Cannabis: verso il monopolio di Stato?

Scritto dasu 26 Luglio 2016

CannabisIl 25 luglio è cominciata la discussione alla Camera dei deputati della proposta di legge, presentata da un intergruppo composto da 220 parlamentari, per la legalizzazione della cannabis a scopi ricreativi. L’opposizione ha presentato 1.300 emendamenti. La legge prevede che l’uso personale non sia più reato, che si possano coltivare fino a cinque piante in casa, che si possano tenere fino a cinque grammi di marijuana fuori casa e fino a 15 grammi dentro casa.

Questa proposta, secondo gli antiproibizionisti, pare formulata per introdurre il Monopolio di Stato sulla Cannabis, sottoponendo a regime di autorizzazione non solo le attività commerciali finalizzate alla realizzazione di un vantaggio economico, ma anche la coltivazione individuale e/o in forma associata senza alcuno scopo di lucro.

Infatti, sebbene l’articolo 5 della proposta paia escludere dal regime di monopolio le attività finalizzate all’esclusivo consumo personale, in realtà, chiunque volesse coltivare qualche pianta di cannabis, in casa oppure concorrere alla costituzione di una Associazione secondo il modello dei Cannabis Social Club, sarebbe obbligato a comunicare all’ufficio regionale dei Monopoli di Stato le proprie generalità e l’indirizzo esatto del luogo di coltivazione, al fine di poter beneficiare di una sorta di implicita autorizzazione a procedere.
Una schedatura di massa decisamente pericolosa, poiché non è in discussione alcuna modifica delle altre leggi ed atti amministrativi sul controllo di assunzione di stupefacenti. Non ci sarebbe da meravigliarsi se, subito dopo aver provveduto all’autodenuncia, si venisse convocati dalle Motorizzazioni civili per verificare la sussistenza dei requisiti di guida oppure sottoposti a drug-test periodici sui luoghi di lavoro e licenziati, laddove previsto.

Tutto ciò, senza nemmeno considerare la possibilità concreta, a partire dalla prima legge di Stabilità utile, di utilizzare tale elenco per imporre una tassa su ogni pianta o, peggio ancora, per esercitare un’azione coercitiva sui coltivatori, qualora si decidesse di revocare l’autorizzazione per concorrenza sleale al monopolio di stato, proprio come è già accaduto altrove.

Questa proposta di legge potrebbe trasformarsi in un boomerang, in una schedatura di massa per chi coltiva la cannabis e non intende comprare in un regime di monopolio, a prezzi prestabiliti dall’alto e solo le varietà imposte dalle multinazionali, peraltro con le proprie tecniche di coltivazione.

Il cavallo di battaglia del senatore Benedetto Della Vedova e degli altri promotori del progetto di legge è la grossa aspettativa economica legata alla “legalizzazione” della cannabis. Della Vedova punta, per far passare la legge sull’appoggio dei grossi investitori finanziari, già pronti ad accaparrarsi la coltivazione, la trasformazione, la distribuzione e la vendita, non appena la legge lo consentirà.

Ne abbiamo parlato con Alessandro, che ha fatto uno studio comparativo delle varie legislazioni europee.

Ascolta la diretta:

2016 07 26 cannabis

Contrassegnato come:

Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST