Gas russo, transizione ecologica, colonialismo energetico

Scritto dasu 12 Settembre 2022

Si avvicina l’autunno, e la “morsa energetica” della Russia nei confronti dell’Europa si fa sempre più stretta. Il vertice straordinario tra i ministri dell’energia europei di venerdì scorso, tanto atteso perché considerato decisivo per il via libera al discusso price cap comunitario sul gas russo e non solo, si è concluso con un nulla di fatto sul tema del tetto ai prezzi. Solo 15 Paesi su 27, tra cui l’Italia, si sono schierati apertamente per un limite generalizzato al costo del gas. Cinque si sono dichiarati
contrari, Germania e Ungheria in prima fila, o neutrali. Gli altri hanno assunto una serie di posizioni intermedie, che comunque hanno portato all’ennesimo slittamento di un accordo comune, la cui responsabilità è ora andata alla Commissione. Nel weekend Gazprom ha dichiarato che Nord Stream resterà chiuso, e così il gas russo diretto verso l’Europa registra oggi un –66% rispetto ai livelli pre-crisi.

Ma l’urgenza dovuta alla guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia si inserisce nel discorso più ampio della transizione ecologica. Ne abbiamo parlato con Marco, un compagno sardo che ci ha illustrato lo stato dell’arte della transizione ecologica e ci ha dato alcuni spunti interessanti sui possibili scenari futuri, soprattutto per le zone del Maghreb, Andalusia, Grecia, Sud Italia e isole.

Ascolta e scarica la diretta:

Segui il blog Maistrali e le pagine social di Sardinnia Aresti per rimanere aggiornato su transizione energetica, basi militari e altro in terra sarda.


Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST