Agcom: come ti chiudo un sito scomodo
Scritto dainfosu 8 Ottobre 2013
La via amministrativa come strumento di censura
Tra circa un mese potrebbe diventare operativo il nuovo schema di regolamento adottato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nella tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.
Il giochino è più o meno sempre lo stesso e segna il triste primatodell’uso politico della difesa del copyright come strumento di controllo della rete. Mediante un regolamento varato da una pubblica amministrazione (viene pertanto esclusa qualsiasi competenza politica di un parlamento già svuotato di senso) verrebbero così introdotti strumenti giuridici che, con il pretesto di difendere il diritto d’autore, andrebbero a minare:
a) La possibilità di anonimato
b) Sancirebbero una fattispecie di responsabilità penale per la condivisione di link a pagine contenenti materiali coperti da diritto d’autore.
Ciò che viene messo sotto accusa quindi non è tout court la violazione tout del copyright ma la stessa possibilità di indicarel’esistenza di siti che i titolari del diritto d’autore ritengono non legittimi. Ad essere messa in discussione è quindi una delle pratiche costitutive del world wide web per come oggi lo conosciamo (ovvero l’hyperlink). Le ricadute che l’entrata in vigore di questi regolamento potrebbe avere sono potenzialmente molto pesanti: se si introducesse una responsabilità diretta per linking, e la chiusura del sito o la cancellazione dell’articolo, in un contesto temporale del tutto insufficiente (tre giorni) senza peraltro il controllo di un magistrato, probabilmente un gran numero di fonti informative sul web diverrebbero a rischio di chiusura.
Abbiamo analizzato rischi e implicazioni del nuovo regolamento con l’Avvocato Fulvio Sarzana,