Giovedì si è tenuto il vertice europeo di sostegno allo sforzo bellico ucraino dopo che si delinea con sempre maggior chiarezza la fine dell’appoggio economico e militare all’Ucraina da parte degli Stati Uniti. L’intenzione del vertice è quella di andare verso un riarmo generalizzato sia a livello europeo che da parte dei singoli stati dell’Unione, come dichiarato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha presentato il piano “ReArm Europe”. Ai progetti di riarmo concorre un clima martellante di propaganda bellica (a cui si prestano entusiasticamente varie “note” penne italiane ed europee), che quotidianamente mette l’accento sulla necessità di far fronte alla minaccia russa, paragonato a quella hitleriana degli anni 30. La proposta legislativa, annunciata lunedì, è un pacchetto di misure di difesa senza precedenti che, secondo von der Leyen, potrebbe liberare un totale di 800 miliardi di euro (860 miliardi di dollari; 670 miliardi di sterline) in spese per la difesa.
Il piano prevede di permettere ai Paesi di aumentare i livelli di deficit nazionale per dare spazio a maggiori spese per la difesa, stanzia 150 miliardi di euro in prestiti per investimenti nel settore militare a beneficio della difesa dell’UE nel suo complesso (ad esempio per la difesa aerea e missilistica, i sistemi anti-drone e la mobilità militare) e, ancora peggio, vorrebbe consentire ai Paesi europei di reindirizzare i fondi destinati ai programmi della politica di coesione (cioè alle politiche volte a livellare le differenze tra regioni più e meno avvantaggiate) alle spese militari.
Ne abbiamo parlato con Alfio Nicotra, della Rete Italiana Pace e Disarmo.