LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #8 – INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA GUERRA E POLITICA

La fine della Fine della Storia

Dopo la realizzazione dell’ultima versione di ChatGPT da parte di OpenAI il dibattito pubblico sull’intelligenza artificiale ha preso nuovo vigore. Il salto tecnico della nuova versione rispetto a quelle precedenti apre a possibilità nuove e sopratutto a modalità di interfaccia con il mondo digitale inedite.
La possibile perdita di posti di lavoro, sopratutto nei settori a medio-basso contenuto creativo, la produzione a “realtà aumentata” di fake news e lo strapotere delle aziende che gestiscono questo segmento di mercato tecnologico sono solo alcune delle questioni che agitano il dibattito ma non fotografano le profondità che la questione Intelligenza Artificiale pone.
Con Mattia Galeotti, ricercatore in Matematica all’Università di Bologna e tra i curatori del corso “Epistemologie” svolto alla libreria Punto Input (Bologna) nel 2022, abbiamo provato a scandagliare al di là della cortina di fumo creata dalla narrazione mainstream le implicazione epistemiche e politiche che il processo di categorizzazione e classificazione che sta alla base dell’intelligenza algoritmica impone. Passando per una storia ragionata del paradigma del calcolo, del come si è imposto ed è diventato “verità” incontrovertibile, abbiamo provato a delineare quella che sembra essere la vera posta in gioco: una ristrutturazione complessiva dell’apparato produttivo e governamentale che abbia tra i suoi principali assi proprio l’intelligenza artificiale e la transizione energetica.

La frontiera dell’Intelligenza Artificiale gioca un suo ruolo  anche nella guerra in corso sulla striscia di Gaza (con prodromi nella “11 days war” del 2021 e nel controllo della popolazione civile della Cisgiordania) , per il semplice fatto che ogni nuova scoperta/innovazione tecnica, dall’iniziale suo testing avanguardistico in settori di punta (militare) giù fino al suo uso massificato si impone come strumento/mezzo che diventa infrastruttura di un sociale potenziato, al punto che qualsiasi formazione collettiva di una qualche consistenza non può tornare indietro all’epoca antecedente il suo impiego.
Un primo impiego massiccio e conteso tra le due parti è ovviamente quello della AI content generating e dei bot. L’utilizzo dell’AI come generazione di contenuti automatici e bot, per quanto nuova frontiera di scontro, si colloca su un piano non troppo dissimile dal fotoritocco e la produzione di fake news in termini tecnologicamente potenziati (ponendo certo questioni non banali sui “regimi di Verità”). Qui la contesa e la sua efficacia sconta un evidente rapporto in parallelo con le divisioni geopolitiche e sociali che la questione israelo-palestinese suscita tra differenti parti di mondo e  spaccando (al netto di un torpore generalizzato) le opinioni pubbliche delle stesse società occidentali. Altri due terreni specifici in cui l’impiego dell’AI trova una sua peculiare pregnanza da parte di Israele sono quelli propri del militare, nelle due branche differenti ma spesso speculari del monitoraggio/controllo e del targeting.

 

Ascolta il Podcast

 

MATERIALI

Kate Crwford – Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell’IA Il Mulino, 2021

Mattia Galeotti e Alessio Resenterra (Machina)  Introduzione a Epistemologie

Giuseppe Longo (Machina)Matematica e senso. Per non divenire macchine

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WiredGenerative AI Is Playing a Surprising Role in Israel-Hamas Disinformation

Calcalist“This is probably the first AI war”

NewArabIsraeli AI is turning Palestine into a dystopian reality

Amnesty International Israele: il riconoscimento facciale rafforza l’apartheid contro i palestinesi

Agenda Digitale Guerra Israele-Hamas, che brutta figura per il digitale

Jerusalem PostIDF uses AI to strike over 11,000 terror target in Gaza since October 7




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