","Roşia Montana non è sola contro la multinazionale dell'oro!","post",1379337212,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/difesa-del-territorio/","http://radioblackout.org/tag/lotte-ecologiste/","http://radioblackout.org/tag/mega-progetti/","http://radioblackout.org/tag/miniere-oro/","http://radioblackout.org/tag/multinazionali/","http://radioblackout.org/tag/romania/",[19,68,17,22,69,70],"lotte ecologiste","multinazionali","Romania",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"mega","migliaia di persone contro il \u003Cmark>mega\u003C/mark> progetto minerario, devastante e altamente","Dal 1 settembre a Bucarest e in molte altre città della Romania e del mondo sono scese in piazza - ogni giorno - decine di migliaia di persone contro il \u003Cmark>mega\u003C/mark> progetto minerario, devastante e altamente nocivo della multinazionale canadese Gabriel Resources e Gold Corp, a Roşia Montana, nel cuore della Transilvania. Questa piccola cittadina di contadini, nel tempo sostenuta da una comunità sempre più grande di persone solidali, attivisti, organizzazioni ecologiste e di appoggio legale, lotta da 15 anni contro la multinazionale canadese dell'oro (responsabile di altri \u003Cmark>progetti\u003C/mark> di fortissimo sfruttamento minenario in altre zone del mondo) che, se avesse libero accesso al territorio e alle sue risorse con l'approvazione di una legge ad hoc del Parlamento Romeno, distruggerebbe completamente questa zona, tra le più belle della Romania.\r\n\r\nAbbiamo parlato con Oana degli ultimi sviluppi della vicenda, delle proteste crescenti di questi ultimi giorni e dei rischi ambientali connessi a quest'opera.\r\n\r\nromania",[78,80,82,86,88,90],{"matched_tokens":79,"snippet":19},[],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":85},[74,84],"progetti","\u003Cmark>mega\u003C/mark> \u003Cmark>progetti\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":22},[],{"matched_tokens":89,"snippet":69},[],{"matched_tokens":91,"snippet":70},[],[93,98],{"field":35,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[14],[96],[74,84],[85],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],1157451471441625000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":105,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":107,"highlight":123,"highlights":133,"text_match":101,"text_match_info":139},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":47,"id":110,"is_sticky":47,"permalink":111,"post_author":50,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":53,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":58,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":122},[44],[46],"26067","http://radioblackout.org/2014/11/la-resistenza-dei-popoli-originari-in-messico/","Abbiamo parlato questa mattina negli studi della Radio con Belén, attivista di un collettivo anarchico femminista di Città del Messico e che ha vissuto molti anni nel paese. Oltre a spiegare quanti attori (governo statale, governi federali, polizia, esercito, gruppi paramilitari, cartelli dei narcos, pandillas, ecc..) sono coinvolti in una vera a propria guerra in corso sul territorio messicano e che è già costata la vita a circa 150.000 persone solamente negli ultimi 7 anni, Belén ci ha raccontato due delle lotte più recenti e determinate portate avanti dal popolo Huichol nel territorio di Wirikuta e del popolo Pur' epecha nello stato di Michoacan. Due esempi importanti di mobilitazioni che sono riuscite a bloccare, per ora, i due megaprogetti. Nel primo caso si tratta di una miniera a cielo aperto e nel secondo era prevista la distruzione di una foresta sacra e antichissima per imporre una monocoltivazione.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo\r\n\r\nbelen","10 Novembre 2014","2014-11-13 10:08:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/wirikuta_2.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La resistenza dei popoli originari in Messico",1415625696,[61,120,63,121],"http://radioblackout.org/tag/lotte-popoli-originari/","http://radioblackout.org/tag/messico/",[19,30,17,15],{"tags":124},[125,127,129,131],{"matched_tokens":126,"snippet":19},[],{"matched_tokens":128,"snippet":30},[],{"matched_tokens":130,"snippet":85},[74,84],{"matched_tokens":132,"snippet":15},[],[134],{"field":35,"indices":135,"matched_tokens":136,"snippets":138},[14],[137],[74,84],[85],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":140,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471441625193",{"document":142,"highlight":166,"highlights":171,"text_match":174,"text_match_info":175},{"cat_link":143,"category":144,"comment_count":47,"id":145,"is_sticky":47,"permalink":146,"post_author":50,"post_content":147,"post_date":148,"post_excerpt":53,"post_id":145,"post_modified":149,"post_thumbnail":150,"post_thumbnail_html":151,"post_title":152,"post_type":58,"sort_by_date":153,"tag_links":154,"tags":160},[44],[46],"87972","http://radioblackout.org/2024/03/ambiente-e-energia-il-caso-del-territorio-del-biellese/","Abbiamo accennato ai molti progetti esistenti e in programma sul territorio biellese e che contribuiscono alla sua devastazione oltre che a una dinamica impositiva nei confronti degli abitanti di questi luoghi.\r\n\r\nPartendo dal comitato dal nome Custodiamo la Val Sessera approfondiamo il progetto della diga che dovrebbe essere realizzata quest'anno, per la quale il rapporto costi benefici ad oggi non giustifica l'opera, ma anche le attività di Tutela Fiumi, coordinamento tra associazioni ambientaliste, che si occupa di tutti i progetti che interessano la rete fluviale, per ciò che riguarda l'idroelettrico ma anche per le determinazioni irrigue, soprattutto con la situazione di siccità che si è creata negli ultimi anni. Sono poi presenti mega progetti sull'energia solare, grazie all'utilizzo della aree agricole a maggior pregio, come le risaie, per una diversa destinazione che apre a fenomeni speculativi sui terreni. Infine, vi è anche la minaccia di un nuovo termovalorizzatore nell'area di Cavaglià, già colpita dall'estrazione mineraria e discariche di rifiuti speciali e urbani, voluto da A2A , che niente ha a che fare con l'idea di un'economia circolare. Transizione dovrebbe essere equa e valutare le esigenze dei territori, in questo senso il campo dell'energia rinnovabile è centrale ma ad oggi la direzione verso la quale vengono decisi e attivati questi progetti voluti dalle multiutility è la loro imposizione.\r\n\r\nNell'ultimo congresso di Legambiente si è data enfasi alla collaborazione con le imprese nelle linee programmatiche per sostenere la transizione ecologica ed energetica, mentre le associazioni ambientaliste non vengono tenute in conto ma vengono considerate dei pesi in quanto rallentano sui progetti, accusandole di nimby. In ultimo il rapporto sull'eolico di Legambiente è significativo in questo senso perché appoggia tutti i progetti proposti dalle imprese in questo ambito.Il nodo locale di Biella per aver criticato pubblicamente questa deriva è stato oggetto di provvedimento disciplinare che ha portato alla sua esclusione.\r\n\r\nLe domande che si aprono sono molte e ci interrogano sul ruolo delle associazioni ambientaliste oggi, della loro trasformazione nel tempo e le contraddizioni che contraddistinguono il tema dell'ambiente e dell'energia nell'era della transizione ecologica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Biella-daniele-gamba-2024_03_14_2024.03.14-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","15 Marzo 2024","2024-03-15 13:10:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/proxy-image-1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/proxy-image-1-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/proxy-image-1-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/proxy-image-1-768x433.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/proxy-image-1.jpeg 900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ambiente e Energia: il caso del territorio del biellese.",1710508246,[155,156,157,158,159],"http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/biella/","http://radioblackout.org/tag/energia/","http://radioblackout.org/tag/g7/","http://radioblackout.org/tag/legambiente/",[161,162,163,164,165],"Ambiente","biella","energia","g7","legambiente",{"post_content":167},{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":170},[74,84],"ultimi anni. 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Il motivo di questa scelta, dicono, verrà spiegato successivamente.\r\n\r\nCome segnalano gli stessi zapatisti, le maggiori città del Chiapas vivono nel delirio più completo, governate da bande criminali, gruppi paramilitari e dall'esercito, il quale tutela il crimine nel nome dello Stato.\r\n\r\nAbbiamo rivolto alcune domande a un compagno che vive in messico per cercare di capire cosa sta succedendo e qual è la reale portata dei cambiamenti nel movimento zapatista e in Chiapas:\r\n\r\n1. Partiamo dagli ultimi avvenimenti: L’EZLN informa che scompaiono municipi autonomi e Giunte di Buon Governo. Puoi dirci che cosa significa questo e che cosa preannuncia in termini di riorganizzazione dell'intera struttura del movimento zapatista?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio flac=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/domanda-1.1.flac\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n2. Come si inserisce questa scelta nello scenario di una violenza estrema da parte di paramilitari e organizzazioni criminali cui il Chiapas è oggetto negli ultimi anni? Il sud del Messico è soggetto a forte controllo negli interessi dello sfruttamento dei migranti; anche questo ha il suo peso in questa scelta da parte dell'EZLN?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio flac=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/domanda-1.2.flac\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n3. Sappiamo che negli ultimi anni, dalla pandemia in poi, le comunità zapatiste si sono \"chiuse\" verso l'esterno. Quali sono i rapporti attuali tra il movimento zapatista e le altre comunità indigene e autonome in altre regioni del Messico? In aggiunta, è ancora forte e radicata la struttura e la prospettiva zapatista nel sud del Messico e nelle comunità della regione stessa?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio flac=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/domanda-3.flac\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n4. I governi di Carlos Salinas a López Obrador stanno cercando di isolare, delegittimare e sterminare le comunità e le organizzazioni zapatiste, nello scenario di una guerra civile. Oltre ai mega progetti para-statali e devastatori quali Tren Maya o il Corridoio Interoceanico, che sono progetti contro le comunità indigene stesse. Come poter sostenere, da qui anche da lontano, le azioni e le realtà delle comunità zapatiste?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio flac=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/domanda-4.flac\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer approfondire rimandiamo al seguente articolo uscito per Infoaut:\r\nL’EZLN informa che scompaiono municipi autonomi e Giunte di Buon Governo","15 Novembre 2023","2023-11-16 17:35:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/oventic-15-min-677693475-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/oventic-15-min-677693475-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/oventic-15-min-677693475-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/oventic-15-min-677693475.jpg 760w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","EZLN: la scomparsa dei Municipi Autonomi e delle Giunte di Buon Governo",1700067706,[193,194,121],"http://radioblackout.org/tag/chiapas/","http://radioblackout.org/tag/ezln/",[196,197,15],"Chiapas","ezln",{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[74,84],"una guerra civile. 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Una composizione viva, allegra e solidale: giovani ragazze e ragazzi, migranti, rifugiati, rom, precari e precarie, studenti, famiglie e persone senza casa, sfrattati e sfrattate, tutte le realtà che lottano per difendere i territori da speculazioni e mega progetti nocivi scellerati hanno preso spazio e parola.\r\n\r\nLa sollevazione del 19 ottobre non potrà che continuare. Un corteo immenso, colorato, composto da chi lotta tutti i giorni in tanti modi diversi, ha invaso la città dei palazzi, dei ministeri, di chi crede di amministrare e gestire la vita e i territori. Tutte le nostre lotte, differenti, aperte, articolate e condivise, concrete e costanti - durante questi anni di crisi nei quartieri e nei territori - si sono riunite in strada, nelle piazze per dare vita a una giornata straordinariamente potente di contenuti e significati. L'assedio è riuscito ed è tuttora in corso. Ieri mattina a Porta Pia si è tenuta l'assemblea pubblica a cui hanno partecipato centinaia di persone. Domani alle 17 una delegazione del movimento, che continua ad assediare il ministero delle Infrastrutture, incontrerà il ministro Lupi. La richiesta è il blocco degli sfratti per morosità non contrattabile, così come la destinazione delle risorse verso un piano casa degno di questo nome, risorse ora destinate a grandi opere come il Tav o grandi eventi come l'Expo. In molte altre città alla stessa ora ci saranno diversi presidi e iniziative in contemporanea perché è nei territori e nelle metropoli che continueranno le mobilitazioni e le lotte che hanno inziato la grande sollevazione del 19 ottobre.\r\n\r\nAscolta i contrinuti e le valutazioni che abbiamo fatto questa mattina con Paolo dei Blocchi Precari Metropolitani e Nicoletta che con moltissimi e moltissime No Tav ha partecipato al corteo di sabato:\r\n\r\npaolo BPM\r\n\r\nNicoletta sabato\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Ottobre 2013","2013-10-25 12:02:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/roma-19O-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"240\" height=\"134\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/roma-19O.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","19 Ottobre: la sollevazione è iniziata!",1382358663,[221,222,223,224,225,226,227,228,229,230],"http://radioblackout.org/tag/assedio/","http://radioblackout.org/tag/blocco-degli-sfratti/","http://radioblackout.org/tag/diritto-alla-casa/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/sfratti/","http://radioblackout.org/tag/sollevazione-19-ottobre/",[232,28,26,233,234,235,236,237,238,32],"assedio","manifestazione","migranti","no tav","rifugiati","Roma","sfratti",{"post_content":240},{"matched_tokens":241,"snippet":242,"value":243},[74,84],"i territori da speculazioni e \u003Cmark>mega\u003C/mark> \u003Cmark>progetti\u003C/mark> nocivi scellerati hanno preso spazio","La sollevazione è stata enorme, generale e generalizzata. Una composizione viva, allegra e solidale: giovani ragazze e ragazzi, migranti, rifugiati, rom, precari e precarie, studenti, famiglie e persone senza casa, sfrattati e sfrattate, tutte le realtà che lottano per difendere i territori da speculazioni e \u003Cmark>mega\u003C/mark> \u003Cmark>progetti\u003C/mark> nocivi scellerati hanno preso spazio e parola.\r\n\r\nLa sollevazione del 19 ottobre non potrà che continuare. Un corteo immenso, colorato, composto da chi lotta tutti i giorni in tanti modi diversi, ha invaso la città dei palazzi, dei ministeri, di chi crede di amministrare e gestire la vita e i territori. Tutte le nostre lotte, differenti, aperte, articolate e condivise, concrete e costanti - durante questi anni di crisi nei quartieri e nei territori - si sono riunite in strada, nelle piazze per dare vita a una giornata straordinariamente potente di contenuti e significati. L'assedio è riuscito ed è tuttora in corso. Ieri mattina a Porta Pia si è tenuta l'assemblea pubblica a cui hanno partecipato centinaia di persone. Domani alle 17 una delegazione del movimento, che continua ad assediare il ministero delle Infrastrutture, incontrerà il ministro Lupi. La richiesta è il blocco degli sfratti per morosità non contrattabile, così come la destinazione delle risorse verso un piano casa degno di questo nome, risorse ora destinate a grandi opere come il Tav o grandi eventi come l'Expo. In molte altre città alla stessa ora ci saranno diversi presidi e iniziative in contemporanea perché è nei territori e nelle metropoli che continueranno le mobilitazioni e le lotte che hanno inziato la grande sollevazione del 19 ottobre.\r\n\r\nAscolta i contrinuti e le valutazioni che abbiamo fatto questa mattina con Paolo dei Blocchi Precari Metropolitani e Nicoletta che con moltissimi e moltissime No Tav ha partecipato al corteo di sabato:\r\n\r\npaolo BPM\r\n\r\nNicoletta sabato\r\n\r\n \r\n\r\n ",[245],{"field":99,"matched_tokens":246,"snippet":242,"value":243},[74,84],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":178,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":249,"highlight":275,"highlights":280,"text_match":283,"text_match_info":284},{"cat_link":250,"category":251,"comment_count":47,"id":252,"is_sticky":47,"permalink":253,"post_author":50,"post_content":254,"post_date":255,"post_excerpt":53,"post_id":252,"post_modified":256,"post_thumbnail":257,"post_thumbnail_html":258,"post_title":259,"post_type":58,"sort_by_date":260,"tag_links":261,"tags":269},[44],[46],"20632","http://radioblackout.org/2014/01/come-si-svuota-un-campo-rom/","Oggi sono iniziate le operazioni di \"svuotamento\" del più grande campo rom di Torino in Lungo Stura Lazio. 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Quindi, accanto alla retorica istituzionale del \"superamento\" dei campi, arrivano interventi-tampone che fanno girare soldi, ma non offrono alcuna soluzionedi lungo termine alle persone sgomberate, nè in termini abitativi, nè di reddito.\r\n\r\nGli interventi nel campo di Lungo Stura comprenderanno: la solita sistemazione abitativa in \"autocostruzione\" e \"housing sociale\" per poche famiglie \"meritevoli\", l'inserimento lavorativo tramite borse lavoro di 3-6 mesi per una minima parte degli abitanti del campo, il rimpatrio assistito in Romania e lo sgombero per i restanti. L'utilizzo dei Rom stessi per le operazioni di demolizione delle baracche si rivela una strategia mediatica necessaria ad occultare la violenza istituzionale in atto e a fingere il coinvolgimento di chi in realtà viene sistematicamente trattato come mero oggetto. Ascolta la corrispondenza con Cecilia dal campo, questa mattina.\r\n\r\ncecilia ok","20 Gennaio 2014","2014-01-22 13:05:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/2014-01-20-12.51.01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/2014-01-20-12.51.01-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/2014-01-20-12.51.01-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/2014-01-20-12.51.01.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Come si \"svuota\" un campo rom.",1390231192,[262,263,264,265,266,267,268],"http://radioblackout.org/tag/biopolitica/","http://radioblackout.org/tag/campi/","http://radioblackout.org/tag/emergenza/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/","http://radioblackout.org/tag/societa-dello-spettacolo/",[24,270,271,272,273,274,34],"campi","emergenza","lungo stura lazio","rom","Sgomberi",{"post_content":276},{"matched_tokens":277,"snippet":278,"value":279},[84,74],"Lungo Stura è uno dei \u003Cmark>progetti\u003C/mark> ponte del \u003Cmark>mega\u003C/mark> appalto con cui il Comune","Oggi sono iniziate le operazioni di \"svuotamento\" del più grande campo rom di Torino in Lungo Stura Lazio. 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Un progetto affidato ad aziende straniere e all’azienda mineraria statale che fa capo ai vertici militari dell’esercito.\r\n\r\nCon la scusa del controllo del contrabbando si è militarizzata l’intera area, ma se i contrabbandieri continuano a scavare e rivendere illegalmente i preziosi minerali, l’esercito si schiera contro le comunità indigene che si sono auto-organizzate in gruppi di resistenza. Anche in questo caso con la scusa della legalità si palesa la violenza dello stato in difesa del capitale.\r\n\r\nInfatti all’interno dell’arco minerario non solo ci lavorano migliaia di minatori in condizioni di sfruttamento, ma tutto un corollario di contrabbandieri, prostitute e venditori abusivi che costellano le baraccopoli che da sempre accompagnano questi progetti faraonici.\r\n\r\nL’impatto ambientale dell’arco minerario è devastante e va a stravolgere l’intero ecosistema di una zona ancora vergine, dove appunto diverse comunità potevano sopravvivere grazie alla ricchezza della foresta amazzonica e del fiume Orinoco. Quest’ultimo è il più soggetto all’attività antropica dello sfruttamento minerario: inquinamento, deviazioni del corso e la ricerca di pietre preziose mettono a dura prova la resistenza del terzo fiume al mondo per volume d’acqua. 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Con la complicità dei governi e degli sponsor di questo mega evento (tra cui industrie impiegate quotidianamente nel settore militare come Toyota, Iveco e Renault), interi territori vengono invasi da tale corsa automobilistica che ogni anno causa la morte di persone del luogo (investite dai veicoli), di migliaia di animali e di piante in dei territori già di per sè instabili e fragili negli equilibri dei loro ecosistemi. La devastazione coinvolge anche moltissimi siti storici e archeologici, tanto da aver distrutto nel 2011 ben la metà del patrimonio archeologico del Cile.\r\n\r\nQuest'anno il rally assassino si è svolto nei paesi del Paraguay, Argentina e Bolivia, e proprio a La Paz si sono verificati alcuni incidenti tra polizia e manifestanti che si opponevano allo svolgimento dell'evento. Abbiamo approfittato di tale notizia per approfondire la questione della repressione contro l'attivismo ambientale in centro e sud america, che molto spesso prevede anche l'omicidio di chi resiste a progetti di devastazione dei propri territori da parte delle multinazionali dell'industria del legname, dell'energia, etc.. Impossibile non citare quindi l'omicidio dell'attivista mapuche Macarena da parte dei sicari dell'azienda impegnata nel progetto di costruzione delle linee ad alta tensione nel territorio del Tranguil (Cile), progetto contro cui Macarena si è sempre battuta.\r\n\r\nAscolta qui la prima parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/dakar1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE qui la seconda parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/dakar2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Gennaio 2017","2019-01-31 12:52:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/img-200x110.jpg","La Parigi-Dakar non è un innocente rally!",1484843505,[366,367,368,369,370,371],"http://radioblackout.org/tag/bolivia/","http://radioblackout.org/tag/dakar/","http://radioblackout.org/tag/ecologismo/","http://radioblackout.org/tag/lotta-mapuche/","http://radioblackout.org/tag/rally/","http://radioblackout.org/tag/sudamerica/",[373,374,375,376,377,378],"bolivia","dakar","ecologismo","Lotta Mapuche","rally","sudamerica",{"post_content":380},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[74],"e degli sponsor di questo \u003Cmark>mega\u003C/mark> evento (tra cui industrie impiegate"," \r\n\r\nLa Parigi-Dakar, che già dal 2009 viene annualmente organizzata in sudamerica, è uno dei più attuali esempi di neocolonialismo e distruzione (ambientale, animale e umana) in nome del divertimento e dell'adrenalina borghese occidentale. 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Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte","25 Febbraio 2015","2018-10-24 17:35:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Le esposizioni universali ed Expo Milano 2015 (Il colpo della strega, 19febbraio2015)",1424861385,[401,402,403,404,405,406,407,408,409,410,411,412,413,414,415,416,417,418],"http://radioblackout.org/tag/campesinas/","http://radioblackout.org/tag/diversity-management/","http://radioblackout.org/tag/esposizioni-universali/","http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/femminilizzazione-del-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/gay-street/","http://radioblackout.org/tag/glbtq/","http://radioblackout.org/tag/lavori-di-cura/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/nutrimento/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/sovranita-alimentare/","http://radioblackout.org/tag/speculazioni/","http://radioblackout.org/tag/terra/","http://radioblackout.org/tag/territori/","http://radioblackout.org/tag/via-campesina/","http://radioblackout.org/tag/women-for-expo/",[310,318,322,420,421,308,422,423,424,425,306,426,320,312,427,304,314,316],"expo 2015","femminilizzazione del lavoro","glbtq","lavori di cura","maternità","migrazioni","precarietà","terra",{"post_content":429},{"matched_tokens":430,"snippet":432,"value":433},[431],"Mega","massiccia e diffusa dei media. \u003Cmark>Mega\u003C/mark> eventi attraverso i quali il","Puntata dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. \u003Cmark>Mega\u003C/mark> eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere \u003Cmark>progetti\u003C/mark> progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. 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