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lunedì 13 ottobre 2025

Porto di Rotterdam bloccato

Attivist3 contro la guerra e la distruzione ambientale hanno bloccato per 6 ore sabato il porto di Rotterdam, in Olanda. La protesta, organizzata dal gruppo di attivisti Geef Tegengas, che nasce come gruppo di attivismo su temi ambientali e si è occupato negli ultimi anni anche dell’opposizione alla guerra e al genocidio israeliano contro la popolazione palestinese, è stata animata anche da collettivi studenteschi e da alcuni sindacati. La polizia è dovuta ricorrere alla forza per allontanare le diverse centinaia di manifestanti che si sono date appuntamento al porto di Rotterdam, il terzo porto più grande al mondo per quantità di merci scambiate dopo quelli di Shanghai e Singapore e il più grande d’Europa. Almeno 100 persone sono state fermate, secondo quanto dichiarato dalla polizia. L3 manifestanti hanno accusato il porto di alimentare “guerre, oppressione e distruzione climatica”, definendolo il “motore olandese di morte e distruzione” e hanno richiesto di imporre immediatamente un embargo totale sulle armi e sul commercio nei confronti di Israele, di interrompere i rapporti commerciali con i paesi accusati di violazioni dei diritti umani e di elaborare un piano per eliminare gradualmente tutti i rifiuti inquinanti dalle operazioni portuali.

Le proteste hanno coinciso con uno sciopero in corso dei portuali che chiedeva migliori salari e condizioni di lavoro. Lo sciopero, iniziato mercoledì, è stato prorogato a tempo indeterminato venerdì.

Il blocco del porto della giornata di sabato ha espresso il suo sostegno ai lavoratori in sciopero: “Dimostra quanto potere abbiano i lavoratori quando agiscono. I profitti dei giganti della logistica e dei loro azionisti sfruttano e uccidono persone, sia qui nel porto che all’estero. Sosteniamo con tutto il cuore la loro lotta per salari e condizioni di lavoro dignitose”.

Con la prosecuzione dello sciopero, le attività container del porto di Rotterdam si sono completamente fermate. Infatti il fermo dei lavoratori lashing, circa 700 addetti impiegati nei principali terminal rende impossibile caricare o scaricare in sicurezza, bloccando di fatto l’intera catena operativa. Secondo le stime dell’autorità portuale, circa 17mila container pieni non sono più movimentati ogni giorno, con conseguenze immediate sul traffico marittimo e terrestre.

Il blocco di Rotterdam ha amplificato le difficoltà logistiche già in corso nel Nord Europa. In Belgio, il porto di Anversa-Bruges è interessato da una protesta parallela dei piloti marittimi fiamminghi contro la riforma delle pensioni, che dal 5 ottobre limita l’attività alle sole ore diurne. I movimenti giornalieri delle navi si sono ridotti da circa 70 a 31, generando un accumulo superiore alle 100 unità in attesa. Con i porti tedeschi di Amburgo e Bremerhaven già prossimi alla saturazione, il sistema logistico europeo si trova ora in una condizione di forte stress operativo.

L’associazione Deltalinqs, che rappresenta gli operatori portuali olandesi, ha segnalato “gravi conseguenze per le catene di approvvigionamento nazionali”, ricordando il ruolo del porto di Rotterdam nel trasporto di beni essenziali come alimenti, medicinali e materiali da costruzione. I costi aggiuntivi per i ritardi e le navi ferme si sommano alle difficoltà del trasporto su gomma e fluviale, con effetti a cascata su magazzini e operatori intermodali.

Ci siame fatt3 raccontare il blocco di sabato, gli scioperi dei portuali e le ultime iniziative in Olanda da una compagna che vive lì.