frittura mista|radio fabbrica 10/05/2022

 

Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Anita Cobas scuola sullo sciopero nazionale della scuola del 6 maggio 22.
Oltre a fare un bilancio abbiamo snocciolato le motivazioni che hanno portato allo sciopero:
– Contro i quiz Invalsi e il Sistema nazionale di valutazione, che hanno
effetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizzano gli
insegnamenti, trasformano i docenti in “addestratori ai quiz”,
discriminano gli studenti con BES.
– Contro il Decreto scuola che introduce inaccettabili modalità per la
stabilizzazione dei precari e una formazione triennale in orario
aggiuntivo, che diventerà obbligatoria per i docenti neo-immessi dal
2023-24, con incentivazione salariale e verifiche selettive per creare
gerarchie tra i/le lavoratori/trici, veicolare la logica della
scuola-azienda e restringere pluralismo didattico e libertà di
insegnamento
-Contro il taglio dello 0,5% del PIL delle spese per l’istruzione
previsto dal DEF 2022 a fronte di un aumento delle spese per le armi
– Per il rinnovo del CCNL scaduto da più di due anni, con aumenti
significativi uguali per tutti/e, per recuperare almeno il 20% del
potere salariale perso negli ultimi anni e difendere i salari reali
dalla ripresa dell’inflazione e del carovita
– Per investire i fondi del PNRR per ridurre a massimo 20 il numero
degli alunni/e per classe (15 in presenza di disabili), assumere i
docenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, investire in modo
significativo nell’edilizia scolastica
– Contro la cd didattica delle competenze addestrative, per una scuola
pubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello
spirito critico
– Per il potenziamento degli organici docenti ed Ata, l’immissione in
ruolo su tutti i posti vacanti, la stabilizzazione dei posti Covid e il
ripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee
-Per utilizzare i docenti rientrati dalla sospensione senza
demansionamento né prolungamento d’orario
– Contro il lavoro gratuito degli studenti nei PCTO e negli stage, con
il rischio di morire sul lavoro, come avvenuto recentemente; per
sospendere tali attività e restituire alle scuole la decisione se
svolgerle o meno e per quante ore

Buon ascolto

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Il secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Yassine, promotore della manifestazione che ci sarà lunedì 16 Maggio alle 9:30 in Piazza Castello a Torino, per richiedere “Documenti per tutti. Sanatoria subito!”. Sono passati infatti più di due mesi da quando alcuni lavoratori immigrati hanno lanciato uno sciopero con presidio davanti all’ufficio immigrazione perchè si ritrovano sempre di fronte allo stesso problema, l’esigenza del permesso di soggiorno. Yassine ci ricorda come per accedere a qualunque servizio pubblico e non, sia necessario questo pezzo di carta e che è assurdo che lui e tanti e tante come lui debbano rimanere irregolari sul terriotorio italiano nonostante di fatto contribuiscano con le tasse prese dai già miseri compensi che ottengono sui posti di lavoro. Oltre ad aver approfittato della sua disponibilità per farci avere una personale testimonianza su come queste politiche sistemiche razziste si ripercuotano sulla sua vita, ci siamo fatti spiegare alcune delle rivendicazioni elencate nel volantino dell’iniziativa:

– Velocizzazione delle convocazioni per tutte le domande di Sanatoria;

– Sblocco delle domande interrotte dal datore di lavoro, o bloccate per i motivi di reddito, e rilascio di un permesso di attesa occupazione;

– Riconoscimento delle prove di presenza provenienti da uffici di utilità pubblica;

– Regolarizzazione delle persone sprovviste di Permesso di soggiorno, escluse dalla Sanatoria;

“Invitiamo i fratelli e le sorelle della comunità di Torino ed unirsi a noi il giorno 16 Maggio, dalle ore 9:30 di fronte alla Prefettura di Piazza Castello. La nostra sola forza è l’unione, partecipiamo numerosi a questa giornata di lotta. Portiamo la nostra voce in piazza”

Buon ascolto

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Il terzo tema lo abbiamo approfondito con Walter Roncaglia, lavoratore dello spettacolo da circa vent’anni, sull’indennità per la quale lui e tutta una categoria hanno animato le piazze nel periodo pandemico e non solo. Infatti dopo mesi e mesi di lotta e di tavoli istituzionali, si era arrivati alla proposta di due decreti legge per la riforma del settore spettacolo, e il 4 Maggio si è giunti all’approvazione per un’indennità per discontinuità lavorativa.

“Le commissioni Cultura e Lavoro congiunte del senato (VII e XI) hanno oggi votato con esito positivo l’emendamento che introduce l’ “indennità di discontinuità”.

Oggi, dunque, è una giornata importante perché aggiunge un tassello al quadro generale: il riconoscimento della discontinuità e quindi dell’importanza di un sostegno per mitigare la condizione di eterno precariato che sopporta chi lavora nello Spettacolo.

Il traguardo è stato tagliato grazie all’azione corale di un intero comparto che ha saputo, forte delle sue differenze e delle sue risorse, mettere a fuoco alcune questioni universalmente individuate come necessarie.

A ciò hanno concorso in primis migliaia di lavoratrici e lavoratori in questi due lunghissimi anni e mezzo; senza il loro grande sforzo di piazza e di azione politica, profuso da marzo 2020, oggi la Commissione Cultura non avrebbe avuto alcuna manovra da valutare.

É presto però per cantare vittoria: bene il passo in avanti, ma bisogna capire tutto il resto: di “giornate storiche” rivelatesi ciofeche franceschiniane ne abbiamo già viste. È possibile parlare di “vittoria” solo se si sa con chiarezza quanti sono i fondi, quali sono gli investimenti, chi sono i destinatari della misura e tutto il resto.

Ad ora, infatti, nulla si sa circa la copertura finanziaria per questa misura.[…]”

Buon ascolto

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