CRA E CPR – dalla Francia all’Italia lotte e rivolte
Scritto dainfosu 23 Aprile 2019
Sabato 13 aprile 6 persone hanno tentato la fuga dal CRA (l’equivalente dei CPR in Italia) di Saint-Exupéry a Lione. In tre sono riusciti nell’impresa mentre tre reclusi sono stati fermati subito fuori quelle mura e pestati dalle guardie, quindi un passaggio dall’ospedale alla custodia cautelare prima di essere recluse di nuovo nel CRA. Uno di loro si è suicidato strangolandosi con il filo spinato delle recinzioni.
I lanci di lacrimogeni e le cariche della polizia contro il tentativo dei suoi compagni di recuperare il corpo ha innescato la rivolta e materassi, stanze e aree del centro hanno preso immediatamente fuoco.
Abbiamo contattato un compagno dell’assemblea contro i CRA di Parigi per un racconto di quanto accaduto e per un punto sulle lotte contro i centri di detenzione amministrativa in Francia
E proprio le rivolte dei reclusi avevano portato alla chiusura dell’allora CIE di Modena e di altri centri in Italia. Dopo sei anni, forte di un nuovo nome e delle dichiarazioni del ministro dell’interno è imminente la riapertura del CPR emiliano totalmente ristrutturato. Prima ancora che questo accada il 25 aprile a Modena un corteo attraverserà la città per dire BASTA AI LAGER DI STATO
Il collegamento con un compagno di Modena e l’indizione del corteo.
BASTA LAGER DI STATO.
25 APRILE CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO I FASCISTI
Se lo Stato avanza la libertà recede.
Lo Stato avanza chiudendo i porti, respingendo alla frontiera chi emigra e finanziando i lager libici, aumentando la ricattabilità degli sfruttati (stranieri o italiani che siano), inasprendo la repressione verso marginali e ribelli, rafforzando i poteri di polizia, allargando e diffondendo sul territorio galere e zone detentive d’eccezione. Lo Stato costruisce consenso intorno a un clima di rancore e paura, garantendo lauti profitti a chi finanzia e gestisce le strutture di controllo.
I CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), campi detentivi per emigranti, sono l’espressione più brutale di questo avanzamento: migliaia di persone considerate irregolari saranno internate nei lager di Stato in attesa della deportazione nei presunti luoghi d’origine. L’Europa li ha chiesti, il PD li ha creati e la Lega li riempirà: non c’è governo che si salvi.
Il CPR così come le deportazioni rimangono gli strumenti centrali di deterrenza per le persone emigranti. È l’ultimo anello di un sistema di controllo, sfruttamento e messa a valore degli individui che passa attraverso il costante ricatto dei documenti, le forme di disciplinamento del sistema d’accoglienza e le forme di lavoro gratuito, propagandato dietro false promesse.
A Modena l’ex CIE diverrà il CPR per l’Emilia-Romagna, una struttura già nota per la durezza dei trattamenti riservata agli internati, da questi ultimi definita “peggio della galera” e da essi stessi chiusa a suon di rivolte nel 2013.
È necessario contrastare questa ennesima espressione del razzismo di Stato e ricordare a chi governa che ancora una volta simili strutture troveranno opposizione. Se le nostre condizioni sono miserabili e le nostre libertà sempre più limitate è perché c’è chi, sotto di noi, subisce sfruttamento e privazione della libertà in modo ancora peggiore.
Ci opponiamo ai CPR perché:
SONO ESPRESSIONE DELLA SVOLTA AUTORITARIA
attuata dagli ultimi governi e tesa a colpire chi sta ai margini, chi non si adegua o chi si ribella, avvisaglie di un vero e proprio Stato di polizia.
RENDONO CHIUNQUE PIÙ RICATTABILE
La minaccia dell’espulsione porta ad accettare anche le peggiori condizioni pur di mantenere il lavoro necessario per il rilascio dei documenti, producendo un generale peggioramento delle condizioni lavorative e di vita di tutti.
DIFFONDONO XENOFOBIA E RAZZISMO
Se chi emigra è trattato da nemico, la solidarietà fra sfruttati va in pezzi a tutto vantaggio di chi ci sfrutta e su ciò l’attuale governo continuerà a guadagnare consensi.
E se paura e rancore dilagano il neofascismo prolifera.
A Modena esso gode di luoghi sicuri, come “Terra dei Padri”, dove i fascisti in camicia nera, l’altra faccia del razzismo di Stato, si preparano a venir fuori appena padroni e governanti lasceranno le briglie. Scendere in strada contro lo Stato di polizia significa scendere in strada anche contro i suoi fiancheggiatori.
Scendiamo in strada il 25 aprile contro tutto ciò.
Solidali con chi è prigioniero perché ha lottato e si è ribellato contro tutto ciò.
OPPORSI AI LAGER DI STATO!
OPPORSI AL RAZZISMO E ALLO STATO DI POLIZIA!
OPPORSI AI FASCISTI!
CONTINUARE A LOTTARE!
PIAZZA DELLA POMPOSA – MODENA – H. 15:00