In Guatemala il vecchio potere paramilitare si reincarna nei megaprogetti
Scritto dainfosu 17 Giugno 2016
Da una decina di anni, il comune di San Juan Cotzal – dipartimento settentrionale del Quiché in Guatemala – ha un nuovo vicino di casa. Non ci sarebbe niente di straordinario, se non per le particolari caratteristiche del nuovo arrivato, dal momento che non tutti hanno 240 milioni di dollari in tasca, sono interessati a progetti energetici e sono originari dell’Italia. Nelle sue parole, il nuovo arrivato si definisce come “un vicino di casa che contribuisce allo sviluppo ed al benessere delle persone”. Anche i comuni di Santa María Nebaj e Chajul registrano l’arrivo di un simile abitante, con almeno 227 milioni di dollari a disposizione. I tre comuni sopra citati costituiscono l’area abitata dal popolo Ixil: uno dei 22 popoli maya che vivono nel territorio del Guatemala. L’area è stata denominata “Triangolo Ixil” dai militari guatemaltechi negli anni Ottanta, quando l’esercito ha portato avanti le campagne Victoria 82 e Firmeza 83. Circa 30 anni dopo la sanguinosa repressione militare, una congiuntura tesa mantiene alta l’attenzione mediatica sulla zona Ixil.
Nei primi mesi del 2013, la zona Ixil e la repressione militare si sono imposte sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, quando i generali deposti Jose Efrain Rios Montt e Jose Mauricio Rodriguez Sanchez sono stati oggetto di un processo per crimini di genocidio e crimini contro l’umanità commessi nei confronti del popolo Maya Ixil. Rios Montt, ex capo de facto dello Stato guatemalteco nel corso del 1982 e del 1983, è stato condannato a 80 anni di carcere. Pochi giorni dopo, la Corte Costituzionale ha annullato il verdetto per un vizio di forma, senza però smentire il tema centrale del dibattito legale: “la popolazione civile del gruppo Ixil, residente nei villaggi e frazioni di Santa María Nebaj, San Juan Cotzal e San Gaspar Chajul, è stata sottoposta a uccisioni in massa, massacri, torture, stupri di massa, deportazioni, trasferimento dei bambini da un gruppo ad un altro”, come si legge nella sentenza. La Corte ha argomentato nella sentenza che è pienamente convinta dell’intenzione dei generali di causare la distruzione fisica del gruppo Ixil.
In questo contesto, nella regione si materializza il progetto di costruzione di due dighe idroelettriche: Palo Viejo e Xacbal.
Chi sono dunque questi nuovi vicini? Da un lato, Enel Green Power, società controllata da Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (Enel) in Italia, che possiede la centrale idroelettrica di Palo Viejo in San Juan Cotzal. Dall’altro, la Terra Group honduregna, che gestisce la centrale idroelettrica Xacbal, a nord della città di Chajul, attraverso la società Generación Limpia de Guatemala Per dimostrare il suo potere, il 26 febbraio 2014 Enel Green Power ha ospitato la visita del presidente guatemalteco Otto Pérez Molina sostenendo l’importanza di armonizzare “la volontà delle imprese e l’accompagnamento di Stato che hanno interessi comuni con la popolazione locale, cioè la cura per l’ambiente naturale, l’acqua, le foreste “, come ha dichiarato il presidente della società. Con queste affermazioni, Maurizio Bezzeccheri, presidente di Enel Green Power, intenzionalmente non ha riconosciuto una lunga storia di conflitto, espropriazioni, morti e deportazioni nella regione; oltre ad aver occultato le sue alleanze con le strutture di potere parallele dello Stato.
Questo stralcio estratto da un articolo comparso su “Prensa Comunitaria” ci permette di cogliere il continuum di violenza che si è dispiegato in Guatemala attraverso le strutture di genocidio e di espropriazione di risorse negli ultimi quarant’anni ed oltre. Oggi gli interessi economici predatori delle multinazionali appoggiate dalle oligarchie locali si manifestano attraverso la costruzione di megaprogetti, in particolare idroelettriche e miniere, mentre lo Stato mette in atto forme sempre più pervasive di repressione e distruzione fisica delle popolazioni locali ribelli e resistenti.
Questa mattina abbiamo approfondito la genealogia della violenza che lo Stato ed il Capitale perpetrano nei confronti della popolazione Maya Ixil, ai fini di estrarre risorse e sfruttare manodopera, con Manuela, che si trova nei territori settentrionali del Quiché, uno dei principali teatri del processo di colonizzazione interna: