Crisi Volkswagen: crolla un altro pezzo del mito tedesco

Scritto dasu 30 Ottobre 2024

Per la prima volta nella sua storia sembra che la Wolkswagen, il simbolo dell’automotive tedesco, stia per chiudere ben tre stabilimenti., A rischio 120.000 posti di lavoro e promesse di tagli salariali per tutti. Cosa succede al gigante tedesco? Il mito della stabilità politica tedesca è ormai un ricordo, i partiti storici risultano molto indeboliti e la CDU in particolare  è quasi scomparsa. Come le elezioni in Sassonia, Turingia e Brandeburgo insegnano il pericolo da tenere d’occhio, com’era prevedibile, è AFD, che è risultato essere il primo partito tra i giovani votanti nella fascia 18-24. Un partito nato sull’onda delle crisi del debito europee, in rottura con l’euro zona e le politiche di solidarietà verso l’Europa del Sud, Grecia e Italia soprattutto. Un partito di accademici che presto si è trasformato in altro, raccogliendo molte forze della galassia di estrema destra, da realtà storiche dell’identitarismo tedesco ai naziskin, ma diventando ben presto il referente politico dei settori più poveri e rancorosi della parte bianca della società tedesca e continuando a crescere fino a raccogliere quasi tutto il malcontento della parte orientale del Paese per le politiche neoliberiste e di austerità inaugurate da Schroeder con l’Agenda 2010 e che hanno trasformato la Germania.

L’impennata di AFD parla di una crisi ormai endemica alle democrazie occidentali, sempre più incapaci di una qualche autonomia strette tra vincoli di bilancio ed equilibri finanziari ma parla anche di un modello, quello tedesco,  entrato pesantemente in crisi e alla ricerca di un’identità,  in un Paese mai uscito del tutto dalla batosta della pandemia e azzoppato pesantemente dalla guerra russo ucraina con la crisi di approvvigionamento energetico che ne è seguita con il sabotaggio del North Stream 2.

Ne abbiamo parlato con  Lorenzo Monfregola, giornalista residente on Germania, studioso dei gruppi dell’ultradestra tedesca.

 

 


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