Alleanze variabili, svolte epocali, doppi binari e… la guerra al Daesh

Scritto dasu 23 Dicembre 2016

Da un lato Palmira, Raqqa, Mossul, per metà ancora controllata dal califfato, dall’altra Idlib, Aleppo, Kobani: città con destini attualmente diversi. E poi alleanze variabili tra potenze locali e superpotenze, con la Russia molto attiva e Usa defilati, dopo che le potenze occidentali hanno scatenato guerre laceranti, hanno bombardato e distrutto senza ottenere nulla e sembrano marginalizzati, come le monarchie del Golfo; alleanze anodine, come quella che si potrebbe costruire tra sunniti turchi e sciiti iraniani sotto l’egida russa; doppi binari per cui l’appartenenza a un fronte che vale in un ambito dello scacchiere internazionale non è più vero in altre zone calde come la guerra dimenticata (ma non dalle migliaia di morti) in Yemen, oppure attentati e uccisioni che sembrano avvertimenti o segnali oscuri e sulfurei… E poi, la politica americana ai tempi di Trump continuerà a esportare guerre in Medio Oriente e importare terrorismo in Occidente? Ci saranno ripercussioni per l’astensione inusitata di Obama sulla risoluzione egiziana contro gli insediamenti illegali di coloni israeliani? che cosa si nasconde dietro a onnipotenti imam turchi rifugiati in Usa?

Ma cosa rimane degli equilibri antecedenti lo scatenamento di questi massacri? e cosa c’è da aspettarsi da questa situazione aleatoria di etnie, sette, religioni; prove di forza e interessi diversi in cui s’insinua dirompente la svolta epocale realizzata dall’interventismo russo che già gli è valso due sbocchi sul Mediterraneo?

La situazione è così intricata che risulta molto difficile orientarsi senza guida, dunque chi meglio di Alberto Negri per farsi accompagnare nel Medio Oriente di questa fine 2016, evitando di fermarsi alle ricostruzioni superficiali ed embedded dei media ufficiali?

NegrisuSiria


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