Fukushima. La morte lenta
Scritto dainfosu 12 Marzo 2014
Dopo tre anni dal terremoto e dallo tsunami in Giappone, la centrate Daiichi di Fukushima, che ebbe un incidente gravissimo, secondo solo a quello di Chernobyl, continua a mietere vittime.
Recenti studi sui bambini rivelano un moltiplicarsi di patologie da radiazioni, che ne compromettono la salute.
In questi anni la propaganda del governo ha cercato di minimizzare i pericoli per giustificare il progressivo ritorno al nucleare dopo lo stop imposto dalle grandi proteste che seguirono il disastro di Fukushima.
Nei fatti per un’area di 30 chilometri intorno alla centrale non è possibile vita umana. Chi abita intorno a quel perimetro è obbligato ad adottare misure di sicurezza per evitare di ammalarsi.
Il grave inquinamento delle acque e dei terreni fa sì che, di settimana in settimana gli alimenti entrino od escano dalla tabella di quelli consentiti. Basta una lieve oscillazione perché un cibo finisca sopra o sotto l’asticella che convenzionalmente divide la zona a richio da quella “sicura”.
Nei fatti solo al reattore quattro della centrale, che al momento dello tsunami era spento per manutenzione, sono state rimosse dalla piscina le barre di combustibile irraggiato. Negli altri tre impianti numerosi sono i segnali che la situazione è del tutto fuori controllo.
E’ di settembre la notizia che, intorno ai reattori nucleari, verrà costruito un muro di ghiaccio sotterraneo per tentare di impedire altre infiltrazioni e fuoriuscite di liquidi contaminati dalla centrale di Fukushima.
Attualmente migliaia di tonnellate di acqua radioattiva sono conservate in serbatoi temporanei e vengono usate per raffreddare i reattori. La Tepco ha ammesso che quest’acqua, altamente contaminata, potrebbe raggiungere l’oceano Pacifico, oltre alle zone vicine alla centrale. Ogni giorno circa 300 le tonnellate di acqua contaminata finiscono in mare.
Ne abbiamo parlato con Marco Tafel, attivista antinuclearista. Ascolta la diretta: