quella del binarismo di genere alla base della suddivisione in sezioni maschili e femminili di carceri, Cie e altre istituzioni totali. Un gran numero di trans migrant* viene recluso nei Centri di identificazione ed esplusione per il “reato di clandestinità”, in seguito a retate contro droga e prostituzione o semplicemente perchè al rinnovo del permesso di soggiorno hanno perso il lavoro, come nel caso di Adriana. Nei Cie e nelle carceri il transessualismo non viene riconosciuto, le cure ormonali o non esistono o sono difficilissime da ottenere, mentre le possibili violenze vengono spesso gestite “immunizzando” i corpi trans, che vengono reclusi in isolamento. Nelle istituzioni totali l’ordine etero-cis-patriarcale si dispiega in tutta la sua violenza e spesso la sofferenza psichica diventa insopportabile, arrivando fino al suicidio.
Per rimanere in tema di detenzione amministrativa abbiamo sentito un compagno torinese che ci ha aggiornate sulla situazione del Cie di corso Brunelleschi anche in vista del presidio di questa domenica sotto le mura. Il Centro da qualche tempo ha aumentato la propria capacità ristrutturando quelle aree in precedenza danneggiate o date alle fiamme dai reclusi e al momento ospita circa un centinaio di persone. Il ricambio di reclusi all’interno del Cie è piuttosto costante perché costanti sono diventate le espulsioni; oltre alle deportazioni quotidiane sempre più si organizzano rimpatri di massa come quello avvenuto a febbraio a seguito della circolare di Minniti che invitava le questure a rintracciare ed espellere nigeriani irregolari. E infatti qualche sera fa la polizia è entrata ancora una volta nelle aree per prelevare tredici persone di nazionalità nigeriana per deportarle.
L’aumento dei posti disponibili nei Cie , la proliferazione di accordi bilaterali con i paesi di provenienza così come l’aumento delle espulsioni rispondono agli obiettivi del Governo, che attraverso circolari, decreti legge e disposizioni ministeriali sta velocemente affinando il sistema di gestione, selezione e controllo dei flussi migratori, mentre cambia il nome dei Cie in Cpr. Cambiare il loro nome non cambia la natura di questi centri. L’appuntamento per il presidio fuori dalle mura del Cie/Cpr di Torino è per questa domenica alle 15.30 in corso Brunelleschi angolo via Monginevro.
Ascolta la diretta di questa mattina: