PERU: PROSEGUONO LE PROTESTE DOPO LA CACCIATA DELL’EX PRESIDENTE BOLUARTE

Il Perù ha dichiarato lo stato di emergenza per le proteste diffuse contro il malgoverno e la corruzione dei politici nel Paese.
Il primo ministro Ernesto Alvarez ha dichiarato giovedì sera che il governo avrebbe dichiarato lo stato di emergenza a Lima entro poche ore e sta preparando un pacchetto di misure per affrontare la crescente insicurezza.
La protesta di mercoledì sera, indetta dai manifestanti della generazione Z, dai lavoratori dei trasporti e da gruppi civili, è stata l’ultima di una serie di manifestazioni contro la corruzione e l’aumento della criminalità, che giovedì scorso hanno portato alla drammatica destituzione a mezzanotte dell’ex presidente Dina Boluarte.
Il nuovo presidente del Perù, José Jeri, si rifiuta di dimettersi nel mezzo delle proteste antigovernative della Generazione Z , infiammate dalla morte di un famoso rapper, mentre la criminalità attanaglia il Paese.
Giovedì sera il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nella capitale Lima, mentre la procura ha annunciato di aver avviato un’indagine sull’omicidio del manifestante e cantante hip-hop trentaduenne Eduardo Ruiz, avvenuto il giorno prima durante lo sciopero generale.
Ruiz era sceso in strada per manifestare durante le proteste iniziate un mese fa con richieste di migliori pensioni e salari per i giovani e diventate in seguito un catalizzatore di frustrazioni più ampie dovute a criminalità e corruzione, culminate la scorsa settimana con la cacciata dell’ex presidente Dina Boluarte.
Abbiamo chiesto a Andrea Cegna, giornalista freelance e redattore di Radio Onda d’Urto, di raccontarci quanto sta succedendo nel Paese sudamericano.