Pinerolo 15/03/24 – La scuola tra controllo sociale e militarizzazione

Scritto dasu 12 Aprile 2024

Le allarmanti trasformazioni che stanno interessando il mondo della scuola italiana in direzioni repressive e securitarie riflettono il più generale fenomeno di mobilitazione sociale per la guerra. Questa introduzione a cura dell’Assemblea antimilitarista di Pinerolo e della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali, riportata in apertura dell’evento “La scuola tra controllo sociale e militarizzazione” svoltosi nella Sala del Mutuo Soccorso di Pinerolo il 15 marzo, riflette una possibile cornice in cui inquadrare tali trasformazioni:

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Non è più possibile infatti tenere in piedi la tesi di una scuola neutrale e apolitica, nè quella di una ricerca guidata dall’imparzialità e dallo spirito scientifico. Lo dimostrano i programmi interni e esterni che seguono, a partire dai gradi inferiori della scuola obbligatoria fino all’istruzione superiore e accademica, la logica della propaganda bellicista, dell’individuazione del nemico interno, dello sviluppo dei settori produttivi critici (intelligenza artificiale, aerospazio, sicurezza energetica) e della coltivazione delle alleanze strategiche.

A partire dai programmi sperimentali di deradicalizzazione sponsorizzati dall’AISI e introdotti all’interno di corsi di formazione per docenti nelle scuole, che puntano a schedare e profilare gli individui non allineati e potenzialmente pericolosi per l’ordine costituito sulla base dei loro comportamenti. Per mezzo di questi corsi si attua una trasformazione del ruolo sociale del docente, da insegnante ad addetto al mantenimento dell’ordine interno. Ce ne ha parlato Francesco Migliaccio, attualmente docente in un istituto in cui vengono sperimentati questi programmi:

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L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole si è attivato negli ultimi mesi per denunciare e fornire strumenti sia per l’interpretazione che l’azione in questo preoccupante contesto. Il gruppo fornisce materiali sul proprio sito e appoggia le iniziative di contestazione nelle scuole. Ce ne parla Umberto Ottone.

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Spostandosi dalla formazione dell’obbligo al mondo accademico, si è affrontato anche il tema del coinvolgimento crescente e sempre più normalizzato degli atenei con l’industria delle armi o altri Atenei di Stati guerrafondai come Israele. Queste partnership di ricerca, che includono scambi, programmi congiunti e collaborazioni accademiche, insieme al finanziamento delle borse con fondi provenienti dalle grandi aziende della guerra, come Leonardo, rivestono un ruolo sempre più invasivo e strutturale nell’Università italiana. Un caso eclatante, di cui ci parla Paolo Barisone, è la collaborazione del Politecnico con l’agenzia europea Frontex, che si occupa del controllo dei flussi migratori e che è al centro di numerose controversie legate alle modalità criminali del suo operato. Il Politecnico di Torino è inoltre coinvolto in altri progetti a stretto contatto con Leonardo, primo fra tutti la Città dell’Aerospazio che sta venendo allestita in Corso Marche. Ecco un quadro della nuova logica di finanziamento, collaborazione e legittimazione che porta la guerra nelle Università:

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